Rassegna settimanale 2 – 8 novembre: Africa Subsahariana
02 Novembre – Repubblica Centrafricana: Continuano le violenze
Il Presidente della Repubblica Centro Africana Catherine Samba-Panza, ha dichiarato che le Nazioni Unite hanno fin’ora fallito nell’obiettivo di far diminuire il ciclo di violenze nella capitale, che ha visto la morte di almeno 90 persone soo dalla fine di settembre. “Non c‘è disarmo in Africa centrale – afferma il Presidente – ecco perché la guerra continua ancora. Se avessimo il disarmo, questa guerra non potrebbe andare avanti. Gli Arabi ottengono armi, vanno in giro, uccidono e la radio non dice nulla”.
Centinaia di persone hanno lasciato le loro abitazioni a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, dopo un attacco nel quartiere a maggioranza musulmana Pk5, che ha mietuto almeno una dozzina di vittime, tra morti e feriti. Uomini armati hanno tagliato la gola a diverse persone, così come riferito da fonti militari, dando fuoco ad oltre 100 case. Gli scontri sono iniziati qualche giorno fa nel quartiere, sotto assedio da parte delle milizie cristiane.
Fonte: Reuters
Link: http://www.reuters.com/article/2015/11/02/us-centralafrica-violence-president-idUSKCN0SR24K20151102
04 Novembre – Sud Sudan: Precipita un aereo a Giuba
Sarebbero almeno 36, secondo i testimoni, le vittime dell’aereo cargo di fabbricazione russa che è precipitato a Giuba, nella capitale del Sudan del Sud, poco dopo il decollo. L’aereo, un Antonov 12 di una compagnia di trasporti locale, aveva una ventina di persone a bordo, tra equipaggio e passeggeri. Ci sarebbero tre superstiti. Nello schianto del velivolo, stando alle prime ricostruzioni, sarebbero state uccise anche persone che si trovavano a terra.
Fonte: The Guardian
Link: http://www.theguardian.com/world/2015/nov/04/south-sudan-cargo-plane-crashes
05 Novembre – Nigeria: Ostacoli per la commemorazione degli Ogoni Nine
La scultura creata come memorial all’attivista ed ecologista nigeriano Ken Saro-Wiwa e agli altri 8 attivisti uccisi 20 anni fa, non è stata fatta entrare in Nigeria, dove era stata spedita per commemorare il 20esimo anniversario della morte dell’esecuzione degli attivisti per mano del governo militare. I cosiddetti Ogoni Nine (Ken Saro-Wiwa e gli altri otto attivisti) furono imprigionati senza giusta causa per mesi, torturati e privati del diritto di avere accesso a legali, medici e familiari.
Ken Saro Wiwa aveva usato la sua visibilità di scrittore e di produttore televisivo per sottolineare i doppi standard della Shell e del governo militare: da un lato racimolando profitti per gli azionisti e per i militari, dall’altro devastando la Nigeria. Grazie a lui nel 1993 ci fu la più grande protesta nazionale contro le trivelle, in cui 300,000 persone marciarono pacificamente contro le multinazionali in Nigeria. I tre quinti dell’intera popolazione Ogoni scesero in piazza.lla fine furono processati sommariamente da una corte militare ed uccisi.
Fonte: The Guardian
07 Novembre – Sierra Leone: Il Paese è finalmente libero dall’Ebola
Dopo 42 giorni senza nuovi casi di contagio, l’Organizzazione Mondiale della Salute ha dichiarato che il paese è ufficialomente libero dal virus dell’Ebola. La Sierra Leone ha registrato oltre 4.000 morti sugli 11.000 totali nel corso dell’epidemia che dal dicembre del 2013 ha devastato tre paesi in particolare – Guinea e Liberia, oltre alla Sierra Leone. L’epidemia è ufficialmente battuta, ma la recessione che ne è derivata è ancora in corso.
Fonte: Al Jazeera
08 Novembre – Burundi: Continuano le violenze e le esecuzioni a cielo aperto
Dopo l’uccisione di 9 persone in un bar della capitale del Burundi, Bujumbura, le forze dell’ordine del Paese stanno conducendo un’operazione per disarmare i quartieri controllati dall’opposizione. Paul Kagame, Presidente del vicino Ruanda, ha evocato il genocidio del 1994 e accusato le forze armate del Burundi di massacrare il loro stesso popolo.
“Abbiamo adottato una nuova tecnica per facilitare il processo di disarmo dei civili. Cerchiamo in questo modo di entrare in possesso di tutte le armi detenute illegalmente dai civili nelle loro abitazioni” spiega il Generale Alain Guillaume Bunyoni, Ministro della Sicurezza del Burundi. L’esecuzione avvenuta nel bar della capitale, con 9 persone rimaste uccise, è soltanto l’ultimo episodio di un’escalation di violenze innescata con la rielezione del Presidente del Burundi Pierre Nkurunziza per un terzo mandato a fine luglio. Il Capo dello Stato accusa inoltre il vicino Ruanda di dare appoggio all’opposizione. Oggi su richiesta della Francia il Consiglio di Sciurezza delle Nazioni Unite si riunisce per discutere la crisi nel Paese.
Fonte: BBC News