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Rassegna settimanale 2-8 maggio 2022: Sud-est asiatico

2 maggio, Thailandia – Thailandia e Giappone discutono della situazione in Ucraina e di rafforzare i legami reciproci

Thailandia e Giappone hanno rinsaldato i legami diplomatici su vari fronti, tra cui difesa e cooperazione economica, e i leader dei paesi hanno sollecitato la fine della guerra in Ucraina e dei disordini politici in Myanmar.

In una conferenza stampa congiunta il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il premier thailandese Prayut Chan-o-cha hanno celebrato 135 anni di relazioni diplomatiche assistendo alla firma di tre accordi riguardanti la cooperazione finanziaria, lo scambio di tecnologia di difesa e la cooperazione per il supporto Covid-19 tra i paesi.

Questa è la prima visita ufficiale di Kishida in Thailandia ed entrambi i leader si sono scambiati opinioni su questioni regionali e internazionali, inclusa l’invasione russa dell’Ucraina, concordando sui principi dell’integrità territoriale, del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite.

“Entrambe le parti hanno espresso preoccupazione per l’escalation della tensione nella situazione e hanno esortato le parti interessate a cessare tutte le ostilità e la violenza e ad esercitare la massima moderazione. Inoltre, Thailandia e Giappone hanno riaffermato la disponibilità a collaborare con la comunità internazionale per fornire assistenza umanitaria continua al popolo ucraino”, ha affermato Prayut.

L’incontro ha comportato anche la firma di un accordo di cooperazione in materia di sicurezza che consentirà il trasferimento di attrezzature e tecnologie per la difesa tra le due nazioni.

Il Giappone è il più grande investitore della Thailandia e i paesi condividono legami significativi nelle aree degli investimenti industriali e dello sviluppo.

Per rafforzare la cooperazione economica, Thailandia e Giappone stanno anche redigendo un piano strategico congiunto quinquennale nell’ambito del partenariato strategico Thailandia-Giappone che sarà reso pubblico nella seconda parte di quest’anno.

Durante l’incontro, Prayut ha affermato di aver discusso la questione della connettività della catena di approvvigionamento che può aiutare entrambi i paesi in campi come la tecnologia agricola, l’intelligenza artificiale e i veicoli elettronici.

Il Giappone ha anche donato vaccini e attrezzature mediche alla Thailandia durante la pandemia e lunedì ha esteso un prestito di 50 miliardi di yen (532 milioni di S$) per sostenere la battaglia di quest’ultima contro il Covid-19.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/japan-and-thailand-discuss-situation-in-ukraine-and-myanmar-at-meeting-to-strengthen-ties

3 maggio, Filippine – La  campagna elettorale per le presidenziali si avvia verso la conclusione

Martedì i candidati presidenziali filippini si sono recati nelle province nel tentativo di raccogliere maggior sostegno elettorale ora che la campagna sta volgendo al termine, animata dall’opposizione tra due i candidati favoriti, Ferdinand Marcos Jr e Leni Robredo.

Marcos, figlio e omonimo del dittatore estromesso che ha governato le Filippine per due decenni, ha un ampio vantaggio nei sondaggi sulla vicepresidente in carica, Robredo, in vista del ballottaggio del 9 maggio.

Il leader di 64 anni ha ripetuto il suo messaggio di unità davanti ai suoi sostenitori nella provincia centrale di Iloilo in occasione del primo dei tre grandi raduni organizzati per questa settimana. “Abbiamo viaggiato in tutto il paese per raccogliere sostegno per il nostro movimento di unità”, ha detto Marcos, che sembra sul punto di completare un rebranding un tempo impensabile del suo cognome, trentasei anni dopo che una rivolta del “potere popolare” ha rovesciato il padre e mandato la sua famiglia in esilio.

Gli analisti politici affermano che Marcos è stato aiutato anche dagli sforzi in materia di pubbliche relazioni durati decenni volti ad alterare la percezione pubblica della sua famiglia, anche se i critici accusano i Marcos di aver tentato di riscrivere la storia.”Hanno il vantaggio di creare una narrativa accattivante, che sappiamo distorcere il fatto storico e che tuttavia ha in qualche modo attratto lo stesso molti elettori”, ha affermato il professore di scienze politiche in pensione Temario Rivera.

Un altro punto a favore per Marcos è rappresentato dalla sua partner nella corsa elettorale, Sara Duterte-Carpio, che ha cavalcato l’enorme popolarità del padre, il presidente uscente Rodrigo Duterte, il quale ha recentemente ribadito che non avrebbe appoggiato nessun candidato presidenziale.

Nella provincia di Negros Occidental invece, quella che doveva essere una piccola assemblea si è trasformata in una vera e propria manifestazione elettorale a sostegno di Leni Robredo, 57 anni, dopo che decine di sostenitori si sono presentati. La candidata, ha promesso un governo onesto e trasparente in caso venga eletta presidente.

La rivalità tra Marcos e Robredo si sta rivelando particolarmente aspra, con la ferma affiliazione di Robredo al movimento che ha cacciato il padre del primo dopo anni di autoritarismo e legge marziale.

Nonostante il vantaggio di Marcos, Robredo ha attirato importanti sostenitori e grandi folle nelle recenti manifestazioni, supporto che alcuni analisti affermano che gli ultimi sondaggi potrebbero non aver registrato.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/philippine-presidential-candidates-final-push-woo-voters-2022-05-03/

4 maggio, Myanmar – La Corte Suprema del Myanmar “ha respinto sommariamente” il ricorso di Suu Kyi

La Corte Suprema del Myanmar ha respinto il ricorso in appello della deposta leader Aung San Suu Kyi contro la condanna a cinque anni di reclusione per l’accusa di corruzione.

“Il ricorso è stato sommariamente respinto”, ha affermato una fonte a conoscenza del procedimento, aggiungendo che la corte ha respinto il ricorso non appena è stato depositato senza ascoltare argomentazioni da nessuna delle parti.

Il premio Nobel è stato dichiarato colpevole la scorsa settimana, nel primo degli undici casi di corruzione che la vedono imputata.

Da quanto l’esercito è salito al potere rovesciando il suo governo eletto, Suu Kyi è stata agli arresti domiciliari con accuse che vanno dalla corruzione al tradimento e potrebbe potenzialmente arrivare a dover scontare una condanna combinata di 190 anni.

Il rigetto da parte della Corte Suprema riduce ulteriormente ogni possibilità di ritorno sulla scena politica per quello che da lunga data è il simbolo della resistenza contro la giunta.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/myanmar-supreme-court-summarily-dismisses-suu-kyi-appeal-source-2022-05-04/

5 maggio, Malesia – La Malesia in potenziale rotta di collisione con l’organismo delle Nazioni Unite sul sistema dei rifugiati

Le autorità malesi hanno proposto di istituire un sistema di registrazione dei rifugiati nel paese, avvivando probabilmente a porsi in rotta di collisione con l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).

Ciò avviene mentre il paese continua la sua risposta intransigente alla rivolta scoppiata in un centro di detenzione per rifugiati Rohingya a Penang due settimane fa.

Il 29 aprile il ministro dell’Interno Hamzah Zainudin ha dichiarato che dovrebbe essere la Malesia a determinare l’idoneità di qualsiasi rifugiato a rimanere temporaneamente nel paese, in una mossa che andrebbe a duplicare gli sforzi dell’UNHCR, che emette le carte per consentire ai rifugiati di vivere in Malesia in attesa di reinsediamento. Hamzah ha affermato che i rifugiati Rohingya, il più grande gruppo di rifugiati presente nel paese, ricevevano “facilmente” le tessere dell’UNHCR.

A quanto compreso da Straits Times, tuttavia, il tempo medio di attesa per una tessera dell’UNHCR per i rifugiati di qualsiasi nazionalità potrebbe arrivare fino a cinque anni.

La Malesia, che non riconosce formalmente i rifugiati, dal 2015 è alle prese con l’afflusso di Rohingya nel paese, un gruppo di apolidi in fuga dalle violenze settarie in Myanmar. Oltre 100.000 Rohingya vivono in Malesia utilizzando le carte dell’UNHCR in attesa del reinsediamento. Non sono autorizzati a lavorare e hanno un accesso limitato all’assistenza sanitaria e all’istruzione. Si ritiene che altre migliaia siano ospitati nei centri di detenzione, alcuni ivi trattenuti anche per anni. Oltre 500 Rohingya evasi dal campo di Penang il 20 aprile erano in detenzione da oltre due anni.

L’afflusso di rifugiati Rohingya ha messo in discussione l’approccio precedentemente morbido della Malesia nei confronti dei rifugiati, portandola a vertere per un approccio più duro.

Nonostante le critiche per la prolungata detenzione dei rifugiati e il sovraffollamento nei centri di detenzione, il governo ha reagito puntando il dito sul ruolo percepito dell’UNHCR nella crisi dei rifugiati in Malesia.

Se il governo procederà a favore della proposta dell’onorevole Hamzah, non è ancora chiaro se il nuovo sistema di registrazione andrà a sostituirsi o ad affiancarsi a quello già esistente, istituito quasi cinque anni fa. Il My Refugee Center (MyRC) è stato istituito nel 2017 per registrare i rifugiati in possesso di tessere UNHCR allo scopo di tenere traccia della popolazione di rifugiati privi di documenti e rimane tutt’oggi in attività.

Attivisti e un gruppo parlamentare a favore dei rifugiati hanno tuttavia criticato la proposta del Ministro dell’Interno.”Se vogliamo svolgere il compito di rilascio delle carte per i rifugiati, dovremmo semplicemente firmare la Convenzione (ONU sui rifugiati)”, ha affermato Adrian Pereira, direttore esecutivo della North South Initiative (NSI), un’organizzazione della società civile incentrata sui diritti umani. La Malesia non è infatti firmataria della convenzione e tratta tutti i rifugiati come migranti illegali. Adrian ha affermato che la mossa del governo potrebbe essere “pericolosa”, poiché aggiungerebbe semplicemente un altro livello di burocrazia per i rifugiati e farebbe poco per risolvere la moltitudine di problemi sociali che stanno affrontando. “Finora non c’è ancora alcuna indagine indipendente su quanto accaduto nel centro di detenzione (a Penang)”, ha aggiunto.

Ahmad Tarmizi Sulaiman, un parlamentare alla guida del gruppo parlamentare sulle questioni dei rifugiati, il 1 maggio ha esortato il governo a risolvere le sue divergenze con l’UNHCR prima di emettere le proprie tessere. “In che modo questo influenzerà il nostro rapporto con l’ONU?” avrebbe infatti domandato Sulaiman, come citato dal portale di notizie Malaysiakini. Il sig. Ahmad e il ministro dell’Interno fanno parte della coalizione del Perikatan Nasional.

Vari attivisti e organizzazioni hanno già chiesto al governo di cercare una soluzione più olistica, principalmente concedendo ai rifugiati il diritto di lavorare in Malesia. Una settimana dopo la rivolta, la Malaysian Employers Federation ha esortato il governo a concedere ai rifugiati un permesso speciale per lavorare al fine di alleviare la carenza di manodopera in Malesia, in gran parte causata dalla mancanza di lavoratori stranieri a seguito delle molteplici restrizioni legate al Covid-19.

Poiché i Rohingya sono un gruppo apolide, la Malesia non può deportarli, mentre l’UNHCR impiega anni per reinsediarli con successo in altri paesi. Si ritiene che l’organismo delle Nazioni Unite abbia reinsediato più di due dozzine di famiglie solo quest’anno, ma questo numero impallidisce rispetto alle decine di migliaia di famiglie in attesa di reinsediamento e a quelle che stanno ancora arrivando in Malesia.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/malaysia-on-potential-collision-course-with-un-body-over-refugee-system

6 maggio, ASEAN – Organizzato meeting sull’assistenza umanitaria al Myanmar

Funzionari dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) si sono incontrati nella capitale cambogiana Phnom Penh in un nuovo sforzo per organizzare l’assistenza umanitaria per il Myanmar.

All’incontro, a cui alcuni partecipanti hanno preso parte da remoto, hanno presenziato rappresentanti di alto livello del Myanmar, degli altri nove Stati membri dell’ASEAN, dei suoi partner esterni, delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali. Nessun dettaglio in merito ad eventuali accordi presi in seno alla riunione è stato reso noto. Il ministro degli Esteri cambogiano Prak Sokhonn, che è anche l’inviato speciale dell’ASEAN in Myanmar, ha dichiarato in una conferenza stampa che sono stati compiuti progressi e ha scritto sulla sua pagina Facebook che l’incontro ha portato risultati promettenti.

Il meeting faceva parte di un tentativo di rilanciare l’accordo in cinque punti raggiunto dall’ASEAN nell’aprile dello scorso anno in merito alla questione della situazione in Myanmar.
L’accordo prevede l’immediata cessazione della violenza, un dialogo tra le parti interessate, la mediazione di un inviato speciale dell’ASEAN, la fornitura di aiuti umanitari e una visita in Myanmar dell’inviato speciale per incontrare tutte le parti interessate. Prak Sokhonn ha affermato che la riunione ha aggiunto slancio all’attuazione dell’accordo. Ha dichiarato che avrebbe fatto un secondo viaggio in Myanmar, in qualità di inviato speciale, nelle prossime settimane.

Il Myanmar inizialmente aveva accettato l’accordo, ma poi ha fatto scarsi sforzi per implementarlo. Il suo ostruzionismo ha portato i colleghi membri dell’ASEAN a impedire ai leader del Myanmar di partecipare alle principali riunioni del gruppo regionale dallo scorso ottobre.

Allo stesso tempo, la resistenza armata al governo militare è aumentata al punto che alcuni esperti delle Nazioni Unite parlano di guerra civile. L’esercito del Myanmar ha lanciato operazioni su larga scala, inclusi attacchi aerei in diverse aree del paese, generando un gran numero di sfollati. Nel tentativo di eliminare i rifugi per gli oppositori armati, le tattiche del governo hanno incluso l’incendio di interi villaggi e la limitazione dell’accesso a forniture essenziali come il cibo.

Secondo una valutazione dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, al 25 aprile circa 924.800 persone rimangono sfollate in tutto il Myanmar, comprese 578.200 persone che sono fuggite dalle loro case a causa del conflitto e del clima di insicurezza sviluppatosi dopo il golpe militare.”L’accesso umanitario alle persone colpite dal conflitto e agli sfollati rimane fortemente limitato e ci sono significative lacune nell’assistenza a queste comunità nonostante i continui sforzi dei partner umanitari e delle organizzazioni locali”, ha affermato in un comunicato.

Anche se l’accesso ai bisognosi è facilitato, i soccorsi devono comunque affrontare sfide di finanziamento. Il Myanmar è uno dei paesi più poveri della regione e la sua economia è stata colpita dalla pandemia di COVID-19 e dallo sconvolgimento politico, rendendo l’assistenza straniera un imperativo. Il piano di risposta umanitaria 2022 delle Nazioni Unite mira a raggiungere un record di 6,2 milioni di persone e richiede 826 milioni di dollari, ha annunciato l’organismo mondiale il mese scorso. Ad oggi, è finanziato solo per il 4%.

I critici del governo militare del Myanmar suggeriscono che qualsiasi tentativo di implementare l’accordo in cinque punti sia una perdita di tempo. “La credibilità dell’ASEAN dipende dalla sua capacità di agire in conformità con la realtà della situazione in Myanmar”, ha affermato il mese scorso il gruppo apartitico dei Parlamentari dell’ASEAN per i Diritti Umani in una lettera aperta ai leader dell’Associazione. “Il gruppo non può aspettarsi che i militari rispettino i termini del Five-Point Consensus o qualsiasi norma internazionale o umanitaria in merito”. Il gruppo di legislatori ha affermato che è “imperativo che gli Stati membri intensifichino le misure per esercitare una reale pressione sull’esercito affinché gli venga impedito di brutalizzare la propria popolazione e portare il paese verso il fallimento”.

Le misure suggerite includono la sospensione dell’appartenenza del Myanmar all’ASEAN, il divieto di viaggiare nella regione per il generale Min Aung Hlaing e per i membri del suo consiglio militare e sanzioni mirate contro di loro che includano le loro fonti di sostegno economico. Nazioni occidentali come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno già implementato divieti e sanzioni simili.

I critici dell’esercito del Myanmar ritengono che qualsiasi svolta verso la risoluzione della crisi debba in ultima analisi coinvolgere il Governo di Unità Nazionale (GUN) del paese, la principale organizzazione che rappresenta le forze di opposizione. Il gruppo, costituito da legislatori eletti a cui è stata negata la carica a causa del golpe dell’esercito, si considera il governo legittimo del Paese e gode di un ampio sostegno pubblico. La giunta militare, tuttavia, l’ha ufficialmente designato come un’organizzazione terroristica fuorilegge e si rifiutano di impegnarsi con esso.

Nella lettera aperta, il gruppo dei legislatori ha esortato l’ASEAN “ad incontrare immediatamente e pubblicamente il GUN”, un appello che ha ricevuto una risposta positiva su Twitter dal ministro degli Esteri malese Saifuddin Abdullah, che ha detto di aver incontrato informalmente via video il ministro degli esteri del GUN prima della conferenza dei ministri degli esteri dell’ASEAN tenutasi a febbraio. Saifuddin in seguito ha detto che la Malesia avrebbe proposto che l’ASEAN si impegni in modo informale con il GUN dato che, a distanza di un anno, non sono stati compiuti progressi nell’attuazione di quanto previsto dall’accordo in cinque punti. “Non stiamo proponendo all’ASEAN di riconoscere altri governi, ma un tale impegno informale può essere concepibile, soprattutto inerentemente al come fornire aiuti umanitari al popolo birmano”, ha affermato.

Il ministero degli Esteri del Myanmar ha rapidamente respinto la proposta definendola “irresponsabile e sconsiderata”.

Fonte : AP News
Link : https://apnews.com/article/business-myanmar-global-trade-united-nations-asia-46f955dd1d29547e426c0e7891f56b81

7 maggio, Thailandia – Il governo sollecita ad una maggiore cura dei contenuti delle pubblicità 

Sabato la Thailandia ha messo in guardia contro la creazione di contenuti online che rischiano di insultare la monarchia del Paese, dopo che un video pubblicato sui social media da un influencer per promuovere la piattaforma di e-commerce Lazada ha scatenato l’ira dei sostenitori della monarchia, secondo i quali sarebbe volto a prendere in giro l’istituzione reale.

La legge thailandese prevede pene fino a 15 anni di carcere per ogni reato di diffamazione, insulto o minaccia legati al re Maha Vajiralongkorn e ai suoi famigliari più stretti.

Il video, che è stato rimosso, promuoveva la svendita di Lazada del 5 maggio e mostrava una donna vestita con un costume tradizionale thailandese seduta su una sedia a rotelle e che interpretava il ruolo della madre di un influencer. I realisti si sono lamentati che la donna sulla sedia a rotelle fosse un velato riferimento a un membro della famiglia reale. Il video non utilizzava il linguaggio usato dalla famiglia reale, né menzionava nessuno dei suoi membri.

Nei video pubblicati su Facebook, l’influencer, Aniwat “Nara” Prathumthin, ha affermato che la clip era una parodia di una famosa soap opera thailandese e ha detto ai critici che la percepita volontà di insultare la monarchia era “tutta nella loro immaginazione”.

Lazada, divisione del Sud-Est Asiatico del gruppo Alibaba, si è scusato in una dichiarazione per il “danno emotivo” causato dal video e ha affermato che avrebbe dovuto prestare più attenzione.

Il portavoce del governo Thanakorn Wangboonkongchana ha affermato che tali contenuti rischiano di danneggiare la reputazione dei marchi. “Avvisiamo i marketer, gli influencer e i creatori di contenuti di fare attenzione a presentare contenuti o promozioni che fanno riferimento alle apparenze o agli individui dell’istituzione che tutti i thailandesi adorano e amano”, ha affermato Thanakorn in una nota.”Ciò è inappropriato e non solo sconvolgerà tutti i thailandesi nel paese, ma distruggerà anche l’immagine e la reputazione del marchio. Potrebbe anche essere contro la legge”.

L’incidente segue quello legato allo scherzo del 1 Aprile messo in atto da un membro dello staff della compagnia aerea a basso costo Thai Vietjet Air, una propaggine della Vietjet Aviation JSC vietnamita, il quale aveva pubblicato un tweet sull’apertura di una nuova rotta per Monaco suscitando la rabbia dei sostenitori della monarchia, che vi avevano visto un riferimento nascosto al fatto che il monarca thailandese trascorra molto tempo in Germania. La compagnia aerea si era in seguito scusata.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/thailand-urges-care-over-content-lazada-promotion-angers-royalists-2022-05-07/

8 maggio, Laos – Il Laos abbandonerà le misure restrittive per i turisti vaccinati

Il Laos abolirà le restrizioni all’ingresso per i turisti completamente vaccinati a partire da lunedì 9 maggio dopo che il paese ha riportato un calo nel numero dei casi di Covid-19 e dei decessi.

La piccola nazione del sud-est asiatico ha visto una regressione dell’80% nel numero di viaggiatori internazionali nel 2020: l’anno precedente 4,7 milioni di turisti stranieri avevano visitato il paese.

Da gennaio, i viaggiatori dovevano effettuare sette giorni di quarantena, presentare un test Covid-19 negativo e potevano spostarsi solo all’interno di determinate aree con gruppi turistici ufficialmente autorizzati.

Il viceministro e vice capo dell’ufficio del primo ministro Thipphakone Chanthavongsa ha dichiarato che i consigli di una task force di “allentare le misure per l’ingresso nella Repubblica democratica popolare del Laos e per la gente del posto” sono stati approvati. “Il governo vede che è tempo di sviluppare l’economia”, ha detto.

L’allentamento delle misure restrittive vedrà la riapertura dei checkpoint internazionali per cittadini laotiani e stranieri, a condizione che siano completamente vaccinati.

I visitatori non vaccinati dovranno invece presentare un test antigenico rapido rilasciato entro 48 ore dall’uscita dal paese di origine.

I turisti dovranno anche pagare le proprie cure mediche qualora dovessero risultare positivi al Covid-19.
Funzionari del Laos hanno aggiunto che anche i pub e i bar karaoke potrebbero riaprire.

Il Paese ha riportato 663.533 casi di coronavirus e 16.509 morti.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/laos-to-drop-covid-19-entry-curbs-for-vaccinated-tourists

 

 

(Featured image source: Flickr Allie_Caulfield)