Rassegna mensile settembre 2023: Africa Subsahariana

Rassegna mensile settembre 2023: Africa Subsahariana

4 settembre 2023, AFRICA – Al summit sul clima, vengono promessi centinaia di milioni di dollari in crediti di carbonio all’Africa

L’iniziativa di promuovere la produzione africana di crediti di carbonio entro il 2030 ha attirato milioni di dollari al primo summit sul clima tenutosi nel continente.

Gli investitori degli Emirati Arabi si sono impegnati ad acquistare 450 milioni di dollari di crediti di carbonio dalla Africa Carbon Markets Initiative (ACMI), lanciata lo scorso anno in Egitto al summit COP27.

L’acquisto di un credito equivale a salvare (o evitare di produrre) una tonnellata di diossido di carbonio.

I leader africani stanno promuovendo strumenti finanziari basati sul mercato, come i crediti di carbonio o gli offsets, che sono generati da progetti che tagliano le emissioni, solitamente nei Paesi in via di sviluppo: i crediti di carbonio possono poi essere acquistati da aziende per compensare le emissioni che non riescono a tagliare dalle proprie operazioni, in modo da cercare di raggiungere i target climatici.

Gli organizzatori del summit di tre giorni di Nairobi puntano a promuovere l’Africa come una destinazione di investimenti a favore del clima anziché come una vittima di alluvioni, siccità e carestie. I crediti di carbonio sono quindi visti come strumenti critici per mobilizzare fondi che, altrimenti, tarderebbero ad arrivare dai Paesi del cosiddetto Primo Mondo.

Nel 2021, il valore del mercato degli offset si attestava intorno ai 2 miliardi di dollari. Lo scorso gennaio, Shell e Boston Consulting hanno previsto congiuntamente che il loro valore potrebbe raggiungere una cifra compresa tra i 10 e i 40 miliardi di dollari entro il 2030.

Molti investitori, però, sono ancora restii ad accelerare i finanziamenti a favore del clima, proprio perché temono che il continente sia troppo rischioso. L’Africa, quindi, ha ricevuto solo circa il 12% del denaro di cui avrebbe bisogno per bilanciare l’impatto del cambiamento climatico.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/business/environment/africa-climate-summit-opens-with-focus-financing-continental-unity-2023-09-04/

 

4 settembre 2023, GABON – Leader del golpe proclamato Presidente ad interim

La cerimonia con cui il Generale Brice Oligui Nguema ha preso il posto del Presidente deposto Ali Bongo è stata accolta da scene di giubilo e trasmessa in televisione: l’intento dell’esercito è quello di mostrarsi come la forza liberatrice di una società oppressa.

Lo scorso 30 agosto, pochi minuti dopo l’annuncio che Bongo aveva vinto le elezioni, gli ufficiali dell’esercito avevano preso il potere e dichiarato nulli gli esiti dello scrutinio, giudicato non credibile: si tratta dell’ottavo golpe militare verificatosi nell’Africa centroccidentale negli ultimi tre anni.

Nel suo discorso di insediamento, Nguema ha proposto riforme, tra le quali una nuova Costituzione da adottare tramite referendum, nuovi codici penale ed elettorale, e misure per dare la priorità alle banche e alle aziende locali per lo sviluppo economico. Ha anche dichiarato che gli esiliati politici saranno riaccolti in patria, e che i prigionieri politici saranno scarcerati.

Molte personalità del Governo Bongo, inclusi il vice Presidente e il Primo Ministro, hanno preso parte alla cerimonia. Bongo resta invece agli arresti domiciliari. Era stato eletto nel 2009, prendendo il posto del padre che era al potere dal 1967. I suoi oppositori denunciano come la famiglia non abbia fatto abbastanza per condividere con la popolazione di 2,3 milioni di persone le ricchezze ricavate dal petrolio e dalle miniere.

Nguema ha ribadito che organizzerà elezioni libere e giuste, ma non ha fornito una timetable.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/world/africa/gabon-coup-leader-be-sworn-interim-president-2023-09-04/

 

5 settembre 2023, ESWATINI – Il Presidente di Taiwan visita l’ultimo alleato rimasto in Africa

Tsai Ing-wen è arrivata martedì 5 settembre in Eswatini (l’ultimo alleato africano per Taipei), e ha dichiarato che l’isola continuerà a essere presente nel mondo e a mostrare di essere una potenza positiva.

Taiwan è reclamata dalla Repubblica Popolare Cinese come parte del proprio territorio, e, secondo la RPC, non le spetterebbe il diritto di instaurare relazioni internazionali “state-to-state” con altri Paesi. Attualmente, Taiwan ha relazioni ufficiali solo con tredici nazioni del mondo: si tratta quasi integralmente di Paesi piccoli e sottosviluppati dell’America Latina, dei Caraibi e del Pacifico, come il Belize e Nauru.

Lo scorso marzo, Honduras ha reciso i rapporti decennali con Taiwan.

In Eswatini, la delegazione di Taiwan ha impegnato 1 milione di dollari per aiutare il reame a istituire un fondo rivolto a supportare le donne che vogliano aprire un’attività.

Il Presidente taiwanese Tsai si trovava in Eswatini (in passato conosciuto col nome di Swaziland) per celebrare il 55simo anniversario dell’indipendenza del reame e, contestualmente, anche i 55 anni di relazioni bilaterali tra i due Paesi.

Negli anni, Taiwan ha fornito aiuti ingenti al piccolo Paese africano governato da una monarchia assoluta.
Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/world/taiwan-president-leaves-visit-last-african-ally-eswatini-2023-09-05/

 

9 settembre 2023, UNIONE AFRICANA – Il G20 accoglie l’Unione Africana tra i membri permanenti

L’Unione Africana è un blocco continentale comprendente 55 Stati: le è stato riconosciuto lo stesso status dell’Unione Europea che, finora, era l’unico blocco regionale con una membership piena.

In precedenza, l’UA era considerata una “invited international organisation.”

L’accoglimento dell’UA tra i membri permanenti era stato proposto da PM indiano Narendra Modi lo scorso giugno.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/world/g20-admit-african-union-permanent-member-new-delhi-summit-draft-declaration-2023-09-09/

 

21 settembre 2023, SUDAFRICA – Partono le sperimentazioni su un nuovo vaccino per l’HIV

Il Sudafrica e gli Stati Uniti hanno iniziato i test su un vaccino con cui prevenire l’HIV, e hanno iniziato a reclutare partecipanti per i test clinici.

Il vaccino, denominato VIR-1388, dovrebbe spingere il sistema immunitatio a produrre linfociti che “riconoscano l’HIV e diano segnale al sistema immunitario di impedire al virus di creare una infezione cronica.”

I test saranno effettuati su 95 pazienti negativi all’HIV in quattro zone del Sudafrica e sei zone degli USA. I primi esiti dei test si avranno verso la fine del 2024, ma alcuni partecipanti continueranno i test per tre anni.

Nel 2020, la NIH aveva sospeso i test su un altro vaccino dopo aver accertato la sua inefficacia nel prevenire la trasmissione dell’HIV.

Fonte: BBC News

Link: https://www.bbc.com/news/world/africa?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=650bdced3fc96e28602bd93b%26Trial%20of%20HIV%20vaccine%20to%20start%20in%20South%20Africa%262023-09-21T10%3A05%3A57.495Z&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:9dd795a9-3086-4876-92d9-e4cd0c41dc53&pinned_post_asset_id=650bdced3fc96e28602bd93b&pinned_post_type=share?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=650bdced3fc96e28602bd93b%26Trial%20of%20HIV%20vaccine%20to%20start%20in%20South%20Africa%262023-09-21T10%3A13%3A43%2B00%3A00&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:9dd795a9-3086-4876-92d9-e4cd0c41dc53&pinned_post_asset_id=650bdced3fc96e28602bd93b&pinned_post_type=share

 

22 settembre 2023, ETIOPIA – Le nazioni africane esortano l’ONU a porre fine alle indagini sullo stato dei diritti umani in Etiopia

I Governi africani hanno esortato il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a concludere il mandato di una squadra di esperti di diritti umani in Etiopia, dopo la presentazione (nel corso di questa settimana) del suo ultimo report.

Il comitato di esperti ha rilevato che i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità non sono cessati, nonostante fosse stato firmato un accordo per l’interruzione delle ostilità con cui era stata ufficialmente terminata la guerra in Tigray. Il report ha anche evidenziato come gli scontri violenti siano diffusi ormai in quasi tutto il territorio nazionale.

Un delegato etiope, tuttavia, ha accusato la commissione di non avere riconosciuto gli sforzi fatti dal Governo, e di essersi abbandonata a “retorica diffamatoria con una metodologia discutibile.”

La richiesta di terminare il mandato della commissione si pone in netto contrasto con le esortazioni portate avanti da enti quali Amnesty International e Human Rights Watch, che chiedono invece che il mandato sia esteso visto il rinnovarsi della violenza nell’Etiopia settentrionale.

Il mandato scadrà a dicembre.

Fonte: BBC News

Link: https://www.bbc.com/news/world/africa?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=650d11a63fc96e28602bdb29%26African%20states%20urge%20UN%20to%20end%20Ethiopia%20rights%20probe%262023-09-22T07%3A11%3A49.641Z&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:6fee5bdf-83d1-48d1-abba-20cfd9ef0144&pinned_post_asset_id=650d11a63fc96e28602bdb29&pinned_post_type=share?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=650d11a63fc96e28602bdb29%26African%20states%20urge%20UN%20to%20end%20Ethiopia%20rights%20probe%262023-09-22T07%3A11%3A49%2B00%3A00&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:6fee5bdf-83d1-48d1-abba-20cfd9ef0144&pinned_post_asset_id=650d11a63fc96e28602bdb29&pinned_post_type=share

 

22 settembre 2023, SOMALIA – La Somalia chiede all’ONU di rimandare il ritiro delle forze dell’UA

La Somalia ha chiesto all’ONU di rimandare di tre mesi la prossima fase della partenza delle truppe della African Union Transition Mission in Somalia (ATMIS). In quella che sarebbe la seconda fase del ritiro, era previsto che 3.000 dei 17.000 soldati presenti nel Paese abbandonassero la Somalia alla fine di settembre. Il Governo somalo, però, al momento è in guerra con i militanti di al-Shabab, e ha dichiarato di stare affrontando “battute d’arresto significative.”

Fonte: BBC News

Link: https://www.bbc.com/news/world/africa?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=650d674c02d73c280f4a701a%26Somalia%20asks%20UN%20to%20delay%20withdrawal%20of%20AU%20forces%262023-09-22T10%3A18%3A03.488Z&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:c6dc4f99-3030-4c63-88da-ef95db58cf3c&pinned_post_asset_id=650d674c02d73c280f4a701a&pinned_post_type=share?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=650d674c02d73c280f4a701a%26Somalia%20asks%20UN%20to%20delay%20withdrawal%20of%20AU%20forces%262023-09-22T10%3A18%3A03%2B00%3A00&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:c6dc4f99-3030-4c63-88da-ef95db58cf3c&pinned_post_asset_id=650d674c02d73c280f4a701a&pinned_post_type=share

 

23 settembre 2023, SUDAN – Il capo dell’esercito annuncia di essere pronto alle trattative di pace

Il Generale Abdel Fattah al-Burhan ha annunciato di essere pronto, in linea di principio, a incontrare Mohamed Hamdan Dagalo, leader delle Rapid Support Forces (RSF).

I due uomini si sono scontrati per lunghi mesi, da aprile 2023, in una brutale guerra interna che, secondo le stime dell’ONU, ha fatto più di 5.000 morti e 5 milioni di sfollati.

Il Generale Burhan ha assunto il potere nel 2021: comanda le Sudanese Armed Forces (SAF) ed è attualmente impegnato in una missione diplomatica globale per cercare supporto internazionale e trovare una sorta di legittimazione alla propria leadership, nonostante il suo fallimento nel passare il potere alle autorità civili.

Il Generale ha negato che le proprie forze abbiano preso di mira i civili: ONU e organizzazioni benefiche, tuttavia, sostengono che ci siano prove che le forse SAF lancino attacchi aerei indiscriminatamente sulle aree residenziali.

Il Generale si dice convinto della vittoria delle proprie forze, ma ha ammesso di essere stato costretto a rilocare il proprio quartier generale a Port Sudan perché gli scontri nella capitale Khartoum avevano reso impossibile continuare a governare.

Il Generale si è detto disposto a incontrarsi col Generale Dagalo (conosciuto col nome di Hemedti), a patto che questi concretizzi l’impegno di proteggere i civili, preso da entrambi i lati lo scorso maggio in Arabia Saudita.

In un video messaggio reso pubblico nel corso della settimana, anche Hemedti si era dichiarato pronto a trattare.

Fonte: BBC News

Link: https://www.bbc.com/news/world-africa-66890207

 

25 settembre 2023, NIGER – Macron annuncia il ritiro di truppe e ambasciatore dal Niger in seguito al golpe

“La Francia ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore. Nel corso delle prossime ore, il nostro ambasciatore e diversi diplomatici torneranno in Francia” ha annunciato Macron. Il Presidente francese ha aggiunto anche che la cooperazione militare è finita, e che le truppe francesi lasceranno il Paese “nei mesi a venire”.

La giunta militare che ha assunto il potere in Niger lo scorso luglio ha accolto la decisione francese con favore: da mesi, la capitale Niamey era animata da proteste contro la presenza francese nella ex colonia. Macron continua, inoltre, a ritenere come “unica autorità legittima” del Paese il Presidente deposto Mohamed Bazoum, che si trova ancora imprigionato.

In Niger, al momento, sono presenti circa 1.500 soldati francesi. La loro missione è di aiutare il Paese africano a combattere contro i militanti islamisti. Sul territorio sono presenti anche più di 1.000 soldati statunitensi, ma a loro non è stato chiesto di abbandonare il Paese.

Il Niger è una delle molte ex colonie francesi dell’Africa centrale e occidentale in cui, recentemente, l’esercito ha preso il controllo: Burkina Faso, Guinea, Mali e Ciad sono le altre. Negli ultimi anni, il sentimento anti-francese si è diffuso nell’area, e molti politici locali accusano Parigi di portare avanti politiche neocolonialiste.

In compenso, nel mondo occidentale aumentano sempre più i timori relativi all’influenza sempre più forte esercitata in Africa dal Gruppo Wagner, accusato di abusi dei diritti umani e di aiutare alcuni dei nuovi regimi militari.

 

29 settembre 2023, SUDAN – I gruppi per i diritti umani accusano l’RSF di pulizia etnica in Darfur

Le forze paramilitari dell’RSF sono accusate di pulizia etnica e di stupri in Darfur, dove, a causa della guerra civile seguita al golpe militare, la popolazione locale è già sofferente a causa della mancanza di necessità fondamentali quali acqua ed elettricità.
I crimini sono stati evidenziati in un report pubblicaot dal Sudanese Observatory for Human Rights, il cui editore, Heba Abu Al-Qasim, sostiene ci siano anche prove di traffico di esseri umani.
Heba Abu Al-Qasim ha dichiarato alla BBC:
“L’RSF e i gruppi armati ad essa affiliati commettono i crimini peggiori e le peggiori violazioni nei confronti dei civili privi di difesa. E’ chiaro che, dietro questi crimini, si nascondano intenti ben precisi. Il 13 luglio, è stata scoperta una fossa comune contenente i cadaveri di almeno 87 persone appartenenti alla tribù Masalit. In un altro incidente, in un solo giorno sono state uccise quasi cento persone appartenenti alla stessa tribù. Appare chiaro come lo scopo primario di queste violazioni sia la pulizia etnica di questa regione, che sta subendo un genocidio e il dislocamento forzato della popolazione locale. Ciò si unisce alla distruzione di infrastrutture importanti: la maggior parte dei bombardamenti, infatti, si concentra sulle grandi città come El-Geneina, Nyala, e El-Fashir: queste città diventano mercati per il traffico di esseri umani.”

Fonte: BBC News

Link: https://www.bbc.com/news/world/africa?ns_mchannel=social&ns_source=twitter&ns_campaign=bbc_live&ns_linkname=6516f7f002d73c280f4a7f1d%26%27They%20are%20ethnically%20cleansing%20Darfur%27%20-%20RSF%20accused%20by%20rights%20group%262023-09-29T16%3A18%3A25.348Z&ns_fee=0&pinned_post_locator=urn:asset:c81e8ab1-3979-4dc2-82c7-c6a23036eb71&pinned_post_asset_id=6516f7f002d73c280f4a7f1d&pinned_post_type=share

 

(Featured Image Source: Wikimedia Commons)