Rassegna settimanale 26 luglio - 1 agosto: Sud Est Asiatico

Rassegna settimanale 26 luglio – 1 agosto: Sud Est Asiatico

28 luglio – Thailandia: ancora bombe

La polizia ha dichiarato che una bambina di 12 anni ed alter 7 persone sono state uccise da una bomba, durante un attacco nel sud del Paese. L’attacco di domenica notte è arrivato proprio alla fine del mese sacro del Ramadan, durante il quale numerosi sono stati gli attacchi registrati. Più di 5000 persone sono state uccise nelle province meridionali a prevalenza musulmana, dopo l’insurrezione islamica del 2004. Gli attacchi colpiscono poliziotti, soldati e civili.

Fonte: Asian Corrrespondent
Link: http://asiancorrespondent.com/125184/roadside-bomb-kills-girl-wounds-others-in-southern-thailand/

Birmania: a rischio i diritti umani dei cittadini

Dopo una visita durata 10 gionri, l’inviata delle Nazioni Unite, Ms. Yanghee Lee, ha richiesto al governo un’azione urgente al fine di ripristinare la giusta libertà di stampa e di espressione. L’inchiesta era stata avviata dopo le denunce delle brutalità perpetrate dalle autorità e i richiami ad un’azione internazionale decisiva che prevenga il ripetersi dei massacri che segnarono i sollevamenti del 1988. Yanghee Lee ha fatto appello al Governo affinché renda conto di coloro che sono stati uccisi, colpiti e arrestati durante le proteste antigovernative cominciate lo scorso mese: “Le autorità burmesi non possono aspettarsi che l’isolamento che si sono imposti le esenti dal rispondere delle proprie azioni di fronte alla comunità internazionale. Dal momento che i civili in rivolta si sono rifugiati nella clandestinità, la nostra preoccupazione principale è ora rivolta alla sicurezza dei monaci, presumibilmente confinati nei loro monasteri – se non peggio – e delle centinaia di persone arrestate, ferite e deportate dalle strade verso destinazioni sconosciute”.
Ha inoltre bollato le recenti chiusure dei media e dell’accesso a internet come “un ulteriore intollerabile strumento di oppressione nelle mani delle autorità”, invitando il Consiglio a “non lasciare che prevalga l’impunità nei casi flagranti di violazione dei diritti umani”.

Ricordiamo che il 10 luglio il tribunale del distretto di Pakokku, nella regione di Magwe, ha condannato quattro redattori del quotidiano Unity, e il loro direttore, a 10 anni di lavori forzati per effetto della legge sulla violazione del segreto di stato (Official Secrets Acts). Lu Maw Naing, Yarzar Oo, Paing Thet Kyaw, Sithu Soe e Tint San erano stati arrestati tra il 31 gennaio e il 1 febbraio 2014 dopo che il giornale aveva pubblicato un articolo su una presunta fabbrica di armi chimiche nella regione. Secondo gli organi di stampa governativi i cinque erano accusati di aver violato il segreto di stato, in base all’articolo 3 dell’Official Secrets Act, per essersi introdotti in un’area protetta e per aver fatto delle fotografie.

Fonte: ohchr – Office of the High Commissioner of Human Rights
Link:http://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=14910&LangID=E

Filippine: aumentano le vittime di Abu Sayyaf

Ufficiali militari hanno dichiarato che i soldati di Abu Sayyaf hanno ucciso almeno 16 persone, fra cui donne e bambini, durante un attacco su strada. I civili viaggiavano su due van per andare a far visita ai loro parenti dopo la fine del Ramadan. Questo attacco è stato uno dei più sanguinosi degli ultimi anni.

Fonte: Asian Correspondent
Link: http://asiancorrespondent.com/125186/extremists-kill-at-least-16-villagers-southern-philippines/

29 luglio – Indonesia: il Dolly’s district

Continuano le occupazioni da parte della polizia del distretto di Dolly, uno dei più famosi quartieri a luci rosse del sud est asiatico. A resistere sono state centinaia di prostitute, aggredite con gas, lacrimogeni o minacciate di finire in carcere. Alla fine degli scontri, 10 sono state le persone arrestate, incluso il leader del Local Workers Front (FPL) – Ari Saputro, conosciuto anche come ‘Pokemon’, il quale ha combattuto con la comunità di Dolly affinchè non si procedesse alla chiusura dell’area.

A giugno, più di mille prostitute, con il volto coperto per non farsi riconoscere, avevano manifestato in Indonesia per protestare contro la chiusura del distretto Dolly. Il quartiere, che si trova a Surabaya, seconda città dell’ Indonesia, Paese musulmano più popoloso del mondo, è un tempio della prostituzione da decine di anni, per lo più abbandonato a se stesso dalle autorità. Ma il nuovo sindaco della città ha deciso di lanciare una crociata e ha giurato che entro il 18 giugno chiuderà “Dolly” il cui nome deriva da quello di una tenutaria di bordello dell’epoca in cui l’Indonesia era una colonia olandese.

Numerose prostitute lamentano che senza più “Dolly”, dalle cui vetrine offrono i loro favori come nell’ormai storico quartiere a luci rosse di Amsterdam, non hanno di che sostentare loro e le loro famiglie. Per questo in 1.200 sono sfilate per le vie del quartiere gridando “no alla chiusura di Dolly”: hanno anche scritto una lettera di protesta al presidente Susilo Bambang Yudhoyono e alla commissione nazionale per i diritti umani.

Fonte: Asian Correspondent
Link: http://asiancorrespondent.com/125228/sex-workers-battle-authorities-in-indonesias-dolly-red-light-district/

30 luglio – Cambogia: secondo processo contro ex leader dei Khmer Rossi

Tutto pronto in Cambogia per il secondo processo criminale contro Khieu Samphan e Nuon Chea, ultimi due leader del regime degli khmer rossi ancora in vita. Il Tribunale speciale delle Nazioni Unite li ha messi alla sbarra per genocidio, riferendosi all’uccisione seriale di vietnamiti e musulmani di etnia chan durante il governo di Pol Pot. Entrambi sono già sotto accusa per crimini di guerra e crimini contro l’umanità: il verdetto per questo primo processo è atteso per il prossimo 7 agosto, e la pena più probabile è l’ergastolo per entrambi.

I procedimenti sono stati divisi per accelerare le procedure. I casi si riferiscono al dominio degli khmer rossi, dal 1975 al 1979, ma moltissimi alti leader di quel governo sono morti o sono in condizioni di salute tali che è impossibile processarli. Il Tribunale speciale spera di chiudere i processi in tempo per poter vedere gli imputati iniziare la propria condanna. Al tempo del governo comunista, Samphan era capo di Stato mentre Nuon Chea era il vice di Pol Pot.

Fonte: BBC News
Link: http://www.bbc.com/news/world-asia-28558098

Thailandia: alta velocità e Cina

Il Governo della Giunta militare thailandese ha approvato i piani per la costruzione della rete ad alta velocità del Paese che prevedono un esborso di 23 miliardi di euro, quando inizieranno i primi lavori, fino al 2022 quando dovrebbero essere terminati. Le modalita’ di finanziamento non sono ancora definite ma la Giunta ha dichiarato che saranno pronte tra un mese. In realta’ la prima fase prevede una velocità di percorrenza abbastanza contenuta (160 km) che potrà essere successivamente elevata.

Il progetto, che era già stato messo a punto dall’ex Governo di Yingluck Shinawatra, prevede una tratta principale di 737 km che collegherà la località di Nong Khai, ai confini con il Laos e in prossimita’ di Vientiane (la capitale laotiana), con Map Ta Phut lungo la costa a sud di Bangkok. L’opera fa parte del progetto regionale di collegamento ad alta velocità (3mila km) tra la Cina (Kungmin) e Singapore attraverso Vietnam, Laos, Thailandia e Malaysia. E’ prevista anche una diramazione di 655 km a nord di Bangkok, in direzione di Chaing Khong, sempre in prossimita’ dei confini con il Laos e della provincia cinese dello Yunnan. In sostanza creeranno un nuovo asse di collegamento delle zone industriali intorno a Bangkok e del porto marittimo di Laem Chabang con le regioni centrali e settentrionali del Paese e con Laos, Vietnam e Cina.

Fonte: Tha Guardian
Link: http://www.theguardian.com/world/2014/aug/01/thailand-junta-approve-china-rail-link-23bn

31 luglio – Thailandia: quali poteri al governo

Il consolidamento del potere da parte delle élites thailandesi dietro al colpo di stato del maggio scorso ha fatto segnare una tappa importante qualche giorno fa, quando la giunta militare ha nominato i membri della nuova Assemblea Legislativa. Confermato dall’anziano monarca, Bhumibol Adulyadej, il Parlamento non eletto è composto da 200 deputati, di cui più della metà ufficiali militari e di polizia tuttora in servizio o in pensione.

Tra gli altri componenti dell’assemblea scelti dal regime militare guidato dal generale Prayuth Chan-ocha figurano alti dirigenti del business thailandese, accademici e alcuni ex membri del precedente Senato – anch’esso in parte non elettivo – tutti rigorosamente oppositori del deposto governo del partito Pheu Thai dell’ex premier Yingluck Shinawatra.

Quali poteri invece spetteranno a Prayuth? Appare quasi certo che rimarrà capo del NCPO, il National Council for Peace and Order, la carica politica più importante del Paese. Sembra inoltre che le probabilità che diventi Primo Ministro siano alte, oltre al potere illimitato legittimato dalla Costituzione attraverso al giunta militare.

Fonte: Asian Correspondent
Link: http://asiancorrespondent.com/124936/how-much-power-will-prayuth-and-the-military-have-in-the-new-government/

01 agosto – Cambogia: Pung Chhiv Kek nono membro del NEC

Una nota attivista per i diritti umani è stata eletta nel Cambodia’s National Election Committee (NEC). L’impatto di questa notizia potrebbe rivelarsi dirompente. Il nuovo governo cambogiano, dopo un anno di ostilità, fallite negoziazioni e violenze a seguito delle elezioni del 2013, ha selezionato Pung Chhiv Kek come nono membro del NEC.
In un contesto differente da quello cambogiano, questa nomina non avrebbe costituito un fatto straordinario. Ma in Cambogia, afferma il professore Simon Springer, esperto della Cambogia presso la University of Victoria in Canada, questo atto risulta essere l’evento migliore che sia successo nel Paese dopo la fine del regime dei Khmer Rossi. Questo perché sarà presente per la rima volta un membro imparziale nel NEC.

Fonte: Asian Correspondent
Link: http://asiancorrespondent.com/125358/kek-nec-appointment-the-best-thing-for-cambodia-politics-since-fall-of-khmer-rouge/

Filippine: indietro i 13000 migranti filippini

Il segretario degli Esteri delle Filippine, Albert del Rosario, è volato in Tunisia per supervisionare l’evacuazione di 13mila connazionali dalla Libia, dopo che un operaio è stato decapitato e un’infermiera ha subito uno stupro di gruppo. La maggior parte dei migranti filippini in Libia si trovano a Bengasi, Misurata e Tripoli.

Da settimane il Paese nordafricano è tornato a essere teatro di scontri e violenze tra islamisti ed esercito. Nonostante sia in genere ben accolta, la comunità filippina è stata colpita dagli estremisti islamici, anche per via della fede cattolica, praticata dalla maggioranza di essa. Manila ha ordinato l’uscita obbligatoria dal Paese il 20 luglio scorso, poco dopo la decapitazione di un operaio di 50 anni perché “non musulmano”. Il 30 luglio scorso una infermiera è stata rapita da un gruppo di giovani dalla sua casa a Tripoli, per poi essere violentata da almeno sei uomini.

Fonte: Asian Correspondent
Link: http://asiancorrespondent.com/125357/top-diplomat-to-oversee-evacuation-of-filipino-workers-from-libya/

Indonesia : violenza nella provincia di Molucche

La violenza settaria che ha sconvolto ieri Ambon, capitale della provincia indonesiana delle Molucche, ha provocato 4 morti e il rogo di almeno 20 case, che per fortuna erano state evacuate prima del rogo. Non è ancora chiaro il motivo alla base dello scontro che ha frapposto due gruppi di residenti locali, ma il governo è stato costretto a inviare nell’area 300 militari in tenuta anti-sommossa per cercare di minimizzare i danni.
I due gruppi si sono scontrati nel villaggio di Seith, sulla linea costiera del sotto-distretto di Leihitu: con pietre e armi da taglio si sono picchiati a sangue, per poi attaccare con il fuoco le abitazioni dei rivali. Il giorno prima, una violenza simile ha colpito il villaggio di Way Galih, ma senza provocare vittime.
Il timore delle autorità è che dietro queste violenze ci sia un ritorno di fiamma dell’antico scontro fra gli islamisti dell’area e la comunità cristiana protestante, che per anni si sono affrontate con ogni mezzo, lasciando sul campo migliaia di morti da entrambi i lati e chiese e moschee distrutte. Per risolvere la situazione, le autorità politiche riuscirono nel 2002 a convincere le parti a firmare un accordo di pace che fino a oggi sembra aver tenuto bene.

Fonte: Asia News
Link: http://www.asianews.it/news-en/Moluccas,-fresh-fears-of-Muslim-Christian-clashes:-4-dead,-dozens-of-homes-ablaze-31781.html