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Il Sudest asiatico e il problema della Food Loss and Waste: il caso di Tailandia e Filippine

Marta Barbieri

A livello globale, un terzo del cibo prodotto viene sprecato: ciò ha ricadute sul piano sociale (riduzione della sicurezza alimentare, sia in termini di food safety sia in termini di food security)[1], economico (stimato a circa un trilione di dollari l’anno),[2] ambientale (lo spreco di cibo conta per il 10% del gas serra emesso globalmente).[3]

Inquinamento, cambiamento climatico e sicurezza alimentare sono, infatti, fenomeni interconnessi tra loro, e si ripercuotono l’uno sugli altri. Le conseguenze del cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare sono chiare: eventi estremi e poco arginabili hanno un forte impatto sulla produzione di derrate alimentari. Ripercuotendosi, tra gli altri, anche su settori chiave come agricoltura e pesca, generano food loss e, come conseguenza, food insecurity.

La cosiddetta “Food Loss and Waste” (FLW), quindi il complesso della problematica rappresentata da perdita e da spreco di cibo, riguarda tutti i livelli della “catena del cibo” dalla produzione al consumo. La perdita di cibo avviene durante le fasi di produzione, stoccaggio e trasporto, ed è caratteristica dei Paesi in via di sviluppo, in cui mancano le tecnologie e le infrastrutture che permetterebbero di abbatterne l’impatto:

– durante la coltivazione, gli agricoltori sono alla mercé di condizioni climatiche imprevedibili e di malattie del raccolto;

–  mancano strutture adatte allo stoccaggio (quindi la produzione si rovina, o non si conserva come dovrebbe);

– le cattive condizioni infrastrutturali della rete dei trasporti rendono difficoltoso il trasporto, allungandone i tempi e riducendo la “shelf life” dei prodotti;

– l’inadeguatezza dei macchinari e delle tecnologie di lavorazione dei prodotti, anche durante le fasi di processing e packaging, ne accelera il deperimento.

Lo spreco di cibo, invece, avviene in una fase successiva:

– durante la fase di vendita, sia in negozio sia in ristorante, per eccesso di stoccaggio, o per spreco di cibo ancora edibile;

– a livello di consumatore finale, sia per eccesso di stoccaggio, sia per confusione tra le date di scadenza, sia per spreco di cibo ancora edibile.

L’area del Sudest asiatico è una delle zone del mondo maggiormente colpite dagli effetti del cambiamento climatico: innalzamento dei livelli del mare, periodi di siccità alternati a alluvioni, eventi atmosferici imprevedibili e violenti.

Nonostante ciò, il Sudest asiatico, essendo un’area in forte crescita, è al tempo stesso anche una delle regioni del mondo in cui la produzione di gas serra sta aumentando di più. La rapida crescita economica, l’urbanizzazione, il sempre maggiore utilizzo di combustibili fossili e la deforestazione  contribuiscono all’emissione di gas serra e, quindi, al cambiamento climatico.

Alcuni dati tratti da uno studio della Future Directions International[4] aiutano a comprendere la portata del problema dello spreco di cibo nell’Asia Sudorientale:

– più del 50% di rifiuti prodotti nella regione è costituito da rifiuti alimentari;

– una percentuale compresa tra il 50% e l’80% dei rifiuti prodotti dal Vietnam è costituita da cibo;

– il 64% dei rifiuti prodotti in Tailandia è costituito da cibo;

– ogni anno, l’Indonesia spreca 300kg di cibo pro-capite;

– l’8% dei rifiuti prodotti quotidianamente dalla Malesia è costituito da cibo commestibile, e potrebbe sfamare due milioni di persone.

Intervenire per fare fronte al problema relativo al cibo, quindi, significherà per i Paesi del Sudest asiatico intervenire su molti fronti. Per rendercene conto, analizziamo due case studies: Tailandia e Filippine sono ancora lontane dall’aver trovato una soluzione definitiva.

Tailandia: la FLW viene affrontata grazie ad aiuti esterni e a iniziative che partono dal basso, ma manca un fondamentale coordinamento a livello centrale.

La Tailandia rappresenta un caso esemplare di Paese dell’Asia Sudorientale che sperimenta, contemporaneamente, perdita e spreco di cibo.

Ridurre la FLW non è vista come una priorità dalle micro, piccole e medie imprese (micro, small and medium enterprises, MSMEs) nei Paesi in via di sviluppo. Ciò rappresenta un grosso problema, perché le MSMEs, proprio nei Paesi in via di sviluppo, sono il modello di produzione più diffuso. In Tailandia, ad esempio, costituiscono circa il 91% delle attività che svolgono operazioni di lavorazione del cibo.[5] L’introduzione di tecnologie semplicissime in queste imprese avrebbe un impatto enorme nel ridurre la perdita di cibo: questa è la direzione che la FAO sta provando a imboccare attraverso interventi mirati.

In particolare, un progetto della FAO finanziato dal Governo giapponese (ma implementato dal Governo tailandese, con il supporto tecnico della locale Mahidol University) in Tailandia cerca di ridurre la perdita di riso integrale germogliato dell’azienda a conduzione comunitaria Ban Lao durante le fasi di lavorazione e distribuzione. La tecnologia fornita agli agricoltori è, appunto, molto semplice: l’utilizzo di misuratori di umidità per monitorare il processo di essiccazione del riso, ad esempio, ha ridotto la perdita del cereale nella fase di lavorazione e ha migliorato la qualità del prodotto finale. L’utilizzo di un macchinario per il sottovuoto ha permesso di ridurre le perdite nella fase del trasporto. Queste misure hanno come conseguenza anche quella di estendere la shelf life dei prodotti, riducendo gli sprechi a livello di vendita. Le innovazioni introdotte dalla FAO in questo singolo progetto hanno permesso di salvare 450 kg di riso al mese: 450 kg di riso che, altrimenti, sarebbero andati persi durante le fasi di lavorazione e distribuzione.

Questo è solo un esempio delle 25 iniziative supportate dal progetto sulle MSMEs in Tailandia in cinque settori: prodotti animali, latticini, prodotti ittici, riso e snack.

La FAO sta anche mettendo a punto (fine aprile 2023) un corso online multilingue per la formazione di chi lavora nel settore: una maggiore preparazione dei lavoratori aiuta a ridurre la FLW nelle operazioni di lavorazione, distribuzione e vendita da parte delle MSMEs.

Il fatto che iniziative così semplici abbiano portato a salvare dallo spreco alcune centinaia di kg di riso ogni mese in una sola, piccola attività mostra il potenziale enorme che queste azioni potrebbero avere se applicate su scala globale.[6]

Un’altra questione fondamentale che la Tailandia deve trovare il modo di affrontare, soprattutto nelle grandi città, è quella dello spreco di cibo: può sembrare un controsenso che in un Paese coesistano insicurezza alimentare e spreco di cibo, eppure si tratta di un fenomeno tipico di tutta l’area del Sudest Asiatico.

Il cibo non consumato costituisce il 46% delle quasi 10.000 tonnellate di rifiuti solidi che vengono raccolti ogni giorno a Bangkok.[7]

Lo UN Food Systems Summit ha individuato nell’innovazione una chiave importante per trasformare il modo in cui l’umanità produce e si disfa del cibo.[8] In mancanza di una politica a livello nazionale, in effetti, le autorità locali hanno iniziato a investire in soluzioni innovative, quali strutture centralizzate per la produzione di compost e fabbriche per la trasformazione dei rifiuti in energia.[9] Al momento, però, questo non basta.

La Bangkok Metropolitan Administration (BMA) è direttamente responsabile per la gestione dei rifiuti in città, e controlla le tre principali stazioni di trasferimento in cui i rifiuti raccolti vengono smistati e preparati per lo smaltimento: la maggior parte di questi rifiuti, però, finisce in discariche. Manca una regolamentazione che imponga di separare i rifiuti alimentari da quelli non riciclabili, mancano incentivi che spingerebbero le aziende a intraprendere politiche più green, e manca anche, soprattutto tra i meno giovani, la consapevolezza del problema legato allo spreco di cibo.[10] Non è un caso che molte iniziative nate per evitare lo spreco di cibo arrivino da start up fondate da imprenditori molto giovani, che hanno maggiore comprensione dell’impatto che il cambiamento climatico e l’inquinamento hanno sul pianeta e sulle loro stesse vite.

In carenza di politiche a livello nazionale, quindi, le proposte più innovative per ridurre lo spreco di cibo partono dal basso:[11]

  • SOS (Scholars of Sustenance): si tratta di una organizzazione che ha iniziato a operare in Tailandia nel 2016, e ha poi portato il proprio intervento anche negli altri Paesi dell’Asia Sudorientale, comprese le Filippine. È una “global food rescue foundation” che si occupa di gestire in modo responsabile il surplus di cibo, ad esempio donando il cibo avanzato (ma ancora perfettamente edibile e di alta qualità) da strutture quali mense scolastiche o hotel alle comunità a basso reddito della città.[12]
  • Wastegetable e Bangkok Rooftop Farming: start up che usano i tetti dei palazzi degli uffici di Bangkok come orti, concimati con i composti organici costituiti dal cibo gettato via;
  • Esistono anche start up che promuovono la vermicoltura: UncleRee Farm, ad esempio. Vermi della terra e altri insetti autoctoni risultano particolarmente utili per ottenere un compost più nutriente rispetto a quello tradizionale, con il risultato che il suo utilizzo aiuta ad accelerare la crescita delle piante.
  • Nell’estate del 2023, poi, si è parlato molto di una app, chiamata Yindii. Si tratta di una app, come se ne sono diffuse anche nel nostro Paese (una su tutte, la danese “Too good to go”, nata nel 2015 e approdata in Italia nel 2019), che permette di acquistare il cibo rimasto invenduto dai ristoranti a un prezzo scontato fino all’80%: hanno aderito più di 700 ristoranti. La particolarità della app è che mostra a chi la utilizza la quantità di CO2 che sta “risparmiando” grazie al suo acquisto consapevole. Dal punto di vista dei ristoratori, l’utilizzo della app è un modo di ridurre i costi di gestione dei rifiuti prodotti (proprio perché, di fatto, generano meno rifiuti).[13]

L’UN Environment Program (UNEP) collabora con diversi partner a Bangkok e cerca di dare supporto alle start up che si stanno diffondendo. Nel biennio 2020-21, anche per aiutare determinate realtà a risollevarsi dopo la pandemia del Covid-19, ha dato sostegno alle grandi città nell’affrontare queste sfide tramite un progetto ad hoc, chiamato “Build Back Better: Using Green and Digital Technologies to Reduce Food Waste at the Consumer Level” e Bangkok è stata una delle cinque città incluse nel programma[14].

In conclusione, quindi, in Tailandia esistono moltissimi progetti volti a ridurre l’impatto dello spreco di cibo, che, nelle grandi metropoli, avviene soprattutto al livello del consumatore finale.

Perché tutte queste iniziative possano avere un impatto duraturo e profondo, però, è necessario che non restino progetti estemporanei ed isolati. Come evidenzia anche l’UNEP, è fondamentale che venga creato un ambiente favorevole a queste iniziative. Servono interventi centralizzati da parte delle istituzioni: incentivi economici e regolamentazioni che premino i business virtuosi e il loro potere di innovazione; rimborsi fiscali, riduzione delle tasse, sussidi. Tutte politiche che potrebbero essere adottate a livello centrale per favorire cambiamenti a livello di pratiche aziendali e di comportamento del consumatore, contribuendo, al tempo stesso, a fornire una “educazione green” alla popolazione.

Tuttavia, la Tailandia esibisce un orientamento gerarchico in cui l’interazione e la coordinazione tra le diverse realtà e agenzie è estremamente ridotta. Il mercato e il networking cercano di compensare per i limitatissimi sforzi del Governo centrale.[15]

Le Filippine sono uno dei Paesi dell’Asia in cui l’insicurezza alimentare è maggiore: nonostante ciò, anche qui lo spreco di cibo è un grande problema

Le Filippine sono uno dei Paesi dell’Asia in cui l’insicurezza alimentare è maggiore.

Un report[16] pubblicato dalla FAO nel gennaio 2023, e basato su indagini condotte tra il novembre e il dicembre 2022, ha evidenziato come nel Paese una famiglia su dieci (il 10% della popolazione) viva una situazione di insicurezza alimentare e spenda più della metà del proprio reddito in cibo.

Nel complesso, le famiglie filippine sono molto preoccupate per l’aumento dei costi dell’ultimo anno e per le conseguenze che questi avranno sul loro stile di vita. Infatti, anche se eventi esterni quali la guerra tra Russia e Ucraina hanno avuto l’effetto di aumentare i prezzi di derrate alimentari e energia in tutto il mondo, l’impatto che questi eventi hanno avuto nelle Filippine è stato particolarmente rilevante: le Filippine sono molto vulnerabili ai global price shocks, perché importano dall’estero grandi quantità di riso, e dipendono dalle importazioni per la maggior parte delle loro esigenze di combustibili. Anche per questo motivo, il  Paese è ormai da anni interessato dal problema di un’inflazione galoppante, di difficile gestione, definita “fuori controllo” dallo stesso Presidente Marcos Jr[17] che, nel suo primo anno di presidenza (è in carica dal giugno 2022) ha intrapreso dei primi passi per tentare di raggiungere una soluzione, anche tramite sussidi: “Ci sono molte cose su cui non abbiamo controllo. Ma stiamo facendo tutto il possibile per intervenire sulle cose su cui, invece, abbiamo controllo” ha dichiarato.[18]

Durante la sua campagna elettorale, Marcos Jr si era impegnato ad abbassare il prezzo del riso a 20 pesos per kg. In seguito, però, aveva dovuto ridimensionare questo obiettivo ambizioso: nel giugno del 2023, il prezzo oscillava ancora tra i 38 e i 50 pesos al kg. La produzione interna delle Filippine non riesce a tenere il passo con l’aumento della popolazione (da qui la necessità di importare grandi quantità di riso dall’estero), e i piani per l’autosufficienza alimentare e per dare una spinta alla produzione non sono stati seguiti da interventi concreti. Per mantenere sotto controllo i prezzi, è necessario che il Governo dia seguito alle proprie promesse e intraprenda le misure necessarie a aumentare la produzione locale di cibo (aumentando il numero di contadini, dando maggior sostegno all’agricoltura, e introducendo innovazioni tecnologiche che riducano la perdita di cibo a livello di produzione, stoccaggio e trasporto).[19]

Sviluppare il settore agricolo, a lungo trascurato, e fare i conti con gli effetti del cambiamento climatico è una priorità per Marcos, il quale, infatti, ha assunto anche la guida del ministero dell’Agricoltura.[20]

Come abbiamo detto, le Filippine sono un Paese in cui la popolazione fatica a mettere in tavola tre pasti al giorno, e in cui la produzione interna non è sufficiente, tanto da portare alla necessità di importare grandi quantità di riso dall’estero: carenza di produzione, food loss e insicurezza alimentare che interessa milioni di persone.

Nonostante ciò, così come nel caso della Tailandia, anche nelle Filippine risulta preponderante il fenomeno dello spreco di cibo, soprattutto (come accade sempre) nelle grandi città.

Il Food and Nutrition Research Institute delle Filippine (DOST-FNRI) ha messo in evidenza una serie di fattori che possono sembrare ovvi, ma che gettano una luce sulla realtà dello spreco di cibo. La consapevolezza e le iniziative per ridurre lo spreco di cibo iniziano in casa: un maggior numero di componenti per nucleo familiare porta a cucinare porzioni troppo abbondanti, che verranno avanzate e buttate (è stato evidenziato come le famiglie con più di cinque membri sprechino più cibo dei nuclei più piccoli); anche una maggiore abbienza è collegata a un maggiore spreco di cibo. Lo spreco risulta maggiore in nuclei il cui capofamiglia ha un’età compresa tra i 50 e i 69 anni rispetto a quelli più giovani (anche in questo caso, come già evidenziato nel caso della Tailandia, le generazioni più giovani si dimostrano più consapevoli).[21]

Anche nelle Filippine, così come in Tailandia, molte iniziative per aumentare la consapevolezza della popolazione e per diminuire lo spreco di cibo stanno partendo dal basso, o dall’esterno.

  • WWF Philippines, ad esempio, ha dato il via al Sustainable Diner Project, con cui spera di riuscire a coinvolgere il Governo, le imprese dei servizi del cibo, e i consumatori stessi, nella promozione di pratiche sostenibili di ristorazione, con lo scopo di rendere più environmentally friendly il settore della ristorazione nel Paese.[22]
  • Scholars Of Sustainance (SOS) ha attività anche nelle Filippine, dove ha organizzato lo Zero Summit Philippines, che diventerà una convention annuale e che riunisce membri del mondo accademico, del Governo, della società civile e del settore imprenditoriale interessati a collaborare a iniziative che combattano lo spreco alimentare all’interno del Paese.[23] Tra il mese di ottobre 2022 e il mese di giugno 2023, SOS Filippine ha distribuito circa 148.728 kg di cibo “in eccedenza” alle comunità marginalizzate di Manila. Ciò equivale a più di 600.000 pasti serviti ai filippini più vulnerabili. Anziché finire nelle discariche, contribuendo all’emissione di gas serra, il cibo recuperato da hotel e ristoranti ha permesso di evitare la produzione di quasi 364.000 kg di anidride carbonica.
  • La Mother Earth Foundation (locale organizzazione no-profit), nelle Filippine, cerca di impedire che i rifiuti alimentari finiscano nelle discariche, contribuendo così all’emissione di gas serra, e cerca di spingere la popolazione a differenziare i rifiuti.[24]

Diversamente dal caso tailandese, nelle Filippine sembra esserci, almeno ufficialmente, grande interesse del Governo a fare la propria parte per risolvere il problema dello spreco di cibo. Il Presidente pro-tempore del Senato, Loren Legarda, ha reiterato nella prima metà del 2023 l’importanza e l’urgenza di passare la legge di senato n. 240, la cosiddetta Zero Food Waste Act del 2022, spiegando “il nostro Paese è ricco di risorse alimentari, eppure milioni di filippini non possono permettersi tre pasti al giorno. L’eccesso di cibo edibile deve essere utilizzato per sfamare i milioni di filippini affamati”. Secondo Legarda, lo Zero Food Waste Act è una riposta alla questione urgente dello spreco di cibo nel Paese. La misura ha come scopo quello di implementare un sistema che incoraggi la riduzione dello spreco attraverso il riciclo e la ridistribuzione. Per fare ciò, la legge darebbe l’incarico a un’agenzia governativa ad hoc di lanciare una campagna di sensibilizzazione e di sviluppare una strategia per la gestione dello spreco di cibo nelle attività di ristorazione, oltre a una strategia per la riduzione dello spreco a livello di governi locali.[25]

Conclusioni

Il Sudest asiatico è un’area del mondo che sta vivendo una rapida crescita economica. Parallelamente, è anche una regione particolarmente interessata dagli effetti del cambiamento climatico, i quali, comprensibilmente, si ripercuotono anche su settori chiave quali agricoltura e pesca ed enfatizzano le problematiche legate a food loss, food safety, food security.

Nonostante ciò, nelle grandi città è largamente diffuso lo spreco di cibo.

I Paesi che abbiamo analizzato (Tailandia e Filippine) sono emblematici di questa situazione dicotomica, che riflette quelle che, in realtà, sono le problematiche dell’area del Sudest asiatico nel suo complesso.

Sembra che, rispetto al passato, le nuove generazioni stiano acquisendo una maggiore consapevolezza dell’impatto che inquinamento, cambiamento climatico, spreco di cibo hanno sul pianeta e sulla loro stessa vita. Per questo motivo, molte iniziative, soprattutto quelle volte a combattere lo spreco di cibo nelle grandi città, partono dal basso.

Resta però fondamentale un intervento centralizzato da parte dei Governi, sia a livello di politiche volte a ridurre lo spreco di cibo, sia per aiutare i produttori e gli agricoltori a ridurre la perdita di cibo nelle fasi di produzione, lavorazione e stoccaggio: come evidenziato nel caso della FAO e del Governo giapponese presso la comunità Ban Lao, in Tailandia, a volte l’introduzione di tecnologie e innovazioni semplicissime avrebbe ripercussioni positive inimmaginabili.

Note

[1] “La food safety è legata gli aspetti relativi alla sicurezza intesa come igiene e salubrità di un alimento. La food security, invece, è legata agli aspetti più etici (economici e sociali): trattasi, infatti, della possibilità universale di accesso ad una quantità di cibo sufficiente per condurre una vita dignitosa.”, Marco Miglietta, Foodonomy, 30 dicembre 2019, https://www.foodonomy.it/food-safety-food-security-differenze/

[2] Food wastage fooprint, FAO, https://www.fao.org/nr/sustainability/food-loss-and-waste/en/ consultato in data 29/11/2023

[3] UNEP Food Waste Index Report 2021, https://www.unep.org/resources/report/unep-food-waste-index-report-2021

[4] A complete overview of the food waste crisis in Southeast Asia, Food Cycle Science, https://foodcyclescience.com/blogs/food-waste-industry/a-complete-overview-of-the-food-waste-crisis-in-southeast-asia (consultato il 24/11/2023)

[5] Developing capacity to reduce food loss and waste in Thailand, FAO e MAFF, 2023. https://www.fao.org/3/cc4736en/cc4736en.pdf

[6] Pinpointing and tackling food loss hotspots in micro-, small- and medium-sized enterprises, FAO, 20 aprile 2023, https://www.fao.org/fao-stories/article/en/c/1636993/

[7] In Bangkok, tech startups take on food waste, UN Environment Program, 28 settembre 2021, https://www.unep.org/news-and-stories/story/bangkok-tech-startups-take-food-waste

[8] In Bangkok, tech startups take on food waste, UN Environment Program

[9] Using green and digital technologies to reduce food waste at the consumer level. Case study: Bangkok, Thailand. UN Environment Program, settembre 2021. https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/36804/CtyBk.pdf

[10] Report on consumer information for sustainable consumption and production in food supply chain in Bangkok, Thailand Environment Institute, settembre 2021. https://www.tei.or.th/file/library/English_Report_on_SCP_in_Food_51.pdf

[11] Report on consumer information for sustainable consumption and production in food supply chain in Bangkok, Thailand Environment Institute

[12] Scholars of Sustenance, https://www.scholarsofsustenance.org/

[13] Thai food app serves up deals on restaurant leftovers, Nikkei Asia, 16 agosto 2023. https://asia.nikkei.com/Business/Food-Beverage/Thai-food-app-serves-up-deals-on-restaurant-leftovers

[14] Le altre città incluse nel programma sono: Belgrado (Serbia), Kampala (Uganda), Doha (Qatar), Bogotà (Colombia). Build Back Better: using Green and Digital Technologies to reduce Food Waste at Consumer Level. UN Environment Program, agosto 2021. https://www.unep.org/explore-topics/green-economy/build-back-better

[15] Governance for food waste prevention in Japan, Thailand, and Vietnam: achieving the right mix, Caixia Mao, Matthew Hengesbaugh, Chen Liu, in World Food Policy, novembre 2021. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/wfp2.12031

[16] The Philippines, FOOD SECURITY MONITORING, FAO, gennaio 2023. https://docs.wfp.org/api/documents/WFP-0000150300/download/?_ga=2.156580478.453294474.1700738806-800917027.1700738806

[17] Marcos: PH inflation ‘out of control’, CNN Philippines, 6 dicembre 2022, http://www.cnnphilippines.com/news/2022/12/6/Marcos-PH-inflation-out-of-control-economic-performance.html

[18]Philippines’ Marcos touts economic successes, but challenges lie ahead, Karen Lema e Neil Jerome Morales, Reuters, 25 luglio 2023, https://www.reuters.com/world/asia-pacific/philippines-marcos-touts-economic-successes-challenges-lie-ahead-2023-07-25/

[19] che avrebbe dovuto fornire sussidi economici ai piccoli agricoltori, con la speranza di aiutarli ad aumentare la produzione di riso in un momento in cui (a causa delle guerre e dei fenomeni atmosferici

[20] Philippines’ Marcos touts economic successes, but challenges lie ahead, Karen Lema e Neil Jerome Morales

[21] Reducing food waste starts at home, Manila Bulletin, 19 marzo 2023, https://mb.com.ph/2023/3/18/reducing-food-waste-starts-at-home

[22] Sustainable Consumption and Production, WWF-Philippines, https://wwf.org.ph/what-we-do/food/thesustainablediner/

[23] Global food rescue foundation holds first zero waste summit in the Philippines, Dominique Nicole Flores, interAksyon, 10 agosto 2023, https://interaksyon.philstar.com/trends-spotlights/2023/08/10/258034/global-food-rescue-foundation-holds-first-zero-waste-summit-in-the-philippines/

[24] Waste pickers collect food waste, help combat climate change, Jennifer McDermott e Joeal Calupitan, AP News, 17 marzo 2023, https://apnews.com/article/food-waste-climate-change-waste-pickers-961bb5db3c93ec8cf95ca26b02cdb764

[25] Senate promotes zero food waste in PH, Kate Shiene Austria, Philippines Information Agency , 28 aprile 2023, https://mirror.pia.gov.ph/press-releases/2023/04/28/senate-promotes-zero-food-waste-in-ph

 

(Featured image source: Wikimedia commons Nick Saltmarsh)