Rassegna settimanale 15-21 settembre: Sud est asiatico

Rassegna settimanale 15-21 settembre: Sud est asiatico

15 settembre, Indonesia- Arrestati sette militanti islamici sospetti

La polizia ha dichiarato di aver arrestato sette attivisti sospetti, tra cui quattro turchi sospettati di voler entrare in un gruppo di jihadisti nell’Indonesia orientale.
I turchi sono stati catturati mentre si dirigevano vero Poso, una zona montagnosa considerata essere il centro del terrorismo indonesiano.
Le altre tre persone sono state arrestate nella stessa zona poche ore prima, nel contesto delle indagini per il terrorista più ricercato: Abu Wardah Santoso. La polizia ha sequestrato agli arrestati i documenti e i simboli dell’islam.
La polizia sta ora valutando il possibile legame delle persone arrestate con gruppi jihadisti internazionali.

Fonte: Asian correspondent, The Wall Street Journal
Link: http://asiancorrespondent.com/126695/indonesia-arrests-4-turks-with-suspected-islamic-state-ties/
http://blogs.wsj.com/searealtime/2014/09/15/terrorist-suspects-arrested-in-sulawesi-may-have-links-to-islamic-state/?mod=WSJBlog&mod=WSJ_SEA_Blog

16 settembre, Vietnam- Polizia colpevole di torture, maltrattamenti e omicidi

L’organizzazione Human Rights Watch ha pubblicato un’inchiesta dal titolo “Public Insecurity: Deaths in Custody and Police Brutality in Vietnam” che denuncia la polizia vietnamita di maltrattamento delle persone in custodia. I casi analizzati coprono il periodo Agosto 2010-Luglio 2014. L’indagine coinvolge 44 province su 58 e prende in considerazione un numero elevato di casi; per questo il governo dovrebbe prendere in considerazione la cosa rapidamente secondo Human Rights Watch.
L’organizzazione, infatti, sostiene che il governo vietnamita dovrebbe subito prendere provvedimenti per porre fine a questo ciclo di morti sospette e di torture.
Nella maggior parte dei casi le vittime erano in custodia per reati minori (piccoli furti, discussioni…) e le cause di morte addotte dalla polizia sono sempre state poco credibili e molto simili a coperture. La motivazione più utilizzata è quella di suicidio, seguita da quella di problemi di salute.
Alcuni sopravvissuti hanno dichiarato di essere stati picchiati per estorcere confessioni, anche per reati che non avevano mai commesso. Altri hanno detto di essere stati picchiati perché avevano criticato i poliziotti o avevano cercato di ragionare con loro. Tra le vittime si trovano anche bambini e persone con problemi mentali.
I poliziotti che hanno tenuto questi comportamenti raramente vengono puniti. In molti casi di abusi ufficialmente riconosciuti le punizioni sono solo procedure interne. Rari sono i casi di retrocessione, trasferimento o licenziamento; ancora più rari quelli di processo e condanna.

Il governo dovrebbe reagire di fronte a questa situazione, iniziare delle investigazioni imparziali per ogni accusa di violenza da parte della polizia e tenere una linea dura quando è evidente che ci sia stato un abuso. Questo atteggiamento è necessario per garantire sicurezza alle persone che finiscono nelle mani della polizia.
Il governo dovrebbe adottare immediatamente una politica di tolleranza zero verso questi comportamenti, fornire dei training migliori per la polizia e installare videocamere nelle strutture di detenzione e dove si svolgono gli interrogatori. Il governo, inoltre, dovrebbe creare una missione indipendente di denuncia contro la polizia e investigare tutti i casi denunciati in modo imparziale.

Fonte: Human Rights Watch, Asian correspondent
Link: http://www.hrw.org/node/129029, http://asiancorrespondent.com/126756/police-brutality-pervasive-in-vietnam-says-hrw/

19 settembre, Filippine- I peacekeeper filippini lasciano le alture del Golan

Il colonnello dell’esercito filippino, Ramon Zagala, ha dichiarato che un gruppo consistente di peacekeeper, più di 240 soldati, saranno fatti rientrare due settimane prima dalla missione ONU sulle alture del Golan a causa degli scontri sempre più frequenti nella regione.
La partecipazione dei peacekeeper filippini è durata cinque anni ma ora la situazione è degenerata a causa degli attacchi e dei rapimenti da parte dei ribelli siriani.

Fonte: AP news
Link: http://asiancorrespondent.com/126834/filipino-peacekeepers-leave-golan-heights-2-weeks-early/

Malesia- Un attivista condannato a un anno di detenzione per incitamento alla sommossa

Un tribunale malese ha condannato un attivista a un anno di detenzione per commenti, pubblicati lo scorso anno su un forum, che avrebbero secondo i giudici potuto spingere i cittadini a rovesciare il governo attraverso proteste in piazza.
Adam Adli è l’ultimo di una serie di persone condannate tramite la Legge della sommossa, una legge che risale all’epoca coloniale e che oggi viene utilizzata dal governo per tenere a freno le proteste democratiche.
Secondo la legge, col termine “sommossa” si intende la promozione dell’odio nei confronti del governo.
Adam ha pubblicato i commenti che incitavano il popolo a “scendere in strada per riprendersi il potere” pochi giorni dopo la presa di potere controversa della coalizione Barisan Nasional nel maggio 2013.
Secondo l’organizzazione Human Rights Watch, Adam è l’ultima vittima di un assalto contro la libertà di espressione e la Malesia si sta avvicinando a un governo autoritario. L’anno scorso almeno 14 persone sono state accusate in base a questa legge e una è stata condannata a dieci mesi di prigione.

Fonte: Asian correspondent, Human Rights Watch
Link: http://asiancorrespondent.com/126829/malaysian-activist-adam-adli-sentenced-to-1-year-in-jail-for-sedition/
http://www.hrw.org/news/2014/09/14/malaysia-sedition-act-wielded-silence-opposition

Tailandia e Malesia- Gli USA non impongono sanzioni sul traffico umano a Tailandia e Malesia

Obama ha deciso di non imporre sanzioni contro Tailandia e Malesia nonostante abbiano fallito nel raggiungere gli standard minimi nella lotta al traffico umano.
Questi due Paesi sono stati declassati a Giugno per quanto riguarda la lotta al traffico umano e altre forme di sfruttamento del lavoro.
Il Presidente americano può bloccare vari tipi di aiuti, inclusi i prestiti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale verso Paesi che sono stati inseriti in una lista nera. L’America, però, spesso sceglie di non agire in questo senso, per i suoi interessi di sicurezza nazionale. Oltre alla Malesia e alla Tailandia sta evitando di imporre sanzioni contro vari Paesi come l’Arabia Saudita, l’Uzbekistan e lo Yemen.

Fonte: Asian correspondent

Link: http://asiancorrespondent.com/126824/us-waives-human-trafficking-sanctions-on-malaysia-and-thailand/

(Featured image Source Wikimedia commons)