Rassegna settimanale 5 - 11 febbraio: Sud est asiatico

Rassegna settimanale 5 – 11 febbraio: Sud est asiatico

5 febbraio, Indonesia – La democrazia indonesiana in difficoltà

La democrazia è una cosa misteriosa. Come forma di governo è sempre mutevole, alcuni paesi abbandonano le dittature in poco tempo mentre altri vogliono percorrere la strada inversa. Non esiste la certezza che una volta arrivati ad una forma di governo democratica il paese ci rimanga per sempre.

Il politologo Adam Przeworski ha indagato sui legami tra regime democratico ed il suo sviluppo economico. È arrivato alla conclusione che la vita media di uno stato democratico dove il reddito medio è tra i 3.000 e 6.000 dollari sia di circa 60 anni.

Nel suo ultimo report, l’Economist Intelligence Unit (EIU), ha riscontrato un processo noto “recessione democratica” in paesi a lungo considerati come sicuri.

Usando il cosiddetto indice democratico, che comprende 60 indicatori ripartiti in cinque categorie, la ricerca ha evidenziato che meno del cinque percento della popolazione mondiale vive in una “democrazia completa”.

La cattiva notizia è che in paesi come gli Stati Uniti, la democrazia ha conosciuto un evidente declino dopo l’arrivo di Donald Trump al potere. Il report ha relegato gli USA alla ventunesima posizione, alla pari dell’Italia, mentre la Francia, già considerata una “democrazia imperfetta” è ulteriormente scesa nella classifica di quest’anno.

Queste considerazioni portano numerose persone a chiedersi se la democrazia in occidente si trovi in una situazione di stallo. Anche con degli standard abbastanza bassi e nell’anno di Trump, l’Indonesia batte il suo record negativo.

Con un punteggio di 6.39, l’Indonesia è passata dalla quarantottesima posizione alla sessantottesima e venendo così declassata dal “democrazia imperfetta” a paese “autoritario”.

La EIU ha definito esemplificativo ciò che è successo con l’ex governatore di Jakarta Basuki “Ahok” Tjahaja Purnama, condannato ed incarcerato per aver “insultato l’Islam”.

L’ironia della situazione è che la liberalizzazione politica, che ha permesso di organizzare proteste popolari e le regolari elezioni, è stata usata dalla maggioranza per violare i diritti delle minoranze.

Inoltre, i partiti politici presenti nella camera dei rappresentanti, che devono la propria esistenza all’attuale sistema politico, non hanno nessun interesse a seguire la proposta del presidente Joko Widodo. La proposta di legge difesa dal presidente restringerebbe la libertà di assemblea per i gruppi della società civile non riconosciuti dallo stato.

Molte persone all’interno del governo, incluso il presidente eletto con il suffragio universale, non sembrano credere nella democrazia. Molti infatti dichiarano che il sistema democratico sia “andato troppo lontano”.

Contro questi attacchi la democrazia non ha nessuna speranza.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesian-democracy-in-retreat-the-jakarta-post

6 febbraio, ASEAN – Gli stati ASEAN si vogliono concentrare sul turismo sostenibile

L’industria del turismo è in forte crescita in tutto il sud est asiatico. Secondo i dati preliminari dell’anno 2017, sarebbero stati 125 milioni i turisti internazionali che si sono recati nella regione, ossia un aumento del 8.4. I ricavi dei paesi ASEAN si aggirerebbero così attorno ai 93 miliardi di dollari. Queste notizie stanno indirizzando la politica dell’ASEAN verso il turismo sostenibile e migliorare gli standard della regione.

Il presidente dell’ASEAN Tourism Forum (ATF), Weerasak Kowsurat, già ministro del turismo in Tailandia, ha dichiarato durante la trentasettesima edizione dell’ATF “Mentre celebriamo questo successo, siamo comunque consapevoli del lavoro che ci attende e l’urgenza di migliorare la nostra competitività per uno sviluppo sostenibile”. Il messaggio è quindi chiaro, le nazioni ASEAN non possono riposarsi sui propri allori.

Gli stati ASEAN si sono accordati per creare un segretariato permanente basato a Jakarta per unire gli standard regionali. È stato anche raggiunto un accordo per semplificare le restrizioni frontaliere e doganali, per permettere ai viaggiatori di raggiungere più facilmente le loro destinazioni turistiche ed aumentare così il numero totale di turisti.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/02/asean-focus-food-sustainability-boost-tourism/#DZxwe6p7Ti4bEEz2.97

7 febbraio, ASEAN – Esercitazioni navali tra gli stati ASEAN e la Cina

Durante una riunione dei ministri della difesa degli stati ASEAN, il terrorismo è stato identificato come la minaccia più importante per la sicurezza della regione. La dichiarazione congiunta rilasciata dopo l’ASEAN Defence Minister’s Meeting (ADMM) ha fatto sapere che “i ministri della difesa ASEAN hanno accettato di approfondire la cooperazione nell’ambito del contro-terrorismo tra di loro e con partner esterni”. Inoltre, è stato deciso che la cooperazione riguarderebbe anche esercitazioni navali congiunte con la Cina.

L’ADMM è stato instituito dodici anni fa ed è la principale piattaforma di dialogo regionale sulle questioni di sicurezza. Nel 2010 è stato fondato anche L’ADMM-Plus nel quale collaborano anche Australia, Cina, India, Giappone, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/asean-to-step-up-terror-fight-hold-naval-drill-with-china

8 febbraio, Filippine – Duterte pronto a difendersi davanti alla Corte Penale Internazionale

Il presidente filippino Rodrigo Duterte si è dichiarato pronto a difendersi “personalmente” davanti alla Corte Penale Internazionale sulla questione della guerra alla droga. Il portavoce del presidente Harry Roque ha dichiarato che Duterte “si è stufato” di essere accusato di crimini contro l’umanità, “questa sarebbe un’opportunità per dimostrare che la corte non ha nessuna giurisdizione in questa materia”.

Human Rights Watch ha stimato che dall’inizio della presidenza di Duterte, dal giungo 2017, sarebbero morte oltre 12.000 persone, uccise da poliziotti e uomini armati non identificati. Le statistiche ufficiali invece dichiarano che sarebbero morte 4.000 persone durante azioni di polizia totalmente legittime.

Il presidente aveva dichiarato che le minacce di inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale fossero “cazzate” e ha dichiarato che gli avvocati occidentali fossero “marci” con “un cervello di gallina”. Inoltre, Duterte ha minacciato di ritirare le Filippine tra gli stati membri dell’organizzazione.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/02/duterte-ready-personally-defend-international-criminal-court/#Fo1xYHZxM07CFxKf.97

9 febbraio, Indonesia – La Cina vuole approfondire i propri rapporti con l’Indonesia

Il primo ministro cinese Li Keqiang ha dichiarato alla ministra degli esteri indonesiana Retno Marsuidi di voler migliorare la cooperazione tra i due paesi per poter così integrare meglio l’Indonesia nella propria iniziativa nota come “Belt and Road Initiave”. Inoltre, il premier ha annunciato la volontà di collaborare con tutti i paesi del blocco ASEAN per quanto riguarda la pace, stabilità, sviluppo e prosperità della regione in generale. Retno ha risposto spiegando che la Cina fosse un partner importante per il proprio paese

L’Indonesia ha infatti svelato un ambizioso progetto di sviluppo infrastrutturale per migliorare la competitività del paese. Gli investimenti cinesi nel paese sono aumentati sensibilmente, soprattutto per quanto riguarda le costruzioni di ponti e treni ad alta velocità. I due paesi hanno importanti legami economici, Pechino è il primo partner commerciale di Jakarte. Nel 2017 gli scambi sono aumentati del 17 percento rispetto allo scorso anni, raggiungendo così i 63.4 miliardi di dollari.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/china-wants-closer-ties-with-indonesia-says-li

10 febbraio, Tailandia – Centinaia di persone manifestano per la democrazia

Circa quattrocento persone si sono riunite a Bangkok attorno al monumento della democrazia per chiedere alla giunta militare di organizzare elezioni democratiche al più presto. Da quando la giunta militare ha preso il poter nel 2014, il tema delle elezioni è rimasto sensibile nel paese. La giunta, nota come National Council for Peace and Order (NCPO), ha rimandato le elezioni anno dopo anno, ed un recente cambio nella legge elettorale dovrebbe respingerle fino al 2019.

I manifestanti sono venuti con finte urne e schede elettorali, e cartelloni sui quali era presente la scritta “disgustati dalla dittatura”. Uno degli organizzatori ha dichiarato “Il NCPO dovrebbe organizzare le elezioni nel 2018, non ha febbraio del 2019”.

Nella giornata di venerdì la polizia ha rilasciato un mandato per l’arresto di quattro attivisti, uno di loro è stato arrestato nella mattinata mentre gli altri tre si sono spontaneamente presentati alla polizia dopo la manifestazione. Piccole proteste anti-giunta e pro-democrazia sono iniziate ad emergere nelle ultime settimane, restando però circoscritte nella capitale.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/hundreds-gather-at-bangkoks-democracy-monument-to-demand-election

11 febbraio, Birmania – Verranno incriminati alcuni soldati dell’esercito birmano

Un portavoce del governo birmano ha dichiarato che verranno intraprese sanzioni disciplinari nei confronti di dieci membri delle forze di sicurezza birmane e sei civili buddisti, responsabili della morte di dieci Rohingya. Un rapporto Reuters aveva rivelato gli eventi che avevano causato la morte di una decina di Rohingya, fucilati dai soldati e poi seppelliti in una fossa comune.

Il portavoce Zaw Htay, ha dichiarato che le sanzioni saranno quelle “stabilite dalla legge” e che gli arresti “non erano dovuti alle notizie pubblicate da Reuters. Le investigazioni erano già in corso prima della notizia Reuters”. L’esercito ha dichiarato che i dieci Rohingya uccisi facevano parte di un gruppo di circa 200 uomini che avevano assalito i soldati e altri cittadini. La versione dei militari è stata però smentita da Reuters, secondo i giornalisti questo attacco non sarebbe mai avvenuto. I militari avrebbero preso di mira dieci persone da un gruppo di circa un centinaio di Rohingya che si erano rifugiati su una spiaggia.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-says-soldiers-police-facing-action-over-village-killings

Set Feature Image: Flickr