Rassegna settimanale 21-27 Settembre 2020: Cina e Corea del Nord

Rassegna settimanale 21-27 Settembre 2020: Cina e Corea del Nord

21 Settembre, Cina – La stazione di monitoraggio spaziale dell’Australia occidentale tronca i suoi legami con la Cina 

La decisione dell’Australia di non consentire ulteriormente alla Cina di accedere alla stazione di monitoraggio spaziale  avrà ripercussioni sull’espansione di Pechino nell’esplorazione spaziale e nei programmi di navigazione nell’area del Pacifico. La Corporazione Svedese per lo Spazio (SSC) con cui la Cina aveva un contratto che permetteva l’ingresso e l’utilizzo della stazione, ha infatti affermato che Pechino non vedrà rinnovato il suo contratto di accesso alla stazione spaziale australiana. La giustificazione data dalla SSC è stata che “vista la complessità attuale del mercato cinese, è stata presa la decisione di focalizzarsi su altri mercati esteri per i prossimi anni”. L’espansione delle capacità spaziali cinesi includono il sistema di navigazione Beidou, uno dei motivi al centro delle tensioni tra gli USA e la Cina, che negli ultimi anni si scontrano sempre più sul piano commerciale e sulle dispute nelle acque del Mar Cinese Meridionale. Mentre le solide relazioni tra gli USA  e l’Australia si fondano anche su programmi di ricerca sullo spazio, i rapporti tra Canberra e Pechino ultimamente sono più fragili, un aspetto, questo, a sfavore della Cina sulle scelta presa dall’SSC.

Nel 2013, la Cina ha utilizzato la stazione satellitare di Yatharagga – controllata dalla SSC – situata a circa 350 km a nord della città australiana di Perth, per monitorare la missione Shenzhou 10 e completare una serie di test di attracco spaziale.

L’SSC ha affermato che l’attuale contratto supporta le missioni spaziali scientifiche cinesi all’interno del suo programma per i voli spaziali con equipaggio per i servizi di telemetria, monitoraggio e comando.

Negli ultimi anni il programma spaziale cinese ha è decollato esponenzialmente, aumentando il suo accesso alle stazioni terrestri d’oltremare in linea con l’espansione dei suoi programmi di esplorazione spaziale e di navigazione, che però hanno risvolti politici ben precisi legati alla supremazia tecnologica e che quindi si scontrano con i principi della ricerca scientifica a beneficio del progresso globale e non unicamente cinese.

Christopher Newman, professore di diritto e politica spaziale presso la Northumbria University di Newcastle, ha infatti affermato che la Cina vuole rimuovere la sua dipendenza dal GPS come parte di piani più ampi per espandere la sua influenza globale.

Non a caso, lo scorso anno Pechino ha ristabilito i rapporti diplomatici con la piccola nazione insulare del Pacifico di Kiribati, dove ha una stazione di terra fuori servizio nell’Oceano Pacifico centrale.

Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2020/sep/21/western-australia-space-tracking-station-to-cut-ties-with-china

22 Settembre,  Cina – Il programma di lavoro della Cina in Tibet ha l’eco dello Xinjiang 

La Cina sta forzando i contadini e allevatori tibetani in programmi di lavoro simili a quelli che hanno luogo nello Xinjiang, secondo la ricerca di un istituto statunitense che mette in guardia rispetto al rischio della perdita dell’eredità culturale di una regione politicamente vulnerabile. In Tibet, nei primi sette mesi del 2020 le autorità hanno reclutato oltre 500.000 lavoratori delle aree rurali per l’inserimento in fabbrica, come strumento per la riduzione della povertà secondo le linee guida per il 2020 di Xi Jinping. Ma i ricercatori della Jamestown Foundation affermano che si tratta di addestramenti vocazionali militarizzati che mirano all’indottrinamento della popolazione tibetana al fine di assimilare la minoranza e annullarla. Il principio di non interventismo negli affari interni rimane ben difeso dalla Cina sulla questione, inavvicinabile non solo da parte dei giornalisti, ma anche dall’Europa e dagli Stati Uniti che hanno espresso la loro contrarietà.

Fonte: France24
Link: https://www.france24.com/en/20200922-china-s-labour-programme-in-tibet-has-echoes-of-xinjiang-report

23 Settembre, Cina – Zero netto entro il 2060: il nuovo audace obiettivo della Cina per le emissioni di carbonio

Gli scontri tra gli Stati Uniti e la Cina trovano spazio anche sul piano dell’inquinamento atmosferico. Ma questa volta Xi Jinping lascia di stucco Trump, dichiarando che il suo governo intende aumentare l’obiettivo dell’accordo sul clima di Parigi della Cina in nome della “rivoluzione verde”, proprio pochi minuti dopo le pesanti critiche degli USA alla Cina per il suo “inquinamento dilagante”. La Cina farà un bilancio delle proprie emissioni di carbone per ridurle entro il 2060. Un passo incoraggiante, secondo Todd Stern, l’inviato per il clima degli Stati Uniti sotto l’amministrazione dell’ex presidente Barack Obama, che nel 2014 ha lavorato alla mediazione di un accordo bilaterale sul clima con la Cina. Trump, che nel 2017 aveva scelto per l’uscita degli USA dall’accordo di Parigi, ha ribadito che gli Stati Uniti hanno ridotto sensibilmente l’inquinamento, più di ogni altro stato. D’altra parte, la mossa di Xi Jinping è un’astuta manovra nell’ottica del rispetto ambientale che porterebbe certamente altri consensi su più fronti a livello politico. Se i piani climatici della Cina includano o meno dei limiti ai finanziamenti del suo carbone, questa è un’altra questione chiave. Il paese esercita un’enorme influenza in tutto il mondo attraverso la Belt and Road Initiative. In Pakistan, ad esempio, la produzione di energia elettrica da carbone è aumentata del 57% nell’anno fiscale terminato lo scorso giugno, in gran parte grazie agli investimenti cinesi. La Cina è inoltre leader mondiale nello spiegamento di tecnologie energetiche pulite. Per poter raggiungere il traguardo di emissioni nette zero in meno di trent’anni, il paese dovrà raddoppiarle. Ciò, a sua volta, le renderà più economiche e consentirà ad altri Stati di fissare obiettivi climatici ancora più ambiziosi.

Fonte: Aljazeera
Link: https://www.aljazeera.com/economy/2020/9/23/net-zero-by-2060-thats-chinas-bold-new-carbon-emissions-goal

24 Settembre, Hong Kong – Hong Kong: arrestato il leader pro-democratico Joshua Wong

Le autorità di Hong Kong hanno arrestato Joshua Wong per una protesta avvenuta il 5 ottobre 2019, violando la legge anti-maschera, ritenuto atto incostituzionale e quindi sufficiente per un mandato d’arresto. L’arresto è stato disposto anche per l’attivista veterano Koo Sze-yiu per aver partecipato a una protesta non autorizzata.
Wong, 23 anni, è il profilo pro-democratico di maggior spicco che ha guidato le manifestazioni a Hong Kong. Dominic Raab, primo segretario di Stato e Ministro degli Affari Esteri, su Twitter si è detto profondamente preoccupato per l’arresto di Wong, schierandosi dalla parte degli attivisti e ribadendo la gravità dell’inosservanza da parte della Cina della dichiarazione congiunta sino-britannica.

Johnny Patterson, direttore della ONG Hong Kong Watch, ha affermato che l’arresto di Wong è l’ultimo esempio di un flagrante processo politico.

Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2020/sep/24/pro-democracy-leader-joshua-wong-arrested-in-hong-kong

25 Settembre, Corea del Nord – Fermi i lavori per il “ponte verso l’ignoto” tra la Cina e la RPDC per i nuovi controlli COVID-19 al confine 

La pandemia e i preparativi per la festa della Repubblica sono complici nell’interruzione del cantiere sul ponte tra la Cina e la Corea del Nord, sul fiume Yalu, la cui inaugurazione era programmata entro il 2020.

Un progetto multimilionario quello del Dandong-Sinuiju New Yalu River Bridge, costretto a rallentare per scongiurare una nuova ondata di coronavirus.

La Cina aveva portato a termine la costruzione del ponte strallato a doppia torre nel 2013, lasciandolo però inutilizzato per sei anni. Secondo le immagini satellitari di Planet Labs, gli ultimi segni di stallo dei lavori sul progetto di apertura del ponte sono apparsi a metà agosto di quest’anno.

Il cantiere si estende in una vasta area delle dimensioni di 85 campi da calcio. Il terreno si trova direttamente a fianco di un’autostrada parzialmente costruita e collegata al ponte.

L’area può ospitare non solo le strutture doganali della Corea del Nord, ma probabilmente anche una zona economica speciale (ZES) di proprietà cinese, in cantiere da anni.

Quando i lavori sull’autostrada di collegamento tra il capolinea del New Yalu River Bridge e un’autostrada nordcoreana esistente sono iniziati nel settembre 2019, sembrava che i piani per aprire il ponte sarebbero stati finalmente realizzati. Gli operai hanno persino iniziato a pavimentare la nuova strada nell’aprile di quest’anno. Ma solo le corsie dirette alla Corea del Nord sono apparse completamente asfaltate, e anche quel lato della strada non è stato dipinto. Ad oggi, tuttavia, non ci sono novità sullo stato dei lavori.

Fonte: NK News
Link: https://www.nknews.org/pro/work-on-china-dprk-bridge-to-nowhere-stops-amid-new-covid-19-border-controls/

26 Settembre,  Cina e Taiwan – Taiwan: la Cina aumenta la pressione sullo stretto per ottenerne il controllo

Secondo una dichiarazione sul sito web del Consiglio per gli affari continentali di Taiwan, la Cina sta intensificando la pressione sullo stretto per ottenere il controllo di Taiwan. Questo mese, l’Esercito Popolare di Liberazione ha ripetutamente superato la linea mediana sullo stretto, avanzando verso Taiwan, un’azione che mostra il disconoscimento di Pechino dei diritti legittimi di Taiwan su quelle acque. L’incursione aerea dell’EPL è chiaramente volta all’estensione della giurisdizione cinese, come afferma un consigliere del Consiglio per gli Affari Continentali.

“La guerra legale è parte integrante della strategia globale della Cina per affrontare la questione di Taiwan, ma era meno determinante quando i legami sullo stretto erano buoni”, ha detto sabato Paul Chu, professore al Graduate Institute of Political Science della National Taiwan Normal University. “L’aumento degli scontri sullo stretto renderà più visibili gli effetti legali sostanziali della guerra legale cinese”.

Secondo la dichiarazione pubblicata sul web dal Consiglio per gli Affari Esteri di Taiwan, la Cina potrebbe anche tentare di attirare i cittadini di Taiwan con incentivi economici e di altro tipo, secondo la dichiarazione del consigliere di Taiwan. Pechino potrebbe offrire vantaggi sociali e finanziari alle persone provenienti da tutto lo Stretto che richiedono carte d’identità emesse dalla Cina per integrarle nella società cinese.

Pechino ha messo in atto un’intensa campagna di propaganda informatica che promuove l’unificazione con Taiwan, servendosi della voce di celebrità di Internet su piattaforme come WeChat, aggirando la legge, hanno detto i consulenti nella dichiarazione. Taiwan dovrebbe essere meglio preparata a contrastare questi attacchi e deve lavorare con gli alleati globali per sviluppare le sue difese, è stato affermato.

Fonte: Bloomberg
Link: https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-09-26/taiwan-says-china-raising-pressure-to-gain-control-across-strait

27 Settembre,  Corea del Nord – La Corea del Nord accusa il Sud di intrusione nelle proprie acque durante la ricerca del corpo di un militare

La Corea del Nord ha accusato la Corea del Sud di intromissione nelle acque nazionali durante la ricerca del corpo di un militare sudcoreano ucciso dalla Corea del Nord.

“Non ci interessa se il Sud conduce o meno qualsiasi tipo di operazione di ricerca nelle sue acque territoriali. Ma non possiamo tollerare alcuna intrusione nelle nostre acque territoriali e mettiamo seriamente in guardia il Sud dal farlo”, ha detto la KCNA.

Il governo sudcoreano ha stabilito che il dipendente del Ministero degli oceani e della pesca è stato ucciso martedì dalle truppe nordcoreane mentre era di pattuglia per una potenziale pesca illegale nel Mar Giallo, vicino al confine inter-coreano. Il diretto per la sicurezza nazionale nordcoreano Suh Hoon ha pubblicamente chiesto scusa al Sud riportando le parole di Kim Jong-un:  “Siamo molto dispiaciuti per aver deluso molto i sudcoreani e il presidente provocando inaspettatamente un incidente spiacevole da parte nostra”, descrivendo però il militare ucciso come un intruso. Domenica, il presidente sudcoreano Moon Jae In ha tenuto una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, durante la quale i membri hanno deciso di chiedere un’indagine congiunta sull’incidente poiché i dettagli e i fatti riportati dalle due Coree differiscono.

Fonte: Kyodo News
Link: https://english.kyodonews.net/news/2020/09/b24c222be143-n-korea-accuses-s-korea-of-intrusion-in-search-for-nationals-body.html

 

(Featured Image Source: Flickr)