Rassegna settimanale 25-31 Ottobre 2021: Sud Est Asiatico

Rassegna settimanale 25-31 Ottobre 2021: Sud Est Asiatico

25 ottobre, Cambogia – La Cambogia approva una legge che vieta la doppia cittadinanza per chi ricopre posizioni importanti

Il parlamento cambogiano ha approvato gli emendamenti costituzionali volti a vietare a coloro che detengono le più alte cariche del paese, inclusa quella di Primo Ministro, di essere al tempo stesso anche cittadini di altri paesi. Il 6 Ottobre il Primo Ministro Hun Sen aveva ordinato al Ministro della Giustizia di effettuare delle modifiche tali da permettere ai portavoce della Camera Alta e della Camera Bassa e al Capo del Consiglio Costituzionale di detenere solo la cittadinanza cambogiana, così da mostrare lealtà alla nazione ed evitare interferenze straniere nelle politiche sia nazionali che internazionali del paese, necessità sottolineata anche da Heng Samrin, presidente dell’Assemblea Nazionale cambogiana.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/cambodia-passes-law-barring-dual-citizenship-holders-top-posts-2021-10-25/

26 ottobre, Nazioni Unite – L’ONU nomina la singaporiana Noeleen Heyzer nuovo inviato speciale per il Myanmar

In un comunicato ufficiale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha dichiarato che il suo segretario generale Antonio Guterres ha designato la singaporiana Noeleen Heyzer come nuovo inviato speciale per il Myanmar.
La dottoressa Heyzer, 73 anni, ha ricoperto diverse posizioni di rilievo presso le Nazioni Unite, tra le quali, in particolare, quella di capo di una commissione economica e sociale per la regione dell’Asia e Pacifico tra il 2007 e il 2014. Nell’ambito delle sue funzioni presso la commissione, ha lavorato a stretto contatto con l’Asean e con le autorità del Myanmar sullo sviluppo e la riduzione della povertà.
L’inviato speciale uscente, Christine Schraner Burgener, che terminerà il suo mandato questa settimana dopo aver ricoperto tale ruolo per più di tre anni, ha dichiarato che riconoscere il governo della giunta militare non permetterà di porre fine alle crescenti violenze, in quanto il Myamnar è sempre più sull’orlo di una guerra civile. Le possibilità di tornare alla democrazia sono, quindi, sempre più scarse e la giunta militare è del tutto disinteressata a compromessi o al dialogo, quando quest’ultimo sarebbe ciò di realmente necessario tra tutte le parti.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/un-chief-appoints-singaporean-noeleen-heyzer-as-new-myanmar-special-envoy

27 ottobre, Myanmar – Repressione militare segnalata nello stato Chin in Myanmar

L’esercito birmano, il Tatmadaw, sta reprimendo le milizie locali nello stato occidentale del Chin, a maggioranza cristiana, situato al confine con l’India e il Bangladesh.
Mentre la giunta al governo, o Consiglio amministrativo di stato (SAC), prende di mira civili ed edifici religiosi nel tentativo di sconfiggere i gruppi armati locali, i residenti dell’area vivono nella paura e molti hanno abbandonato i loro villaggi, secondo quanto affermano i rappresentanti della comunità locale.
Dall’inizio di ottobre, il SAC ha inviato un gran numero di truppe nel Chin attraverso le vicine regioni per sconfiggere i gruppi armati locali. Il gruppo principale è il Chin National Front, fondato nel 1988. Altri, emersi dopo il colpo di stato di febbraio, sono la Chinland Defence Force, la Chin National Defence Force e le unità locali delle Forze di difesa popolare anti-giunta. Ufficiali del Chin National Front e combattenti degli altri gruppi hanno detto a VOA che un gran numero di truppe della giunta è ora di stanza nella capitale di Chin, e in altre città vicine, per raggiungere le, quali le truppe del Tatmadaw, stando a testimoni e resoconti dei media della regione, hanno bombardato villaggi e condotto una campagna di uccisioni, arresti e detenzioni arbitrari, torture e confische illegali di proprietà.

Fonte: VoA News
Link: https://www.voanews.com/a/military-crackdown-reported-in-myanmar-s-chin-state/6287299.html

28 ottobre, ASEAN – Il Brunei afferma che il Myanmar è ancora “parte integrante” dell’ ASEAN nonostante le critiche

Il sultano del Brunei ha dichiarato che il Myanmar rimane parte integrante dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico e che quest’ultima spera che il governo militare collaborerà con un inviato dell’ASEAN per appianare la crisi politica innescata dalla sua presa di potere di Febbraio. Il sultano Hassanal Bolkiah, che ha presieduto il summit dell’ ASEAN svoltosi online per tre giorni e che ha visto la partecipazione anche di altri leader mondiali, ha affermato che l’Associazione starà dalla parte del Myanmar e che continuerà ad estendere il suo aiuto nonostante abbia escluso il suo leader militare, il Generale Min Aung Hlaing, dal summit. L’ASEAN infatti ha impedito al generale di rappresentare il suo paese al vertice internazionale in seguito al rifiuto di quest’ultimo di permettere a un inviato ASEAN di incontrare Suu Kyi e altri detenuti politici nell’ambito di una iniziativa di dialogo proposta per cercare di alleviare una situazione di crisi nella quale si stima le forze armate birmane abbiano ucciso 1200 civili, anche se il governo militare ha rivendicato numeri più bassi.
Di fronte a tale situazione, il presidente americano Joe Biden, che ha partecipato al meeting al pari dei suoi omologhi di Cina e Russia, ha denunciato anch’egli “l’orribile violenza” dell’esercito birmano e ha promesso che gli Stati Uniti staranno dalla parte del popolo del Myanmar.
Nel corso dei tre giorni, oltre alla questione birmana, sono stati affrontati anche altri temi riguardanti in particolare la ripresa post-pandemia, il commercio e la sicurezza. Il sultano Hassanal ha affermato che l’accento è stato posto su questioni importanti che includono i modi per garantire vaccini COVID-19 per la regione e il rafforzare la preparazione dell’ASEAN per le sfide future.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/coronavirus-pandemic-business-asia-myanmar-health-3f2f5edce4687283ba85f2acf88363c1

29 ottobre, Laos – Il Laos annuncia il sequestro di enormi quantità di metanfetamina

La polizia del Laos ha compiuto uno dei più grandi sequestri di droga mai avvenuti in Asia. In seguito alla scoperta di 55,6 milioni di pillole di anfetamina nascoste su un camion in viaggio verso la capitale, gli ufficiali, seguendo le indicazione fornite dal conducente, hanno ritrovato in un edificio sacchi contenenti 1,5 tonnellate di cristalli di metanfetamina, che, stando a quanto dichiarato da Jeremy Douglas, Rappresentante regionale per il Sud-est Asiatico dell’ UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine), corrisponderebbero rispettivamente a circa tre volte la quantità di pastiglie e a un terzo dei cristalli sequestrati lo scorso anno nell’intero paese.
Entrambi i sequestri sono stati effettuati nella provincia settentrionale di Bokeo, che confina con Thailandia e Myanmar ed è parte del cosiddetto Triangolo d’oro, un’area geografia con una lunga storia legata alla produzione e alla distribuzione di droga.
In un rapporto pubblicato a giugno, l’UNODC ha affermato che la produzione e il traffico di droghe sintetiche in Asia Orientale e Sud-Orientale sono aumentati nonostante la pandemia di coronavirus, ciò ad indicare che i gruppi criminali si sono adattati e hanno sfruttato la situazione. Jeremy Douglas sottolinea inoltre come i problemi amministrativi e di sicurezza che riguardano l’area del Mekong nello stato Shan non facciano altro che facilitare l’attività della criminalità organizzata.
Il Laos è noto come punto di transito per la droga proveniente dal Myanmar, importante produttore di metanfetamine, diretta poi in Thailandia, Vietnam e altri paesi. Il Laos è un paese povero e scarsamente abitato senza sbocco sul mare con una reputazione di corruzione che può facilitare il contrabbando.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/asia-southeast-asia-laos-vientianed782b99a49a15e858d58e38ce10206f5

30 ottobre, Vietnam – Il Vietnam imprigiona dei citizen journalists per “abuso di diritti democratici”

Un tribunale vietnamita ha incarcerato cinque cittadini che si occupavano della redazione di una pagina di notizie online per “abuso di diritti democratici”, suscitando aspre critiche da parte degli Stati Uniti nei confronti della repressione della libertà di parola portata avanti dal governo comunista.
L’amministrazione vietnamita spesso si muove rapidamente per soffocare il dissenso, incarcerando attivisti, giornalisti, e qualsiasi critico con un vasto seguito su Facebook, ampiamente utilizzato in tutto il paese.
Il verdetto è l’ultimo esempio di una “tendenza preoccupante” di detenzioni di giornalisti, operatori della stampa e di qualsiasi cittadino “che esercita i propri diritti alla libertà di parola e di stampa”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Ned Price, “Gli Stati Uniti chiedono alle autorità vietnamite di rilasciare questi cinque giornalisti e tutti coloro che sono stati ingiustamente detenuti e di consentire a tutti gli individui in Vietnam di esprimere le proprie opinioni liberamente e senza timore di ritorsioni”.
A luglio, l’ex giornalista radiofonico Pham Chi Thanh, anche lui noto attivista per la democrazia, è stato condannato a cinque anni e mezzo di carcere con l’accusa per aver diffuso informazioni antigovernative su Facebook.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/vietnam-jails-citizen-journalists-for-abusing-democratic-rights

31 ottobre, Thailandia – I Thailandesi lanciano una campagna per abrogare la legge di lesa maestà

Attivisti pro-democrazia hanno annunciato una campagna per raccogliere 1 milione di firme a favore dell’abolizione della legge che rende la diffamazione della monarchia un reato.
Circa 3.000 persone si sono presentate nel centro di Bangkok per una manifestazione volta a sollecitare la fine della legge sulla lesa maestà – nota anche come articolo 112 – che rende rischiose anche le critiche costruttive all’istituzione reale. Hanno anche chiesto di far cadere le accuse e rilasciare coloro che erano stati arrestati a causa di questa legge.
La legge di lesa maestà rende diffamare, insultare o minacciare il re, la regina, gli eredi o il reggente, reati punibili con la reclusione da tre a quindici anni. In pratica, dicono i critici, è stato usato per scopi politici. Anche sostenere l’abolizione della legge può innescare un’indagine di polizia.
Gli organizzatori del raduno hanno iniziato lo scorso anno a organizzare manifestazioni di piazza con tre richieste fondamentali: le dimissioni del Primo Ministro Prayuth Chan-ocha, che inizialmente è salito al potere come comandante dell’esercito organizzando un colpo di stato nel 2014; la modifica della costituzione in modo da renderla più democratica e la riforma della monarchia.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/crime-campaigns-thailand-bangkok-prayuth-chan-ocha-ce2512774db2867035f4953edf3d878b

 

(Featured Image Source: Flickr)