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Rassegna settimanale 14-20 settembre 2020: Africa Subsahariana

14 settembre, Rwanda – Prende avvio il processo di Rusesabagina

Paul Rusesabagina, la cui storia è stata d’ispirazione per il film Hotel Rwanda, è stato accusato di terrorismo, omicidio e finanziamento della ribellione e, per questi motivi, è stato arrestato alla fine del mese di agosto. La prima udienza del suo processo si è tenuta nel tribunale di Kigali, dove egli non si è espresso e i suoi avvocati hanno respinto tutte le accuse a suo carico.
Nel 2018, Rusesabagina ha fondato un movimento noto con il nome di Movimento ruandese per il cambiamento democratico, che è stato accusato di avere un’ala terroristica. Secondo Human Rights Watch, le accuse a suo carico sono totalmente infondate e il governo sarebbe stato coinvolto in un suo rapimento a cui sono seguite torture. Il presidente ruandese Kagame ha fermamente negato le accuse di torture, ma non si è pronunciato sul rapimento.

Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN265114-OZATP

15 settembre, Costa d’Avorio – Ouattara può candidarsi per il terzo mandato, Gbagbo e Soro ufficialmente esclusi

Il Consiglio costituzionale ivoriano ha reso nota la lista ufficiale dei candidati per le elezioni del 31 ottobre e ha decretato la possibilità per Alassane Ouattara di candidarsi per un terzo mandato. Dalla lista sono ufficialmente esclusi l’ex presidente Laurent Gbagbo e l’ex leader dei ribelli Guillaume Soro.
Il presidente Ouattara, al potere dal 2010, correrà invece per il suo terzo mandato, andando contro a ciò che è sancito dalla costituzione, secondo la quale i presidenti possono essere eletti per un massimo di due mandati.
La decisione di Ouattara di candidarsi nuovamente ha scatenato violenti proteste che hanno richiesto l’intervento della polizia nelle principali città ivoriane come la capitale Abidjan e Bangolo.

Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN2660YC-OZATP

16 settembre, Mali – Rifiutata la proposta per il governo di transizione

Il movimento popolare noto con il nome di Movimento 5 Giugno ha espresso parere negativo nei confronti del piano per il governo di transizione proposto dal Comitato Nazionale per la Salvezza del Popolo (CNSP) e approvato dalla giunta militare attualmente al potere. Il piano prevedeva l’instaurazione di un governo di transizione guidato da un presidente scelto dai militari stessi che sarebbe rimasto in carica per 18 mesi. Il Movimento 5 Giugno, che ha rifiutato la proposta, è del parere che per il Mali sia sufficiente un periodo di transizione inferiore a un anno.

Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2020/09/15/mali-s-opposition-group-says-junta-s-plan-does-not-reflect-views-of-the-people/

17 settembre, Angola – Il FMI invia 1 miliardo di dollari

Il Fondo Monetario Internazionale ha autorizzato l’invio immediato di 1 miliardo di dollari all’Angola e ha aumentato a 765 milioni il già avviato programma Extended Fund Facility, il fondo di assistenza che dovrebbe aiutare il Paese ad affrontare la crisi economica dovuta alla pandemia di Covid-19.
Il FMI ha però chiesto alla leadership del Paese africano di continuare con le riforme e di fare molta attenzione al potenziale aumento del debito pubblico. Secondo l’agenzia di rating Moody’s, l’Angola ha un rapporto debito/PIL del 120%, con oltre il 90% del suo debito pubblico denominato in dollari USA.

Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2020/09/17/imf-approves-1-billion-in-funds-for-angola-adds-765-million-to-program/

18 settembre, Burundi – Continuano le violazioni dei diritti umani nonostante il cambio di leadership

Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite ha messo in luce le continue violazioni dei diritti umani perpetrate nei confronti della popolazione del Burundi. Nonostante i cambiamenti a livello di governo che hanno avuto luogo con le ultime elezioni, tenutesi nel mese di maggio, la situazione non è migliorata e stupri, torture e uccisioni sono ancora all’ordine del giorno.
Il rapporto dell’ONU accusa il nuovo presidente Ndayishimiye di non aver ancora fatto nulla per mettere in pratica ciò che aveva annunciato nel suo discorso di insediamento, ossia prendere le distanze dagli abusi perpetrati dal suo predecessore Nkurunziza e tutelare maggiormente i diritti umani.

Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2020/09/human-rights-abuses-persist-burundi-gov-200917140410768.html

19 settembre, Somalia – Nominato il nuovo primo ministro

Mohamed Hussein Roble è stato nominato nuovo primo ministro dal presidente Mohamed Abdullahi Farmajo. Roble, se otterrà la fiducia del parlamento, prenderà il posto di Hassan Ali Khaire che a luglio era stato sfiduciato dai parlamentari con l’accusa di non essere in grado di guidare adeguatamente il Paese verso le elezioni previste nel febbraio 2021.
In Somalia il governo centrale ricopre un ruolo molto delicato e, a tutti gli effetti, controlla solamente parte dei territori del Paese, poiché in diverse aree l’esercizio della sua autorità è messo a dura prova dal gruppo terroristico di al-Shabaab.

Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2020/09/somalia-names-prime-minister-unveils-plan-elections-200918085039046.html

20 settembre, Sudan – Discussa la rimozione del Paese dalla lista statunitense di “sponsor del terrorismo”

Il governo di transizione sudanese è intenzionato a far sì che il Paese venga rimosso dalla lista di potenziali Paesi sponsor del terrorismo stilata dagli USA. L’essere parte di tale lista non permette al Sudan di percepire alcune tipologie di aiuti finanziari per poter affrontare la crisi economica seguita alla pandemia di Covid-19.
Ad agosto, il segretario di stato americano Mike Pompeo aveva proposto al Sudan di riallacciare i rapporti con Israele, seguendo l’esempio degli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia, i legami con Israele sono sempre stati una questione molto delicata in Sudan, tra i più duri nemici musulmani di Israele durante il governo di al-Bashir. L’intenzione di ristabilire legami pacifici con Tel Aviv potrebbe permettere al Sudan di avviare le trattative con gli ufficiali statunitensi per la rimozione del Paese dalla lista.
Le autorità sudanesi sono costantemente sotto pressione a causa della crisi economica che ha colpito il Paese con un’inflazione che ha raggiunto il 170%.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-sudan-uae/sudan-to-discuss-removal-from-u-s-terrorism-list-in-uae-idUSKCN26B0WF

 

(Featured image source: Flickr – Gerald R. Ford School of Public Policy University of Michigan)