Rassegna settimanale 17 - 23 luglio: Africa Subsahariana

Rassegna settimanale 17 – 23 luglio: Africa Subsahariana

17 luglio, Rwanda – Ha inizio la campagna elettorale

Si è aperta in Rwanda la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, le terze multipartitiche dal genocidio del 1994. I rwandesi andranno al voto il 4 agosto per eleggere il Capo dello Stato. Il presidente Paul Kagame, in carica da 23 anni, ha vinto le ultime due tornate elettorali ed ora si candida per la terza volta dopo aver modificato la Costituzione in modo tale da poter restare al potere fino al 2034. All’opposizione il candidato dei verdi Frank Habineza e il candidato indipendente Philippe Mapayimana. Amnesty International ha denunciato più volte il clima di terrore, vessazioni e minacce nei confronti di esponenti dell’opposizione, giornalisti e attivisti dei diritti umani, nel quale si tiene la campagna elettorale.

Kagame, leader del Rwanda Patriotic Front ha aperto la campagna elettorale nello Huye District, nel Rwanda meridionale ed ha esortato i giovani ‘a non perdere mai alcuna opportunità, è partendo dalla costruzione di quello che capita oggi che sarete in grado di raggiungere il successo”.

Fonte: All Africa

Link: http://allafrica.com/stories/201707171005.html

19 luglio, Mozambico – Corruzione e rischio default

L’economia del Mozambico continua ad esser travolta da un enorme scandalo di corruzione riguardante il debito derivante da 2 miliardi di prestiti segreti stipulati dalle elite al potere e le banche internazionali. A pagarne le conseguenze i cittadini, in un paese in cui la crescita è stagnante e l’inflazione aumenta. Gli attivisti chiedono delle indagini vere e questo lunedì, il Ministro delle Finanze ha affermato che il Paese rischi il default in caso di mancato pagamento di un’altra tranche di aiuti dall’Europa. Anche il governo giapponese ha deciso di bloccare un finanziamento da 100 milioni di dollari a seguito dello scandalo. Lo scandalo risale al 2013 ed il primo a rivelarlo è stato il quotidiano britannico “Financial Times”, secondo cui le autorità di Maputo avrebbero accordato prestiti alla società ittica Ematum (850 milioni di dollari), alla statale Proindicus (622 milioni di dollari) e ad un’altra compagnia (500 milioni di dollari). Le tre concessioni “segrete” sarebbero state gestite dalla banca svizzera Credit Suisse e dalla russa Vtb Bank. Nel 2014 il valore ha raggiunto il 56,6 per cento fino ad arrivare al 73,6 per cento nel 2015.

Fonte: All Africa

Link: http://allafrica.com/stories/201707190675.html

20 luglio, Camerun – Crimini di guerra nella lotta contro Boko Haram

Nel nuovo rapporto di Amnesty International intitolato “Stanze segrete di tortura in Camerun: violazioni dei diritti umani e crimini di guerra nella lotta contro Boko haram” emerge che le autorità del Camerun hanno fatto ampiamente ricorso alla tortura contro i civili accusati di sostenere Boko Haram, spesso arrestati anche senza alcuna prova. A riprova delle accuse ci sono decine di testimonianze, immagini satellitari, prove fotografiche e audiovisive, che coprono ben 101 casi di detenzione e tortura avvenuti tra il 2013 e il 2017 in oltre 20 siti diversi, incluse 4 basi militari, 2 postazioni utilizzate da servizi segreti, una residenza privata e una scuola. Quest’ultima è stata identificata nella città settentrionale di Fotokol ed è stata utilizzata come base militare da parte del BIR (Battaglione d’Intervento Rapido) a partire da maggio 2014. Sono state utilizzate interviste e l’analisi di numerosi video per capire il procedimento utilizzato e vedere soldati in uniforme BIR che torturano i detenuti. La scuola è stata riaperta alle classi quando era ancora in parte utilizzata dalla BIR e almeno nove detenuti ancora incarcerati. Amnesty ricorda come “l’utilizzo della scuola come base militare, mentre i bambini la frequentano, viola gli obblighi del Camerun in materia di diritto internazionale umanitario nella protezione dei civili nei conflitti armati, mettendo a rischio i bambini”.

Fonte: The Guardian e Amnesty International

Link: https://www.theguardian.com/world/2017/jul/20/cameroon-torturing-people-accused-of-supporting-boko-haram-boko-haram-amnesty-says-security-forces

https://www.amnesty.org/en/latest/news/2017/07/cameroon-amnesty-report-reveals-war-crimes-in-fight-against-boko-haram-including-horrific-use-of-torture/

21 luglio, Nigeria – Malala Yousafzai sull’importanza dell’istruzione delle donne

3 giorni fa il premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai in visita in Nigeria ha dichiarato “serve un piano di emergenza per l’istruzione” dopo aver incontrato il presidente ad interim Yemi Osinbajo. In Nigeria il tasso di iscrizione alle elementari è del 54%, dieci milioni di bambini non vanno a scuola, il più lato nel mondo. Quest’anno il governo ha speso solo il 6% del suo budget sull’istruzione (invece secondo il requisito internazionale dovrebbe aggirarsi attorno al 20%).

“È stato un ottimo incontro, ho avuto un’ottima risposta e ho sottolineato alcune questioni”, ha commentato Malala. “La prima è stata la richiesta al governo di dichiarare lo stato di emergenza per l’educazione, perché l’istruzione delle ragazze e dei ragazzi nigeriani è molto importante e lo stato, il governo, il governo federale e quello locale devono essere uniti su questo punto”. Malala ha anche incontrato alcune liceali di Chibok liberate da Boko Haram. Il premio Nobel ha lanciato un appello per il rilascio delle oltre cento ragazze ancora prigioniere degli estremisti islamici.

Fonte: The Guardian

Link: https://www.theguardian.com/education/2017/jul/21/malala-yousafzai-girl-power-trip-nigeria-women-education

Burundi – Commemorazione per il rapimento del giornalista Jean Bigirimana

L’Iwacu Press Group ricorda ad un anno dalla scomparsa, il suo giornalista, Jean Bigirimana, scomparso il 22 July 2016. Non ci sono prove della sua morte. “Sei un collega, un amico e un fratello. Il tuo senso di responsabilità, la tua passione per il tuo giornalismo, la tua professionalità ed i tuoi consigli sono fonte d’ispirazione. Ti promettiamo che li metteremo in pratica” ha dichiarato Léandre Sikuyavuga, caporedattore presso l’Iwacu Press Group. Ha aggiunto “questa commemorazione non vuol dire che abbiamo avuto conferme sulla sua morte…stiamo ancora aspettando”.

E’ stato rapito da uomini della National Intelligence Service-SNR, che lo avrebbe accusato di effettuare viaggi irregolari tra Kigali (capitale del Rwanda) e Bujumbura (capitale del Burundi). Da almeno un anno, le relazioni tra i due paesi si sono deteriorate, poiché Nkurunziza accusa le autorità rwandesi di accogliere e armare sul suo territorio gruppi ribelli burundesi che oltrepassano regolarmente la frontiera con il Burundi per attacchi contro forze dell’ordine locali.

“Altre fonti informano che il legame di parentela di Bigirimana con l’ex portavoce di Nkurunziza, Léonidas Hatungimana, che ha preso le sue distanze dal (partito presidenziale) CNN-FDD, aderendo ai numerosi oppositori che denunciano il terzo mandato del Presidente burundese, potrebbe essere all’origine del suo arresto.

Tuttavia, l’arresto di Bigirimana è purtroppo solo uno dei tanti casi. Dopo 15 anni di pace e sicurezza, lo scorso anno il Burundi è sprofondato in un clima di guerra civile, a causa della volontà di Pierre Nkurunziza di volersi ricandidare nel 2015 alle elezioni presidenziali per il terzo mandato, violando così gli Accordi di pace di Arusha firmati nel 2000 su cui riposa la Costituzione e che limitavano a due i mandati presidenziali. Subito dopo l’annuncio della sua candidatura il 25 aprile 2016, un’ondata repressiva si è abbattuta su chiunque abbia contestato il terzo mandato.

Fonte: All Africa

Link: http://allafrica.com/stories/201707220009.html

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