Asia-Europe-Meeting

Rassegna settimanale 22-28 novembre 2021: Sud-est asiatico

22 novembre, ASEAN – Xi dice ai leader del Sud-Est Asiatico che la Cina non cerca “l’egemonia”

Il presidente cinese Xi Jinping ha detto ai leader dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), in occasione del vertice Cina – ASEAN, che Pechino non cercherà di “prevaricare” i suoi vicini più piccoli, nel clima di crescente tensione nel Mar Cinese Meridionale che vede le rivendicazioni territoriali cinesi scontrarsi con quelle dei paesi dell’ASEAN, destando preoccupazioni e allarmi da Washington a Tokyo. Ma Xi ha affermato che la Cina non cercherà mai l’egemonia o approfitterà delle sue dimensioni come fattore di coercizione dei paesi più piccoli, e collaborerà con l’ASEAN per eliminare le “intromissioni”. “La Cina era, è e sarà sempre un buon vicino, un buon amico e un buon partner dell’ASEAN”, ha dichiarato infatti il leader cinese.

L’affermazione della sovranità della Cina sul Mar Cinese Meridionale l’ha portata ad opporsi in particolare agli stati ASEAN di Vietnam e Filippine, ma anche Brunei e Malaysia rivendicano alcuni territori come propri. Le Filippine la scorsa settimana hanno condannato l’operato della guardia costiera cinese volto ad impedire alle loro navi di portare rifornimenti su un atollo occupato appunto dalle Filippine e il presidente Rodrigo Duterte ha dichiarato al vertice ospitato da Xi di “aborrire” l’alterco e che lo stato di diritto è l’unica via per uscire dalla controversia. Così dicendo, Duterte ha fatto riferimento alla sentenza del Tribunale Internazionale dell’Aja del 2016 che ha stabilito che le rivendicazioni territoriali della Cina nel Mar Cinese Meridionale non hanno base legale.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/china/xi-says-china-will-never-seek-hegemony-summit-with-asean-2021-11-22/

23 novembre, Thailandia – Le Nazioni Unite condannano la Thailandia per l’espulsione di attivisti cambogiani dal paese

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha condannato la Thailandia per il trasferimento di tre attivisti politici cambogiani nel loro paese d’origine, atto che andrebbe a collocarsi all’interno di quella definita come una “tendenza” a far forzatamente tornare i rifugiati cambogiani oltre confine, dove corrono il serio rischio di essere perseguitati. In una dichiarazione ufficiale che ha fatto seguito all’espulsione del terzo attivista nell’arco di due settimane, l’UNHCR ha affermato che la Thailandia, così facendo, ha violato quanto sancito dal diritto internazionale umanitario in materia di protezione dei rifugiati.

La Cambogia ha alle spalle un triste passato di persecuzioni giudiziarie nei confronti di coloro che si oppongono o criticano il governo del primo ministro Hun Sen, al potere da 36 anni. All’inizio di questo mese, la Thailandia ha deportato in Cambogia Voeun Veasna e Voeung Samnang, entrambi ricercati nel loro paese d’origine per aver pubblicato online messaggi di critica verso il governo. Entrambi gli attivisti erano membri del Cambodia National Rescue Party, il popolare partito di opposizione che è stato sciolto dall’alta corte cambogiana nel 2017, stando a Human Rights Watch.

Sia le autorità thailandesi che quelle cambogiane hanno affermato di essersi attenute alle normali procedure legali e di controllo delle frontiere, anche se Human Rights Watch li ha invece accusati di aver raggiunto un “accordo sui fuggitivi”, secondo il quale i due paesi si sono reciprocamente impegnati a restituire i rispettivi dissidenti politici ricercati. Da quanto affermato dall’organizzazione, decine di attivisti politici thailandesi si starebbero ancora nascondendo in Cambogia in seguito al colpo di stato in Thailandia del 2014, mentre dozzine di attivisti cambogiani avrebbero invece cercato rifugio in Thailandia a causa della repressione dell’opposizione politica portata avanti dal governo cambogiano.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/united-nations-thailand-cambodia-0706b2597a0c69eb1f7b1ee0d00516eb

24 novembre, Bangladesh – Un funzionario della Croce Rossa segnala “seri problemi” con la remota isola del Bangladesh che ospita i rifugiati Rohingya

Un alto funzionario della Croce Rossa ha segnalato “seri problemi” inerenti la remota isola al largo delle coste meridionali del Bangladesh che ospita i rifugiati Rohingya. L’avvertimento arriva proprio mentre i funzionari si stavano preparando ad inviare sull’isola altre migliaia di persone questa settimana. Dallo scorso dicembre, il Bangladesh ha trasferito circa 19.000 rifugiati Rohingya verso l’isola di Bhasan Char dai campi situati sulla terraferma. I gruppi per i diritti umani hanno paragonato l’isola ad una prigione e hanno affermato che alcuni trasferimenti sono stati effettuati contro la volontà degli interessati. Alexander Matheou, direttore per l’Asia-Pacifico della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, ha affermato che le restrizioni alla libera circolazione e la carenza di opportunità di lavoro e assistenza sanitaria “dissuadono le persone dallo scegliere di recarvisi in gran numero”. Nonostante il sito sia “ben progettato e organizzato in termini di alloggi” e garantisca accesso all’acqua pulita, i servizi sanitari risultano essere “troppo essenziali per far fronte a una popolazione numerosa” e manca un sistema per tornare sulla terraferma, il che rappresenta il principale problema agli occhi di molti rifugiati che non possono quindi spostarsi avanti e indietro per vedere le famiglie. Matheu ha inoltre affermato che le autorità del Bangladesh, che hanno in programma di trasferire altri 81.000 rifugiati sull’isola, stanno valutando la possibilità di consentire alle persone di viaggiare verso la terraferma per periodi limitati.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/red-cross-official-warns-serious-problems-with-remote-bangladesh-island-housing-2021-11-24/

25 novembre, Cambogia – La Cambogia promuove la crescita condivisa al vertice virtuale Asia – Europa

Il primo ministro cambogiano Hun Sen ha aperto il vertice virtuale Asia- Europa (ASEM) con un appello per una crescita globale sostenibile e condivisa mentre il mondo cerca di riprendersi dalla pandemia di COVID-19. Al meeting prendono parte i leader di trenta paesi europei e di ventuno paesi asiatici, al fianco di quelli di organizzazioni internazionali quali l’Unione Europea e l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), e l’evento biennale è ospitato appunto dalla Cambogia, dopo che lo scorso anno era stato rinviato a causa della pandemia. “Mentre tutti rivolgiamo i nostri sforzi verso la ripresa socio-economica convivendo con il COVID-19, il tema che abbiamo scelto per l’ASEM, vale a dire “Rafforzare il multilateralismo per la crescita condivisa”, è ancora più valido e rilevante che mai”, ha detto Hun Sen in apertura all’assemblea. “In effetti, nel mondo post COVID-19, abbiamo bisogno di rafforzare ulteriormente la nostra partnership Asia-Europa per mantenere un forte multilateralismo che possa portare ad una crescita globale che non sia solo “sostenibile” ma anche “condivisa”.

L’assenza di uno dei leader, il gen. Min Aung Hlaing del Myanmar, probabilmente ridurrà l’attenzione dell’ASEM sul peggioramento della situazione dei diritti umani in questo specifico paese. Sebbene il Myanmar compaia nell’elenco dei paesi partecipanti al vertice, non sono state fornite spiegazioni pubbliche in merito all’assenza del generale, ma il suo governo militare è ostracizzato da molti stati occidentali sia a causa del golpe di febbraio che della violenta repressione delle proteste pro democrazia che, secondo gli esperti dell’ONU, avrebbero portato il paese sull’orlo della guerra civile. Si temeva che se il leader birmano avesse partecipato, le principali potenze occidentali avrebbero inviato figure di minor importanza a rappresentarli, andando così a diminuire le prospettive di un’effettiva cooperazione.

È la terza volta che Min Aung Hlaing non presenzia ad importanti incontri regionali a cui normalmente partecipa il leader del Myanmar. L’ASEAN infatti ha proibito al generale di rappresentare il suo paese sia in occasione del vertice dell’Associazione lo scorso mese, sia al summit Cina – ASEAN svoltosi ad inizio settimana.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/coronavirus-pandemic-health-business-asia-europe-7f5a1471ddcd0945d27721d0317de3b3

26 novembre, Myanmar – Gli Stati Uniti e altri paesi si dichiarano preoccupati per l’offensiva militare in corso in Myanmar  

Gli Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta insieme ad Australia, Canada, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud e Gran Bretagna esprimendo preoccupazione per l’offensiva militare in Myanmar che, secondo loro, va colpire la popolazione civile in modo sproporzionato. Washington e altre nazioni hanno ripetutamente denunciato il colpo di stato del 1 febbraio che ha gettato nel caos il paese del sud-est asiatico e in questa dichiarazione hanno espresso in particolare una “grave preoccupazione” per le denunce di abusi, tra cui violenze sessuali e torture, commessi soprattutto nell’area nord-occidentale del paese che comprende lo Stato di Chin e le regioni di Sagaing e Magwe, dove almeno 50.000 persone sono state costrette ad evacuare. “Siamo preoccupati per le accuse di stoccaggio di armi e attacchi da parte dei militari, inclusi bombardamenti e attacchi aerei, uso di armi pesanti e il dispiegamento di migliaia di truppe che accompagnano quelle che le forze di sicurezza affermano essere operazioni antiterrorismo, che hanno un impatto sproporzionato sui civili”, hanno affermato, richiedendo alla giunta birmana, accusata di aver distrutto abitazioni e chiese, di porre immediatamente fine alle violenze. Le sette nazioni si sono anche spinte oltre, chiedendo agli altri paesi di “sospendere ogni supporto operativo e di cessare il trasferimento di armi, materiale, equipaggiamento a duplice uso e assistenza tecnica” all’esercito birmano.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/us-and-other-countries-concerned-about-myanmar-military-offensive

27 novembre, ASEAN – Un alto diplomatico americano farà visita a quattro stati ASEAN 

Un alto diplomatico degli Stati Uniti per l’Asia orientale visiterà l’Indonesia, la Malesia, Singapore e la Thailandia, dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha promesso di intensificare le relazioni con il sud-est asiatico, campo di battaglia cruciale nella sua competizione con la Cina volta ad estendere le rispettive aree di influenza. Daniel Kritenbrink, assistente segretario di Stato degli Stati Uniti per gli affari dell’Asia Orientale e del Pacifico, si tratterrà nella regione fino al 4 dicembre, stando a quanto dichiarato dal Dipartimento di Stato, e “riaffermerà l’impegno degli Stati Uniti a cooperare… per affrontare le più serie sfide globali e regionali” e sottolineerà il sostegno degli Stati Uniti a “un ordine basato sullo stato di diritto nell’Indo-Pacifico”, in riferimento al crescente comportamento assertivo della Cina nella regione, che Washington ha più volte denunciato come “coercitivo”. Kritenbrink tratterà le “sfide” poste dalla questione dei diritti umani, cercherà di rafforzare la cooperazione sui cambiamenti climatici e discuterà i modi per fare pressione sul governo militare del Myanmar affinché cessi la violenza e consenta un accesso umanitario senza ostacoli al paese. Si discuterà inoltre anche di come rafforzare le relazioni economiche e migliorare la ripresa post-pandemia.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/top-us-diplomat-for-asia-to-visit-four-south-east-asian-countries-including-singapore

28 novembre, Cambogia – Muore a 77 anni il principe e politico cambogiano Norodom Ranariddh

Il principe Norodom Ranariddh, ex primo ministro della Cambogia e figlio del defunto re Norodom Sihanouk, è morto in Francia all’età di 77 anni. La sua carriera si è sempre svolta all’ombra del suo carismatico padre, Sihanouk, e del suo scaltro e spietato rivale politico, Hun Sen, con il quale ha condiviso il potere prima di essere estromesso dal governo proprio da quest’ultimo, che rimane tutt’oggi il primo ministro della Cambogia.

Ranariddh, uno studioso di diritto formatosi in Francia, è entrato in politica nel 1983, quando ha assunto la guida del Funcinpec, un movimento di resistenza armata contro il governo comunista sostenuto dai vietnamiti e guidato da Hun Sen, che è succeduto al brutale regime comunista degli Khmer rossi negli anni ’70. Il principe ha convertito il Funcinpec in un partito monarchico e ha vinto poi le elezioni del 1993, promosse dalle Nazioni Unite nell’ottica di favorire un processo di pace dopo la caduta degli Khmer rossi e tre decenni di guerra civile. Nonostante la vittoria, le minacce di Hun Sen di riprendere le ostilità hanno portato ad un nuovo governo che ha visto Ranariddh occupare la carica di primo ministro e Hun Sen quella di secondo primo ministro. Questa coalizione è durata fino al 1997, quando Hun Sen ha organizzato un colpo di stato che ha portato all’estromissione di Ranariddh dal governo, al suo successivo esilio temporaneo e alla caduta del Funcinpec sotto la forte influenza di Hun Sen. Il principe ha successivamente cercato più volte di riconquistare il potere e nel 2006 ha fondato il Norodom Ranariddh Party, destinato tuttavia a rimanere un attore marginale nello scenario politico cambogiano.

L’ultima posizione ricoperta da Ranariddh è stata quella di consigliere principale del suo fratellastro, il re Sihamoni. Era anche il leader di ciò che restava del partito Funcinpec, che ha annunciato domenica che la sua salma verrà presto rimandata in Cambogia.

Fonte:  AP News
Link: https://apnews.com/article/entertainment-france-royalty-accidents-cambodia-87b73a47c861a48694398e2834283eae

 

(Featured image source: Flickr Bundesministerium für europäische)