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Rassegna settimanale 31 gennaio-6 febbraio 2022: Sud-est asiatico

31 gennaio, Myanmar – Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada impongono nuove sanzioni al Myanmar un anno dopo il colpo di stato

Lunedì gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Canada hanno imposto sanzioni contro altri funzionari del Myanmar, una misura che arriva ad un anno da quando i militari hanno preso il potere e hanno fatto precipitare il paese nel caos.

L’azione congiunta delle tre nazioni, che avevano già imposto sanzioni al comandante in capo Min Aung Hlaing e ad altri membri della giunta, ha preso questa volta di mira dei funzionari giudiziari coinvolti nei procedimenti contro la deposta Aung San Suu Kyi e gli altri esponenti della sua Lega Nazionale per la Democrazia (LND). Washington ha inoltre sanzionato anche un consiglio direttivo responsabile dell’acquisto di armi all’estero per conto della giunta, un presunto trafficante di armi e una società che si ritiene fornisca sostegno finanziario al governo militare.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che l’azione coordinata delle tre nazioni mostra il sostegno della comunità internazionale al popolo del Myanmar e “permetterà di promuovere ulteriormente l’obbligo del regime di rispondere per il colpo di stato e le violenze perpetrate”, ricordando le quasi 1.500 persone che hanno perso la vita e le altre 10.000 attualmente detenute dai militari birmani.

Un team di investigatori delle Nazioni Unite sul Myanmar ha dichiarato lunedì che stava preparando una documentazione che potrebbe facilitare i procedimenti giudiziari contro i responsabili delle atrocità commesse nell’ultimo anno. “Coloro che stanno considerando di commettere crimini dovrebbero essere consapevoli che i crimini internazionali gravi non hanno prescrizione”, ha affermato in una nota Nicholas Koumjian, capo del meccanismo investigativo indipendente per il Myanmar con sede a Ginevra.

“Finché il regime continuerà a negare al popolo birmano la sua voce democratica, continueremo a imporre ulteriori costi ai militari e ai loro sostenitori”, ha affermato il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden in una dichiarazione in cui condanna i governanti militari del Myanmar.

Paul Donowitz, leader della campagna del gruppo Global Witness, ha affermato che le azioni di lunedì “hanno ricordato alla comunità imprenditoriale del Myanmar che ci sono conseguenze se facilitano gli acquisti di armi e gli interessi commerciali dei militari”.

Fonte: Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/us-issues-myanmar-related-sanctions-treasury-website-2022-01-31/

1 febbraio, Myanmar – Decine di arresti per reprimere le proteste in occasione dell’anniversario del golpe

Stando a quanto riferito dai media statali, le forze di sicurezza in Myanmar hanno arrestato dozzine di persone in una mossa preventiva per cercare di fermare lo sciopero nazionale organizzato in occasione del primo anniversario da quando i militari hanno preso il potere. Gli oppositori del governo militare nel paese hanno infatti indetto un “sciopero silenzioso” volto a svuotare le strade facendo sì che le persone rimangano a casa e le aziende chiudano i battenti dalle 10:00 alle 16:00.

Almeno 58 persone sono state arrestate dalla scorsa settimana dopo aver pubblicato avvisi su Facebook secondo cui i loro negozi e attività commerciali sarebbero stati chiusi martedì, secondo quanto riportato dal quotidiano statale Myanma Alinn Daily. I loro arresti hanno fatto seguito agli avvertimenti ufficiali secondo cui la partecipazione allo sciopero avrebbe potuto appunto comportare l’essere arrestati e processati, anche per i reati previsti dalla legge antiterrorismo e che prevedono la pena massima dell’ergastolo e l’eventuale confisca delle proprietà.

I due precedenti “scioperi silenziosi” dello scorso anno, uno a marzo e l’altro in occasione della Giornata dei diritti umani a dicembre, hanno goduto del sostegno popolare nonostante le intimidazioni da parte delle autorità, che in alcuni casi hanno consentito la riapertura dei negozi che vi hanno preso parte solo una settimana dopo.

Il capo del governo militare, il generale Min Aung Hlaing, lunedì ha espletato le formalità per ottenere una proroga di sei mesi dello stato di emergenza, consentendo così al Consiglio di Amministrazione dello Stato, l’organo che ha assunto il potere con il golpe dello scorso anno, di continuare a dirigere il paese. La proroga è stata concessa dal Consiglio nazionale di difesa e sicurezza, di cui fanno parte i più alti esponenti militari e collaboratori politici, ha riferito la televisione di stato MRTV. Il governo militare ha già dichiarato l’intenzione di mantenere lo stato di emergenza fino a quando non si terranno le nuove elezioni nell’agosto 2023. Nell’ambito del processo di richiesta della proroga, il Consiglio di Amministrazione dello Stato, che esercita poteri esecutivi, legislativi e alcuni giudiziali, ha presentato una relazione sull’operato degli ultimi 12 mesi per giustificare la proroga. Il Consiglio ha dichiarato di aver fatto del suo meglio per svolgere i suoi doveri, ma che le minacce di “terroristi” nazionali e stranieri persistono e che ha ancora molto lavoro da fare prima che si possano tenere le elezioni.

Fonte : AP News
Link : https://apnews.com/article/arrests-myanmar-aung-san-suu-kyi-7592ecbfb07fb426e3adeee5012e38a9

2 febbraio, Myanmar – Il governo ombra lascia cadere le obiezioni al caso di genocidio dei Rohingya presso la Corte Internazionale di Giustizia

Il governo ombra del Myanmar, istituito dopo il colpo di stato militare dello scorso anno, ha dichiarato di accettare la giurisdizione della Corte internazionale di giustizia (CIG) per ascoltare le accuse che vedono il paese colpevole di genocidio contro la minoranza Rohingya.

Prima che l’esercito prendesse il potere l’anno scorso, il governo del Myanmar guidato dall’ormai estromessa Aung San Suu Kyi aveva presentato delle obiezioni preliminari alla CIG sul caso presentato dal Gambia, con una mossa che potrebbe ritardare l’udienza.

Il governo di unità nazionale (GUN), un’amministrazione parallela che include legislatori deposti attualmente in esilio, ha dichiarato martedì di aver ritirato tutte le obiezioni preliminari al caso. Non è tuttavia ancora chiaro se ciò potrebbe influenzare il procedimento legale poiché il GUN ha affermato che attraverso una “idiosincrasia burocratica” la CIG è in contatto con i diplomatici birmani a Bruxelles che sono sotto il controllo della giunta. “Se la CIG riconoscesse i militari, incoraggerebbe la giunta a continuare e intensificare i suoi atroci crimini quotidiani”, ha affermato il GUN in una nota, esortando la Corte a trattare invece con il rappresentante permanente del Myanmar presso le Nazioni Unite, Kyaw Moe Tun.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/myanmar-shadow-government-drops-objections-icjs-rohingya-genocide-case-2022-02-02/

3 febbraio, Filippine – Le Filippine approvano una legge per combattere gli abusi anonimi sui social media

I legislatori filippini hanno approvato una legge che richiede agli utenti dei social media di registrare le loro identità legali e numeri di telefono durante la creazione di nuovi account, ha affermato un senatore, annunciando l’ambiziosa misura adottata per contrastare gli abusi online e la disinformazione.

Il disegno di legge rappresenta una rara spinta da parte di un legislatore per costringere gli utenti a rivelare dettagli che consentirebbero loro di essere rintracciati, in un paese noto per il trolling online, la disinformazione e l’uso di account social anonimi. “È il nostro piccolo contributo per combattere quell’anonimato che fornisce l’ambiente in cui i troll e altri attacchi dannosi prosperano nell’era dei social media”, ha affermato il senatore Franklin Drilon, uno degli autori del disegno di legge che è stato approvato da camera bassa e senato, ma che richiede ancora l’approvazione presidenziale.”Questa nuova disposizione impedirà a chiunque di creare account anonimi online in modo da poter attaccare chiunque all’infinito e con cattiveria”.

Twitter e Facebook hanno subito pressioni nelle Filippine per combattere le fake news e gli account non autentici, in particolare quelli legati alla politica. Ciò avviene in vista delle elezioni generali di maggio che vedono proprio i social media destinati ad essere una campo di battaglia chiave nella campagna elettorale. Si ritiene infatti che sia stata una campagna sui social media ben organizzata ad aver catapultato Rodrigo Duterte alla presidenza nel 2016, e i suoi critici affermano che i suoi sostenitori si sono assicurati che rimanesse al potere attraverso l’uso di troll, influencer e disinformazione per screditare e minacciare gli oppositori.

Il disegno di legge, chiamato “Subscriber Identity Module (Sim) Card Registration Act”, richiede anche che tutti i proprietari di sim di cellulari debbano essere registrati presso un operatore.
Le tre società di telecomunicazioni del paese hanno accolto favorevolmente il disegno, affermando che aiuterà anche a prevenire crimini come truffe e tentativi di phishing.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-passes-law-to-tackle-anonymous-social-media-abuse

4 febbraio, Indonesia – L’Indonesia istituisce delle zone rosse in seguito alla morte di bestiame per antrace e alla segnalazione di casi di infezione anche tra esseri umani

Le autorità indonesiane hanno dichiarato due villaggi sull’isola di Giava zone rosse e vietato il movimento di bestiame dall’area dopo la morte di diversi animali da fattoria a causa dell’antrace.
Finora sette bovini e una capra sono risultati positivi all’antrace tra i 15 animali morti negli ultimi giorni, ha affermato Kelik Yuniantoro dell’ufficio agricolo nella regione di Gunung Kidul, a Giava centrale, aggiungendo che le autorità erano in attesa di ulteriori risultati dei test e che ci sono 23 persone che presentano infezioni alla pelle probabilmente dovute alla manipolazione o al consumo di animali infetti.

“Le aree da cui provenivano gli animali morti sono ora zone rosse. Tutto il bestiame di quelle regioni non è autorizzato ad allontanarsi per ora”, ha detto Kelik a Reuters, aggiungendo che le autorità hanno disinfettato le fattorie e al bestiame sono stati somministrati antibiotici e vitamine.
“Anche i mercati degli animali sono stati disinfettati e le ispezioni veterinarie saranno più severe”, ha affermato Kelik, aggiungendo che le autorità controlleranno la situazione sanitaria della comunità per quattro mesi.

Secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’antrace è il batterio Beacillus anthracis che si trova naturalmente nel suolo e colpisce comunemente gli animali che respirano o ingeriscono le spore presenti nel suolo, nelle piante o nell’acqua contaminati. L’antrace non è contagioso e gli esseri umani possono esserne infettati solo ingerendo i batteri. Può essere prevenuto negli animali attraverso la vaccinazione regolare e può causare gravi malattie sia nell’uomo che negli animali. Se non trattata può rivelarsi fatale.

Fonte: South China Morning Post
Link: https://www.scmp.com/news/asia/southeast-asia/article/3165871/indonesia-declares-anthrax-red-zones-after-cattle-deaths

5 febbraio, ASEAN – L’ASEAN mantiene la posizione intransigente nei confronti del Myanmar, nonostante la linea morbida adottata dalla Cambogia

Nel dibattito interno al blocco dell’AEAN inerente alla posizione da mantenere nei confronti del governo militare del Myanmar, sembra prevalere al momento l’idea che un comportamento intransigente potrebbe costringere il Generale Ming Aung Hlaing a rispettare il piano di pace stabilito con l’Associazione e risolvere la situazione di crisi che il paese sta attraversando.

Questa settimana la Cambogia, attuale presidente dell’ASEAN, ha annunciato che alla giunta birmana continuerà ad essere vietata la partecipazione agli incontri organizzati dall’Associazione e tale dichiarazione, secondo gli osservatori internazionali, indicherebbe che paesi come l’Indonesia, la Malesia e Singapore rimangono ancora fermi nelle loro posizioni sulla questione. Malesia, Indonesia e Singapore, influenti membri fondatori dell’Associazione, sono stati i più espliciti negli ultimi mesi nel ribadire la necessità di adottare un approccio più duro verso il Myanmar, ma il cambogiano Hun Sen ha provocato la costernazione di questi paesi quando, con le sue visite, ha mostrato invece una volontà di impegnarsi con il governo militare. Ciò ha suscitato una risposta forte, con il ministro degli Esteri della Malesia Saifuddin Abdullah che ha sottolineato che il paese che detiene la presidenza dell’ASEAN dovrebbe “consultare gli altri ogni volta che intende fare qualcosa di significativo”.

Successivamente, la Cambogia è stata costretta a posticipare a tempo indeterminato la riunione dei ministri degli Esteri prevista per il 18 e 19 gennaio dopo che diversi governi hanno dichiarato che non avrebbero partecipato, a causa di precedenti impegni presi. Fonti diplomatiche in seguito hanno confermato che il rinvio era una misura per “salvare la faccia”, poiché diversi ministri avevano lasciato intendere che non avrebbero partecipato come forma di boicottaggio all’apertura mostrata da Hun Sen verso il Myanmar.

Il dietrofront di Hun Sen si è consolidato giovedì con l’annuncio da parte del suo ministero degli Esteri che il più alto diplomatico della giunta birmana, Wunna Maung Lwin, non sarebbe stato invitato al rinviato meeting, che ora dovrebbe tenersi dal 16 al 17 febbraio, ma che alla giunta sarebbe stato concesso di inviare un “rappresentate apolitico”

La decisione della Cambogia è stata accolta favorevolmente dai sostenitori del Governo di Unità Nazionale (GUN) che sta sfidando la legittimità della giunta, ma alcuni osservatori dell’ASEAN rimangono scettici sul fatto che l’approccio intransigente possa funzionare. Il mancato coinvolgimento del Consiglio dell’Amministrazione dello Stato, come si definisce la giunta stessa, potrebbe infatti portare al contrario ad un’ulteriore marginalizzazione dell’ASEAN, in quanto, se si vuole giocare il benché minimo ruolo nel processo di normalizzazione del paese, è necessario avere a che fare con la giunta e non metterla semplicemente da parte. A ciò si aggiungerebbe anche il fatto che l’Associazione potrebbe finire ulteriormente nel mirino del governo birmano per non aver rispettato il cosiddetto principio di “non interferenza” del gruppo e il Myanmar potrebbe di conseguenza arrivare anche a saldare amicizie con vicini regionali più forti e autoritari quali Cina e Russia.

Oltre alla spaccatura nell’ASEAN, gli osservatori internazionali terranno d’occhio anche le prossime mosse dell’inviata speciale delle Nazioni Unite Noeleen Heyzer. La cittadina di Singapore questa settimana ha infatti suscitato polemiche quando è sembrato volesse suggerire, durante un’intervista con l’emittente regionale CNA, che coloro che si oppongono al governo della giunta dovrebbero prendere in considerazione un accordo di condivisione del potere con i militari. In risposta, circa 250 gruppi della società civile hanno rilasciato una dichiarazione congiunta affermando che una tale posizione potrebbe “costituire un pericoloso precedente”, che legittimerebbe “coloro che prendono il controllo con mezzi brutali – massacrando, uccidendo, stuprando, arrestando, torturando, bruciando villaggi e persone, prendendo di mira i civili con attacchi aerei e bombardamenti”. In una successiva intervista con il portale Democratic Voice of Burma, Heyzer ha affermato che le sue osservazioni erano state estrapolate dal contesto e che ha preso sul serio le riserve espresse dai gruppi della società civile.

Matthew Smith, amministratore delegato del gruppo Fortify Rights, ha attribuito la rabbiosa reazione in parte al ricordo persistente tra le generazioni più anziane del popolo del Myanmar che “hanno visto esperti stranieri, anno dopo anno, tentare di entrare nelle grazie dei militari”. “[Gli esperti] falliscono regolarmente, se ne vanno e poi qualcun altro li sostituisce, postulando lo stesso falso pragmatismo come via da seguire. Le persone sono stanche. Ne hanno abbastanza”, ha affermato.

Fonte: South China Morning Post
Link: https://www.scmp.com/week-asia/politics/article/3165880/asean-maintains-hardline-myanmar-stance-force-junta-peace-plan

6 febbraio, Filipppine – Nelle Filippine la stagione della campagna elettorale si apre con Marcos Jr. in testa ai sondaggi

Le Filippine vedranno martedì 8 febbraio l’inizio ufficiale della campagna elettorale per le presidenziali, con il figlio e omonimo dell’ex dittatore Ferdinand Marcos a guidarne la corsa.

Più di 35 anni dopo che le Filippine sono uscite dalla dittatura del padre, i sondaggi hanno mostrato che Ferdinand Marcos Jr parrebbe destinato ad una vittoria schiacciante, mentre una massiccia campagna sui social media ne aumenta i sostenitori e, secondo i critici, mette al tempo stesso in ombra la storia della sua famiglia. Supportato dalla formidabile alleanza con la candidata alla vicepresidenza Sara Duterte, figlia dell’attuale presidente, Marcos Jr, una delle figure più polarizzanti delle Filippine, ha promesso di “unificare il Paese e dare ai compatrioti il futuro che meritano”.

Gli sforzi per squalificare Marcos Jr per una condanna fiscale vecchia di decenni hanno scatenato un battibecco pubblico tra i funzionari elettorali, mentre le accuse di uso di cocaina e corruzione tra i candidati alla presidenza hanno alimentato un’atmosfera politica di caos e meschinità. Come al solito, sarà la personalità dei candidati ad avere il maggior peso per i circa 65 milioni di elettori chiamati a scegliere chi sostenere.”Questa sarà una campagna dominata da personalità e dinastie politiche, piuttosto che una competizione su politiche o ideologie economiche”, ha affermato Peter Mumford, analista di Eurasia Group.

I sondaggi mostrano che il signor Marcos Jr, popolarmente noto come “Bongbong”, ha un enorme vantaggio rispetto al ventaglio di cinque candidati credibili alla presidenza, ma alcuni analisti sono ancora cauti nel definire chi sarà il vincitore. Il vicepresidente Leni Robredo, candidato dell’opposizione e nemesi sia di Marcos Jr che di Duterte, si pone, distante, al secondo posto, davanti al celebre sindaco Francisco Domagoso, al campione di boxe in pensione Manny Pacquiao e all’ex capo della polizia Panfilo Lacson. “Niente è scolpito nella pietra, è una corsa molto fluida”, ha detto l’analista politico Richard Heydarian in un briefing.

La vittoria di Marcos Jr segnerebbe l’ultimo ritorno in politica per la sua controversa famiglia, che fu mandata in esilio negli Stati Uniti dopo l’umiliante caduta del patriarca nel 1986. Il dittatore si era reso colpevole delle diffuse violazioni dei diritti umani portate avanti per mantenere il controllo del paese e consentirne il massiccio saccheggio, con migliaia di persone uccise o torturate, come affermato dai precedenti governi filippini. Il signor Marcos Jr ha cercato di difendere il governo di suo padre citando ad esempio la crescita economica, ma le domande sul passato della sua famiglia e sulla sua presunta ricchezza illecita sono diventate fonte di irritazione. Di recente ha ignorato un invito a parlare con una rispettata giornalista televisiva, definendola di parte, e ha detto ad un altro che non sarebbe più “tornato su questioni di 35 anni fa”.

La signora Robredo, che ha sconfitto per un soffio il signor Marcos Jr nella corsa alla vicepresidenza del 2016, ha presentato la sua candidatura in seguito alle pressioni dei sostenitori e dei gruppi di opposizione. Mentre la sua campagna di volontariato ha colpito le corde dei progressisti, la sua personalità mite sta minando il fascino che potrebbe esercitare in un paese profondamente maschilista, in quanto, come affermato dal professore di scienze politiche dell’Università delle Filippine Jean Franco, i filippini vogliono “un leader che sia risoluto ed energico”.

Fonte: The Straits Times
Link:https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-set-to-kick-off-raucous-election-campaign-season

 

 

(Featured image source: Flickr Bonbong Marcos)