Rassegna settimanale 2-8 aprile 2018: Sud est asiatico

Rassegna settimanale 2-8 aprile 2018: Sud est asiatico

2 aprile, Malesia – Il primo ministro potrebbe sciogliere il parlamento entro lunedì

Il primo ministro malese Najib Razak ha lasciato intendere che la data delle prossime elezioni potrebbe essere vicina, numerosi ministri hanno infatti dichiarato che il premier potrebbe sciogliere il parlamento nei prossimi giorni. “Questo mercoledì incontrerò vari funzionari e inaugurerò il manifesto del BN (Barisan Nasional: la coalizione al potere) il 7 aprile” ha lanciato alla folla prima di concludere “Ciò significa (che le elezioni) sono vicine”

Qualche giorno fa, Abdul Rahman Dahlan, un membro del governo ha dichiarato che il parlamento potrebbe essere sciolto prima che venga lanciato il manifesto. È possibile, in base alle passate esperienze, che l’inaugurazione del manifesto venga tenuto dopo la dissoluzione del parlamento. Questa è la tradizione” ha dichiarato l’uomo, “(Ma) non sono sicuro che Datuk Seri Najib (Razak) usi lo stesso metodo”.

Solitamente le elezioni vengono tenute circa 29 giorni dopo la dissoluzione del parlamento, ciò vorrebbe dire la prima settimana di maggio. I risultati dovrebbero essere noti solo qualche ora dopo la chiusura dei seggi, circa 14.8 milioni di persone hanno diritto al voto nel paese. I gruppi di opposizione e vari gruppi della società civile hanno già richiesto le dimissioni del primo ministro uscente per via dei scandali di corruzione legati alla banca 1Malaysia Development Berhad. Malgrado le vicende giudiziarie i sondaggi sembrano favorevoli al primo ministro.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/04/will-malaysias-pm-najib-dissolve-parliament-by-friday/#xKzyX2bxt8QkLt0Q.97

3 aprile, Malesia – Adottata la controversa legge sulle “fake news”

Il parlamento malese ha approvato una legge contro le cosiddette “fake news” che impone fino a sei anni di prigione in caso di creazione e distribuzione di notizie false. Inoltre, chi commette il reato rischia una multa di 123.000 dollari. “Questa legge proteggerà il pubblico dalla condivisione delle notizie false, lasciando inviolata la libertà di espressione protetta dalla costituzione” ha dichiarato la ministra Azalina Othman.

Il progetto di legge è stato adottato malgrado le critiche dell’opposizione e dei vari gruppi per i diritti che vedono in questa manovra una nuova forma di censura e di limite alla libertà di espressione. Il reporter speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione e opinione David Kaye ha dichiarato “Chiedo al governo di rivedere il progetto di legge e di aprire un normale e sano dibattito pubblico prima di prendere altre decisione”. James Gomez, direttore di Amnesty per la regione del sud est asiatico e pacifico ha dichiarato che “Questa legge usa cinicamente il linguaggio di Twitter per arrivare ad una vecchia questione: criminalizzare la libertà di espressione”.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/04/malaysia-approves-6-years-jail-for-fake-news-sparks-outcry/#z8jzstHoQDhZ5Fv1.97

4 aprile, Cambogia – Lo stato cambogiano invita osservatori internazionali a monitorare le elezioni

Il governo cambogiano ha invitato gli osservatori internazionali a monitorare e valutare le prossime elezioni che si terranno nel mese di luglio. Koul Panha, direttore del Committee for Free and Fair Elections, ha dichiarato che gli osservatori internazionali dovrebbero pensarci due volte prima di accettare l’incarico. “Dovrebbero essere attenti prima di rispondere all’invito. Molti di loro hanno degli standard sui prerequisiti della loro missione”. La National Election Committeeha dichiarato che gli osservatori internazionali dovrebbero sottomettere dei report sulle loro osservazioni.

I risultati delle elezioni sono però considerati abbastanza scontati. Il primo ministro Hun Sen, al potere da 33 anni, ha recentemente messo al bando l’unico credibile partito di opposizione, il Cambodia National Rescue Party (CNRP). La dissoluzione del partito ha portato all’arresto del suo leader, Kem Sokha, accusato di aver collaborato con l’ambasciata americana per rovesciare il regime.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/04/cambodia-invites-foreign-observers-to-monitor-sham-election/#Y2hvg7BW5d9Fdyev.97

5 marzo, Filippine – Duterte parla di “genocidio” in Birmania e vuole accogliere dei rifugiati

Durante un incontro con degli agricoltori e contadini al palazzo presidenziale il presidente filippino Rodrigo Duterte ha brevemente menzionato la questione dei Rohingya in Birmania. Il presidente ha espresso la propria simpatia per questa popolazione: “Compatisco con le persone li”, “sono pronto ad accettare dei rifugiati. Dei Rohingya, si. Questo dovrebbe aiutare ma dovremmo dividerli con l’Europa”.

Inoltre, il presidente ha criticato la comunità internazionale per la sua incapacità di risolvere la situazione e ha parlato di genocidio. “Non possono risolvere la questione dei Rohingya. Questo è un genocidio se mi è concesso dirlo” ha dichiarato Duterte. Il portavoce del governo birmano ha però rigettato l’accusa dichiarando “Non sa nulla della Birmania […] E’ un’abitudine per questa persone di parlare senza freni. È per questa ragione che ha detto questo”.

Una tale denuncia è estremamente rara tra i paesi del sud est asiatico. Entrambe le nazioni fanno parte dell’ASEAN (associazione delle nazioni del sud-est asiatico) dove le critiche dirette sono generalmente evitate.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-duterte-cites-genocide-in-myanmar-says-will-take-refugees

6 marzo, Malesia – Najib Razak annuncia la dissoluzione del parlamento

Il parlamento malese verrà sciolto sabato 7 aprile secondo quanto dichiarato dal primo ministro Najib Razak “Ho avuto un’udienza con il re questa mattina per richiedere la dissoluzione del parlamento”. Il premier ha così dato il via ad una battaglia elettorale che gli osservatori annunciano come intensa. In seguito alla dissoluzione, la commissione elettorale dovrà decidere la data migliore per le elezioni, che si dovrà tenere entro 60 giorni.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/malaysias-parliament-dissolved-paving-way-for-all-out-election-battle

7 marzo, Malesia – 3 uomini da sorvegliare

  1. Datuk Seri Najib Razak, 64 anni: leader del Barisan Nasional, coalizione attualmente al govnerno

La sua carriera politica è iniziata nel 1976 quando aveva solo 23 anni. Si candido e vinse il seggio di Pekan al parlamento rimasto vacante dopo la morte di suo padre, Tun Abdul Razak Hussein, il secondo premier nella storia del paese.

Datuk Seri Najib è diventato il più giovane capo ministro (una carica esistente solo in Malesia) della storia del paese, 29 anni, un record ancora imbattuto. È poi diventato il presidente del partito Umno (leader della coalizione) nel 2009 dopo le dimissioni di Tun Abdullah Badawi. Najib ha coperto varie cariche all’interno del governo prima di diventare il sesto primo ministro della storia del paese nel 2009.

Umno possiede attualmente 86 seggi all’interno del parlamento, il numero più alto all’interno della coalizione. Questi seggi ammontano a quasi il 40 percento di un parlamento che conta 222 legislatori, permettendo così a Najib di tenere sotto controllo il paese finché il partito gli rimane leale. Il primo ministro ha infatti riaffermato la propria autorità quando ha espulso il suo allora vice-presidente dopo che avesse chiesto le dimissioni di Najib per via di uno scandalo finanziario.

  1. Tun Mahathir Mohamad, 92 anni: leader del Pakatan Harapan, principale coalizione di opposizione

Mahathir è stato il primo ministro del paese dal 1981 al 2003. Durante la sua premiership, Mahathir il paese ha conosciuto una rapida crescita economica e un’importante fase di modernizzazione a costo di un indebolimento delle istituzioni indipendenti e giudiziarie.

Dall’anno del suo ritiro è diventato un importante critico del governo e lasciò il partito Umno nel maggio del 2008, dopo una disputa con l’allora primo ministro Abdullah Badawi. Mahathir è poi tornato all’interno del partito nel 2009 per lasciarlo di nuovo nel 2016 dopo lo scandalo noto come 1MDB.

Da settembre 2016 Mahathir ha fondato il suo nuovo partito politico, Parti Pribumi Bersatu Malaysia, insieme all’ex vice primo ministro Muhyiddin Yassin. Ha successivamente stretto un’alleanza con i suoi ex rivali ed è adesso a capo di una colazioni di quattro diversi partiti nota come Pakatan Harapan.

  1. Abdul Hadi Awang, 70 anni: leader del Parti Islam Semalaysia

Il leader islamico ultra conservatore è a capo di un partito di circa un milione di sostenitori, il secondo del paese per numero di tesserati. Awang ha consolidato la sua base elettorale nel partito dopo la morte dell’amato capo spirituale Nik Aziz Nik Mat e che i membri più liberali abbiano deciso di lasciare il partito.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/3-men-to-watch

8 marzo, Cambogia – Il Giappone presterà 90 milioni di dollari allo stato cambogiano

Il Giappone ha firmato con lo stato cambogiano un accordo per un prestito di circa 90 milioni di dollari. L’accordo è avvenuto malgrado le preoccupazioni della comunità internazionale sul futuro del paese dopo la dura repressione nei confronti del maggiore ed unico partito di opposizione nel paese.

Numerosi attivisti per i diritti umani hanno attivamente chiesto al Giappone di aumentare la pressione sul paese ed il suo leader Hun Sen. Tokyo ha però dichiarato che continuerà a portare il proprio supporto per lo svolgimento delle elezioni e che non si vuole immischiare negli affari del paese.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/japan-cambodia-sign-118-million-aid-agreement

Set Feature Image: Flickr