Rassegna settimanale 7 – 13 gennaio 2019: Sudest asiatico

Rassegna settimanale 7 – 13 gennaio 2019: Sudest asiatico

7 gennaio, Malesia – Dimissioni del monarca malese

Il Sultano malese Muhammad V ha abdicato al trono nella giornata di ieri. Per il paese è un evento senza precedenti.

Il palazzo reale ha rilasciato un comunicato nel quale vengono dichiarate le dimissioni del re in quanto quindicesimo Yang di-Pertuan Agong (capo di stato) in linea con le disposizioni costituzionali. Le ragioni non sono state rese note, tuttavia l’abdicazione mette fine ad un periodo di estese speculazioni e pettegolezzi sul futuro del sovrano, specialmente dopo il suo recente matrimonio con un ex modella russa.

Il ruolo del Sultano è per lo più cerimoniale, nonostante questo la costituzione prevede alcuni poteri estensivi tra cui l’essere il custode dell’Islam in Malesia ed il compito di nominare il primo ministro.

Muhammad V era asceso al trono appena due anni fa, gli sarebbero spettati altri tre anni di mandato.

Nonostante le dimissioni in quanto capo di stato esso rimarrà Sultano governante di Kelantan.

Fonte: Asian Correspondent

Link: https://asiancorrespondent.com/amp/2019/01/the-malaysian-monarchs-resignation-explained/

8 gennaio, Sudest asiatico, Cina – Il Sudest asiatico non si fida della Cina

Diversi sono i paesi del Sudest asiatico a beneficiare degli investimenti cinesi, nonostante questo, è opinione comune che i governi dovrebbero essere molto cauti nelle negoziazioni con Pechino, specialmente sull’iniziativa Belt and Road, fiore all’occhiello del presiedente cinese Xi Jinping.

Cadere nella trappola di un debito insostenibile preoccupa il 70% degli intervistati in un’indagine rilasciata lunedì dal ISEAS-Yusof Ishak Institute, che mette a confronto le risposte di 1,008 persone provenienti da associazioni, istituzioni politiche ed accademiche, società civili e media di tutti i paesi del Sudest asiatico.

Difatti, la maggior parte crede che il crescente interesse cinese nell’area, porrà la regione sotto un’influenza troppo grande, aumentando il rischio di cadere nella trappola di un eterno debito.

Un report del dipartimento di stato americano del 2018, ha evidenziato che la Malesia risulta essere il maggiore beneficiario degli aiuti da sedici anni. In tale periodo Pechino ha speso 48 miliardi di dollari per la diplomazia finanziaria nella regione; tuttavia dalla salita al governo del nuovo primo ministro malese Mahathir, sono stati cancellati 22 miliardi di progetti dell’iniziativa Belt and Road. Tra le motivazioni date si annovera l’impennata del debito nazionale malese, in questo contesto Mahathir ha accusato la Cina di attuare “una nuova versione di colonialismo”.

Anche la Birmania ha cercato di ridimensionare un progetto da 7 miliardi di dollari nel turbolento stato di Rakhine, il timore è ancora una volta un debito troppo grande con la Cina. Dopo aver raggiunto un compromesso il costo dell’investimento sarà ridimensionato.

Il vicepresidente americano Pence, ha avvertito i paesi che vogliono usufruire degli aiuti cinesi nel Summit dell’Asian Pacific Economic Cooperation di novembre, dichiarando: “i progetti che propongono sono solitamente insostenibili e di scarsa qualità. E, troppo spesso, vengono con secondi fini che causano indebitamenti sbalorditivi”. L’uomo ha proposto gli Stati Uniti come alternativa agli aiuti cinesi, ma i paesi dell’area sono scettici considerando l’indebolimento dell’influenza globale americana, specialmente nei confronti dei paesi del Sudest asiatico.

Fonte: Asian Correspondent

Link: https://asiancorrespondent.com/amp/2019/01/belt-and-nope-southeast-asia-doesnt-trust-china/

9 gennaio, Birmania – Suu Kyi: schiacciare i ribelli nello stato di Rakhine

La leader birmana Aung San Suu Kyi ha discusso gli attacchi insurrezionali a danni della polizia avvenuti nella giornata di ieri. La sua amministrazione ha chiesto alle forze armate di lanciare un’operazione per “schiacciare” i ribelli.

Essi hanno ucciso tredici poliziotti lo scorso venerdì, altri nove sono feriti. Un portavoce della Arakan Army ha dichiarato ai giornalisti che gli attacchi alle forze di sicurezza, sono stati una risposta alle offensive militari contro i civili.

Gli scontri non sono nuovi tra i ribelli dell’Arakan Army e la polizia nello stato di Rakhine, dove negli scorsi mesi sono state sfollate migliaia di persone.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/suu-kyi-tells-military-to-crush-rakhine-rebels

10 gennaio, Indonesia – Indonesia prometta di lavorare con l’Asean per la cooperazione nell’area Indo-Pacifica

L’Indonesia vuole lavorare con i paesi facenti parte dell’Asean per rafforzare l’architettura della regione attraverso una cooperazione Indo-Pacifica. Obiettivi: mantenere la stabilità, la sicurezza e il benessere delle aree tra l’oceano Pacifico e Indiano, considerate “un teatro geostrategico unico”.

“Dobbiamo assicurarci che l’oceano Indiano e Pacifico non diventino luogo di battaglie per le risorse naturali, conflitti regionali e supremazia marittima”, ha dichiarato la ministra Retno Marsudi nel suo discorso annuale.

Stati Uniti, Giappone, Australia ed India hanno sostenuto il concetto di una “libera e aperta” area Indo-Pacifica, tuttavia i paesi hanno interpretato diversamente la strategia. Ad esempio, gli Stati Uniti inseriscono questo tipo di cooperazione in un progetto di contenimento del crescente potere cinese nell’area.

Secondo l’analista economica Beginda Pakpahan, l’Indonesia e gli altri paesi dell’Asean dovrebbero esercitare un approccio attivo e libero al centro delle maggiori potenze. L’Asean può “offrire pace, stabilità regionale e prosperità economica per i paesi che si collocano tra i due oceani”.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesia-vows-to-work-with-asean-on-indo-pacific

11 gennaio, Indonesia – Nuova eruzione in Indonesia

Il vulcano Mount Agung situato sull’isola di Bali erutta nella notte di giovedì, spargendo colonne di ceneri vulcaniche.

Le autorità tengono alta l’allerta e il centro di vulcanologia e mitigazione dei disastri geologici ha fissato una zona di pericolo di quattro chilometri dal cratere.

L’ultima eruzione del vulcano è stata il 30 dicembre 2018.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesias-mount-agung-volcano-erupts-again

12 gennaio, Birmania – Rifiutato l’appello dei giornalisti della Reuters arrestati in Birmania

L’appello dei due giornalisti della Reuters, arrestati in Birmania per un report sulle violenze contro la minoranza musulmana Rohingya, viene rifiutato e la condanna viene mantenuta a sette anni di prigionia.

Wa Lone e Kyaw Soe Oo sono accusati di aver violato la legge sul segreto di stato, ma le prove utilizzate per il processo sono frutto di una montatura della polizia birmana.

Nonostante queste manipolazioni siano state fatte presenti durante il processo, un giudice della corte suprema di Yangon ha rifiutato l’appello e mantenuto lo stato di colpevolezza dei giornalisti.

“Rimangono dietro le sbarre per una ragione: coloro che sono al potere cercano di mettere a tacere la verità”, ha dichiarato il redattore capo della Reuters Stephen J Adler, “il giornalismo non è un crimine e finché i diritti in Birmania, questo terribile sbaglio, e la stampa in Birmania non sarà libera, l’impegno della Birmania alle leggi e alla democrazia rimane in dubbio”.

Maja Kocijancic, portavoce degli affari esteri dell’Unione Europea ha dichiarato in un comunicato che il respingimento dell’appello “solleva seri dubbi sull’indipendenza del sistema di giustizia birmano”.

Dall’incarcerazione di Wa Lone e Kyaw Soe Oo, avvenuta a settembre, c’è stata un’ondata crescente di sostegno internazionale per i due giornalisti, investiti di premi e nominati persone dell’anno dal Time Magazine.

Fonte: The Guardian

Link: https://www.theguardian.com/world/2019/jan/11/reuters-journalists-to-remain-in-myanmar-jail-after-losing-appeal

13 gennaio, Indonesia – Oltre 11,000 terremoti in Indonesia lo scorso anno

Sono stati oltre 11,500 I terremoti che hanno colpito l’Indonesia lo scorso anno, quasi il doppio del decennio scorso.

L’arcipelago è stato colpito da 11,557 scosse nel 2018, di cui 297 di magnitudo superiore a cinque sulla scala Richter.

Le 17,000 isole Indonesiane sono posizionate sul cosiddetto Anello di Fuoco, dove si scontrano le placche tettoniche nel Pacifico, ciò le rende particolarmente soggette a terremoti ed eruzioni vulcaniche.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesia-rocked-by-more-than-11000-earthquakes-last-year

 

 

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