mar-cinese-meridionale

Rassegna settimanale 7-13 marzo 2022: Sud-est asiatico

7 marzo, Indonesia – Bali accoglie i primi turisti stranieri dopo l’abolizione del periodo di quarantena

L’isola turistica indonesiana di Bali lunedì ha accolto i suoi primi visitatori stranieri secondo le nuove regole in vigore sul coronavirus che non prevedono più il rispetto della quarantena, istituite come parte di un più ampio allentamento delle restrizioni nel paese del sud-est asiatico dopo che i casi di infezioni sono diminuiti.

Nota per il surf, i templi, le cascate e la vita notturna, Bali aveva attirato 6,2 milioni di visitatori stranieri nel 2019, l’anno prima che il COVID-19 dilagasse. Ma solo in pochi sono tornati da quando l’isola ha iniziato a riaprire ai turisti stranieri lo scorso ottobre, scoraggiati dalla necessità di effettuare una quarantena e di osservare altre restrizioni.

Nell’ambito di un programma pilota, i turisti completamente vaccinati ora possono saltare la quarantena obbligatoria di tre giorni, sebbene debbano rimanere a Bali per quattro giorni.
Con il turismo che normalmente rappresenta oltre il 50% dell’economia dell’isola, molti desideravano disperatamente un ritorno più rapido dei turisti, avendo visto in particolare l’esempio di alcuni paesi vicini come Thailandia e Filippine, che avevano già programmi che prevedevano l’assenza di quarantena per i turisti stranieri.

Luhut Pandjaitan, un ministro che supervisiona la situzione COVID-19 a Java e Bali, ha detto in una conferenza stampa che nel caso in cui il programma pilota di Bali andasse bene, tutti i visitatori stranieri che arriveranno in Indonesia non sarebbero più tenuti alla quarantena a partire dal 1 aprile o addirittura prima.

Fonte : Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/bali-welcomes-first-foreign-tourists-after-covid-quarantine-rule-lifted-2022-03-07/

8 marzo, ASEAN – Il premier cambogiano Hun Sen chiede il rinvio del vertice USA – ASEAN

Il primo ministro cambogiano Hun Sen ha chiesto il rinvio del vertice tra Stati Uniti e l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) poiché le date annunciate non sono state effettivamente concordate con gli Stati membri. Gli Stati Uniti avevano infatti annunciato che il vertice era previsto dal 28 al 29 marzo, ma l’Indonesia, che fungeva da mediatore, non ne aveva ancora coordinato la programmazione con gli altri membri dell’Associazione.

Intervenendo all’inaugurazione dell’ospedale dell’amicizia Cambogia-Cina nella provincia di Tbong Khmum, Hun Sen ha osservato che alcuni leader dell’ASEAN volevano che il vertice si tenesse dal 26 al 27 marzo, ma gli Stati Uniti hanno affermato che le date non sarebbero state convenienti per i propri funzionari e anche i leader di almeno tre paesi dell’ASEAN hanno affermato che non avrebbero potuto partecipare in quelle date.

Il primo ministro cambogiano ha quindi chiesto un rinvio del vertice alla luce del fatto che non era stato ancora concordato un programma che fosse stato approvato da tutti. Hun Sen sperava che ASEAN e Stati Uniti trovassero una data adatta per incontrarsi, affermando che in qualità di presidente dell’ASEAN, sarebbe stato disponibile per il vertice in qualsiasi giorno di marzo.
Hun Sen ha anche afferamato che, poiché i leader di quattro nazioni del Sud-Est Asiatico stanno visitando il Medio Oriente, potrebbe essere necessario posticipare anche il vertice Asean-Cina. Inoltre, ha ribadito che non sarà in grado di lasciare la Cambogia da metà maggio a metà giugno a causa dell’organizzazione delle elezioni nazionali previste per il 5 giugno.

Il ricercatore Thong Mengdavid presso il Mekong Center for Strategic Studies dell’Asian Vision Institute ha affermato che la Cambogia, presidente dell’ASEAN, desidera che il vertice si svolga il prima possibile, visti gli sviluppi geopolitici in corso sia nella regione che in tutto il mondo, come la crisi del Myanmar, la questione del Mar Cinese Meridionale e il conflitto Russia-Ucraina, che probabilmente richiederanno l’assistenza degli Stati Uniti nella loro risoluzione.”L’ASEAN ha bisogno che gli Stati Uniti forniscano supporto politico, economico e tecnico per rafforzare la cooperazione regionale e promuovere la ripresa economica post-Covid-19″, ha detto al Phnom Penh Post.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/cambodian-pm-hun-sen-asks-for-us-asean-summit-to-be-postponed

9 marzo, Filippine – Le autorità filippine hanno effettuato il più grande sequestro di droga di quest’anno

Martedì le autorità filippine hanno sequestrato della sospetta metanfetamina stimata per un valore di oltre 1 miliardo di pesos (19,6 milioni di dollari) e hanno arrestato un sospettato cinese, mentre la lotta alla droga voluta dal presidente Duterte prosegue anche nei suoi ultimi mesi al potere.

Il capo dell’Agenzia filippina per l’applicazione delle politiche sulla droga, Wilkins Villanueva, ha detto che i circa 160 Kg del sospetto stimolante, chiamato localmente shabu, sono stati scoperti in una casa della città di Valenzuela, nell’area metropolitana di Manila, dopo l’arresto di un sospettato cinese e del suo complice filippino da parte delle forze dell’ordine che fingevano di essere degli eventuali acquirenti.

Se la sostanza sequestrata, in parte confezionata in bustine di tè, si rivelasse essere effettivamente metanfetamina, sarebbe il più grande traffico illegale di droga scoperto quest’anno. Il raid di martedì è stato l’ultimo di una serie di operazioni antidroga condotte questo mese in tutto il paese che hanno portato all’arresto di 11 sospettati e alla confisca di una grande quantità di metanfetamina, secondo quanto riportato da Villanueva. Circa una settimana fa, la polizia e gli agenti antidroga hanno sequestrato 60 Kg di metanfetamina per un valore stimato di oltre 400 milioni di pesos (7,8 milioni di dollari) in un raid nella città di Marilao, vicino a Valenzuela.

Il presidente Rodrigo Duterte ha lanciato una micidiale repressione delle droghe illegali nel 2016, all’inizio del suo mandato di sei anni. La campagna ha portato all’arresto di migliaia di trafficanti e all’uccisione di oltre 6.200 sospettati in operazioni di polizia che hanno allarmato i governi occidentali e i gruppi per i diritti umani. Tali omicidi hanno anche portato all’avvio di un’indagine da parte della Corte Penale Internazionale.
Duterte ha negato di giustificare le uccisioni extragiudiziali, ma ha apertamente minacciato di morte i sospettati di trafficare droga. Ha spesso incoraggiato gli agenti di polizia a sparare ai sospetti che si oppongono all’arresto e che minacciano le forze dell’ordine.

Duterte, un ex sindaco che si è fatto un nome in politica proprio con l’approccio estremamente duro verso la criminalità, aveva vinto le presidenziali con la promessa di sradicare il traffico di droghe illegali in circa tre o sei mesi. Dopo aver fallito nel mantenere quella promessa e aver riconosciuto di aver sottovalutato l’entità del problema della droga nel paese, ha promesso di portare avanti la sua repressione fino alla fine del suo mandato a giugno.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/lifestyle-arrests-philippines-manila-e6133a06aff2b55830acf493552cad79

10 marzo, Filippine – Le Filippine sarebbero pronte a sostenere gli Stati Uniti se dovessero essere coinvolti in una guerra

Il presidente filippino è pronto ad aprire le “strutture” del paese alle forze americane in base a un trattato di mutua difesa del 1951 se la guerra della Russia contro l’Ucraina dovesse peggiorare e coinvolgere gli Stati Uniti nei combattimenti.

L’ambasciatore Jose Manuel Romualdez ha affermato che il presidente Rodrigo Duterte avrebbe fatto questa osservazione in un recente incontro a Manila, nel corso del quale il presidente ha anche espresso preoccupazione per l’impatto economico globale della crisi in corso. Le Filippine hanno condannato l’invasione e votato a favore di una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che chiedeva l’immediata sospensione dell’attacco di Mosca e il ritiro di tutte le truppe russe dall’Ucraina.

Duterte ha stretto forti legami con il presidente russo Vladimir Putin e il leader cinese Xi Jinping mentre ha spesso criticato le politiche di sicurezza statunitensi nei primi anni della sua presidenza. Ma Romualdez ha detto che per Duterte l’invasione russa era sbagliata. “Dice che se verrà chiesto il sostegno delle Filippine, è molto chiaro che, ovviamente, le Filippine saranno pronte a prendere parte allo sforzo, soprattutto se questa crisi ucraina si estenderà al continente asiatico”, ha detto Romualdez in un briefing online con i giornalisti di Manila, aggiungendo che il suo paese sarebbe pronto “ad offrire qualsiasi struttura o qualsiasi cosa di cui gli Stati Uniti avranno bisogno”.

Duterte non ha specificato a quali strutture filippine avrebbero accesso le forze americane, ma Romualdez ha affermato che queste potrebbero includere i porti franchi di Clark e Subic Bay a nord-ovest di Manila che erano tra le più grandi basi aeree e navali americane al di fuori del territorio continentale statunitense fino a che non erano state abbandonate all’inizio degli anni ’90.

Il Trattato di mutua difesa del 1951 impegna gli Stati Uniti e le Filippine a venire in aiuto l’uno dell’altro in caso di attacco. Funzionari americani hanno ripetutamente assicurato alle loro controparti filippine negli ultimi anni che avrebbero onorato gli obblighi del trattato se le forze, le navi o gli aerei filippini fossero stati attaccati nel conteso Mar Cinese Meridionale.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/russia-ukraine-putin-united-nations-general-assembly-xi-jinping-united-nations-3ac8ace02978b67a20f1fbbce695d23b

11 marzo, Indonesia – Due rimorchiatori battenti bandiera di Singapore sono stati fermati nelle acque al largo di Batam

Due rimorchiatori battenti bandiera di Singapore, l’An Rong e l’An Ying, sono stati fermati dalle autorità portuali di Batam con l’accusa di operare illegalmente nelle acque al largo dell’isola. Ciò è avvenuto meno di due settimane dopo un altro simile incidente, che ha coinvolto sempre un rimorchiatore battente bandiera di Singapore.

Nel più recente incidente, i rimorchiatori, ciascuno con sei membri dell’equipaggio di nazionalità indonesiana a bordo, non erano registrati presso l’Ufficio della Capitaneria di porto e dell’autorità portuale di Batam, stando a quanto ha affermato il suo capo, il signor Revolino. La registrazione presso l’autorità portuale locale è il requisito principale per tutte le navi che operano nelle acque indonesiane.
Revolino ha affermato che i rimorchiatori stavano anche aiutando altre due navi, una battente bandiera indonesiana e un’altra battente bandiera malese, in un’operazione di trasferimento da nave a nave senza permesso quando sono state fermate il 4 marzo. Tutte e quattro le navi sono state trasportate al porto di Bintang 99 a Batu Ampar, Batam, in attesa di ulteriori indagini. “L’accusa iniziale è che le navi operassero illegalmente. Indagheremo ulteriormente ogni volta che verranno rilevate altre violazioni”, ha affermato Revolino. “Finora, l’indagine ha portato al coinvolgimento dell’ufficio doganale e delle accise per esaminare i loro carichi”.

In base alla legge marittima dell’Indonesia del 2008, una nave straniera può essere multata per un massimo di 600 milioni di rupie, corrispondenti a 57.000 $, per violazioni. Se condannate da un tribunale distrettuale, le persone coinvolte possono essere incarcerate fino a cinque anni.

Ultimamente le autorità locali hanno intensificato i pattugliamenti nelle acque al largo di Batam.
Un altro rimorchiatore battente bandiera di Singapore, l’An Ding, è stato fermato il 21 febbraio dalle autorità indonesiane con l’accusa di aver operato illegalmente nella stessa zona. La nave e i suoi sei membri dell’equipaggio indonesiani sono anch’essi attualmente fermi nel porto di Bintang 99.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/two-singapore-flagged-tugboats-detained-in-waters-off-batam

12 marzo, Myanmar – Continua la resistenza armata contro la giunta militare

Stando a quanto affermato dagli analisti, la resistenza armata al regime militare del Myanmar, che ha preso il potere da un governo democraticamente eletto più di un anno fa, sta continuando nonostante l’ondata di brutali offensive da parte dell’esercito birmano degli ultimi mesi e potrebbe persino rafforzarsi.

Avendo messo radici in gran parte delle campagne, le forze di resistenza stanno iniziando a tenere sotto pressione i militari anche in alcune città. “I militari devono combattere non solo nelle campagne; ma devono combattere anche proprio intorno alle città di provincia”, ha affermato Matthew Arnold, un analista indipendente che sta seguendo le violenze iniziate dopo il colpo di stato.

Galvanizzati dalla sanguinosa repressione dei militari contro le proteste di massa in risposta proprio al colpo di stato del febbraio 2021, le città e i quartieri di tutto il paese si sono uniti, per lo più usando fucili ed esplosivi, per opporsi alla giunta. Almeno 350 milizie, le cosiddette forze di difesa popolare, o FDP, si sono formate dopo il golpe.

Anche i più esperti osservatori del Myanmar faticano a cogliere l’intera portata di una guerriglia condotta da forze per lo più remote e disgiunte che non hanno nulla in comune se non la causa per cui combattono. Sostengono che molte delle FDP probabilmente non siano altro che gruppi di Facebook, mentre altre vanno da cellule comprendenti una mezza dozzina di combattenti urbani, che piazzano bombe fatte in casa, a unità simili ad eserciti di 1.000 o più combattenti sparsi su ampie zone di colline aspre.

Definire i numeri di questa resistenza è “quasi impossibile”, come afferma Anthony Davis, un analista di sicurezza con sede a Bangkok, “ma non c’è dubbio che milioni di persone supportino l’attività delle FDP, che sembra sicuramente essersi radicata e in alcune aree potrebbe essere anche in crescita”.

Delle 330 township del Myanmar, più di 250 hanno visto una qualche forma di resistenza armata dopo il colpo di stato, ha detto Arnold, e almeno 150, quasi la metà, sono state teatro di conflitti.

Lungo i confini del Myanmar, con l’India a ovest e Cina e Thailandia a est, le FDP stanno collaborando con gli eserciti ribelli guidati dalle minoranze etniche che da decenni combattono contro i militari per l’autonomia, attingendo alle loro conoscenze di guerriglia e, con più parsimonia, armi.

La maggior parte delle circa due dozzine di eserciti ribelli del paese si è tenuta fuori dalla lotta post-colpo di stato, mantenendo il cessate il fuoco formale o tacito con i militari. Ma almeno quattro si sono impegnati nella resistenza: Kachin Independence Army, Karen National Liberation Army e Karenni Army a est e il Chin National Front a ovest. Con circa 15.000 truppe, secondo alcune stime, questi quattro eserciti comandano solo una frazione delle circa 350.000 truppe militari del Myanmar. Arnold, tuttavia, afferma che i gruppi ribelli forniscono una “base” sufficiente per aiutare a mantenere viva la più ampia resistenza armata.

E nonostante tutti i suoi soldati, l’esercito sta facendo fatica a mantenere il controllo sulle campagne su così tanti fronti, afferma Min Zaw Oo, direttore esecutivo del Myanmar Institute for Peace and Security, un think tank locale. “Le FDP di solito non combattono testa a testa con il regime; nella maggior parte dei casi vengono facilmente scacciate… Ma il regime non ha truppe sufficienti per tenere l’area. Quando i [militari] lasciano l’area, [le] FDP tornano”, ha detto.”In generale … il regime controlla le principali città e paesi, ma le aree remote in cui sono attive le FDP, il regime non riesce a controllarle”, ha aggiunto.

Funzionari dell’esercito ribelle e combattenti delle FDP hanno detto a VOA il mese scorso che stanno i pianificando l’intensificare degli attacchi alle aree urbane. Arnold ha detto che sembra stia già succedendo, con i ripetuti attacchi degli ultimi mesi a Loikaw, la capitale dello stato Kayah del Myanmar orientale. L’analista ha anche affermato che i gruppi di guerriglia hanno iniziato ad attaccare più regolarmente anche le città nell’ovest del Myanmar nelle ultime settimane. “La resistenza sta diventando molto più attiva nelle città di provincia in regioni centrali come Sagaing e Magwe, dove attacca basi militari o stazioni di polizia proprio all’interno della città stessa”, ha affermato Arnold.

Min Zaw Oo ha detto che per ora i militari stanno respingendo la maggior parte degli attacchi nelle aree urbane con relativa facilità. E mentre le forze di resistenza stavano ancora crescendo a Sagaing e Magwe, le offensive che i militari hanno iniziato a lanciare con l’inizio della stagione secca alla fine dell’anno scorso le stavano ora respingendo dalle città dello stato di Kayah e appena oltre il confine nello stato meridionale dello Shan.

Davis ha affermato che le operazioni militari durante la stagione secca sono riuscite a interrompere le catene infrastrutturali e organizzative ancora in fase germinale della resistenza in alcune aree chiave. Le migliaia di civili sfollati dall’offensiva stanno rendendo poi più difficile anche per le FDP e gli eserciti ribelli combattere. “Resta da vedere se questi successi del Tatmadaw, che in molte aree si basano su tattiche di terra bruciata, siano sostenibili nel tempo”, ha detto Davis, riferendosi all’esercito del Myanmar con il suo nome birmano.

Fonte: VoA News
Link: https://www.voanews.com/a/armed-resistance-to-myanmar-junta-holding-firm-against-military-onslaught-/6481965.html

13 marzo, Vietnam – Il Vietnam cancella l’uscita del film d’azione della Sony “Uncharted” a causa della mappa del Mar Cinese Meridionale mostrata in una scena

Secondo quanto riportato dai media statali, il Vietnam ha bandito il film d’azione della Sony “Uncharted” dalla distribuzione nazionale in quanto in una scena si vede una mappa che mostra una linea di confine utilizzata dalla Cina per definire il territorio da lei rivendicato nel Mar Cinese Meridionale e che è tutt’oggi ampiamente contestata.

La “linea dei nove tratti” a forma di U viene utilizzata infatti sulle mappe cinesi per mostrare l’area del Mar Cinese Meridionale che la Cina considera come propria, e che comprende aree di quella che il Vietnam considera invece essere la sua piattaforma continentale, per la quale ha rilasciato anche concessioni petrolifere.

“Uncharted”, un film d’azione e d’avventura basato su una serie di videogiochi, doveva uscire nei cinema vietnamiti il 18 marzo ma è stato bandito dalla distribuzione dopo che il Dipartimento del Cinema, un ente governativo responsabile della licenza e della censura dei film stranieri, l’aveva visto e aveva scoperto al suo interno “un’immagine illegale della famigerata linea dei nove tratti”, come riportato dall’agenzia statale Vietnam News Agency citando Vi Kien Thanh, capo del suddetto Dipartimento.

Sempre per lo stesso motivo, il Vietnam aveva ritirato anche il film d’animazione di DreamWorks “Abominable” dai cinema nel 2019 e lo scorso anno ha ordinato a Netflix di rimuovere alcuni episodi della serie “Pine Gap”.

Il paese del sud-est asiatico questa settimana ha protestato due volte per le esercitazioni militari svolte da Cina e Taiwan in quella che sostiene essere la sua zona economica esclusiva e ha chiesto che venga rispettata la sua sovranità e i suoi legittimi diritti marittimi.

Fonte: The Jakarta Post
Link: https://www.thejakartapost.com/world/2022/03/13/vietnam-bans-new-tom-holland-film-over-south-china-sea-map-.html

 

(Featured image source: Wikimedia commons Keanehm)