RASSEGNA SETTIMANALE 22-28 FEBBRAIO: AFRICA SUBSAHARIANA

RASSEGNA SETTIMANALE 22-28 FEBBRAIO: AFRICA SUBSAHARIANA

22 febbraio, Repubblica centrafricana – Ban: “Non siete soli. Deponete le armi”

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon lancia un nuovo appello per la pace alla popolazione del Centrafrica, esortando tutte le parti a porre fine alla spirale di violenza che sta dilaniando il Paese.

Il conflitto in Repubblica centrafricana, iniziato con gli attacchi lanciati dai musulmani Seleka nel dicembre 2012, ha assunto via via una connotazione settaria quando le milizie cristiane anti-Balaka hanno preso le armi, costringendo milioni di musulmani alla fuga.

Migliaia di persone sono state uccise dall’inizio dei conflitti e 2,2 milioni (circa la metà della popolazione) necessita di aiuti umanitari.

Nel suo video messaggio, Ban Ki-moon rassicura i centrafricani, ricordando loro che molti Paesi stanno collaborando per il raggiungimento della pace in Repubblica centrafricana.

Il messaggio arriva dopo un briefing dinnanzi al Consiglio di Sicurezza in cui il Segretario Generale ha presentato una nuova iniziativa volta a rispondere ai bisogni più urgenti della Repubblica centrafricana.

Le priorità individuate dalle Nazioni Unite sono state riassunte in sei punti, che corrispondono agli obiettivi del programma. Questo prevede: un maggiore numero di truppe e di personale della polizia, maggiori sforzi nel processo di pace, supporto per il governo provvisorio, fondi per l’assistenza umanitaria e rendicontabilità.

Fonte: UN news

Link: https://www.un.org/apps/news//story.asp

NewsID=47203&Cr=Central+African+Republic&Cr1=

23 febbraio, Niger – 18 Paesi africani a difesa della regione di Sahel

Le milizie di 18 Paesi africani hanno avviato un addestramento militare congiunto per combattere il terrorismo e i crimini transfrontalieri che dilagano nella regione di Sahel, la vasta fascia di territorio che si estende tra il deserto del Sahara a nord e la savana a sud, e tra l’oceano atlantico a ovest e il Mar Rosso ad est.

L’esercitazione militare congiunta, chiamata “Flintlock” (pietra focaia), coordinata dagli USA e dal governo nigeriano, è iniziata il 20 febbraio nelle regioni di Agadez, Diffa e Tahoua in Niger, e continuerà fino al 9 marzo.

La “Flintlock” era stata inizialmente avviata nel 2005 con lo scopo di sviluppare capacità difensive e di sicurezza e di promuovere la collaborazione interstatale per la protezione della regione. Il Sahel comprende infatti tredici stati (o parte di essi) ovvero Gambia, Senegal, Mauritania, Mali, Burkina Faso, Algeria, Niger, Nigeria, Camerun, Chad, Sudan, Sud Sudan e Eritrea.

Il programma di addestramento congiunto è iniziato subito dopo il terzo meeting dei ministri esteri tenuto a Niamey, capitale del Niger, durante il quale si è discusso della cooperazione nella lotta contro il terrorismo e dell’istituzione di un’organizzazione africana per la pace e la sicurezza nelle regioni del Sahara e del Sahel.

Fonte: Forum on China-Africa Cooperation

Link:http://allafrica.com/stories/201402230127.html

Africa – UNEP: è necessario investire nella green economy in Africa

Il Direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) Achim Steiner sostiene la necessità di attribuire maggior valore alle risorse naturali in Africa.

Secondo le stime della World Bank, il capitale naturale rappresenta un punto cruciale per i Paesi a basso reddito, dei quali costituisce il 36% della ricchezza. Pertanto, la green economy avrebbe il potenziale per migliorare il benessere degli individui e l’equità sociale, riducendo contemporaneamente i rischi ambientali e i limiti delle risorse.

Durante la Conferenza Ministeriale africana sulla green economy, tenutasi ad Oran, in Algeria, Steiner ha sostenuto che la promozione dei servizi ecosistemici è fondamentale per la crescita futura dell’Africa.

Inoltre, proprio in occasione della Conferenza, si sono poste le basi per la nuova agenda di sviluppo post-2015. Essa succederà agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millenium Development Goals, MDGs) delle Nazioni Unite: gli otto obiettivi che i membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere entro il 2015.

Fonte: UN news

Link: http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47207&Cr=green+economy&Cr1=#.UxHVP_l5OCo

24 febbraio, Uganda – Museveni firma la legge anti-gay

Il Presidente dell’Uganda Museveni ha firmato la legge anti-gay, tra le critiche internazionali.

La BBC riferisce che la legge è diversa da quello che era stato precedentemente annunciato: essa è risulta attenuata in diversi punti.

Mentre originariamente prevedeva la pena di morte per alcuni atti omosessuali, tale pena è stata rimossa. La nuova legge prevede il carcere a vita per i crimini di “omosessualità aggravata” e per la “promozione dell’omosessualità”, ovvero per l’incoraggiamento da parte degli attivisti di dichiarare la propria omosessualità.

Inoltre, bozze precedenti consideravano un crimine anche la mancata denuncia delle persone omosessuali, ma questa clausola è stata rimossa.

Il portavoce del governo Ofwono Opondo aveva precedentemente dichiarato che con la firma di tale legge Museveni voleva dimostrare la propria indipendenza a fronte delle pressioni e le provocazioni occidentali. Difatti, tutti i media sono stati invitati ad assistere alla firma del Presidente.

Museveni ha tuttavia incoraggiato gli USA a lavorare con gli scienziati ugandesi per dimostrare l’esistenza di persone nate gay. Difatti, in Uganda l’omosessualità non è considerata genetica, ma un comportamento scorretto, che può essere appreso e abbandonato. Museveni sostiene che se venisse provato il contrario, la legge verrebbe rivista.

Il Presidente Obama ha definito la firma della legge come un affronto e come un grande pericolo per la comunità gay ugandese.

Human Rights Watch racconta che Yoweri Museveni, nei suoi 28 anni di governo, ha portato alla graduale sospensione delle libertà di espressione e associazione e ha cercato di occultare questioni scottanti, come la corruzione che imperversa nel Paese.

Fonti: BBC, Human Rights Watch

Link:http://www.bbc.com/news/world-africa-26331660

http://www.hrw.org/news/2014/02/24/uganda-law-rolls-back-basic-rights

Costa d’Avorio – Riforme urgenti prima delle elezioni

Dopo la sua visita ufficiale, Doudou Diène, esperto incaricato dall’ONU e da Human Rights Watch di monitorare la situazione in Costa d’Avorio, ha dichiarato che il Paese deve intraprendere urgenti riforme prima delle elezioni presidenziali previste per ottobre.

Diène ha esortato le autorità ad accelerare la risoluzione di questioni sostanziali tra cui la riforma della Commissione Elettorale Indipendente e il rinnovo delle liste elettorali. Anche i processi di reintegrazione degli ex-combattenti, di organizzazione dei processi relativi alla crisi post-elettorale e di risarcimento delle vittime devono velocizzarsi.

La Costa d’Avorio fu vittima di una guerra civile nel 2002. Le elezioni presidenziali del 2010, che dovevano rappresentare il momento culminante del processo di pace avviato nel Paese, sfociarono in mesi di violenza quando Laurent Gbagbo rifiutò di rinunciare al potere, dopo la sua sconfitta contro Alassane Ouarrata, attuale Presidente del Paese. Gbagbo si arrese solo in aprile.

La situazione della sicurezza è migliorata in Costa d’Avorio, così come è ricominciato il dialogo politico tra governo e opposizione. Inoltre sono stati fatti molti passi avanti per rinforzare il processo democratico: il mandato della Commissione dialogo, verità e riconciliazione e dell’Unità speciale investigativa è stato esteso e gli esiliati sono stati richiamati in patria.

Tuttavia Diène ha espresso le sue preoccupazioni per la lentezza con cui vengono condotti i procedimenti giudiziari per le gravi violazioni dei diritti umani, commesse da entrambe le parti durante la crisi.

Fonte: UN news

Link:http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47216#.UxIE9vl5OCo

25 febbraio, Nigeria – Boko Haram attacca le scuole

Nonostante gli sforzi del governo nigeriano, il gruppo islamista estremista Boko Haram continua le sue stragi. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio ha ucciso e bruciato i corpi di una sessantina di studenti di una scuola secondaria a Buni Yadi, nello stato di Yobe.

Gli islamisti hanno dato fuoco alla residenza dove dormivano gli studenti, hanno tagliato la gola a chi cercava di scappare.

Questo non è il primo attacco che il gruppo compie contro un istituto scolastico, proprio perché questi ultimi rappresentano un simbolo della cultura occidentale. Il nome del gruppo “Boko Haram” significa infatti “l’educazione occidentale è un peccato”.

Solo lunedì, durante una conferenza stampa, il Presidente nigeriano Jonathan aveva difeso l’operato delle milizie, sostenendo che esse, soprattutto grazie all’aiuto del Camerun, avevano ottenuto dei piccoli successi nella lotta contro Boko Haram.

Come dimostrano i continui attacchi però, la situazione per gli abitanti delle zone nord-orientali della Nigeria rimane critica.

Fonte: BBC

Link:http://www.bbc.com/news/world-africa-26338041

 

Nigeria – La difesa del Presidente Jonathan

Il Presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha risposto alle critiche rivoltegli difendendo gli sforzi delle milizie nigeriane negli scontri con gli islamisti di Boko Haram e sostenendo che la lotta contro di essi migliorerà e porterà risultati positivi.

Le lamentele erano giunte anche da parte di Kashim Shettima, governatore di Borno, lo stato maggiormente colpito dagli attentati. Shettima ha infatti dichiarato che i militanti di Boko Haram erano meglio armati e più motivati dell’esercito nigeriano.

Inoltre, alcuni testimoni hanno sostenuto che gli attacchi degli islamisti siano talvolta durati ore, prima che l’esercito intervenisse. Tutto ciò dimostra che lo stato d’emergenza imposto negli stati di Borno, Yobe e Adamawa per bloccare le insurrezioni, non stia funzionando a dovere.

Oltre alle accuse riguardo l’inefficienza degli interventi delle milizie nigeriane, Jonathan ha dovuto difendersi anche da accuse di diversa natura: quelle legate alla sospensione del governatore della banca centrale Lamido Sanusi.

Molti nigeriani credono infatti che il vero motivo per cui Sanusi è stato dimesso è il fatto che l’ex governatore avesse denunciato la corruzione della compagnia petrolifera nazionale. Egli aveva attribuito la perdita di 20 miliardi di proventi petroliferi alla corruzione, anzi ad un vero e proprio sistema che sottrarrebbe sistematicamente risorse allo Stato.

In quest’ottica la sua sospensione può essere letta come il tentativo del Presidente Jonathan di mettere a tacere un fastidioso informatore. Ma il Presidente Jonathan ha sostenuto che la sospensione di Sanusi non ha nulla a che vedere con il whistleblowing.

Fonte: BBC

Link:http://www.bbc.com/news/world-africa-26332968

Uganda – La “caccia alle streghe” ha inizio

Dopo la firma della legge anti-gay da parte del Presidente Museveni, inizia la “caccia alle streghe”, o per meglio dire, la “caccia ai gay” nel Paese.

Un giornale ugandese, il “Red Pepper”, ha infatti pubblicato una lista di 200 nomi di coloro che dovrebbero essere i principali omosessuali del Paese.

La lista include molti noti attivisti per i diritti gay tra cui Jacqueline Kasha e Pepe Julian Onziema.

L’Uganda è un Paese molto conservatore e la maggior parte della popolazione è contro l’omosessualità. Pertanto, secondo molti la nuova legge non farà altro che alimentare le violenze omofobe.

Firmandola, Museveni ha fatto compiere al suo Paese un ulteriore passo indietro, allontanandolo ancor di più dal rispetto dei diritti umani.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26338941

Zambia – Rilasciato l’attivista per i diritti gay Kasonkomona

Paul Kasonkomona, attivista per i diritti umani, era stato accusato di promuovere l’omosessualità, per aver difeso i diritti gay durante uno show televisivo nell’aprile 2013. Egli aveva sostenuto che il riconoscimento dei diritti gay era fondamentale per affrontare l’epidemia di AIDS in Africa.

Fortunatamente, questo martedì la Corte zambiana ha deciso di rilasciarlo in quanto l’accusa non è stata provata. Inoltre il Magistrato ha sostenuto l’importanza della discussione pubblica di questi temi.

Anche in Zambia l’omosessualità è illegale, come in altri 40 Paesi africani.

Dopo la firma della legge anti-gay in Uganda, è un sollievo constatare come, almeno in questo caso, la libertà di espressione e i diritti umani abbiano vinto.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26342543

 

26 febbraio, Sud Sudan – La violenza compromette l’operato di MSF

L’organizzazione medica volontaria MSF ha avvertito che i ripetuti attacchi contro le strutture sanitarie stanno compromettendo l’operato dei Medici senza frontiere in Sud Sudan.

Per citare alcuni dei molti esempi riportati nella relazione di MSF, nella città di Malakal, molti pazienti sono stati assassinati nei loro letti, un ospedale a Leer è stato bruciato, o ancora a Bentiu, capitale del governatorato Unità, un complesso di MSF è stato saccheggiato nel mezzo di violenti scontri.

Raphael Gorgeu, capo missione di Medici senza frontiere in Sud Sudan ha dichiarato che ormai gli ospedali non rappresentano più approdi sicuri, ma target di violenza e brutalità.

Questi attacchi dimostrano una totale mancanza di rispetto per le cure mediche. Essi hanno negato a centinaia di migliaia di persone la prima assistenza che avrebbe salvato loro la vita.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26357138

Uganda – Bloccata la marcia contro il divieto della minigonna

La polizia ha vietato alle donne ugandesi di marciare per le strade della capitale Kampala per dimostrare contro il divieto di indossare la minigonna. Le 200 donne si sono quindi riunite di fronte al teatro nazionale a gridare la loro rabbia.

Nelle scorse settimane hanno avuto luogo diversi incidenti in cui donne sono state pubblicamente assalite perché indossavano gonne corte.

La causa di tali incidenti risiede in un’altra legge, assolutamente contestabile, firmata pochi mesi fa dal Presidente Museveni: la legge anti pornografia, che vieta l’abbigliamento “indecente” per le donne.

Rita Achiro, direttore esecutivo dell’organizzazione Uganda Women’s Network, continua ad esortare i politici a rivedere tale legge che giustifica gli uomini in caso di abuso delle donne.

Intanto, continuano le critiche internazionali per la firma del presidente della legge anti-gay e le associazioni caritative mettono in guardia sui disastrosi effetti che tale legge avrà sulla risposta del paese al virus HIV.

Il Ministro della Sanità ugandese Ruhakana Ruganda, ha difeso la giustizia del suo Paese dichiarando che nessun omosessuale verrà discriminato per quanto riguarda l’accesso alle cure mediche.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26351087

http://www.bbc.com/news/world-africa-26349166

 

Guinea-Bissau – L’ONU esorta ad accelerare il passo verso le elezioni

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha esortato la Guinea Bissau e la comunità internazionale a raddoppiare gli sforzi indirizzati alla preparazione delle elezioni, che continuano ad essere rimandate.

Inoltre è stato ribadito che verranno imposte delle sanzioni a tutti gli individui, civili o militari, che compromettano gli sforzi mirati a ripristinare l’ordine costituzionale. Quest’ultimo non è ancora stato ripristinato dopo il colpo di stato militare del’aprile 2012.

Il Consiglio di Sicurezza ha espresso preoccupazione per i continui ritardi nelle elezioni legislative e presidenziali, che sono state recentemente rimandate al 13 aprile (quando si sarebbero dovute tenere il 16 marzo) e ha condannato le violenze che, perpetuandosi nel tempo, hanno contribuito a creare un’atmosfera di paura e intimidazione tra i civili.

Il Rappresentante speciale del Segretario generale per la Guinea Bissau Jose Ramos-Horta ha esortato le forze di difesa e di sicurezza a non interferire con le elezioni e a proteggere i candidati.

Ramos-Horta, che è anche a capo della missione politica delle Nazioni Unite in Guinea Bissau (UNIGBIS) ha richiesto un intenso supporto internazionale per il Paese nel periodo successivo alle elezioni.

Fonte: UN news

Link: https://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47235&Cr=bissau&Cr1=

27 febbraio, Somalia – Nuovo attentato a Mogadiscio

Un’autobomba suicida è esplosa a Mogadiscio, uccidendo almeno 12 persone. L’attentatore aveva mirato un veicolo di sicurezza.

L’attentato è stato compiuto dal gruppo islamista Al-Shabab, il cui intento è l’insurrezione contro il governo somalo, sostenuto dalle Nazioni Unite.

Nonostante il gruppo Al-Shabab fosse stato allontanato da Mogadiscio nel 2011, esso controlla ancora molte città minori e diverse aree rurali del Paese.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26366626

Mauritania – Nazioni Unite: Servono sforzi più rigorosi per eliminare la schiavitù

L’istituzione di un Tribunale speciale per perseguire i crimini della schiavitù in Mauritania porta il Paese un passo più vicino alla conclusione effettiva di questa pratica disumana.

Gulnara Shahinian, Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme attuali di schiavitù, ha esortato le autorità ad adottare incisivi provvedimenti per applicare pienamente le leggi e le politiche che saranno formalmente attive a partire dal 6 marzo 2014.

Il Relatore Speciale ha definito la legge contro la schiavitù, entrata in vigore in Mauritania nel 2007, come una pietra miliare sulla strada del Paese verso l’eradicazione di tali pratiche. L’adozione della nuova road map, segnerà il definitivo punto di svolta nella lotta contro la schiavitù.

Tuttavia, un prerequisito per la buona riuscita del programma è l’informazione, che al momento manca nel Paese. Pertanto, è necessario provvedere a stilare dati e statistiche affidabili che pongano le basi per l’estirpazione della pratica.

Fonte: UN news

Link:http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=47243&Cr=mauritania&Cr1=#.UxN0pPl5OCo

Uganda – La Germania non sospende i suoi aiuti

La legge anti-gay ugandese continua a suscitare dure critiche internazionali e ha provocato la sospensione degli aiuti da parte di molti Paesi occidentali.

Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi hanno annunciato il congelamento dei loro aiuti all’Uganda. La Svezia e gli USA stanno contemplando simili misure.

La Germania, tuttavia, non è intenzionata a tagliare gli aiuti. Secondo Berlino, congelare gli aiuti allo sviluppo non rappresenterebbe la giusta risposta ad una legge contro i diritti umani. Un tale provvedimento non colpirebbe i responsabili di questa politica discriminatoria.

L’Uganda non è l’unico Paese africano a criminalizzare l’omosessualità. Le relazioni omosessuali sono illegali anche in Kenya, in Tanzania e in Sud Sudan. Il Presidente Goodluck Jonathan ha firmato una legge anti-gay proprio all’inizio di quest’anno.

Fonte: Deutsche Welle

Link: http://allafrica.com/stories/201402280116.html

28 febbraio, Uganda – La Banca Mondiale sospende i prestiti in seguito alla firma della legge anti-gay

La Banca Mondiale ha deciso di rifiutare il prestito di 90 milioni di dollari all’Uganda in seguito alla firma del Presidente Meseveni della legge anti-gay.

Tale prestito aveva lo scopo di incrementare i servizi sanitari in Uganda, soprattutto negli ambiti della salute materna, la cura neonatale e la pianificazione famigliare.

Il portavoce del governo ugandese Ofwono Opondo ha sostenuto che la Banca Mondiale non dovrebbe minacciare i suoi membri.

Il portavoce della Banca Mondiale risponde che il progetto è stato rinviato per condurre ulteriori consultazioni e assicurarsi che gli obiettivi di sviluppo non vengano influenzati negativamente con l’entrata in vigore della nuova legge.

L’azione della Banca Mondiale rappresenta la maggiore sanzione finanziaria nei confronti delle autorità ugandesi dal momento dell’entrata in vigore della legge.

Fonti: BBC, Deutsche Welle

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-26378230

http://allafrica.com/stories/201402280395.html

(Feature Image Source: http://www.flickr.com/photos/ipsnews/  )