Rassegna settimanale 18-22 dicembre: Sud est asiatico

Rassegna settimanale 18-22 dicembre: Sud est asiatico

18 dicembre, Indonesia – 80.000 protestano la decisione US su Gerusalemme

Circa 80.000 persone si sono radunate attorno al Monumento Nazionale nel centro di Jakarta per protestare contro la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. Il movimento “Defend Palestine” non è stato segnato da incidenti violenti ma era presente un importante dispositivo di sicurezza per proteggere l’ambasciata americana e la piazza centrale della capitale.

La manifestazione è stata organizzata dall’ “Indonesia Ulema Council” e altre organizzazione islamiche. “Chiediamo a tutti i paesi di rigettare la decisione unilaterale ed illegale da parte del presidente Donald Trump di fare di Gerusalemme la capitale israeliana” ha dichiarato Anwar Abbas, il segretario generale dell’Ulema Council. Inoltre è stato lanciato un appello per boicottare i prodotti americani ed israeliani.

Fonte: The Straits times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/80000-take-part-in-peaceful-jakarta-rally-against-us-move

19 dicembre, Birmania – Aumentano i sospetti di genocidio secondo l’ONU e si propagata difterite tra i rifugiati Rohingya

Secondo diverse agenzie umanitarie, migliaia di bambini sono a rischio di contrarre la difterite nei campi per i profughi Rohingya. Da quando è stato individuato il primo caso l’otto novembre, sono stati rilevati altri 1326 casi sospetti, una cifra allarmante se si considera che nel 2015, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, vi erano 4.500 in tutto il mondo. La difterite è una malattia potenzialmente mortale che colpisce solitamente i bambini. L’UNICEF e l’OMS hanno dato il via ad una massiccia campagna di vaccinazione per 225.000 persone.

“La difterite si manifesta solitamente tra le popolazioni più vulnerabili che non hanno ricevuto le vaccinazioni preventive, come per l’appunto i Rohingya” ha dichiarato il rappresentante UNICEF in Bangladesh. Inoltre, le condizioni di salute dei profughi potrebbero peggiorare nei mesi a venire considerando l’arrivo dell’inverno e che il 55 percento della popolazione è composta da bambini.

Oltre alle preoccupazioni per la salute dei profughi, aumentano le indicazioni che sia in corso un genocidio in Birmania. Secondo un’indagine di Medici senza frontiere, “almeno 6.700 Rohingya, nelle stime più contenute, sono stati uccisi, compresi almeno 730 bambini sotto i cinque anni”. L’Alto commissario per i diritti umani presso le Nazioni Unite, Zeid Ra’ad Al Hussein, “sulla base di cosa possiamo osservare”, “non sarebbe una sorpresa” se la Corte penale internazionale dovesse dichiarare che è in corso un genocidio.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2017/12/rohingya-genocide-diphtheria-children-bangladesh/#jozseV42vQKmsigk.97

20 dicembre, Filippine – I ribelli comunisti di Mindanao promettono una dura resistenza

I ribelli comunisti nell’isola a sud della Filippine hanno giurato di resistere ferocemente contro l’estensione della legge marziale, già duramente criticata dai gruppi per i diritti umani. Infatti, esiste un forte sospetto che questa decisione peggiori le violazioni contro i diritti umani in corso contro gli oppositori politici e popolazioni indigene.

In una sessione congiunta, il senato e la camera dei rappresentanti, era stato approvato il 13 dicembre, la richiesta del presidente filippino Rodrigo Duterte di estendere la legge marziale a Mindanao fino al 31 dicembre 2018.

“L’imposizione di un altro anno di legge marziale a Mindanao non farà che aumentare la resistenza popolare contro la dittatura di Duterte. Sempre di più sta spingendo il popolo a ricorrere alla lotta armata mentre soffrono sotto il suo regime fascista” ha dichiarato in un comunicato stampa il Partito Comunista Filippino (PCF).

Secondo il gruppo, Duterte non potrà che prendersela con sé stesso per l’aumento della resistenza a Mindanao. Inoltre, è stato fatto notare che il capitale umano del Nuovo Esercito Popolare (NEP), il braccio armato del PCF, era stato moltiplicato per dieci quando il dittatore Ferdinand Marcos aveva imposto la legge marziale a tutto il paese nel 1972.

La guerriglia comunista aveva raggiunto 20.000 membri durante la dittatura, poi deposta da una rivoluzione pacifica popolare EDSA People’s Power nel 1986. Attualmente i militari hanno stimato le forze dei ribelli a qualche migliaia di uomini.

Duterte impose la legge marziale sull’isola di Mindanao il 23 maggio dopo che dei ribelli dello Stato Islamico avessero preso d’assalto la città di Marawi, da dove sono state evacuate 400.000 civili. La battaglia durata cinque mesi tra l’esercito filippino, sostenuto dall’intelligence statunitense, e i ribelli islamisti ha lasciato il centro della città in rovina.

I militanti dello stato islamico, capeggiati dai fratelli Maute e dal leader del gruppo Abu Sayyaf, Isnilon Hapilon, tutti morti durante gli scontri, hanno lanciato l’offensiva contro la città per stabilire un “wilayat”, uno stato islamico. Hapilon era stato designato come l’emiro dell’ISIS nel sud-est asiatico.

Duterte ha chiesto al congresso filippino di estendere la legge marziale per un altro anno sull’isola di Mindanao per poter porre fine alle minacce dei ribelli dello Stato Islamico e comunisti.

Prima ancora che chiedesse l’estensione della legge marziale, Duterte aveva dichiarato che il PCF e NEP sarebbero stati considerati come gruppi terroristici a causa dei loro continui atti violenti.

Efren Aksasato, un portavoce del gruppo ribelle comunista ha dichiarato che l’estensione della legge marziale avrebbe reso gli abitanti di Mindanao “senza difesa contro le continue violazioni dei diritti umani, peggiorerà le loro condizioni economiche e metterà in difficoltà la loro lotta perfettamente legittima”.

“Duterte è diventato sempre più acciecato dalle sue ambizioni politiche e sta mettendo in atto una dittatura fascista per mantenere il potere”. “Non ha imparato proprio dalla storia che le aggressioni fasciste non possono sopprimere la volontà di emancipazione delle persone. Piuttosto, la violenza non farà altro che rafforzare la resistenza e la determinazione di porre fine al suo regime” ha continuato Aksasato.

I dati raccolti da vari gruppi per la difesa dei diritti umani, tra i quali Karapatan, hanno evidenziato come da quando è salito al potere Rodrigo Duterte nel giungo 2016, almeno 113 attivisti sono stati uccisi, 27 di loro erano indigeni che combattevano per preservare le loro terre ancestrali.

Ad inizio mese, 10 abitanti di un villaggio remoto nella provincia di South Cotabato sono stati uccisi durante un presunto scontro tra i militari e i ribelli comunisti. Karapatan ha descritto l’incidente come un massacro, contrariamente alle rivendicazioni dei militari.

“Questo massacro rappresenta perfettamente gli abusi sofferti sotto la legge marziale. Questo è solo un piccolo esempio di come questa politica possa gravemente danneggiare le comunità indigene nelle loro lotte per l’autodeterminazione” ha dichiarato il vicesegretario generale Karapatan Roneo Clamor.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2017/12/communist-rebels-vow-fierce-resistance-martial-law-extension-mindanao/#OabJFLGmBd4zbZ4B.97

21 dicembre, Filippine – Affonda un ferry con 251 persone a bordo

Almeno quattro persone sono morte e altre sette sarebbero scomparse dopo che sia naufragato un ferry al largo di Real. Circa 240 persone sulle 251 imbarcate sono state soccorse dalla guardia costiera e i pescatori presenti nella zona. L’imbarcazione aveva lasciato il porto a circa 70 chilometri da Manila per recarsi sull’isola di Polillo.

L’imbarcazione era stata autorizzata ad andare in alto mare dato che nessun bollettino meteorologico allarmante era stato rilasciato dalle autorità, anche se la tempesta tropicale Tembin si abbatterà sulla regione nella giornata di venerdì. Sfortunatamente gli incidenti del genere sono abbastanza comuni nel paese, i ferry sono il principale mezzo di trasporto per raggiungere tra le 7.100 isole che compongono l’arcipelago filippino. Le imbarcazioni sono spesso datate, in pessime condizione e sovraccariche.

Fonte: Le Monde
Link: http://lemonde.fr/asie-pacifique/article/2017/12/21/un-ferry-fait-naufrage-aux-philippines-avec-251-personnes-a-bord_5232779_3216.html

22 dicembre, Filippine – I ribelli maoisti dichiarano la tradizionale tregua natalizia

I ribelli maoisti hanno dichiarato la loro tradizionale tregua natalizia dopo che il governo ha unilateralmente annunciato una tregua di sei giorni. In un comunicato comparso sul proprio sito internet, un portavoce del Nuovo Esercito Popolare (NEP), Jorge Madlos, ha annunciato che la tregua sarebbe durata da sabato fino martedì.

“Tutte le unità del NEP e le milizie popolari rimarranno in assetto difensivo per difendere il popolo e le forze rivoluzionarie” ha comunicato Madlos, e che le guerriglie “manterranno un alto livello di allerta e preparazione contro qualsiasi movimento e azione da parte delle forze nemiche”.

Il governo e NEP hanno sempre dichiarato delle tregue natalizie sin dagli anni 1980 quando entrambi le parti hanno accettato di intavolare discussioni di pace, con la mediazione della Norvegia. La tradizione è rimasta anche dopo che le negoziazioni hanno conosciuto lunghi anni di stallo e, successivamente, totalmente affossate dal presidente Rodrigo Duterte.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-maoists-declare-traditional-christmas-truce

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