Rassegna settimanale 14-20 giugno: Africa subsahariana

Rassegna settimanale 14-20 giugno: Africa subsahariana

20 GIUGNO: TANZANIA: BOMBE A ZANZIBAR

Il governo tanzaniano lavorerà con le organizzazioni locali e internazionali per investigare sugli attacchi bomba scoppiati a Zanzibar e si impegnerà per arrestare I criminali. Il Primo ministero, Mzengo Pinda, ha affermato in Parlamento che il governo si impegnerà per pacificare la situazione sull’isola e ha rinforzato i controlli su tutto il territorio.

A Zanzibar venerdì è stata uccisa una persone e sette sono rimaste ferite a causa di un’esplosione di una bomba di fronte a una moschea vicino a Stone Town.

L’isola, famosa per le sue spiagge bianche e le sue strutture turistiche, è oggetto da un anno di attacchi di bombe, che colpiscono moschee, chiese e ristoranti.

Secondo la polizia, assalitori sconosciuti hanno lanciato materiale esplosivo da una macchina in movimento, mentre i fedeli uscivano da una moschea a Darajani. L’attacco ha preso di mira i fedeli che avevano appena partecipato ad un sermone tenuto da religiosi tanzaniani, che invocavano la pace. Lo scorso febbraio, bombe rudimentali hanno colpito una chiesa anglicana e un popolare ristorante, frequentato da turisti.

Lo scorso anno un prete di una chiesta cattolica è stato colpito con l’acido e due uomini hanno gettato liquido corrosivo contro due ragazze a Zanzibar; gli atti violenti stanno fortemente danneggiato l’immagine dell’isola come destinazione turistica.

Fonte: http://allafrica.com/stories/201406200326.html

 

19 GIUGNO: LA MAURITANIA AL VOTO

La Mauritania andrà al voto il 21 giugno per scegliere il nuovo Presidente in una competizione elettorale che parte dell’opposizione boicotta. La propaganda elettorale è inizata il 6 giugno e si è conclusa il 19 giugno.

Contro l’attuale presidente Mohamed Ould Abdel Aziz, sicuro della rielezione, si sono candidati Lalla Mariem Mint Moulaye Idriss (l’unica donna), Boidiel Ould Houmeid, Ibrahima Moctar Sarr, e l’attivista anti schiavitù, Biram Ould Dah Ould Abeid. Con i suoi 49 anni di età, Biram Dah Abeid è sicuramente il principale rivale del Presidente Mohammed Abdel Aziz. Figlio di uno schiavo, poi liberato, Abeid, è vincitore del Premio dell’ONU per i Diritti Umani nel 2013.

La questione della schiavitù peserà fra le scelte elettorali, nonostante i tentativi di sradicare la pratica. Secondo l’organizzazione contro la schiavitù “Walk Free”, la Mauritania ha la percentuale più alta di popolazione in schiavitù del mondo – circa 600.000 persone, soprattutto donne e bambini. Sebbene la Mauritania abbia approvato una legge anti schiavitù, rimangono deboli le misure per applicarla.

Il Presidente Abdel Aziz ha lanciato la sua campagna per la rieleazione nel Sud della Mauritania, affermando che la sua guida consentirà al Paese sicurezza e crescita economica. Ha promesso di trasfomare il suo Paese in un rifugio di pace, grazie alla riorganizzazione militare e delle forze di sicurezza.

Aziz è salito al potere nel 2008 dopo aver guidato la deposizione del primo Presidente democratiamente eletto, Sidi Mohamed Ould Cheikh Abdallahi. Nell’estate del 2009, Abdel Aziz ha vinto le elezioni presidenziali con oltre il 50% dei voti. Una delle priorità doveva essere la lotta al terrorismo.

La Mauritania è considerata in Occidente come una base strategicamente importante per i gruppi legati ad Al-Qaeda. Da quando il Paese ha raggiunto l’indipendenza dalla Francia nel 1960, il Paese, di circa 3,5, milioni di abitanti, ha assitito a una serie di attacchi militari e di attentati.

Fonte: http://allafrica.com/stories/201406200246.html

18 GIUGNO: AFRICA OCCIDENTALE: PANDEMIA DI EBOLA

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) la dissufione del virus dell’Ebola ha già ucciso nell’Africa occidentale 337 persone e il virus continua a diffondersi.

L’OMS sostiene che dallo scorso febbraio il numero più alto di morti si sia registrato in Guinea, il Paese più colpito, con 264 persone, mentre 49 persone sono morte in Sierra Leone e 24 in Liberia. Questi sono I dati pubblicati dall’organizzazione internazionale la scorsa settimana. Nell’ultima settimana si sono registrati 47 nuovi casi e 14 persone sono decedute.

Il virus dell’Ebola è uno dei virus più virulenti con un tasso di mortalità che sfiora il 90%. Un tasso altissimo di contagio della malattia si registra fra gli operatori medici, i parenti delle vitime e tutti coloro che sono entrati a stretto contatto con le parsone malate.

I ricercatori hanno sviluppato un vaccino che protegge gli scimpanzè dalla malattia, ma un vaccino per gli uomini non è stata ancora sviluppato.

Si crede che lo scoppio del virus sia avvenuto in Guinea, prima di espandersi in Sierra leone e Liberia, dove si sono registrati nuovi casi dopo due mesi in cui non vi erano state più segnalazioni. L’Ebola è inusuale nell’Africa Occidentale, ora la paura diffusa della malattia e l’inesperienza stanno ostacolando i tentativi di isolare le vittime.

Fonte: http://allafrica.com/stories/201406210153.html

 

17 GIUGNO – SUDAN: BOMBARDATO UN OSPEDALE DI MEDICI SENZA FRONTIERE

Un aereo dell’aviazione del Sudan ha bombardato un centro medico gestito da Medici Senza Frontiere nel territorio meridionale di Kordofan, controllato dai ribelli.

Secondo fonti dell’organizzazione umanitaria, due bombe hanno colpito la struttura, ferendo membri dello staff di MSF. Sono state ferite anche cinque persone del vicino villaggio. Nell’attacco sono andate distrutte la stanza dell’urgenze mediche, la farmacia, la cucina e lo spogliatoio dei medici.

“Siamo scioccati che un centro medico possa essere così facilmente colpito” ha affermato Brian Moller, capo della missione MSF. “Avevamo precedentemente comunicato la posizione dell’ospedale alle autorità di Khartoum”.

Il centro medico di Farandalla dispone di venti letti dove MSF ha gestito più di 65.000 consulti e ha accolto oltre 2300 pazienti da aprile 2012. Il centro più vicino è a sette ore di macchina.

Lo staff ha evacuato i pazienti al momento dell’attaco e ha curato le persone ferite nel villaggio.

É il quarto centro medico colpito da una bomba negli ultimi due mesi.

Fonte: http://allafrica.com/stories/201406181320.html

 

16 GIUGNO: MOZAMBICO. TENSIONI IN VISTA DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI

Il presidete Armando Guebuza ha promesso che le elezioni nazionali previste per il 15 ottobre saranno confermate, nonostante il difficile dialogo fra il governo mozambicano e il movimento dell’ex ribelle Renamo.

Parlando nella città di Tete, il Presidente ha sottolineato che il governo è concentrato per porre fine, il prima possible, alle tensioni politiche e militari. Si è detto fortemente ottimista che le difficoltà siano superate e che, nonostante il conflitto interno, il Paese riesca a portare avanti tutte le attività. Ha spinto affinchè gli investitori stranieri credano nel Paese e continuino a investire.

Alla domanda se il governo adotterà misure particolari per fermare il movimento del ribelle Renamo, il Presidente ha risposto “ il desiderio di tutto il governo è che il conflitto sia risolto il prima possibile”.

Il successore designato, l’ex ministero dell Difesa, Filipe Nyusi, ha promesso, se eletto, continuità nell’azione di governo e di perseguire sulla strada della presidenza aperta e inclusiva.

Fonte: http://allafrica.com/mozambique/?aa_source=main-nav-t3

 

15 GIUGNO: SOMALIA – CRISI UMANITARIA SEMPRE PIU’ GRAVE

Il vice capo missione in Somalia per le Nazioni Unite, Philip Lazzarini, coordinatore anche degli aiuti umanittari, ha dichiarato che la situazione umanitaria in Somalia può peggiorare, se non sarà adeguatamente affrontata.

Philip Lazzarini ha lanciato l’allarme soprattutto per le molte persone che stanno soffrendo nell’area centro meridionale della Somalia e che necessitano di un rapido intervento, soprattutto bambini e donne. Le persone più colpite sono quelle che vivono nei distretti ora controllati da Alshabaab, in particolare I’area della regione di Bakool isolata dalle forze che la controllano.

Fonte: http://allafrica.com/stories/201406160798.html

 

14 GIUGNO: COSTA D’AVORIO – L’EX PRESIDENTE ACCUSATO DI CRIMINI CONTRO L’UMANITA’

La Corte Penale Internazionale ha confermato i quattro capi di accusa contro l’ex presidente dellla Costa D’Avorio, Laurent Gbagbo.

Gbagbo è accusato di crimini contro l’umanità (omicidio, stupro, tentato omicidio e persecuzioni) in relazione con le violenze esplose nel Paese dopo le elezioni nel 2010 e 2012. La decisione della Corte è arrivata con il voto unanime dei tre giudici delle udienze preliminari.

Gbagbo fu trasferito alla Corte Penale Internazionale il 30 novembre del 2011 e la sua prima apparizione davanti ai giudici risale al 5 dicembre dello stesso anno. Con la presentazione dei capi d’accusa nelle udienze che si sono tenute dal 19 al 28 febbraio 2013, i giudici si sono riservati di chiedere al Pubblico ministero di portare nuove prove o di condurre nuove indagini.

La corte ha successivamente ricevuto nuovi elementi di prova dal pubblico ministero e comprendono le testimonianze di oltre 108 persone, una documentazione di oltre 22.000 pagine e ampio materiale audio e video.

La corte ha ritenuto, infine, sufficienti le prove per rinviare a giudizio Gbagbo. I crimini di cui è accusato sono stati commessi nella capitale ivoriana Abidjan nei seguenti periodi: fra il 16 e il 19 dicembre 2010 durante e dopo una manifestazione dei sostenitori del suo rivale Alassane Ouattare; il 3 marzo 2011 durante una manifestazione di donne a Abobo; il 17 Marzo 2011 durante un bombardamento di un’area popolosa di Abobo e attorno al 12 Aprile 2011 a Yopougon.

Se le imputazioni fossero confermate, Gbagbo sarebbe il primo ex Presidente condannato dalla ICC.

 

Fonte: http://allafrica.com/stories/201406131423.html

 

(Featured image source: allafrica.com)