Rassegna settimanale 5-11 giugno: Sud Est Asiatico

Rassegna settimanale 5-11 giugno: Sud Est Asiatico

5 giugno, Cambogia: L’opposizione guadagna punti nelle elezioni locali

Il movimento di opposizione cambogiano, “Cambodian National Rescue Party” (CNRP), è riuscito ad aumentare considerevolmente la propria base elettorale assicurandosi il 46 percento delle preferenze. Il “Cambodian People party” (CPP), partito del primo ministro Hun Sen al potere da 40 anni ha invece raccolto il 51 percento dei voti. Le elezioni locali hanno visto un numero record di votanti, 6.7 milioni di cambogiani si sono spostati verso le urne – circa 1.7 milione in più rispetto al 2012.

Un membro dell’opposizione ha dichiarato che “questo è un grande successo per il CNRP”. Il partito di opposizione è riuscito a conquistare quasi interamente la provincia del Kampong Cham trasformandola in una roccaforte. Anche il primo ministro si ritiene soddisfatto avendo commentato che le elezioni si sono svolte in maniera tranquilla e regolare. Il primo ministro era stato duramente contestato dopo aver minacciato il paese di una guerra civile in caso di sconfitta e la dichiarazione di spaccare i denti ai membri dell’opposizione.

L’ONG Transparency International Cambodia ha dichiarato che le elezioni si sono svolte in maniera pulita e i suoi 1000 agenti dispiegati per tutto il paese non hanno constatato nessun broglio elettoriale. Ciononostante il Phnom Penh Post ha notato che numerosi militari si sono fatti registrare per votare in aree contestate, questa pratica permetterebbe al “partito al potere di registrare i propri soldati in maniera strategica per influenzare il voto nei comuni contestati”. Sebbene non siano state registrate violenze o atti intimidatori, alcuni gruppi di difesa dei diritti umani si dichiarano più preoccupati per le elezioni generali dell’anno prossimo.

Fonte: The Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/06/cambodia-opposition-makes-gains-record-turnout-local-elections/#9qO8pgiVXGYFXirE.97

Thailandia – Il generale a capo delle truppe americane del Pacifico in visita a Bangkok

Il generale Robert B. Brown a capo dell’esercito americano del Pacifico è stato ricevuto dal suo omologo thailandese, il generale Chalermchai Sitthisart. L’incontro di alto profilo è al quanto inusuale e servirebbe a confermare l’alleanza tra i due paesi: “Gli Stati Uniti e la Thailandia hanno rapporti dal 1833… Ci siamo scambiati idee e abbiamo cooperato militarmente” ha commentato il capo dell’esercito thailandese in una dichiarazione.

Dopo il colpo di stato da parte dei militari nel 2014 i rapporti erano diventati più tesi e complicati, riducendo anche la cooperazione militare. Nonostante ciò, i due paesi non hanno continuato a esercitarsi assieme ogni anno nella più grande esercitazione multilaterale in tutta l’Asia. Inoltre gli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump sembrano voler migliorare i propri rapporti con lo stato thailandese per prevenire un’eccessiva influenza cinese nella regione.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/us-army-pacific-chief-in-bangkok-amid-regional-security-concerns

6 giugno, Filippine – I ribelli di Marawi si preparano ad una lunga battaglia

Gli ufficiali del dipartimento della difesa filippina hanno dichiarato che Hapilon avrebbe portato tra i 50 e i 100 combattenti per rafforzare le truppe del gruppo Maute, già a capo di 250 o 300 uomini. Altri gruppi invece, i Bangsamoro Islamic Freedom Fighters e Ansar Khilafah Philippines avrebbero portato con sé almeno 40 ribelli.

La presenza di stranieri e abitanti locali nella battaglia di Marawi ha allertato molti ufficiali di sicurezza. Alcune fonti dell’intelligence hanno fatto sapere che tra i combattenti ci sono indonesiani, malesiani e anche cittadini sauditi, pachistani, ceceni e marocchini.

Da tempo i governi del sud-est asiatico si sono detti preoccupati di cosa sarebbe accaduto quando combattenti e uomini addestrati da anni di guerra al fianco dell’ISIS sarebbero tornati nei propri paesi. Oggi che lo Stato Islamico sta perdendo campo in Medio Oriente, queste paure sono diventate realtà e stanno aumentando le preoccupazioni che arrivino numerosi combattenti stranieri.

“Se non facciamo nulla si stabiliranno nella regione” ha detto il ministro della difesa malesiano Hishammuddin Hussein.

Mindanao – una regione agitata da decenni di lotte separatiste da parte della minoranza musulmana, dai ribelli comunisti e dai signori della guerra locali – è un terreno fertile per l’ideologia dell’ISIS. E’ una delle aree in un paese a maggioranza cattolica ad aver un importante minoranza musulmana.

Rimane complicato per il governo filippino impedire ai militanti di arrivare a Mindanao da paesi come la Malesia e l’Indonesia attraverso le acque spesso agitate da atti di pirateria.

Ufficiali di governo filippini si sono detti preoccupati che, anche se l’esercito dovesse riuscire a riprendere la città di Marawi, il livello di minaccia rimanga molto elevato. “Siamo preoccupati che vengano qui”, ha detto un agente del contro terrorismo indonesiano, facendo notare che l’isola di Mindanao non è molto lontana dell’isola indonesiana di Sulawesi.

Per bloccare lo spostamento dei militanti l’Indonesia, la Malesia e le Filippine si sono accordate la scorsa settimana di inaugurare pattuglie congiunte sulle proprie frontiere marittime.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/marawi-militants-dig-in-for-protracted-battle

7 maggio, Malesia – L’omofobia in Malesia, una vecchia storia

Discriminazione contro la comunità LGBT, omofobia – queste sono accuse sentite troppe volte in Malesia, un paese rappresentato all’estero dai suoi dirigenti come una nazione musulmana moderata e democratica.

Questo però con leggi civile e religiose che criminalizzano gli omosessuali e transessuali. I liberali e gli attivisti LGBT non sono d’accordo con la valutazione della Malesia come un paese aperto. Secondo Human Rights Watch nel suo report sul paese, “Le discriminazioni contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender sono gravi in Malesia”.

Recenti sviluppi nel paese di più di 30 milioni di abitanti dimostrano quanto sia vera quest’ultima affermazione. L’ultimo scandalo a fare i titoli dei giornali riguarda una competizione organizzata dal ministero della sanità che ha invitato i giovani malesiani a mandare dei video riguardanti una delle seguenti categorie: riproduzione sessuata, cybersex e “gender confusion”.

Il concorso stabilisce che i candidati devono introdurre la questione, quali sono le possibili conseguenze, i metodi di prevenzione e di controllo, e come risolvere e chiedere aiuto in caso di problemi.

Gli attivisti nel paese si sono ribellati contro la terza categoria, che il concorso descrive come una questione che coinvolgono gli LGBT. Gli attivisti dichiarano che questo potrebbe portare altro odio nei confronti della comunità LGBT e che creerebbe confusione su quello che la “disforia di genere” è realmente.

Il ministro ha difeso il concorso spiegando che lo scopo era di raccogliere le opinioni dei giovani e migliorare le proprie conoscenze di uno stile di vita sano.

Questa risposta, però, non è stata ricevuta con entusiasmo – e le discriminazioni presenti e passate nel paese ne sono la ragione.

Fonte: Asian correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/06/homophobia-malaysia-old-story-told-anew/#QxYkXcMA7FAehDwu.97

8 maggio, Birmania – I domestici minori continuano a subire violenze in Birmania

Numerosi bambini continuano ad essere impiegati come domestici in famiglie birmane per stipendi al di sotto dei 10 dollari al mese e subiscono indescrivibili violenze. Una ragazza di 13 anni è stata salvata ed i suoi datori di lavoro sono stati arrestati dopo le segnalazioni di un vicino che ha visto bruciature sulla schiena, le spalle ed il petto. La giovane ragazza è stata bruciata con del ferro rovente e acqua bollente “perché mi sono dimenticata di avvisarli che l’acqua stava bollendo”.

Questa situazione è però frequente nel paese dove non esiste nessun tipo di protezione legale nei confronti dei giovani domestici. Queste storie sono state portate all’attenzione del pubblico internazionale solo da quando si è insediato il primo governo eletto democraticamente. Il governo, guidato dalla premio Nobel Aung San Suu Kyi ha promesso di creare nuove leggi per proteggere questi ragazzi e bambini, è stato infatti annunciato un piano su cinque anni per eradicare il problema del lavoro minorile. Alcuni esperti però dichiarano che delle leggi specifiche per inquadrare questo problema sono solo un miraggio.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-child-servants-abused-as-legal-protections-prove-elusive

9 maggio, Indonesia – L’Indonesia costruirà una nuova base militare a sud della Filippine

Il comandante dell’esercito indonesiano, il generale Gatot Nurmantyo, ha dichiarato che lo stato indonesiano costruirà delle nuove basi militari su alcune delle sue isole più remote, inclusa l’isola di Morotai, alla frontiera con il sud delle Filippine. Una volta completata la costruzione verrà mandato il nuovo materiale militare. Lo scopo di queste nuove basi è quello di prevenire i militanti islamisti di entrare in Indonesia.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesia-to-build-military-base-near-south-philippines

Filippine – Rischio di crisi umanitaria per i rifugiati filippini sull’isola di Mindanao

Secondo il governo filippino sarebbero 240.000 i rifugiati sull’isola di Mindanao per via della battaglia di Marawi tra dei militanti islamisti e l’esercito. Secondo la Croce Rossa l’arrivo della stagione delle piogge potrebbe peggiorare la situazione mentre si sono visti inizi di epidemie di diarrea, malattie respiratorie e altro ancora. “La situazione sanitaria non è ancora critica, ma abbiamo paura che tutto ciò potrebbe peggiorare nei prossimi giorni” ha commentato Jose Amigo, il coordinatore sanitario della Croce Rossa nelle Filippine.

Dopo due settimane di conflitto tra i militanti che hanno giurato fedeltà all’ISIS e le truppe governative, e dopo che è stata decretata la legge marziale sull’intera isola, si pensa che circa il 10 percento della popolazione della città, ossia 2000 persone, siano ancora intrappolate e usate come scudo umano. Alcuni rifugiati sono stati ospitati dai famigliari o amici presenti sull’isola ma la maggior parte di loro sono in appositi centri. I lavoratori di questi centri hanno però dichiarato di non riuscire a curare e aiutare tutti.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippine-war-refugees-facing-deadly-health-risks-in-marawi

10 maggio, Filippine – Le forze speciali americane forniscono assistenza tecnica all’esercito filippino

Un gruppo di soldati delle forze speciali americane stanno attivamente aiutando l’esercito filippino a mettere fine alla battaglia per la città di Marawi contro i ribelli dello Stato Islamico. Dopo due settimane di pesanti scontri armati sono numerose le preoccupazioni che lo Stato Islamico stia stabilendo una base operativa nel sud-est asiatico. “A richiesta del governo filippino, le forze speciali americane stanno prestando assistenza alle forze armate filippine nel teatro delle operazioni in corso” ha dichiarato un portavoce dell’ambasciata americana.

L’assistenza delle truppe americane arriva dopo mesi di relazioni complicate tra il governo filippino e quello americano. Nel 2002 erano stati dispiegati numerosi soldati sull’isola di Mindanao per fornire consigli e allenamenti per lottare contro il gruppo terrorista Abu Sayyaf. Il programma è stato chiuso nel 2015 ma un piccolo gruppo di militari americani è rimasta per supporto tecnico e logistico. L’alleanza pluridecennale tra i due paesi aveva permesso a Washington di mantenere un punto d’appoggio in Asia.

Fonte: Asian Correspondent, https://asiancorrespondent.com/2017/06/philippines-us-special-forces-join-fight-end-marawi-siege/#WXlgu6APjeiCTAWc.97

11 maggio, Birmania – Metà delle vittime dell’incidente aereo sono state ritrovate

La squadra che conduce le ricerche sul disastro aereo del 7 giugno ha dichiarato di aver ritrovato la metà dei corpi all’interno del velivolo. Tra i 122 passeggeri erano presenti la squadra di bordo, dei militari e delle famiglie del personale dell’esercito birmano. Le navi di pattuglia devono fare i conti con il monsone durante le loro ricerche. Ad ora sono stati 59 i corpi trovati.

Non ci sono ancora spiegazioni ufficiali sulle origini dell’incidente. La stagione dei monsoni solitamente comporta grandi rischi per gli aerei che sorvolano la regione, tuttavia non vi erano condizioni meteorologiche avverse. Inoltre l’aereo aveva meno di due anni e il pilota era noto per la sua esperienza e professionalità. Numerosi paesi, inclusa la Cina, hanno proposto assistenza allo stato birmano ma per ora sono state tutte declinate.

Fonte: The Straits Times, http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/half-the-number-of-bodies-from-myanmar-plane-crash-recovered

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