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Rassegna settimanale 11-17 aprile 2022: Sud-est asiatico

11 aprile, Thailandia – Un noto politico è stato incriminato per aver insultato la famiglia reale in un discorso sui vaccini

Un importante politico thailandese rischia fino a 20 anni di prigione dopo essere stato incriminato per aver insultato il re e violato una legge del diritto informatico, dopo aver criticato il governo per aver fatto eccessivo affidamento su un’azienda di proprietà della famiglia reale per la fornitura di vaccini COVID-19.

Thanathorn Juangroongruangkit, il leader 43enne dell’ormai sciolto Future Forward Party, è stato accusato di lesa maestà e violazione delle leggi informatiche a causa di un live streaming tenuto su Facebook nel gennaio 2021, durante il quale ha affermato che il governo aveva gestito male la campagna di approvvigionamento dei vaccini e favorito ingiustamente la Siam Bioscience, un’azienda di proprietà del re Maha Vajiralongkorn.

La Thailandia ha una delle leggi sulla lesa maestà più severe al mondo e una condanna comporta una pena massima di 15 anni, mentre le violazioni della legge sui crimini informatici sono punibili con fino a cinque anni di carcere.

Thanathorn, a cui è stata concessa la libertà su cauzione lunedì, nega di aver insultato la monarchia e ha affermato che le sue critiche erano rivolte al governo, non alla famiglia reale. “Quello che ho fatto era destinato al pubblico beneficio e alla protezione dell’istituzione reale”, ha detto ai giornalisti. “Voglio sottolineare che l’appello a questa legge non è una buona cosa, e certamente non è un bene per la monarchia”, ha aggiunto, riferendosi appunto alla legge di lesa maestà.

Siam Bioscience, che non aveva mai prodotto vaccini prima dell’anno scorso, era stata scelta per produrre il vaccino COVID della britannica AstraZeneca e per la successiva distribuzione nel Sud-Est Asiatico, ricevendo anche l’equivalente di 20 milioni di dollari americani di sussidi governativi.

Thanathorn si era anche lamentato del fatto che il governo avrebbe dovuto diversificare le sue fonti di approvvigionamento di vaccini. La Thailandia ha successivamente utilizzato tre diversi tipi di vaccini COVID, il che secondo Thanathorn era la prova che le sue osservazioni erano di interesse pubblico.

La denuncia contro di lui è stata presentata da un funzionario dell’ufficio del Primo Ministro. Il governo, AstraZeneca e Siam Bioscience hanno rispettato l’accordo di produzione del vaccino.

Thanathorn è stato bandito dalla politica per 10 anni nel 2020 dalla Corte Costituzionale per un prestito che aveva concesso al suo ex partito di opposizione. La sua incriminazione arriva mentre decine di membri di un movimento studentesco pro-democrazia affiliato al suo partito attendono l’esito di un processo per accuse simili.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/thai-politician-indicted-royal-insult-over-vaccine-speech-2022-04-11/

12 aprile, Filippine – Secondo un esperto alcuni certificati di morte delle vittime della guerra alla droga sono stati falsificati

Il segretario alla giustizia filippino ha annunciato di voler avviare un’indagine dopo che un patologo forense ha affermato che alcuni certificati di morte emessi per le vittime legate alla lotta alla droga nel Paese erano stati falsificati per dimostrare che erano morte per cause naturali.

Il paese del sud-est asiatico è stato sottoposto a pressioni internazionali per condurre un’indagine approfondita sulle oltre 6.000 persone uccise dalla polizia da quando il presidente Rodrigo Duterte ha lanciato questa “guerra alla droga” dopo essere salito al potere nel 2016.

L’esperta forense Raquel Fortun, che ha esaminato i resti riesumati delle vittime della guerra della droga dallo scorso luglio, ha presentato i suoi risultati dopo aver indagato su 46 persone che sono state uccise nel primo anno della repressione di Duterte. Dei 46 casi, in un caso mancava un certificato di morte e per molti altri i certificati erano incompleti, ha detto Fortun in un briefing con i media. Sette certificati di morte hanno mostrato che le vittime erano morte per cause naturali come sepsi, polmonite e ipertensione. “Ci sono dottori che rischiano reputazione, nomi e licenze per falsificare i certificati di morte”, ha detto Fortun. “C’è una legge contro questo.”

Il segretario del Dipartimento di Giustizia Menardo Guevarra ha detto che il suo ufficio “indagherà e perseguirà i responsabili della falsificazione dei certificati di morte”. “Questo fa parte della nostra revisione in corso della campagna di guerra alla droga in cui si sono verificate le morti di sospettati durante le operazioni delle forze dell’ordine”, ha detto Guevarra a Reuters.

L’analisi di Fortun dei resti riesumati ha mostrato che almeno 32 dei 46 sono morti per ferite da arma da fuoco. Almeno 24 di loro sono stati colpiti alla testa. Tali scoperte potrebbero mettere in discussione la narrativa sulla guerra alla droga che il governo sta portando avanti da anni.

I gruppi per i diritti umani accusano Duterte di incitare alla violenza mortale e affermano che la polizia ha ucciso su vasta scala sospettati di traffico di droga disarmati come parte della campagna.
La polizia ha negato le accuse e Duterte dice che gli agenti hanno l’ordine di uccidere solo per legittima difesa.

Alla domanda se ritenesse che le sue scoperte indicassero un tentativo di coprire i decessi legati alla guerra di droga utilizzando certificati di morte falsi, Fortun ha risposto: “Non direi di no”.Ma Fortun, che ha analizzato molti casi di alto profilo nelle Filippine, credeva anche che ci fosse un elemento di incompetenza e ha sottolineato la necessità di un sistema adeguato per indagare sui decessi nel Paese.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/philippine-expert-says-some-drug-war-death-certificates-falsified-2022-04-12/

13 aprile, Indonesia – Approvata la legge sulla violenza sessuale a lungo attesa

Il parlamento indonesiano ha approvato il tanto atteso disegno di legge sulla violenza sessuale, volto a fornire un quadro giuridico che tuteli le vittime e garantire loro giustizia in un paese in cui l’abuso sessuale è stato spesso considerato una questione privata.
La maggioranza dei legislatori ha appoggiato il disegno di legge durante la sessione plenaria in parlamento, superando l’opposizione di alcuni gruppi conservatori nel paese a più grande maggioranza musulmana del mondo dopo ben sei anni di deliberazione. “Ci auguriamo che l’attuazione di questa legge risolva i casi di violenza sessuale”, ha affermato il portavoce parlamentare Puan Maharani.
Il disegno di legge è stato ampiamente accolto dagli attivisti, anche se alcuni ne hanno criticato la portata limitata, con solo alcuni crimini sessuali inclusi e l’omissione di una clausola specifica inerente lo stupro che il governo ha affermato sarà invece inclusa in altre leggi.
“Questo è sicuramente un passo avanti”, ha affermato Asfinawati, esperto di diritto presso la Jentera School of Law, che ha assistito le vittime di violenze sessuali, osservando che le definizioni di stupro attualmente coperte dal codice penale dovrebbero essere rese ancora più chiare.
Secondo quanto riportato dagli attivisti, le denunce di crimini sessuali sono aumentate in Indonesia, dove il perseguire tali violenze è sia complicato dall’assenza di un quadro legale dedicato sia perché la vergogna di dover subire un interrogatorio ha dissuaso molte vittime dallo sporgere denuncia.

La bozza finale della legge prevede pene detentive fino a 12 anni per reati di abuso sessuale fisico, sia coniugale che extra-coniugale, 15 anni per sfruttamento sessuale, nove anni per matrimonio forzato, compreso il matrimonio minorile, e quattro anni per circolazione di contenuti a sfondo sessuale non-consensuali. Stabilisce inoltre che i condannati colpevoli di reati sessuali saranno obbligati dal tribunale a pagare un risarcimento e le autorità a fornire consulenza alle vittime.

La Commissione nazionale sulla violenza contro le donne (Komnas Perempuan) e gruppi della società civile hanno proposto per la prima volta l’idea di una legislazione dieci anni fa e quattro anni dopo, nel 2016, è stato presentato un disegno di legge alla Camera, ma aveva incontrato opposizione soprattutto da parte di un partito, l’Islamist Prosperous Justice Party (PKS). A gennaio di quest’anno, il presidente Joko Widodo ha invitato il suo governo ad accelerare la deliberazione sulla nuova legislazione, nel tentativo di rendere più facile costruire casi e ottenere condanne.

Fonte: South China Morning Post
Link: https://www.scmp.com/news/asia/southeast-asia/article/3173970/indonesia-passes-long-awaited-sexual-violence-bill?module=perpetual_scroll_0&pgtype=article&campaign=3173970

14 aprile, Myanmar – I militari incendiano villaggi nel cuore del paese nel tentativo di schiacciare la resistenza

Macerie e cenere, sovrastate da un’unica pagoda dorata, sono quasi tutto ciò che resta delle case di legno e mattoni che la maggior parte delle persone si era costruita nel tranquillo villaggio lungo il fiume di Bin, nel cuore buddista del Myanmar centrale.

Bin è uno degli oltre 100 villaggi parzialmente o completamente bruciati dai militari dall’inizio di quest’anno, le sue case tra gli oltre 5.500 edifici civili rasi al suolo mentre le truppe cercano di reprimere l’opposizione al colpo di stato dell’anno scorso, secondo i dati raccolti dal gruppo di attivisti Data for Myanmar.

Decine di immagini satellitari recensite da Reuters, fornite dalla società statunitense Planet Labs e dalla NASA, mostrano diffusi incendi di villaggi nella parte centrale del Paese. Le foto, che confermano in gran parte i resoconti dei media locali, sono tra le prove più evidenti raccolte fino ad oggi che i militari stanno usando gli incendi dolosi per intensificare l’assalto alla resistenza nella regione centrale di Sagaing, dove i residenti hanno detto a Reuters che è in corso un’opposizione armata contro la giunta.

“È una campagna di terrore”, ha detto a Reuters Tom Andrews, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Myanmar. “Se vivi in una zona o in un villaggio che loro (la giunta) pensano sia particolarmente favorevole a coloro che hanno preso le armi, allora sei, a loro avviso, il nemico”. Andrews, che risiede negli Stati Uniti, ha detto di aver parlato al telefono con diversi testimoni e altre persone che gli hanno fornito informazioni sul campo, riferendo che i militari hanno aumentato gli attacchi a Sagaing negli ultimi mesi, con i soldati che hanno condotto assalti a terra e jet che hanno invece condotto offensive aeree.

Le milizie militari e pro-militari hanno dato fuoco a villaggi del Myanmar centrale quasi ogni giorno da dicembre, secondo i rapporti della BBC birmana e dei media locali raccolti da Data For Myanmar e visionati da Reuters. Le foto satellitari della NASA pubblicamente disponibili confermano la posizione di quasi tutti i più grandi incendi.
Gli attacchi militari e gli incendi dolosi hanno portato a sfollamenti su larga scala. Secondo le Nazioni Unite, più di 52.000 persone sono fuggite dalle loro case solo nell’ultima settimana di febbraio.

I recenti roghi rappresentano la prima volta che una tale tattica è stata vista nel cuore centrale, un tempo pacifico, per lo più buddista. Nell’ultimo anno, la regione è stata teatro di intensi combattimenti tra le truppe della giunta e i gruppi appartenenti alla Forza di Difesa Popolare (FDP), braccio armato del Governo di Unità nazionale (GUN), estromesso dal colpo di stato. La giunta ha dichiarato illegali il GUN e le FDP e li ha bollati come terroristi.

Reuters ha parlato con 14 abitanti del villaggio della regione di Sagaing che hanno descritto come i soldati hanno dato alle fiamme i loro insediamenti. L’agenzia stampa non è stata in grado di confermare alcuni aspetti delle loro testimonianza, ma erano comunque coerenti con le immagini satellitari viste.

Secondo il Myanmar Food Security Cluster, un organismo che coordina la risposta delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie alle crisi alimentari nel paese, l’incendio di villaggi e lo sfollamento degli abitanti in aree come Sagaing e Magway, dove viene prodotta gran parte dei raccolti, interromperanno le attività di semina e raccolta.”La riduzione della produzione in tali aree porterà a un deficit dell’offerta alimentare complessiva e aumenterà ulteriormente i già elevati prezzi dei prodotti alimentari”, ha detto il gruppo a Reuters in una dichiarazione questa settimana.

Oltre alla distruzione di Bin, altre sette persone hanno detto a Reuters di aver assistito all’incendio di altri tre villaggi nella regione di Sagaing a febbraio: Ohn Hnae Bok, Hna Ma Sar Yit e Chaung-U. Tre immagini della NASA e otto foto di Planet Labs mostrano incendi avvenuti in quei villaggi nelle date in cui le persone hanno descritto gli attacchi.

L’incendio dei villaggi è una vecchia tattica utilizzata dall’esercito birmano, hanno detto a Reuters diversi analisti, e viene usata per privare gli insorti di sostegno. Anthony Davis, analista della sicurezza della Janes, società di intelligence per la difesa con sede nel Regno Unito, ha affermato che l’esercito sta “tentando di schiacciare, o almeno ridurre a un livello gestibile”, le forze ribelli a Sagaing prima dell’inizio della stagione dei monsoni, quando il dispiegamento delle truppe diventa più difficile.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/troops-burn-villages-myanmar-heartland-seek-crush-resistance-2022-04-14/

15 aprile, Malesia – La Ferrero smetterà di acquistare olio di palma dalla malese Sime Darby

Il colosso dolciario italiano Ferrero ha dichiarato che smetterà di acquistare olio di palma dalla Sime Darby dopo che la US Customs and Border Protection aveva scoperto che la società malese si avvaleva dello sfruttamento del lavoro forzato nelle sue piantagioni.

Le pratiche di lavoro nel paese del sud-est asiatico sono state messe sotto esame negli ultimi due anni, con sei società, tra cui la Sime Darby, messe al bando dall’autorità doganale statunitense con accuse di lavoro forzato.

L’olio di palma, l’olio vegetale più utilizzato, è un ingrediente chiave nei cioccolatini Ferrero Rocher e nella crema spalmabile Nutella, e conferisce agli iconici prodotti la loro consistenza cremosa garantendone la durata di conservazione.

“Il 6 aprile abbiamo chiesto a tutti i nostri fornitori diretti di interrompere la fornitura a Ferrero di olio di palma e olio di semi di palma provenienti indirettamente da Sime Darby, fino a nuovo avviso”, ha dichiarato la Ferrero, esprimendo la volontà di rispettare la decisione della US Customs and Border Protection”.

Sebbene Ferrero acquisti relativamente poco olio commestibile da Sime Darby, la sua mossa – a seguito di simili fermi all’approvvigionamento da parte di Hershey Co e General Mills Inc – è un ulteriore colpo alla reputazione per la Sime Darby e per la Malesia, che deve far fronte a crescenti accuse di abusi sui lavoratori migranti in vari settori.

Sime Darby ha dichiarato di aver adottato misure volte a garantire i diritti umani e che tutti i suoi stakeholder che hanno a cuore la sostenibilità possono essere certi del suo impegno e della sua leadership nel settore. La società malese ha anche aggiunto che Ferrero non è un loro cliente e che è anche “in regolare contatto con tutte le parti interessate, in particolare i clienti”.

Ferrero ha affermato di non acquistare direttamente dall’azienda malese, che ha affermato sopperire solo lo 0,25% dei suoi volumi utilizzati di olio di palma.

A seguito di una decisione del 2020 che aveva associato “indicatori di lavoro forzato” a Sime Darby, a gennaio la US Customs and Border Protection ha affermato di avere prove sufficienti per sottoporre le merci dell’azienda a sequestro.
Ferrero ha affermato che i suoi prodotti e marchi negli Stati Uniti hanno smesso di rifornirsi da Sime Darby nel gennaio 2021.

Sime Darby, considerato il leader nella produzione sostenibile di olio di palma, ha promesso “cambiamenti radicali” alla sua governance e ad alcune pratiche di lavoro in seguito alle accuse degli Stati Uniti.

L’olio di palma è uno degli oli vegetali più economici e in più rapida crescita al mondo, utilizzato nei prodotti alimentari, cosmetici e biodiesel. Ma nel corso degli anni l’industria è stata oggetto di esame per la diffusa deforestazione nel sud-est asiatico e lo sfruttamento dei lavoratori migranti.
Questi ultimi, provenienti da paesi come l’Indonesia, l’India e il Bangladesh, rappresentano circa l’80% della forza lavoro impegnata nella produzione dell’olio di palma in Malesia, che ne è il più grande produttore mondiale dopo la vicina Indonesia.

Ferrero afferma di utilizzare solo olio di palma sostenibile certificato. L’85% del suo olio di palma proviene dalla Malesia, che tradizionalmente ha una reputazione migliore in termini di sostenibilità rispetto all’Indonesia.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/ferrero-to-stop-buying-palm-oil-from-malaysias-sime-darby-over-labour

16 aprile, Thailandia – Un gruppo di ribelli esclusi dagli ultimi colloqui con il governo rivendica gli attentati compiuti durante il Ramadan

I ribelli thailandesi esclusi dai colloqui di pace hanno rivendicato la responsabilità di attentati mortali compiuti nel profondo sud del Paese, a maggioranza musulmana, che hanno interrotto il cessate il fuoco concordato tra il principale gruppo ribelle e il governo per il periodo del Ramadan.

Le due esplosioni di venerdì, che hanno provocato la morte di un civile e ferito tre poliziotti, sono state effettuate dal “G5”, un gruppo militante della Patani United Liberation Organization (PULO), ha detto a Reuters il suo presidente, Kasturi Mahkota.

Più di 7.300 persone sono state uccise dal 2004 negli scontri tra il governo e i gruppi in cerca di indipendenza per le province malesi-musulmane di Narathiwat, Yala, Pattani e parte di Songkhla. L’area faceva parte del sultanato di Patani che la Thailandia aveva annesso in seguito ad un trattato del 1909 con la Gran Bretagna.

Mahkota ha detto al telefono che le esplosioni nella provincia di Pattani rappresentano “business as usual” per la PULO, esclusa dai colloqui tra il governo e il Barisan Revolusi Nasional (BRN), che due settimane fa hanno concordato di fermare le violenze fino al 14 maggio, ovvero durante il mese sacro del Ramadan.

Un portavoce delle forze di sicurezza thailandesi nel sud, il colonnello Kiatisak Neewong, ha affermato, senza nominare esplicitamente la PULO, che un gruppo non incluso nei colloqui di pace era probabilmente responsabile di attentati volti a interrompere la tregua del Ramadan.

“I colloqui non sono abbastanza inclusivi e stanno andando troppo velocemente”, ha affermato Kasturi, il cui gruppo si oppone ad ogni accordo che escluderebbe la possibilità di indipendenza dalla Thailandia a maggioranza buddista.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/thai-rebels-excluded-talks-take-responsibility-ramadan-bombings-2022-04-16/

17 aprile, Myanmar – Il capo della giunta militare concede l’amnistia ai prigionieri in occasione delle festività

Il governo militare del Myanmar domenica ha iniziato a rilasciare più di 1.600 prigionieri per celebrare le tradizionali vacanze di Capodanno, ma non ha incluso alcun detenuto politico nonostante il generale al governo abbia promesso di portare la pace nel paese quest’anno.

Le celebrazioni delle festività di quest’anno, svoltesi nell’arco di diversi giorni, sono state smorzate dalla richiesta da parte degli oppositori al governo militare di boicottare le attività sostenute dal governo.

La televisione statale MRTV ha riferito che il capo della giunta militare, il generale Min Aung Hlaing, ha graziato 1.619 prigionieri, inclusi 42 stranieri che saranno deportati.

Il rilascio di massa dei prigionieri è pratica comune durante le principali festività. Il portavoce del dipartimento carcerario del Myanmar, Khin Shwe, ha detto all’Associated Press che le persone rilasciate erano per lo più criminali legati al traffico della droga e criminali comuni e che non sapeva se tra loro ci sarebbero stati anche prigionieri politici.

Un funzionario della prigione di Insein a Yangon ha detto che 160 persone sono state rilasciate dal penitenziario, ma che tra esse non erano incluse quelle condannate per reati politici.

Tun Kyi, un membro anziano della Società degli ex prigionieri politici, ha affermato che i detenuti politici sono tenuti in ostaggio da Min Aung Hlaing. Ha detto che non deve sorprendere il fatto che sorprende che i prigionieri politici non siano stati rilasciati, perché il generale vede le persone che si oppongono al suo governo come criminali e intende schiacciarle. “Sa che i prigionieri politici si opporranno di nuovo a lui se vengono rilasciati”, ha detto, aggiungendo che sono tenuti anche per essere usati anche come eventuale merce di scambio che può essere liberata come gesto di buona volontà per placare altri paesi e gruppi critici nei confronti dell’operato dell’esercito al governo.

L’Associazione di assistenza ai prigionieri politici ha dichiarato venerdì che 10.238 persone, tra cui Aung San Suu Kyi, sono in detenzione. Il gruppo tiene registri dettagliati di arresti e omicidi legati alla repressione portata avanti dal governo.

Fonte : AP News
Link : https://apnews.com/article/lifestyle-myanmar-holidays-min-aung-hlaing-san-suu-kyi-51be9090a3ec2c0026ad220ecfc926d0

 

(Featured image source: Flickr World Bank Photo Collection)