Rassegna settimanale 27 gennaio-2 febbraio 2020: Sudest Asiatico

Rassegna settimanale 27 gennaio-2 febbraio 2020: Sudest Asiatico

27 gennaio, SUDEST ASIATICO – Singapore perde il 3% a causa della preoccupazione per il coronavirus

La borsa di Singapore registra le perdite più ingenti dal maggio 2019, in seguito all’annuncio di nuove misure per contrastare il virus annunciate dal governo. Anche la Malesia ha perso più dell’1%. La Malaysia Airports Holdings, che dipende fortemente dal turismo, ha perso il 9.5%.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/southeast-asia-stocks/se-asia-stocks-singapore-falls-3-on-worries-of-economic-impact-from-virus-idUSL4N29X0JK

28 gennaio, TAILANDIA – Polizia sotto indagine in Tailandia per il crescente numero di casi di traffico

Nello scorso anno, i tribunali tailandesi hanno respinto circa un quinto dei casi di traffico umano mandati loro dalla polizia. Si teme quindi che la polizia stesse cercando di aumentare di proposito, in modo forzato, i numeri per migliorare l’immagine della Tailandia nel mondo. Molti dei casi respinti vedevano coinvolti migranti illegali identificati erroneamente come vittime di traffico di esseri umani.

Negli ultimi anni, il Paese era stato fortemente criticato per la sua incapacità di mettere un freno ai traffici nel settore tessile, nel settore ittico e in quello del sesso.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-thailand-trafficking-migrants-exclusi/exclusive-thailand-police-under-scrutiny-as-record-number-of-trafficking-cases-dismissed-idUSKBN1ZR03Y

 

29 gennaio, BIRMANIA/BANGLADESH – Il Bangladesh migliora le scuole per i bambini Rohingya rifugiati

Le autorità del Bangladesh, in partnership con le Nazioni Unite, espanderà i programmi educativi per centinaia di migliaia di bambini rohingya che vivono nei campi profughi e che, al momento, stanno ricevendo solo lezioni, fornite dall’UNICEF, che consistono in istruzione di base, disegno e attività ricreative. Sotto il nuovo programma, che inizierà in aprile, inizieranno a seguire delle lezioni più formali utilizzando il curriculum della Birmania, così che, quando torneranno nel loro Paese di origine, saranno in grado di inserirsi nel sistema scolastico.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/fc411a547cdcddbf286b312f35d9a12b

 

30 gennaio, SUDEST ASIATICO – Il sentimento anti-cinese si diffonde insieme al coronavirus

La diffusione del coronavirus ha innescato un’ondata di sentimento anti-cinese in tutto il globo: dai cartelli di divieto di ingresso rivolti ai turisti cinesi appesi fuori dai negozi ai commenti al vetriolo sul commercio di carni esotiche nel Paese, ai controlli sanitari a sorpresa sui lavoratori stranieri nelle aziende. Il virus ha avuto origine in Cina, e si è diffuso in molti Paesi, molti dei quali nel Sudest Asiatico: si tratta di Paesi che hanno relazioni difficili con la Cina a causa delle preoccupazioni e della diffidenza nei confronti della Belt and Road Initiative e delle dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale.

Oltre il 60% degli interpellati in un sondaggio dello scorso mese tra ufficiali, accademici e altri professionisti del Sudest Asiatico ha dichiarato di non fidarsi della Cina. Quasi il 40% ha affermato di ritenere la Cina “una potenza revisionista che vuole far tornare il Sudest Asiatico nella sua sfera di influenza”. Il sondaggio non faceva menzione del virus.

Molti Paesi hanno imposto restrizioni ai visti sui viaggiatori provenienti dalla Provincia dello Hubei, l’epicentro del virus, mentre diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli verso la Cina continentale. Queste misure però sembrano non essere sufficienti per centinaia di migliaia di persone in Corea del Sud e Malesia, che hanno firmato petizioni per chiedere alle autorità di impedire del tutto l’ingresso di cittadini cinesi nei loro Paesi. L’isola di Samal, nelle Filippine del Sud, ha vietato l’accesso ai turisti provenienti da tutti i Paesi colpiti dal virus.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/us-china-health-sentiment/anti-china-sentiment-spreads-along-with-coronavirus-idUSKBN1ZT1B6

 

31 gennaio, SUDEST ASIATICO – Le borse del SE Asiatico registrano pesanti perdite mentre il bilancio delle vittime del coronavirus sorpassa le 200 vittime

L’OMS ha dichiarato il coronavirus un’emergenza sanitaria globale: in seguito, la Borsa di Singapore ha chiuso con il più grave ribasso da agosto, la Malesia con il ribasso più grave da otto anni a questa parte. Gli indici di Filippine e Vietnam sono scesi del 2%.

Gli economisti temono l’impatto che il coronavirus avrà sull’economia cinese, che potrebbe superare quello, già ingente, che ebbe la SARS nell’anno 2002/2003.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/article/southeast-asia-stocks/se-asia-stocks-post-heavy-losses-as-virus-toll-passes-200-rattles-sentiment-idUSL4N2A03GS

1 febbraio, MALESIA – Se il coronavirus non vi contagia in Malesia, le fake news razziste potrebbero farlo

La disinformazione sul virus è diventata talmente pervasiva che il Ministero della Salute malese, Dzulkefly Ahmad, ha messo in guardia la popolazione, definendola “più critica del virus stesso”: dai racconti di mandarini o telefonini Xiaomi “infettati” a report su morti mai avvenute, a cure fai-da-te contro la polmonite, internet è saturo di fake news e disinformazione riguardo al coronavirus.

Il virus ha già infettato persone in più di venti Paesi, e rovesciato le tendenze ai viaggi globalizzati. Mentre i Governi locali fanno di tutto per prevenire quella che la Organizzazione Mondiale per la Sanità ha dichiarato una emergenza globale, sedare i pettegolezzi è diventato importante quanto condurre screening rigorosi per i viaggiatori in ingresso nei diversi Paesi. “Per contrastare tutto ciò, forniremo aggiornamenti su base giornaliera, sperando che la popolazione si affidi a fonti attendibili anziché credere a quel che diventa virale sui social media”.

Il Ministro delle Comunicazioni di Singapore ha avvertito la popolazione: il Governo userà “tutti gli strumenti a sua disposizione” sia per provvedere informazioni accurate che per gestire le falsità che potrebbero diffondere panico e confusione. Il governo ha quindi fatto ricorso al controverso Protection from Online Falsehoods and Manipulation Act (Pofma) per correggere le falsità diffuse relativamente al virus. In Malesia, invece, nella scorsa settimana la polizia ha arrestato sei persone per la diffusione di fake news.

La misinformazione che si sta diffondendo online causa allarme e panico. Ma a preoccupare le autorità è anche un altro aspetto legato a questa questione: l’allarmante tono razzista dei post e delle fake news.

In Indonesia, una catena diffusa attraverso whatsapp sosteneva che prodotti made in China potessero trasportare e trasmettere il virus, mentre post sui social media malesi canzonavano gli accenti cinesi e accusavano i cinesi di aver diffuso il virus “mangiando carni etniche”. Il sentimento “anti-cinese” minaccia di esacerbare le tensioni in Paesi multiculturali, dove la polarizzazione etnica è già un problema con con cui i Governi si trovano a dover fare i conti. In Malesia, riferisce Zurairi A. R., colonnista e assistant news editor del Malay Mail, la situazione è esacerbata dalla mancanza di approccio scientifico nella verifica delle fonti, da un latente razzismo nei confronti della comunità cinese, e dai politici che sfruttano la situazione per infiammare il malcontento nel confronto del Governo. Secondo molti attivisti malesi, tuttavia, neppure l’utilizzo della legge anti-fake news da parte del Governo è del tutto condivisibile: anziché mantenere l’ordine pubblico attraverso una legge contraria alla libertà di parola, il Governo dovrebbe dare priorità alla trasparenza delle informazioni circa la sua gestione dell’emergenza.

Fonte: South China Morning Post
Link: https://www.scmp.com/week-asia/health-environment/article/3048484/if-china-coronavirus-doesnt-get-you-malaysia-fake

 

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