Rassegna settimanale 30 Settembre-6 Ottobre 2019: Africa Subsahariana
30 settembre, Uganda – Il governo vieta di indossare il basco di Bobi Wine
Le autorità ugandesi hanno vietato alla popolazione di indossare il basco rosso, che rientra a tutti gli effetti nell’ “abbigliamento militare” e non può essere indossato da civili. La decisione presa dal governo ha come scopo quello di colpire Bobi Wine, il leader dell’opposizione, che ha fatto del basco un vero e proprio simbolo di resistenza contro l’attuale leadership. In tutta risposta, Bobi Wine ha espresso la sua volontà di sfidare il presidente Museveni alle prossime elezioni, che si terranno nel 2021.
Il berretto rosso viene comunemente indossato anche da alcuni reparti militari ed è, quindi, parte integrante dell’abbigliamento dell’esercito, ragione che rende del tutto legale il provvedimento preso dal governo: qualsiasi cittadino indossi il basco può recluso per un periodo non superiore a 5 anni. Bobi Wine ha reagito affermando che né lui né i suoi sostenitori si faranno intimidire da questi provvedimenti e continueranno a esercitare il loro diritto all’opposizione.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1WG31A-OZATP
1 ottobre, Burundi – Previsto il rientro in patria di un grande gruppo di rifugiati stabiliti in Tanzania
Ha preso avvio il rimpatrio di migliaia di rifugiati provenienti dal Burundi che faranno ritorno “volontariamente” nella propria patria dopo aver trascorso anni in Tanzania. Nel mese di agosto, infatti, i governi di Tanzania e Burundi hanno stretto un accordo riguardante il trasferimento di circa 200 mila persone che avevano deciso di rifugiarsi in Tanzania per fuggire alla violenza e alla povertà. La decisione presa dai due governi, tuttavia, non è stata accolta positivamente dalle Nazioni Unite e dai gruppi in difesa dei diritti umani che temono che il rimpatrio forzato dei rifugiati possa portarli a vivere nuovamente in ambienti pericolosi, in cui devono continuamente fronteggiare persecuzioni politiche, violenze e povertà.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1WG3OX-OZATP
2 ottobre, Zimbabwe – La crisi economica peggiora e il presidente chiede alla popolazione di portare pazienza
Il presidente Emmerson Mnangagwa ha chiesto tempo e pazienza alla popolazione dello Zimbabwe, piegata da una grave crisi economica e da un forte aumento dell’inflazione. Il rapido aumento dei prezzi, la scarsità di gasolio e di elettricità sono solo alcune delle conseguenze del peggioramento della situazione dell’economia del paese, a cui il governo in carica dal 2017 non sembra in grado di porre fine. “Far girare l’economia e riportare il paese a una situazione positiva è un lavoro molto arduo, che necessita di importanti riforme, la cui efficacia richiede tempo e perseveranza” – sono queste le parole del presidente che ha ufficialmente riconosciuto la gravità della crisi. I suoi oppositori lo accusano di non aver lavorato sufficientemente alle riforme da attuare e anche il Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato la necessità di incrementare le misure per contrastare il peggioramento della situazione. Le Nazioni Unite hanno più volte espresso la loro preoccupazione per le inevitabili conseguenze che la crisi avrà sulle condizioni di vita della popolazione, a cui il conflitto tra le forze politiche sicuramente non porta alcun beneficio.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.africanews.com/2019/10/02/ethiopia-pm-mobilises-oromo-parties-to-cooperate-in-2020-vote/
3 ottobre, Sudafrica e Nigeria – Firmati accordi commerciali e di cooperazione
Sudafrica e Nigeria hanno firmato 30 accordi commerciali e di cooperazione e memoranda d’intesa, poche settimane dopo l’onda di violenza che a Johannesburg e Pretoria ha colpito numerosi nigeriani. Quanto accaduto in Sudafrica aveva messo a rischio la cooperazione tra le due più potenti economie del continente africano, ma gli incontri e le negoziazioni tra i due governi hanno avuto esito positivo. Sia il leader nigeriano Buhari che il leader sudafricano Ramaphosa hanno condannato gli atti di xenofobia che si sono verificati nelle città sudafricane e hanno espresso la volontà di adottare delle misure affinché l’intolleranza nei confronti di chi è straniero venga completamente sradicata.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1WI1FJ-OZATP
4 ottobre, Etiopia – Nuovi scontri tra forze speciali e minoranze etniche
Nella regione Amhara ci sono stati nuovi scontri tra forze armate e manifestanti appartenenti alla minoranza etnica che hanno causato la morte di 22 persone. La regione Amhara è la seconda regione più popolata dell’Etiopia e, negli ultimi mesi, è stata teatro di tensioni e violenze che hanno già ucciso decine di persone, sia militari che civili. Quanto accaduto questa settimana, le cui dinamiche ancora da chiarire, si aggiunge alla serie di violenze etniche che sono nettamente aumentare dalla presa di potere da parte del primo ministro Abiy Ahmed nel 2018. Le sue politiche, che prevedono la riabilitazione di alcuni partiti politici e il rilascio di prigionieri politici, hanno aperto la strada a proteste da parte di gruppi locali che chiedono maggiore potere e autorità. Inoltre, la Costituzione etiope dà alle minoranze etniche la possibilità di indire referendum per istituire regioni autonome che, però, andrebbero a minare il potere del governo centrale.
Fonte: Reuters
Link: https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1WJ0Q0-OZATP
5 ottobre, Camerun – Il presidente annuncia la fine delle persecuzioni nei confronti degli oppositori politici
Paul Biya, presidente del Camerun, ha chiesto di porre fine alle persecuzioni nei confronti di alcuni membri dell’opposizione, tra cui gli appartenenti al Movimento per la Rinascita del Camerun, il cui leader Maurice Kamto è già detenuto. Questa decisione del presidente è sicuramente una conseguenza della forte pressione internazionale alla quale egli è sottoposto. L’annuncio di Biya è giunto al termine di una serie di incontri che avevano lo scopo di risolvere la sanguinosa crisi delle regioni anglofone del Camerun, poste sotto il controllo dei leader separatisti. Questa decisione, totalmente inaspettata, ha stupito le forze politiche camerunensi e potrebbe essere interpretata come un segnale dell’intenzione del presidente di fare un passo indietro e accettare il tentativo delle forze separatiste di dar vita a un nuovo stato. Tuttavia, le opinioni a riguardo sono molto contrastanti.
Fonte: Africa News
6 ottobre, Etiopia e Egitto – Le negoziazioni per la realizzazione della diga GERD hanno raggiunto un punto di stallo
La GERD è destinata a diventare la più importante centrale idroelettrica del continente africano, ma ad oggi non si sa quando se ne potrà effettivamente completare la realizzazione. Le negoziazioni tra Egitto ed Etiopia riguardo la realizzazione della diga, infatti, sembrano essere giunte ad un punto di stallo, motivo per cui le autorità egiziane hanno chiesto l’intervento di mediatori internazionali. La delegazione etiope ha rifiutato le proposte avanzate dal Cairo riguardo la gestione della diga, ambito in cui l’Egitto chiede di avere voce in capitolo data la sua forte dipendenza dal fiume Nilo.
L’Etiopia, dal canto suo, nega il fatto che le negoziazioni non abbiano portato a nessuna conclusione e sostiene che siano stati fatti dei progressi. Tuttavia, rimangono in sospeso delle questioni che devono necessariamente essere risolte per poter completare la realizzazione della diga.
Gli analisti temono che se la disputa non si risolverà, potrebbe nascere un vero e proprio conflitto tra i due Paesi, motivo per cui l’intervento e la mediazione internazionale dovrebbero essere presi in considerazione.
Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2019/10/egypt-deadlock-nile-dam-talks-ethiopia-191006070043565.html
(Featured image source: Flickr lepointafrique)