Rassegna settimanale 12-18 luglio: Africa subsahariana

Rassegna settimanale 12-18 luglio: Africa subsahariana

 

12 luglio, SOMALIA – L’ONU condanna gli attacchi terroristici a Mogadiscio

I membri delle Nazioni Unite hanno aspramente condannato i recenti attacchi terroristici, che hanno avuto luogo a Mogadiscio per mano del gruppo ribelle di Al-Shabaab.

L’attacco al Palazzo presidenziale somalo conosciuto come Villa Somalia, risalente al giorno 8 luglio, è l’ultimo di una serie di attentati portati a termine dai ribelli contro le istituzioni politiche del Paese.

Il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite, in seguito alla riunione tenutasi con il capo della UNSOM (UN Assistance Mission in Somali) Nicholas Kay, ha confermato il proprio impegno nella risoluzione dei problemi di sicurezza somali.

I membri del Consiglio hanno inoltre lodato sia la AMISOM, la missione dell’Unione Africana in Somalia, sia le Forze di Sicurezza nazionali somale, per la loro efficace risposta all’attacco al Palazzo presidenziale.

Fonte: UN News Centre

Link: http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=48258#.U8o4cvl_uGk

13 luglio, MALI/SAHEL – La Francia lancia un’operazione militare nella regione del Sahel

Il Ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato che la Francia sostituirà la sua Operazione Serval in Mali, con un’altra iniziativa che dovrebbe comprendere l’intera regione del Sahel.

Lanciata nel gennaio 2013, l’Operazione Serval prevedeva l’invio di 2,500 truppe francesi nel Nord del Mali per aiutare i soldati locali a combattere l’offensiva islamista e quella dei ribelle Taureg, insorti in seguito ad un colpo di stato.

La nuova operazione, battezzata Barkhan, avrà inizio nei prossimi giorni e comprenderà cinque Paesi: Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Chad. Essa è mirata a combattere la violenza estremistica che dilaga nell’indisciplinata regione del Sahel.

La Barkhan prevede l’impiego di 3,000 soldati francesi, di cui 1,000 verranno stanziati nel Nord del Mali e i restanti 2,000 verranno suddivisi nelle altre quattro nazioni contemplate dal piano operativo.

Fonte: Radio France Internationale

Link: http://allafrica.com/stories/201407141757.html

14 luglio, CONGO – Lotta alla violenza sessuale e allo sfruttamento infantile in Congo

Le Nazioni Unite hanno accolto positivamente la nomina di un consulente presidenziale per combattere la violenza sessuale legata ai conflitti e lo sfruttamento dei bambini nella Repubblica Democratica del Congo.

La nomina di Jeannine Mabunda Lioko Mudiayi è una dimostrazione dell’impegno personale del Presidente Joseph Kabila nella lotta a queste gravi piaghe del Paese e attesta il maggior coinvolgimento di quest’ultimo nella difesa dei diritti umani.

Essa capita in momento cruciale per il Congo, dato che l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite ha documentato il recente arruolamento di 910 bambini e il loro sfruttamento da parte dei gruppi armati.

Fonte: UN news

Link: http://allafrica.com/stories/201407151402.html

15 luglio, COSTA D’AVORIO – Bloccati i rifugiati dalla Liberia per timore dell’ebola

Le autorità ivoriane hanno bloccato 400 rifugiati provenienti dalla Liberia per timore che potessero diffondere il virus dell’ebola. Essi erano stati costretti alla fuga durante il conflitto scoppiato in Costa d’Avorio negli anni 2010-2011, dopo che il Presidente Laurent Gbagbo si era rifiutato di accettare la propria sconfitta elettorale.

La decisione di non permettere a questi rifugiati il rientro a casa viola sia la legge nazionale, sia quella internazionale.

La Costa d’Avorio ha dichiarato di non poter consentire l’ingresso dei rifugiati per timore di una diffusione dell’epidemia di ebola nel proprio Paese. Il virus, per il quale non esiste né vaccino, né cura, ha già ucciso 603 persone in Liberia, Guinea e Sierra Leone, 68 solo nell’ultima settimana.

Secondo Mohamed Toure, rappresentante dell’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, l’espulsione di un convoglio di rifugiati è un’azione “inaccettabile”. Tanto più che l’agenzia si era offerta di sottoporre i rifugiati ad esami medici che garantissero il loro stato di buona salute.

Il portavoce del governo ivoriano Bruno Kone ha invece difeso la decisione di bloccare il loro ingresso. “Stiamo affrontando quella che può essere considerata la peggiore epidemia che da molto tempo a questa parte ha colpito la nostra regione. Non possiamo essere flessibili in quest’area”, ha sostenuto.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-28313888

SUD SUDAN – Il governo acquista nuove armi: proteste da parte dei ribelli

Il governo sudsudanese ha recentemente acquistato nuove armi dalla Cina tra le proteste dei ribelli.

Difatti, la SPLM, Sudan Peoples’ Liberation Movement, la fazione all’opposizione guidata dall’ex vice Presidente Riek Machar, ha protestato duramente in seguito alla rivelazione documentata che il governo avesse acquistato dalla Cina 38 milioni di dollari in armi e munizioni.

Il Ministro della difesa Kuol Manyang Juuk ha sostenuto che l’acquisto di armi fosse necessario per difendere la propria nazione. I ribelli invece accusano il governo di volersi preparare ad un’ulteriore guerra invece di spendere il proprio denaro in welfare e azioni umanitarie.

A partire dallo scoppio della guerra, il 15 dicembre 2013, il Sud Sudan ha già speso più di un miliardo di dollari in armi.

Fonte: Sudan Tribune

Link: http://allafrica.com/stories/201407161277.html

16 luglio, MALI – Negoziati di pace: il governo cerca un compromesso

Il governo di Mali sta cercando di riappacificarsi con i gruppi ribelli. I negoziati di pace sono iniziati oggi, 16 luglio, nella capitale algerina.

Il Ministro degli Esteri Abdoulaye Diop ha dichiarato che il governo è pronto a fare concessioni che non superino, però, la cosiddetta “linea rossa”. Quest’ultima rappresenta il rispetto dell’unità territoriale del Paese che non deve essere assolutamente intaccata.

In realtà, il governo maliano si trova con le spalle al muro: le truppe delle Nazioni Unite della missione MINUSMA e l’esercito francese non sono riusciti a fare molto al nord, dove, dall’ultima offensiva Tuareg nella regione intorno a Kidal dello scorso maggio, tre quarti di Mali si trovano nuovamente nelle mani dei ribelli. Questi ultimi sono quindi in una posizione di forza e la loro voce si farà sentire alta durante i negoziati di pace.

Diop è seduto al tavolo delle trattative insieme ai rappresentanti di sei organizzazioni ribelli. I gruppi islamisti che mantengono legami con al-Qaeda, come Anwar Dine, rimarranno fuori dai negoziati.

La volontà di trovare un compromesso è forte. Un primo gesto a dimostrazione di ciò è avvenuto martedì, quando governo maliano e ribelli Tuareg hanno rilasciato circa quaranta prigionieri di guerra a testa.

Fonti: Deutsche Welle, BBC

Link: http://www.dw.de/malian-government-eyes-compromise-in-peace-talks/a-17790559

http://www.bbc.com/news/world-africa-28321073

17 luglio, UGANDA – Polizia ugandese: violenze nei confronti dei bambini

Human Right Watch ha riportato che, in Uganda, i bambini di strada sono costantemente vittime di abusi da parte della polizia. Le “forze dell’ordine” li picchiano, li rinchiudono in prigione e spesso li violentano.

Più della metà della popolazione ugandese ha meno di 15 anni e la polizia e le autorità non rappresentano per essi una fonte di protezione, ma di violenza.

Secondo un studio condotto nel 2013, in Uganda si trovano circa 10,000 bambini di strada che vivono la propria vita tra povertà e paura.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-28319499

18 luglio, GIBUTI – Inviati rinforzi in Somalia

La Repubblica di Gibuti ha dichiarato la propria intenzione di inviare ulteriori truppe in Somalia in supporto alle operazioni di peacekeeping della AMISOM.

Al momento 1,000 truppe gibutiane operano nella centrale regione di Hiiraan. Mohamed Ali Yusuf, Ministro degli Esteri di Gibuti ha comunicato che altri 950 soldati verranno mandati in Somalia.

Il Ministro ha sostenuto che la decisione del suo Paese di inviare ulteriori truppe è supportata dalla necessità di collaborare alla lotta contro i militanti somali di Al Shabaab, i quali rappresentano non solo un ostacolo al mantenimento della pace in Somalia, ma anche una minaccia alla sicurezza degli stati africani con essa confinanti.

Fonte: Government of Ethiopia

Link: http://allafrica.com/stories/201407180835.html

 

(Featured Image Source: https://www.flickr.com/photos/magharebia/6904946068/ )