Rassegna settimanale 29 gennaio – 4 febbraio: Sud est asiatico

Rassegna settimanale 29 gennaio – 4 febbraio: Sud est asiatico

29 gennaio, Tailandia – Le elezioni continuamente rimandate

Il ritorno verso la democrazia in Tailandia dovrà ancora attendere: l’assemblea legislativa nazionale (ALN) ha deciso di posporre le elezioni ad inizio 2019. La dichiarazione è stata criticata dalla comunità internazionale, i gruppi per i diritti umani e i partiti politici. Dopo il colpo di stato del 2014, il capo della giunta militare e primo ministro Prayut, aveva promesso il ritorno della democrazia entro il 2015. Ogni anno da allora è stata rimandata la data delle elezioni.

Il paese è attualmente l’unico stato al mondo ad essere ufficialmente sotto il controllo dell’esercito. Gli ambasciatori di Europa e Stati Uniti hanno lanciato un appello chiedendo al governo di rispettare l’impegno precedentemente preso per far sì che le elezioni vengano tenute regolarmente a novembre 2018.

Secondo numerosi commentatori, il premier Prayut sarebbe intenzionato a rimanere al potere presentandosi alle elezioni. Negli ultimi tempi Prayut ha apertamente dichiarato di non essere più un militare ma un politico. Inoltre, l’esercito si starebbe muovendo per creare un nuovo partito politico sul quale appoggiarsi durante un’ipotetica campagna. Con il passare del tempo sembra però diminuire sensibilmente il consenso popolare attorno al primo ministro, passato dal 52.8 percento al 36.8 percento nel giro di un anno.

Fonte Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/01/thailands-election-delays-widely-criticised/#TZWKBgWHCO4Oxs61.97

30 gennaio, Filippine – Gli Stati Uniti “cautamente ottimisti” sulla guerra alla droga

Gli Stati Uniti si sono dichiarati “cautamente ottimisti” per la situazione nelle Filippine e sulla vicenda della guerra alla droga del presidente Rodrigo Duterte. Il presidente filippino ha fatto di questa dura campagna uno dei temi più importanti del suo mandato e ha apertamente chiesto alla polizia di uccidere i sospettati. Secondo le stime del governo, le forze di sicurezza filippine avrebbero già ucciso 4.000 narcotrafficanti.

La guerra alla droga ha però provocato numerose reazioni da parte della comunità internazionale e dei gruppi per la difesa dei diritti umani. Infatti, il numero di morti causate da queste azioni di polizia sarebbe molto più alto e si parlerebbe di almeno 12.000 morti. La maggior parte di queste uccisioni sarebbero il risultato di esecuzioni sommarie ed extra giurisdizionali.

I rapporti tra le Filippine e Stati Uniti si erano notevolmente tesi dopo che l’amministrazione Obama avesse condannato gli eccessi della campagna alla droga. Il presidente Filippino aveva reagito dando pubblicamente del “figlio di puttana” al presidente Obama. L’amministrazione Trump cercherebbe quindi di voltare pagina e tornare nelle grazie del suo storico alleato.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/us-cautiously-optimistic-on-philippine-drug-war-rights-record

31 gennaio, Birmania – La Birmania aumenterà la propria produzione di elettricità

La Birmania ha deciso di doppiare la propria produzione di elettricità entro 2021 costruendo nuove centrali di gas naturale. Il piano ambizioso potrebbe mettere fine ai frequenti blackout nelle grandi città e aumentare la diffusione dell’energia elettrica in tutto il paese. Solo un terzo della popolazione vi ha accesso. Inoltre, servirebbe anche attrarre capitale ed investimenti stranieri.

Il piano è sicuramente il tentativo più ambizioso da parte del governo guidato da Aung San Suu Kyi per risolvere la crisi energetica del paese. Alcuni esperti hanno preferito essere cauti sulla realizzazione del progetto, dovrebbero essere costruite 4 nuove centrali per un valore complessivo di 5.16 miliardi di dollari nel giro di tre anni. Le centrali saranno collocate nello stato di Rakhine e vicino alla città più popolosa del paese, Rangoon.

Il paese possiede importanti riserve di gas naturale nel proprio sottosuolo. Tuttavia, la maggior parte della propria produzione viene esportata verso altri paesi. Il governo vorrebbe moltiplicare per quattro la produzione energetica del paese ad orizzonte 2030.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmar-to-double-electricity-capacity-by-2021-to-fill-power-shortages

1 febbraio, Filippine – L’esercito filippino a catturato il leader della guerriglia maoista

Le forze di sicurezza filippine hanno arrestato il capo della guerriglia comunista,Rafael Baylosis. L’uomo è stato individuato da fonti di intelligence filippine a Quezon City, la città più popolosa del paese. Secondo il portavoce della polizia John Bulalacao “Baylosis è sospettato di essere il capo del Nuovo Esercito Popolare” con circa 3000 uomini tra i suoi ranghi.

Il conflitto tra lo stato e le forze comuniste è scoppiato negli anni 1970 e riguarda la secessione di una parte del paese. In oltre quarant’anni avrebbe fatto circa 40.000 morti. Da quando è stato firmato il trattato di pace tra i ribelli ed il governo lo scorso anno, Baylosis è il primo personaggio di spicco ad essere catturato dall’esercito filippino. Vari gruppi per i diritti umani e attivisti di sinistra hanno annunciato che ci saranno delle proteste contro l’arresto, avvenuto in violazione dell’accordo firmato dalle due parti.

Nell’agosto del 2016, Baylosis faceva parte dei 18 capi ribelli rilasciati dalle autorità ed autorizzati a recarsi nei Paesi Bassi per discutere del trattato di pace. Il capo ribelle era stato condannato dopo la scoperta nel 2006 di una fossa comune contente quindici presunte spie del governo. Nel mese di novembre il presidente Duterte ha messo fine alle discussioni di pace con i ribelli Maoisti e li ha definiti dei terroristi.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippine-security-forces-capture-top-maoist-guerrilla-leader

2 febbraio, Cambogia – Criticare il re diventa un crimine

Il governo cambogiano ha approvato la prima legge di lesa maestà della storia del paese. In caso di critica del monarca sono previsti circa 2.500 dollari di multa e fino a cinque anni di carcere. A Differenza della Tailandia, dove la diffamazione del re è duramente punita, la monarchia cambogiana ha un ruolo molto più simbolico.

Il potere della monarchia cambogiana è notevolmente diminuito mentre si è rafforzato quello del primo ministro Hun Sen, al potere da oltre trent’anni. L’attuale re Sihamoni, salito sul trono nel 2004 ha un ruolo puramente simbolico, la cui vita tranquilla e silenziosa è agli antipodi di quella di suo padre, che nutriva una forte ambizione politica. Re Sihamoni è molto rispettato in tutto il paese e percepito come superiore alla mischia politica che agita costantemente il paese.

Numerosi osservatori hanno però dichiarato che questa nuova legge è stata voluta dal governo per aumentare i propri strumenti di repressione. Il primo ministro ha già sciolto il CNRP, l’unica minaccia politica credibile nel paese in vista delle prossime elezioni.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/cambodia-criminalises-criticism-of-king

3 febbraio, Malesia – Le nuove mappe elettorali avvantaggeranno il partito di governo

Le autorità elettorali malesi stanno finendo di ridisegnare le nuove mappe elettorali che, secondo i critici, dovrebbero avvantaggiare lo storico partito di governo Barian Nasional (BN) per le prossime elezioni. La data esatta delle elezioni dev’essere ancora chiaramente definita ma il primo ministro Najib Razak ha lasciato intendere che dovrebbero svolgersi entro il mese di luglio.

Malgrado i 16 mesi di protesta e un elevatissimo numero di obbiezioni e tentativi per dichiarare la proposta della Commissione Elettiva (CE) illegale, il primo ministro dovrebbe comunque presentare le nuove mappe al parlamento entro la data limite del prossimo mese.

Le critiche sono iniziate nel 2016, quando le nuove mappe previste dalla CE sono state accusate di aumentare il divario tra il numero di voti ricevuti e i seggi assegnati in parlamento, e di assicurare che il BN possa beneficiare di numerosi successi elettorali.

Se la proposta dovesse essere accettata, verranno modificati i criteri di assegnazione di più della metà dei seggi in parlamento.

Secondo i critici, verranno raggruppati insieme alcuni bastioni dell’opposizione, facendo in modo così che le preferenze espresse da oltre 100.000 persone abbiano lo stesso peso in parlamento che un’area di 17.000 abitanti.

Questi cambiamenti riguardano per la maggior parte cinque stati chiave: Johor, Perak, Melaka, Kelantan e Selangor.

Il BN dovrebbe in questo modo guadagnare tra gli 8 e 10 seggi aggiuntivi in un parlamento di complessivamente 222 legislatori. La vittoria potrebbe però essere ancora più schiacciante visto che alcune aree sono diventate meno importanti o più popolate dall’etnia Malay, generalmente molto vicina al BN.

“Questa sarà un’elezione estremamente razziale” ha dichiarato l’ex premier ed ora membro dell’opposizione Mahathir Mohamad.

Dopo aver dovuto affrontare più di 800 obbiezioni e 18 denunce, la commissione ha portato alcune modifiche. L’opposizione ha però dichiarato che questa proposta sarà comunque vantaggiosa per il BN. Storicamente, la rappresentanza del BN nel parlamento è sempre stata ben superiore al numero totale di voti ottenuti, e questa disparità aumenta ogni volta che viene presentata una nuova mappa.

Il professore Mohammad Redzuan Othman, capo esecutivo del think tank Institut Darul Ehsan ha dichiarato “Il BN ha raggiunto il successo non perché erano i più popolari ma perché aiutati dalle continue modifiche. Hanno pianificato la loro vittoria.”

Le mappe elettorali hanno distorto così tanto la realtà che nel 2013, il partito di opposizione ha raccolto il 51 percento delle preferenze vincendo però solo il 40 percento dei seggi in parlamento. Secondo alcune stime, l’opposizione dovrebbe guadagnare circa il 58 percento dei voti prima di poter prendere il potere.

Ma la lotta per la regione di Putrajaya potrebbe complicarsi ancora maggiormente per l’opposizione. La legge elettorale malese permette alla CE di mandare le proprie raccomandazioni al primo ministro senza dover tener conto del dibattito pubblico. Najib avrà inoltre la possibilità di scegliere se presentare tale proposta al parlamento.

Sia il parlamento che la commissione hanno ripetutamente negato qualsiasi collusione o favoritismo. “Selangor, Penang e Kelantan sono cadute tra le mani dell’opposizione perché aiutati dalla CE?” ha chiesto il capo della commissione Mohd Hashim Abdullah.

Secondo l’ONG Berish, il cui impegno è proprio quello di sorvegliare il processo elettorale del paese, e organizzatore di cinque proteste di massa contro i sospetti abusi elettorali, la CE avrebbe già fallito perché non è stata in grado di porre fine ad un sistema non funzionante.

Fonte: The Straits Times
Link: http://www.straitstimes.com/asia/se-asia/new-electoral-maps-set-to-favour-ruling-coalition

4 febbraio, Indonesia – Giornalista nei guai nella provincia della Papua dopo aver parlato di malnutrizione

Una giornalista inglese della BBC è minacciata di espulsione dalla provincia Indonesiana della Papua dopo un semplice tweet. Il tweet incriminato conteneva una foto di viveri con una semplice didascalia “Questo è l’aiuto in arrivo per i bambini gravemente malnutriti in Papua – noodles precotte, bibite super zuccherate e biscotti”. Questo commento ha provocato un’istantanea reazione da parte dell’esercito che accusa la giornalista di “aver ferito i sentimenti del TNI [esercito indonesiano]”.

La Papua è una delle regioni più povere del paese nella quale sono presenti vari gruppi indipendentisti. Il presidente indonesiano Joko Widodo si è impegnato per accelerare lo sviluppo della regione e progressivamente allentare la censura. Mentre gli investimenti sono effettivamente aumentati e sono stati fatti importanti passi avanti sul tema dei diritti umani, rimane sempre complicato il lavoro dei giornalisti esteri.

La BBC ha successivamente fatto sapere che la giornalista è stata autorizzata a rimanere nell’area. Difatti, la giornalista possiede tutta la documentazione necessaria per lavorare nella provincia, l’unica dove sia necessario un permesso, e non ha infranto nessuna legge. L’esercito indonesiano è stato dispiegato nella provincia negli scorsi mesi dopo la morte di 61 bambini malnutriti e malati di morbillo.

Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2018/feb/04/bbc-journalist-rebecca-henschke-papua-tweets-hurt-soldiers-feelings

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