Rassegna settimanale 5-11 luglio: Africa subsahariana

Rassegna settimanale 5-11 luglio: Africa subsahariana

 

5 luglio, SOMALIA – Nuovo attentato di al-Shabab

A bordo di una macchina carica di esplosivo, un attentatore suicida ha ucciso almeno 4 persone in Somalia. I testimoni raccontano che la bomba è esplosa fuori dall’entrata principale del Parlamento dopo che le guardia avevano sparato al bombardiere.

Pare che dietro l’attentato si celi il gruppo ribelle di al-Shabab, i cui militanti hanno lodato l’”attacco sacrificale” contro il Parlamento somalo sostenuto dall’ONU.

Il gruppo islamista di al-Shabab, legato ad al-Qaeda, ha perso il controllo di Mogadiscio nel 2011 e da allora ha compiuto diversi attentati. Al-Sahab ha fatto voto di aumentare il numero degli attacchi durante il mese del Ramadan. Difatti, solo pochi giorni fa il deputato Ahmed Mohamud Hayd è stato colpito a morte da un militante.

Lo scopo del gruppo di ribelli è quello di instaurare un governo islamico in Somalia.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-28174402

6 luglio, KENYA – Attacchi letali lungo la costa keniana

Almeno 13 persone sono morte durante due attacchi avvenuti simultaneamente lungo la costa keniana. L’identità degli attentatori non è ancora stata svelata, ma i militanti somali di al-Shabab avevano compiuto diversi delitti nella zona.

La Croce Rossa Keniana ha riportato che un uomo armato ha fucilato quattro persone nell’area commerciale di Hindi, nel distretto di Lamu, mentre altre nove persone sono state uccise in un altro attacco nell’area di Gamba.

Per il momento, nessun gruppo terroristico ha rivendicato la responsabilità di tali attentati.

Tuttavia, l’attacco a Hindi ha avuto luogo nella stessa regione costiera dove, il mese scorso, il gruppo di ribelli di al-Shabab della vicina Somalia aveva ucciso ben 65 persone nel corso di due diversi attentati.

Il Kenya ha subito diversi attentati e attacchi esplosivi da quando, nel 2011, aveva mandato le proprie truppe in Somalia a combattere contro il gruppo di al-Sahbab, legato ad al-Qaeda, difendendo il governo somalo protetto dalle Nazioni Unite.

Fonte: Deutsche Welle

Link: http://allafrica.com/stories/201407060042.html

7 luglio, NIGERIA – 60 donne riescono nella fuga: centinaia ancora disperse

Le autorità nigeriane hanno riferito che 60 donne sono riuscite a scappare dal campo in cui erano state imprigionate dai militanti di Boko Haram. Tuttavia, mancano ancora all’appello centinaia di ragazze che, catturate lo scorso aprile durante l’attacco al villaggio di Kummabza nello stato di Borno, sono tutt’oggi disperse.

Le prigioniere sono riuscite a fuggire dopo che i militanti avevano abbandonato il campo per attaccare la stazione di polizia nella città di Damboa.

In seguito all’arresto di tre donne avvenuto la scorsa settimana, le forze di sicurezza nigeriane hanno annunciato che sono alla ricerca dell’”ala femminile” interna al gruppo. L’avvocato Tony Mezeh ha sostenuto che la situazione in Nigeria sta degenerando e che Boko Haram inizia ad avere un numero considerevole di militanti donne, che a loro volta arruolano giovani e bambini. Risulta quindi sempre più difficile capire chi sia da proteggere e chi da arrestare.

Inoltre, le insorgenze, fino ad ora confinate al nord, si stanno diffondendo anche in altre regioni nigeriane. Sebbene Boko Haram non abbia mai attaccato le regioni del sud, produttrici di petrolio, ha più volte minacciato di farlo.

Fonte: Voice of America

Link: http://allafrica.com/stories/201407080473.html

8 luglio, SOMALIA – Mogadscio: Palazzo presidenziale sotto attacco

I militanti islamisti di al-Shabab hanno attaccato il palazzo presidenziale a Mogadiscio. Al momento si trovano ancora all’interno del fortificato edificio, dove i combattimenti proseguono.

Il Presidente Hassan Sheikh Mohamud è al sicuro, lontano dal palazzo. Egli si era recato alla residenza dell’inviato speciale ONU in Somalia, accompagnato da un ampio contingente della polizia militare somala. Il palazzo presidenziale era quindi rimasto scoperto, protetto solo dai soldati dell’Unione Africana.

Il palazzo presidenziale, conosciuto come Villa Somalia, è la sede del governo e molti funzionari di stato vivono e lavorano al suo interno. Non è chiaro se il Primo Ministro e il portavoce del governo si trovino al momento nell’edificio.

Il gruppo di al-Shabab, allineato con al-Qaeda, ha perso il controllo di Mogadiscio nel 2011. Tuttavia, è ancora alla guida di molte città inferiori e diverse aree rurali del Paese.

Circa 22,000 truppe dell’Unione Africana sono impegnate nella difesa del governo somalo sostenuto dall’ONU dai continui attacchi di al-Shabab, i cui militanti vogliono creare uno stato islamico.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-africa-28219681

9 luglio, REPUBBLICA CENTRAFRICANA – Uccisi civili rifugiatisi in chiesa: l’ONU condanna l’attacco

Le Nazioni Unite hanno condannato l’uccisione di dozzine di persone rifugiatisi nella cattedrale di Saint Joseph e nella residenza del vescovo a Bambari, in Repubblica Centrafricana.

Si pensa che circa 6,000 persone avessero trovato riparo nella suddetta chiesa. Il giorno 7 luglio i ribelli hanno invaso il sito e ucciso almeno 27 persone, donne e bambini inclusi.

La missione delle Nazioni Unite in Centrafrica, la MINUSCA (Multidimensional Integrated Stabilization Mission in the Central African Republic) ha condannato l’azione e ha spronato le autorità transitorie del Paese a proteggere i civili ed a prendere le misure necessarie per prevenire ulteriori stragi nella capitale Bangui e nella restante nazione.

La violenza in Repubblica Centrafricana è aumentata a livelli allarmanti. Il target sono sempre più spesso i civili dell’area di Bambari, sede di una delle diocesi cristiane cattoliche del Paese.

A partire dal 2014, i combattimenti si sono intensificati in tutto il Centrafrica, a causa degli attacchi dei ribelli anti-balaka e Seleka, quando questi ultimi sono stati cacciati dal governo.

Il risultato degli scontri sono circa 2,2 milioni di persone che necessitano di aiuto umanitario.

Fonte: UN News Centre

Link: http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=48234#.U8EXafl_uGk

10 luglio, SUD SUDAN – Arrivano sanzioni anche dall’UE

L’Unione Europea si è unita agli Stati Uniti nell’imporre sanzioni ad alcuni leader sudsudanesi, ritenuti i maggiori responsabili per le violenze diffuse nel Paese.

Nick Westcott, direttore del Dipartimento Africa del Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS), ha dichiarato che l’UE imporrà sanzioni a due capi militari sudsudanesi, i cui nomi verranno rivelati nella giornata di domani. Le sanzioni comprenderanno il divieto di viaggiare in Europa e il congelamento di tutti i fondi e le finanze che essi potrebbero possedere in Unione Europea.

I due leader militari saranno soggetti a tali sanzioni in quanto l’UE ha riconosciuto in essi le maggiori colpe per le recenti violenze che hanno colpito il Paese. Difatti, essi non hanno rispettato il processo di pace, hanno interrotto il cessate il fuoco e sono stati responsabili di svariate violazioni dei diritti umani.

Westcott ha avvertito che le sanzioni imposte sono solo un primo passo: nel caso le trattative non riprendano entro la data fissata, nel caso le parti non si impegnino ad applicare il cessate il fuoco ed a trovare una soluzione politica, l’UE adotterà ulteriori misure sanzionatorie.

Fonte: Voice of America

Link: http://allafrica.com/stories/201407110481.html

NIGERIA – Alla ricerca dei legami politici di Boko Haram

Il governo federale ha dichiarato che sussiste una forte evidenza della collaborazione tra il gruppo terrorista di Boko Haram ed un partito politico. Non ha tuttavia rivelato a quale partito si riferisse.

Mike Omeri, Coordinatore del NIC (National Information Centre) e Direttore Generale della NOA (National Orientation Agency) ha inoltre comunicato che alcuni politici nigeriani si trovano attualmente sotto interrogatorio per i loro presunti legami con le attività terroristiche.

Omeri ha aggiunto che le investigazioni sveleranno l’identità di altre personalità politiche che potrebbero aver collaborato con i ribelli di Boko Haram.

Fonte: This Day

Link: http://allafrica.com/stories/201407100382.html

11 luglio, GHANA – Tifosi ghanesi chiedono asilo in Brasile

200 ghanesi hanno presentato richiesta di asilo in Brasile dopo aver assistito alle partite della loro nazionale ai mondiali di calcio.

Essi hanno dichiarato di essere musulmani fuggiti dai conflitti interreligiosi nella propria patria. Tuttavia il Ghana risulta essere uno dei Paesi più pacifici e prosperosi dell’Africa occidentale.

Probabilmente, all’origine della richiesta dei suddetti ghanesi si cela il loro bisogno di lavoro: tramite la richiesta di asilo, essi vorrebbero quindi trovare un modo per lavorare legalmente in Brasile.

Fonte: BBC

Link: http://www.bbc.com/news/world-latin-america-28257602

(Featured Image Source: http://en.wikipedia.org/wiki/Nigeria#mediaviewer/File:A_woman_attends_a_health_education_session_in_northern_Nigeria_(8406369172).jpg )