Rassegna settimanale 5-11 marzo 2018: Giappone e Corea del Sud

Rassegna settimanale 5-11 marzo 2018: Giappone e Corea del Sud

5 Marzo, Corea del Sud-Kim Jong-un incontra per la prima volta la delegazione coreana

La delegazione inviata dal Presidente Moon Jae-in si è incontrata a cena con il leader nordcoreano Kim Jong-un, lunedì, subito dopo essere arrivata a Pyongyang per la visita di due giorni che mira a convincere la Corea del Nord a riprendere le negoziazioni con gli USA riguardo alla denuclearizzazione.

Si tratta della prima volta in cui il leader nordcoreano incontra rappresentanti ufficiali delle Corea del Sud da quando è salito al potere nel 2011.

Cheong Wa Dae (la Casa Blu) afferma di non essere a conoscenza di maggiori dettagli su questo incontro, compresa la location dell’evento e i nomi degli ufficiali nordcoreani che hanno preso parte alla cena. Il capo dell’Ufficio per la Sicurezza Nazionale, Chung Euj-yong, incaricato di guidare la delegazione, avrebbe consegnato una lettera da parte di Moon al leader nordcoreano, nella quale il Presidente esprime le proprie speranze per un miglioramento dei rapporti tra le due Coree e auspica la pace per la penisola coreana.

La delegazione formata di cinque persone è atterrata all’Aeroporto Internazionale di Sunan intorno alle 14.50. Chung è accompagnato dal direttore del NIS (National Intelligence Service), Suh Hoon, dal vice ministro per l’Unificazione, Chun Hae-sung, dal vice direttore del NIS, Kim Sang-gyun e dall’ufficiale di alto livello Yun Kun-young, oltre a cinque funzionari di più basso livello.

Sono stati accolti sul volo, da Ri Hyon , rappresentante del Partito dei Lavoratori del Dipartimento per la Corea Unita, mentre all’arrivo in Corea del Nord il compito di dare il benvenuto alla delegazione è stato preso in carico da Ri Son-gwon, presidente del Comitato per la Riunificazione Pacifica della madrepatria, e da un altro ufficiale di alto livello del Dipartimento, Maeng Kyong-il.

Si sono poi spostati in un resort della capitale a Mount Kobang, dove sono stati accolti dal capo del Dipartimento Fronte Unito, Kim Yong-chol, che si era a sua volta recato in visita nel Sud in occasione della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali.

“Qui, i rappresentanti delle due parti hanno discusso i dettagli del programma dei due giorni e la delegazione ospite è stata invitata a cena per incontrare Kim Jong-un alle 18.00,” ha riferito il portavoce di Kim Euj-kyeom. “L’alloggio è un resort di lusso lungo il fiume Taedong. La delegazione ha detto che il regime si è dato molto da fare per accogliergli,” ha continuato.

Tuttavia, di cosa abbiano parlato e cosa si siano detti i delegati e Kim Jong-un non è ancora stato specificato, nonostante sia dato per scontato che abbiano esortato il leader nordcoreano al dialogo con gli USA per la denuclearizzazione.

“Consegneremo il messaggio di Moon per la denuclearizzazione della penisola coreana e la determinazione per realizzare un clima di pace permanente, mantenendo e sviluppando relazioni tra le due Coree, processo iniziato con le Olimpiadi” aveva dichiarato Chung prima della partenza.

Gli esponenti della delegazione nordcoreana in visita alle Olimpiadi si erano mostrati aperti al dialogo con la Corea, compreso Kim Yong-chol, tuttavia non hanno mai fatto riferimento alla “denuclearizzazione”, unica condizione posta dagli USA per un’eventuale apertura al dialogo.

La delegazione ha come obiettivi anche la discussione di nuove vie per il miglioramento delle relazioni tra i due Paesi, tra cui è in delineamento un possibile incontro diretto tra Kim Jong-un e Moon, proposta precedentemente tramite la sorella durante la visita alle Olimpiadi.

Dopo il rientro in patria, Chung e Suh voleranno negli USA questa settimana per ragguagliare gli ufficiali di Washington sui risultati di questa visita a Pyongyang e per cercare un incontro diretto con il Presidente Trump. Nel frattempo, il Rodong Sinmun, il giornale di stato del regime nordcoreano, continua a criticare gli USA e a denunciare le sanzioni imposte alla Corea del Nord.

“Consideriamo le sanzioni americane una dichiarazione di guerra, un atto inaccettabile che viola e annichilisce la nostra sovranità, il diritto di sopravvivenza e il diritto allo sviluppo,” ha riportato un editoriale. “Se gli USA e i suoi alleati continueranno a violare la nostra sovranità attraverso blocchi navali o tagli alle risorse, saranno prese aspre misure in risposta.”

Fonte: The Korea Times

http://m.koreatimes.co.kr/phone/news/view.jsp?req_newsidx=245149

 

Martedì 6 Marzo, Giappone – La Forza di Autodifesa Marittima giapponese nomina la prima donna a comando di una unità militare navale.

Martedì, la Forza di Autodifesa Marittima (MSDF, Maritime Self-Defence Force) ha nominato la prima donna a comando di uno squadrone navale, comprendente anche la nave ammiraglia Izumo, nel tentativo di attirare un numero maggiore di donne per compensare alla carenza di reclute che sta colpendo il Paese.

Ryoko Azuma, la donna in questione, sarà a capo di quattro navi, con una ciurma complessiva di 1.000 soldati, di cui 30 donne, e che costituisce la prima divisione di riserva della MSDF.

“Non penso al fatto che sono una donna. Voglio concentrare le mie energie nell’adempimento dei miei doveri di comandante,” ha riferito Azuma, 44 anni, alla cerimonia del cambio della guardia a bordo della nave ammiraglia Izumo e alla quale hanno preso parte 400 soldati.

Azuma si unì alla MSDF nel 1996, quando le donne erano escluse dal servizio a bordo delle navi militari, regola che venne poi abolita 10 anni fa. Tuttavia, nei sottomarini restano ancora equipaggi formati da soli uomini.

Le Forze di Autodifesa, così come l’economia in generale, si sta sempre più rivolgendo alle donne per far fronte alla carenza di personale, causato dall’invecchiamento della popolazione e dal calo drastico delle nascite. Il governo prevede una diminuzione del numero di persone tra i 18 e i 26 anni pari a 7 milioni entro il 2065. Diversamente dalle compagnie commerciali, tuttavia, le Forze di Autodifesa non riescono a ricollocare le proprie unità oltremare, così come non possono assumere personale straniero all’interno del proprio staff.

Entro il 2030, le Forze di Autodifesa puntano ad aumentare il numero totale di donne a servizio nelle forze di aria, mare e terra del 9% dal 6% attuale. Oltre ad Azuma, altre donne della Forza Marittima ricoprono ruoli di ufficiali di alto grado, tra cui quattro capitani e un contrammiraglio in ambito logistica.

“Voglio dedicare tutta me stessa nel diventare una persona che possa essere d’ispirazione per gli altri,” ha risposto Azuma alla domanda se volesse essere un modello per le altre donne.

Fonte: The Japan Times

https://www.japantimes.co.jp/news/2018/03/06/national/japans-maritime-self-defense-force-appoints-first-woman-command-warship-squadron/#.WqAQCkxFzIU

 

Mercoledì 7 Marzo, Giappone- Il Giappone non brilla nei report annuali sulla partecipazione delle donne in politica 

Il mondo si prepara a festeggiare il giorno internazionale della donna ma i report annuali sulla partecipazione delle donne in politica mostrano dati scarsi per il Giappone. Il Paese del Sol levante è infatti al 158esimo posto nella lista dei 193 Paesi analizzati dalla ricerca dell’Organizzazione Internazionale per la Rappresentanza Femminile nei parlamenti nazionali del 2017.

Il Giappone non si è scostato di molto dalla posizione dell’anno precedente (163esimo posto), nonostante la campagna del Primo Ministro Abe per aumentare la quota rosa in ruoli di leadership nella società.

“In Giappone, la questione delle donne in ruoli di leadership è stata vista più come una discussione di tipo politico che come un punto d’azione nell’agenda,” ha fatto notare il rapporto pubblicato la scorsa settimana dall’Unione Interparlamentare con sede a Ginevra.

Secondo il report “Donne in Parlamento 2017”, nella Dieta giapponese solo il 10.1% dei seggi della Camera Bassa e il 20.7% dei seggi della Camera Alta sono ricoperti da legislatrici donne. Il Ruanda ha dominato la classifica, con 49 donne su 80 seggi nella Camera Bassa, seguito da Bolivia, Cuba, Nicaragua e Svezia. La Francia si è collocata al 14esimo posto, il Regno Unito al 39esimo, mentre gli USA al 100esimo posto. Tra le principali potenze economiche mondiali, il Giappone si è collocato in fondo alla lista.

I dati del Giappone si sono dimostrati più bassi anche rispetto agli Stati vicini, con la Cina al 71esimo posto e la Corea del Sud al 116esimo.

Per avere maggiore rappresentanza femminile in politica, che sia di rilievo e non il semplice ricoprire un ruolo al posto di un uomo, “E’ importante avere reclute che siano consapevoli della parità di genere,” ha detto Masumi Minagawa, docente di studi sulle donne alla Waseda University.

Shin Ki-Young, professoressa associata di studi di genere alla Ochanomizu University, ha sottolineato che l’equilibrio per le donne tra vita privata e lavorativa non può essere raggiunta semplicemente con il ricoprire un ruolo maschile sul posto di lavoro.

“Finché il ricoprire un ruolo di leadership significa rinunciare alla vita privata e adattarsi al modo di lavorare degli uomini, le donne ovviamente esiteranno di fronte alla possibilità di fare carriera,” ha aggiunto Shin, facendo notare che “quello di cui le donne hanno bisogno è un ambiente lavorativo che sia disponibile e aperto ad ogni tipo di vita e all’accettazione delle diversità.”

Il Primo Ministro Abe ha parlato di una società in cui “tutte le donne possono brillare” e ha preso l’impegno di creare un ambiente lavorativo in cui le donne possano avere un maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro.

Nel 2003, il governo aveva stabilito l’obiettivo di raggiungere il 30% di donne in ruoli di leadership entro il 2020. Un rapporto condotto dal governo lo scorso anno ha mostrato che questo target è stato raggiunto solamente in alcuni settori. Mentre la partecipazione delle donne è aumentata a livello di governo centrale, rimane molto bassa la quota rosa nelle amministrazioni municipali e nel settore privato.

Fonte: The Japan Times

https://www.japantimes.co.jp/news/2018/03/07/national/japan-fails-shine-annual-report-womens-participation-politics/#.WqAPZ0xFzIU

8 Marzo, Corea del Sud – La Repubblica di Corea potenzia la propria lotta contro i crimini sessuali

Giovedì, la Corea del Sud ha annunciato le misure volte al rafforzamento delle punizioni per violenza sessuale sul posto di lavoro, in risposta alla crescente richiesta di eradicazione di quella cultura predatoria e sessista prevalente nel mondo del lavoro.

Il governo ha annunciato il piano per inasprire le pene ed estendere la prescrizione per chi viene accusato di violenza sessuale e abuso di potere, come nei casi di An Hee-Jung, il governatore della provincia di Chungcheong, accusato di aver stuprato la propria segretaria più di una volta, e il regista teatrale Lee Young-taek, accusato di molestie da numerose giovani colleghe.

Secondo il nuovo piano, la sentenza massima di prigionia per questi crimini sarà alzata a 10 anni, rispetto ai 5 anni attuali. La prescrizione sarà ampliata a 10 anni, rispetto agli attuali 7 anni. Per i casi di molestie sessuali, la punizione sarà di 5 anni, mentre la prescrizione sarà prolungata per 7 anni. Il governo ha anche dichiarato di puntare alla persecuzione attiva anche contro coloro che hanno coperto, ignorato o favorito questo genere di crimini all’interno di organizzazioni e gruppi.

I CEO di compagnie private che non hanno intrapreso alcuna azione disciplinare contro i casi di molestie sessuali potrebbero essere ugualmente condannati a reclusione. Il Ministero della Giustizia sta considerando di alzare il massimo della pena a una sentenza di reclusione, sostituendo l’attuale sanzione di 4.680 dollari.

Nel bel mezzo di una seria di scandali legati alle dichiarazioni “Me Too” all’interno di ambienti artistici e culturali, il governo progetta di promuovere un gruppo di ricerca per portare alla luce fatti di questo tipo all’interno delle industrie, insieme ad una nuova legislazione volta alla protezione degli artisti contro crimini di tipo sessuale.

Chung Hyun-back, Ministro per le Pari Opportunità, sarà alla guida di una task force per l’implementazione di questo nuovo piano di legge. La scorsa settimana, il Ministro aveva annunciato le misure volte a punire i crimini sessuali nel settore pubblico, tra cui un piano di revisione del sistema di servizio pubblico

Fonte: The Korea Times

http://m.koreatimes.co.kr/phone/news/view.jsp?req_newsidx=245292

 

9 Marzo, Giappone –  Abe in visita negli Stati Uniti ad aprile per discutere della Corea del Nord con Trump

Il Primo Ministro Shinzo Abe ha dichiarato venerdì di aver preso accordi con il Presidente Donald Trump per un incontro negli Stati Uniti il prossimo mese, subito dopo la notizia di Washington dell’apertura di un dialogo tra Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un.

Durante la teleconferenza di 30 minuti con Trump, Abe si è mostrato disponibile ad un summit nel mese di aprile per discutere della Corea del Nord e anche per ricordare la questione irrisolta dei cittadini giapponesi rapiti dal regime nordcoreano tra il 1970 e il 1980, punto che costituisce una delle priorità dell’amministrazione Abe.

Tokyo ha accolto positivamente l’impegno di Pyongyang per la denuclearizzazione, considerandola una vittoria della campagna di “massima pressione” condotta dai due Paesi alleati.

Gli esperti sostengono che, nonostante il Giappone si sia mostrato indifferente in superficie, tuttavia potrebbe aver provato sgomento nei confronti di Washington e Pyongyang per averlo lasciato indietro con questo veloce avvicinamento, cosa che è apparsa come una svolta diplomatica. Essi sostengono che questo momento di dialogo tra i due avversari storici possa mettere il Giappone in una posizione difficile, potenzialmente costringendolo a lasciar cadere la politica di linea dura contro la Corea del Nord per dare priorità all’armonia con il proprio alleato più importante, ossia gli USA.

Abe ha dichiarato che considera positivamente il cambio di posizione del governo di Pyongyang e lo considera il risultato delle continue e sempre più intense sanzioni imposte dalla Comunità Internazionale. Tuttavia, conferma la posizione annunciata da Trump e, per il momento, rimarranno fedeli alla linea di “massima pressione” per assicurarsi che il regime mantenga le promesse e non le rinneghi come avvenuto in passato.

Alla domanda se l’impegno annunciato dalla Corea del Nord suggerisca che il regime si sta muovendo verso la denuclearizzazione, il Segretario Capo del Gabinetto, Yoshihide Suga, ha espresso il proprio ottimismo al riguardo: “Penso che siano volti verso quella direzione.”

Tuttavia, un alto funzionario giapponese, ha riferito che, mentre il Giappone accoglie positivamente la prospettiva di un incontro tra Trump e Kim, Tokyo continuerà a tenere d’occhio Pyongyang e ad accertarsi che le parole si realizzino in fatti. Tuttavia, molti pensano che il Paese non sarà in grado di mantenere la linea dura nei confronti del regime nordcoreano se questo significa rischiare di incrinare i rapporti con gli USA. Sono convinti che Abe darà la priorità all’alleanza con gli USA e al rapporto personale con Trump, dal momento che la sua strategia politica è da sempre volta ad un rafforzamento delle relazioni tra il Giappone e gli Stati Uniti. In ogni caso, per ora non è chiara la strategia della Corea del Nord, né le sue intenzioni di denuclearizzazione.

Fonte: The Japan Times

Abe to visit U.S. in April to discuss North Korea with Trump

10 Marzo, Giappone – A Tokyo si celebra il 73esimo anniversario del bombardamento del 10 marzo 1945

Nella giornata di sabato Tokyo ha celebrato il 73esimo anniversario del bombardamento massivo americano che uccise più di 80.000 persone durante la Seconda guerra mondiale, con più di 600 persone a ricordare questa data, tra cui le famiglie delle vittime riunite per commemorare i propri cari.

Il principe Akishino, il figlio più giovane dell’Imperatore Akihito, sua moglie, la principessa Kiko, e il governatore di Tokyo, Yuriko Koike, hanno preso parte alla cerimonia, tenutasi nel cimitero di Sumida, dove sono state sepolte molte vittime non identificate.

Tra gli altri partecipanti troviamo Hideo Yoshida, 83 anni, dalla città di Fukushima, che da 30 anni prende parte alla cerimonia annuale. “Penso ancora oggi, che se non ci fosse stata nessuna guerra, tutti avrebbero avuto una vita diversa,” ha detto. Il padre di Yoshida morì disperso in un attacco aereo e la sorella maggiore morì a seguito di ustioni.

Koike ha così parlato: “E’ nostra responsabilità tramandare queste testimonianze alle prossime generazioni, così che la tragedia della guerra non possa essere dimenticata e con il fine di proteggere la pace e la sicurezza mondiale.”

Il 10 marzo 1945, nelle prime ore del mattino, 300 Boeing B-29 americani bombardarono la capitale con bombe a grappolo caricate di sub-munizioni al Napalm, soprattutto nelle zone maggiormente abitate dalla popolazione civile, in quello che passò alla storia come il grande attacco aereo di Tokyo. Il numero di morti registrato dalle liste del Governo Metropolitano di Tokyo contò 81.058 vittime.

Durante la guerra, la città di Tokyo fu oggetto di più di 100 attacchi aerei che distrussero il 60% della capitale. Dopo il bombardamento del 1945, gli USA attaccarono altre città e paesi in tutto il Giappone, fino al lancio delle bombe atomiche su Hiroshima il 6 agosto e su Nagasaki il 9 agosto 1945. La guerra finì il 15 agosto dello stesso anno.

Fonte: The Japan Times

https://www.japantimes.co.jp/news/2018/03/10/national/tokyo-firebombing-recalled-73-years/#.WqUlL0xFzIV

11 Marzo, Corea del Sud – Gli Stati Uniti rimangono il mercato numero uno dei prodotti di difesa coreani

Gli Stati Uniti rimarranno molto probabilmente il principale mercato oltreoceano per la Corea del Sud, per quanto riguarda prodotti per la difesa, per almeno i prossimi cinque anni. Il rapporto dell’Istituto Coreano per l’Economia Industriale e il Commercio (KIET, Korea Institute for Industrial Economics and Trade) ha riportato che c’è la possibilità per Seoul di vincere il progetto di Washington per la prossima generazione di jet da addestramento, mentre gli ordini generati dal cosiddetto accordo di controbilancio potrebbero far alzare i numeri complessivi.

Gli USA sono già il principale compratore di armi coreane, nonostante Seoul importi molta più merce di quella che esporta nel Nord America. Le previsioni del 2018-2022 dicono che i T-50A (aerei da caccia) della Corea del Sud sono in buona luce per assicurarsi il progetto di Formazione Avanzata di Piloti (APT, Advanced Pilot Training), che potrebbe portare un guadagno di 13 miliardi di dollari.

Il progetto mira a rimpiazzare i jet da addestramento esistenti, come i vecchi T-28 Talon (bimotore a getto) con nuovi velivoli. Il T-50A è una variante del T-50 Golden Eagle attualmente utilizzato dalla Forza Aerea Coreana (South Korean Air Force) e da altri eserciti in tutto il mondo.

Il KIET ha dichiarato che se il jet, costruito con il supporto della Lockheed Martin, importante azienda di ingegneria aerospaziale e di difesa, dovesse essere scelto dagli Stati Uniti costituirebbe un punto di svolta per l’industria aerospaziale coreana. Oltre al jet da addestramento supersonico, l’istituto di ricerca dello Stato ha riferito che la quarta economia asiatica potrebbe esportare anche sottomarini, navi ausiliari, pezzi di artiglieria semoventi e armamenti guidati di precisione.

A supporto del potenziale di esportazione del Paese, ci sarebbe il bisogno di cercare a tutti i costi di abbassare il prezzo delle unità, così come la necessità di una migliore coordinazione tra i ministri dei vari governi per quanto riguarda la diplomazia, la difesa e l’industria.

Fonte: The Korea Times

http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/03/205_245431.html

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