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Rassegna settimanale 6-12 dicembre 2021: Sud-est asiatico

6 dicembre, Myanmar – Condannata la birmana Suu Kyi, con un ulteriore duro colpo per la democrazia

Aung San Suu Kyi è stata condannata a quattro anni di reclusione, poi rapidamente dimezzati, al termine di un processo che è stato ampiamente denunciato come un tentativo da parte della giunta militare birmana di cancellare tutte le conquiste democratiche ottenute negli ultimi anni.
La sentenza l’ha riconosciuta colpevole per le accuse di istigazione e violazione delle restrizioni imposte a causa del Covid-19. In particolare, l’accusa di istigazione era incentrata su alcune dichiarazioni pubblicate sulla pagina Facebook del suo partito dopo che lei e altri esponenti erano stati arrestati. È stata accusata di diffondere informazioni false o provocatorie che potrebbero causare disturbi dell’ordine pubblico. L’accusa di violazione delle restrizioni antiCovid-19 sarebbe invece legata alla sua partecipazione ad un evento organizzato nell’ambito della campagna elettorale svoltasi prima delle elezioni dello scorso anno.

Gli avvocati della difesa dovrebbero presentare ricorso nei prossimi giorni per Suu Kyi e altri due colleghi che sono stati condannati. Hanno sostenuto che Suu Kyi e un coimputato, l’ex presidente Win Myint, non potevano essere ritenuti responsabili delle dichiarazioni pubblicate online su cui si basava l’accusa di istigazione perché all’epoca già detenuti dalle autorità.

Attualmente l’ex leader birmano è trattenuta dai militari in un luogo che non è stato reso pubblico e la televisione di stato ha riferito che avrebbe scontato lì la sua pena. La sentenza a quattro anni di reclusione è stata poi ridotta poche ore dopo grazie a quella che, secondo i media statali, sarebbe stata un’amnistia ordinata dal capo militare del paese, il generale Min Aung Hlaing.

Il portavoce del Governo di Unità Nazionale (GUN), il Dr. Sasa, ha definito il verdetto del tribunale come “un giorno vergognoso per lo stato di diritto, la giustizia e la responsabilità in Myanmar” e ha affermato che rappresenta il tentativo di “rimpiazzare” i sogni della popolazione birmana con la dittatura militare.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha definito il procedimento come un “processo farsa”, mentre Phil Robertson, vicedirettore per l’Asia di Human Rights Watch, ha affermato si tratterebbe solo dell’inizio di un procedimento volto ad “assicurarsi che ad Suu Kyi non sarà mai più permesso di essere una donna libera”.

Anche gli Stati Uniti si sono uniti agli altri nelle richieste di rilascio. “Il continuo disprezzo del regime per lo stato di diritto e il suo uso diffuso della violenza contro il popolo birmano sottolineano l’urgenza di ripristinare il percorso della Birmania verso la democrazia”, ha affermato in una nota il Segretario di Stato Antony Blinken, riferendosi al paese con il suo precedente nome.

La Cina, un vicino che ha mantenuto legami amichevoli con i leader militari del Myanmar, ha invece rifiutato di criticare il verdetto, ma ha esortato tutte le parti a lavorare insieme per continuare la transizione democratica.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/coronavirus-pandemic-health-elections-voting-myanmar-986be24c558b54c6ebdb20aa272657ca

7 dicembre, Cambogia – Il leader cambogiano Hun Sen afferma che la giunta birmana ha il diritto di partecipare alle riunioni dell’ASEAN

Il primo ministro cambogiano Hun Sen ha dichiarato che prevede di visitare il Myanmar per un incontro con i suoi governanti militari, aggiungendo che i funzionari della giunta dovrebbero essere invitati alle riunioni dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN).

La posizione del Myanmar come membro dell’ASEAN è stata messa sotto i riflettori dal colpo di stato del 1 febbraio, con il leader della giunta militare Min Aung Hlaing non invitato al vertice annuale dei leader dell’Associazione in ottobre. Ma Hun Sen ha suggerito che mentre la Cambogia sarà l’ospite del blocco regionale per il prossimo anno, tutti e dieci i membri saranno rappresentati. “È un membro della famiglia dell’ASEAN, devono avere il diritto di partecipare alle riunioni”, ha commentato infatti il primo ministro in occasione di una cerimonia. Riferendosi alla convenzione di lunga data dell’ASEAN di non interferenza negli affari interni degli stati membri, Hun Sen ha aggiunto: “Secondo l’atto costitutivo dell’ASEAN, nessuno ha il diritto di espellere un altro membro”.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/cambodian-leader-hun-sen-says-myanmar-junta-has-right-to-attend-asean-meetings

8 dicembre, Myanmar – I rifugiati Rohingya fanno causa a Facebook per 150 miliardi di dollari per le violenze in Myanmar

I rifugiati Rohingya del Myanmar hanno fatto causa a Meta Platforms Inc, precedentemente nota solo come Facebook, per 150 miliardi di dollari, accusando la società di non aver preso provvedimenti contro l’incitamento all’odio verso i Rohingya diffuso tramite i social media. Stando alla denuncia, presentata come azione collettiva da due studi legali in California, i fallimenti dell’azienda nel controllare i contenuti e il design della sua piattaforma hanno contribuito alla violenza nel mondo reale affrontata dalla comunità Rohingya.

Un portavoce di Meta ha detto in una dichiarazione: “Siamo sconvolti dai crimini commessi contro il popolo Rohingya in Myanmar. Abbiamo creato un apposito team parlante birmano, bandito il Tatmadaw (esercito del Myanmar), interrotto le reti che manipolano il dibattito pubblico e preso azioni sulla disinformazione dannosa per aiutare a mantenere le persone al sicuro. Abbiamo anche investito in tecnologia in lingua birmana per ridurre la predominanza della violazione dei contenuti”.La società aveva anche precedentemente affermato di essere “troppo lenta per prevenire la disinformazione e l’odio” in Myanmar.

Nel 2018, gli investigatori dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno affermato che l’uso di Facebook ha svolto un ruolo chiave nella diffusione dell’incitamento all’odio che ha alimentato la violenza. Un’indagine di Reuters di quell’anno, citata nella denuncia degli Stati Uniti, ha trovato più di mille esempi di post, commenti e immagini che attaccano i Rohingya e altri musulmani su Facebook. Quasi tutti erano nella principale lingua locale, il birmano. I post sono stati tollerati nonostante le regole di Facebook che proibiscono specificamente di attaccare i gruppi etnici con “discorsi violenti o disumanizzanti” o di paragonarli agli animali.

La nuova azione legale collettiva fa riferimento alle affermazioni dell’informatore di Facebook Frances Haugen, che quest’anno ha fatto trapelare documenti interni secondo cui la società non controlla i contenuti offensivi nei paesi in cui è probabile che tali contenuti causino i maggiori danni. La denuncia cita anche recenti resoconti dei media, incluso un rapporto di Reuters del mese scorso, stando ai quali l’esercito del Myanmar stava usando falsi account sui social media per impegnarsi in quello che è ampiamente definito nell’esercito come “combattimento dell’informazione”

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/rohingya-refugees-sue-facebook-150-billion-over-myanmar-violence-2021-12-07/

9 dicembre, Cambogia – Gli Stati Uniti impongono l’embargo sulle armi alla Cambogia, citando l’influenza cinese tra le motivazioni

Gli Stati Uniti hanno ordinato un embargo sulle armi alla Cambogia, adducendo come motivazione l’intensificarsi dell’influenza militare cinese e la corruzione e le violazioni dei diritti umani da parte del governo e delle forze armate del paese. Gli ultimi sviluppi della situazione in Cambogia sarebbero infatti “contrari alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e ai loro interessi in politica estera” e l’obiettivo dell’embargo sarebbe garantire che beni relativi alla difesa militare non vengano messi a disposizione dei militari e dell’intelligence cambogiana senza un preventivo esame da parte del governo degli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti avevano interrotto l’assistenza militare alla Cambogia in seguito al colpo di stato del 1997 con il quale l’odierno leader del paese, Hun Sen, aveva ottenuto il pieno potere dopo aver estromesso il suo co-premier, il principe Norodom Ranariddh. Da quando i legami militari diretti tra i due paesi sono stati ripristinati nel 2006, gli Stati Uniti hanno promesso milioni in aiuti militari alla Cambogia, inizialmente per contribuire a migliorare la sicurezza delle frontiere e le operazioni di mantenimento della pace.

La Cina rimane tuttavia il più grande investitore in Cambogia e il partner politico più vicino al governo di Hun Sen. Il sostegno di Pechino consente alla Cambogia di ignorare le preoccupazioni occidentali per i suoi scarsi risultati in materia di diritti umani e politici e, a sua volta, la Cambogia generalmente sostiene le posizioni geopolitiche di Pechino su questioni come le sue rivendicazioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale. In particolare, la costruzione di nuove strutture militari cinesi presso la base navale di Ream, in Cambogia, è fonte di preoccupazione per Washington.

Negli ultimi anni, il governo di Hun Sen ha represso l’opposizione politica, chiuso i media e costretto all’esilio centinaia di politici cambogiani, attivisti per i diritti umani e giornalisti.
I gruppi per i diritti umani affermano che il governo si è impegnato in arresti arbitrari e altri abusi e ha cercato di rappresentare il dissenso pacifico espresso dalla popolazione in merito a corruzione, diritti terrieri e altre questioni come tentativi di rovesciare il governo.

La corruzione è un’altra delle principali preoccupazioni. Le ultime restrizioni sono arrivate infatti dopo che lo scorso 10 novembre il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti aveva sanzionato due alti ufficiali militari cambogiani proprio per corruzione, in quanto i due avevano cospirato con altri funzionari per gonfiare i costi di un progetto di costruzione presso la base di Ream e pianificato di usare i fondi così ottenuti a proprio vantaggio. Washington ha protestato per il lavoro svolto a Ream, che secondo i funzionari ha comportato la demolizione di due edifici finanziati dagli Stati Uniti senza che questi ultimi fossero avvertiti. Il Dipartimento del Tesoro, il Dipartimento di Stato e il Dipartimento del Commercio degli USA avevano poi emesso un avviso per le aziende americane chiedendo di “fare attenzione alle associazioni con entità coinvolte in pratiche commerciali corrotte, attività criminali e violazioni dei diritti umani”. La Cambogia aveva dichiarato che le sanzioni avevano motivazioni politiche e che non le avrebbe discusse con Washington.

Fonte : AP News
Link : https://apnews.com/article/business-asia-southeast-asia-foreign-policy-george-w-bush-dcace984dcd5a50bf4e3acde33afde5a

10 dicembre, Myanmar – Manifestanti birmani effettuano uno “sciopero silenzioso” contro la giunta militare

Venerdì le strade di paesi e città in tutto il Myanmar sono rimaste deserte a causa di uno “sciopero silenzioso” tenuto per protestare contro il governo militare, pochi giorni dopo che il massacro di abitanti di un villaggio ha suscitato condanne internazionali. I rapporti sull’uccisione di 11 abitanti del villaggio, compresi bambini, nella regione di Sagaing sono stati descritti dagli Stati Uniti come “credibili e disgustosi”. Un portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha avvertito di una “allarmante escalation di gravi violazioni dei diritti umani in Myanmar”. I militari hanno radunato gli abitanti del villaggio, sparando loro e dando loro fuoco, secondo quanto riportato da media locali indipendenti. Un video e una fotografia che sembrano mostrare i cadaveri bruciati nel villaggio di Don Taw sono stati condivisi sui social media.

L’OHCHR ha chiesto una risposta internazionale “ferma e unica”. Ha anche fatto riferimento a un recente attacco militare a un piccolo gruppo di manifestanti pacifici e disarmati che si erano riuniti a Yangon la scorsa settimana. “Questi attacchi sono atroci, completamente inaccettabili e ignorano i valori comuni dell’umanità. Sono anche tutt’altro che isolati”, ha affermato Rupert Colville, portavoce dell’OHCHR.

Tramite i media statali, i militari hanno risposto alle critiche internazionali accusando i funzionari delle Nazioni Unite e tutti gli altri di interferire negli affari interni del Myanmar e fare affidamento su “notizie distorte”. Hanno negato le notizie riportate sul massacro di Don Taw e hanno invece accusato i “media che distruggono la nazione” di aver pubblicato notizie false.

Lo “sciopero silenzioso” è stato osservato in molte aree del Myanmar, con tutte le attività chiuse tra le 10 e le 16 a testimoniare il disprezzo per la giunta. A Yangon, le strade normalmente congestionate erano deserte e le file di negozi e attività commerciali chiuse. Un attivista, Thet Swe Win, ha affermato sui social media che, in alcune città, i soldati avevano confiscato alcune attività commerciali che erano chiuse e che gli imprenditori erano stati costretti a presentarsi e ad essere arrestati.

Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2021/dec/10/myanmar-protesters-hold-silent-strike-against-military-junta

11 dicembre, Malesia – La Malesia accusa ATA, fornitore di Dyson, di violazioni del diritto del lavoro

La autorità malesi hanno accusato il fornitore dell’azienda Dyson, ATA IMS (ATAI.KL), di quattro violazioni del diritto del lavoro in merito agli alloggi per i lavoratori, nel corso di indagini iniziate in seguito ad alcune denunce per lavoro forzato.
L’accusa arriva dopo che il produttore britannico di elettrodomestici ha dichiarato il mese scorso di aver intenzione di recidere i rapporti con ATA e porre fine al suo contratto entro sei mesi, dopo una verifica indipendente delle pratiche lavorative dell’azienda e le accuse mosse da un informatore.
“Le denunce riguardavano principalmente accuse di condizioni di lavoro e di vita spaventose e di lavoratori stranieri costretti a fare straordinari eccessivi”, ha detto a Reuters il dipartimento del lavoro della Malesia in una risposta via e-mail. Il dipartimento, che ha ispezionato l’azienda a febbraio, maggio e luglio, ha aggiunto che le quattro accuse riguardavano in particolare violazioni degli standard minimi degli alloggi per i lavoratori.

Reuters ha precedentemente riportato che la forza lavoro di ATA, composta prevalentemente da immigranti, ha fatto straordinari in eccesso rispetto al limite legale mensile di 104 ore e ha inoltre lavorato la domenica. ATA, che produce parti per aspirapolveri e purificatori d’aria Dyson, ha affermato che tutti gli straordinari erano volontari e che i dipendenti venivano pagati il doppio per lavorare la domenica e il triplo nei giorni festivi. La società ha inoltre affermato di aver adottato misure per garantire che tali problemi non si ripetano, affermando di aver avviato una politica di zero straordinari la domenica che ha portato alle dimissioni di quasi 300 lavoratori nella prima settimana di dicembre.

La polizia sta anche indagando su ATA per affermazioni secondo cui un ex lavoratore è stato picchiato dagli agenti dopo essere stato portato in una stazione di polizia dove era stato interrogato per aver condiviso informazioni sulle condizioni di lavoro con alcuni attivisti. L’ATA ha respinto le accuse del lavoratore, Dhan Kumar Limbu, come prive di fondamento e “improbabili”.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/malaysia-probes-dyson-supplier-ata-over-labour-complaints-2021-12-11/

12 dicembre, ASEAN – Blinken si reca nel Sud-Est Asiatico per intensificare la cooperazione e respingere la Cina

L’amministrazione Biden cercherà di rafforzare la cooperazione economica e in materia di sicurezza con il Sud-Est Asiatico inviando il suo più alto diplomatico in visita nella regione la prossima settimana, mentre lavora per creare un fronte unito contro la Cina nell’Indo-Pacifico. Il Segretario di Stato Antony Blinken è atteso nella capitale indonesiana Jakarta lunedì 13 dicembre e visiterà anche la Malesia e la Thailandia nel corso del suo primo viaggio nella regione da quando il presidente Joe Biden è entrato in carica a gennaio. Il signor Blinken perseguirà l’obiettivo del presidente Biden di portare l’impegno con l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) a livelli “senza precedenti”, concentrandosi sul rafforzamento delle infrastrutture di sicurezza regionale di fronte alla “prepotenza” della Cina e discutendo la visione del presidente di un quadro economico Indo-Pacifico. L’amministrazione Biden considera il Sud-Est Asiatico vitale per i suoi sforzi per respingere il crescente potere della Cina, ma la mancanza di accordi formali per l’impegno economico ha limitato la sua capacità di esercitare influenza, mentre cresce solo quella di Pechino. Non è ancora stato precisato cosa comporterà esattamente il quadro economico previsto da Biden, ma si concentrerà sulla facilitazione del commercio, sull’economia digitale, sulla resilienza della catena di approvvigionamento, sulle infrastrutture, sull’energia pulita e sugli standard delle condizioni di lavoro.

Analisti e diplomatici hanno affermato che Blinken probabilmente cercherà di corteggiare i paesi facendo pendere sul piatto la prospettiva di poter ospitare aziende statunitensi intenzionate a trasferire altrove la loro produzione dalla Cina come parte degli sforzi per garantire catene di approvvigionamento sensibili e finanziamenti allo sviluppo. “Questa amministrazione ha l’onere della prova di fornire una strategia economica che dimostri ai nostri alleati e partner che siamo intenzionati a portare avanti un impegno economico a lungo termine nella regione”, ha affermato Matthew Goodman, esperto di economia regionale presso il Center for Strategic and International Studies di Washington.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/blinken-heads-to-south-east-asia-to-deepen-cooperation-on-china-pushback

 

(Featured image source: Flickr Wally Gobetz)