Rassegna settimanale 1-7 luglio 2019: Sudest asiatico

Rassegna settimanale 1-7 luglio 2019: Sudest asiatico

6 luglio 2019, ASEAN – Accordo sì, accordo no: il patto commerciale RCEP sta facendo la stessa fine del TPP?

La Regional Comprehensive Economic Partinership (RCEP) è immaginato come un accordo all’interno di un territorio di vastità tale da essere casa per 3 miliardi e mezzo di persone, con un PIL complessivo di 22,6 miliardi di dollari. Dopo sette anni di negoziati, tuttavia, non è ancora emerso nulla di concreto. Per il quinto anno di fila, ufficiali dei dieci Stati membri dell’ASEAN e i sei principali partner commerciali del gruppo (India, Cina, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud) insistono sulla necessità di concludere un accordo per la costituzione della area di commercio libero più grande del mondo. Esiste già un accordo per il libero commercio tra l’ASEAN e le altre sei economie, ma non un patto unico tra tutte le parti in gioco che renda equi i termini di tale accordo. Si spera, inoltre, che il raggiungimento di un accordo porti a una riduzione delle tariffe del 90% per i beni commerciati tra gli Stati membri. Il patto è visto anche come contrasto alle politiche protezioniste del Presidente americano Trump, soprattutto in risposta alle tensioni create nell’area dalla guerra dei dazi tra USA e Cina.

Oltre allo stallo in cui i negoziati si trovano, gli Stati partecipanti temono anche che l’accordo non possa essere efficace se l’India, con la sua economia da 2,6 trilioni di dollari, dovesse continuare a esserne esclusa. Dal canto suo, l’India teme che la sua crescita interna sarebbe danneggiata dall’ingresso nella zona del libero commercio.

Nel 2012, all’inizio delle negoziazioni per la creazione del RCEP, gli Stati partecipanti si erano impegnati a concludere il lavoro entro il 2015.

Fonte: South China Morning Post

Link: https://www.scmp.com/week-asia/economics/article/3017497/deal-or-no-deal-aseans-rcep-trade-pact-going-way-tpp

 

5 luglio 2019, FILIPPINE – Le Filippine rifiutano nuova indagine ONU sulla guerra alle droghe di Duterte

La sanguinosa guerra alle droghe del Presidente filippino Duterte è nuovamente posta all’attenzione internazionale dopo che l’Islanda ha chiesto allo United Nations Human Rights Council (UNHRC) di condurre un’indagine. Nella sua bozza di risoluzione, lo Stato europeo ha chiesto al capo del dipartimento per i diritti umani, Michelle Bachelet, di presentare un report sulla situazione durante la 44sima sessione del UNHRC. Al momento ci si trova alla 41sima sessione. La risoluzione necessita dell’appoggio della maggioranza dei 47 Stati membri per essere approvata. Si ritiene che più di due dozzine di Paesi (soprattutto europei), comunque, la appoggino. L’Islanda ha espresso preoccupazione anche per quanto riguarda le altre presunte violazioni dei diritti umani nel Paese, tra cui arresti e detenzione arbitraria, intimidazioni e attacchi ai difensori dei diritti umani, popolazioni indigene, giornalisti, avvocati e critici del regime.

Fonte: The CNN

Link: https://www.cnnphilippines.com/news/2019/7/5/iceland-united-nations-probe-duterte-drug-war.html

 

4 luglio 2019, BIRMANIA – Accusa cerca indagine sui crimini nei confronti dei Rohingya

Il Pubblico Ministero all’interno della Corte Penale Internazionale hanno presentato richiesta per l’apertura formale di una indagine sui crimini commessi nei confronti dei Rohingya in Birmania, tra cui deportazione, atti inumani e persecuzione. Questi crimini sarebbero stati perpetrati mentre i Rohingya venivano portati dalla Birmania, che non è membro della Corte Penale Internazionale, al Bangladesh, che invece è Stato membro.

Fonte: AP News

Link: https://apnews.com/1770ad9b45d046109e450d16a0d711ef

3 luglio 2019, VIETNAM – USA impongono dazi di più del 400% sull’acciaio vietnamita per impedire

Gli USA stanno indurendo la loro retorica nei confronti del Vietnam, che è riuscito a trarre benefici dalla guerra commerciale di Trump con la Cina. Certi manufatti originariamente prodotti in Corea del Sud o Taiwan verrebbero spediti in Vietnam per processi minori, prima di essere esportati verso gli USA da quest’ultimo Paese, estraneo alla guerra commerciale tra USA e Cina. Il Dipartimento del Commercio statunitense ha quindi imposto dazi di più del 400% sulle importazioni di acciaio dal Vietnam, accusando alcune aziende di spedire i prodotti dalla nazione del Sudest asiatico per evadere i dazi.

Fonte: South China Morning Post

Link: https://www.scmp.com/news/asia/southeast-asia/article/3017055/us-slaps-import-duties-more-400-cent-vietnamese-steel

2 luglio 2019, TAILANDIA – Giornalisti e attivisti tailandesi sempre più sotto osservazione

Le leggi sul cybercrime create dal vecchio Governo tailandese, guidato dalla giunta militare, avevano in quel tempo effettivamente sollevato critiche. Ora, con un nuovo Governo civile alla guida del Paese guidato, però, da un ex leader del golpe militare, Prayuth Chan-ocha, resta la domanda: il pugno duro nei confronti dei media continuerà?

La Tailandia si classifica 136sima nel recente report sulla libertà di stampa stilato da Reporters Without Borders, e viene ritenuta in una “situazione difficile”. La libertà d’espressione e la diffusione di notizie sono state prese di mira sempre di più a partire dal golpe del 2014.

Fonte: VoA News

Link: https://www.voanews.com/east-asia-pacific/thai-journalists-activists-said-face-increased-scrutiny

 

(Featured Image Source: Wikimedia Commons)