Rassegna settimanale 19-25 febbraio 2018: Giappone e Corea del Sud

Rassegna settimanale 19-25 febbraio 2018: Giappone e Corea del Sud

19 febbraio, Corea del Sud – Scandalo #MeToo in Corea: rinomato regista si dimette

Lee Yoon-taek, rinomato regista teatrale, 67 anni, ha espresso il proprio dispiacere per la presunta pessima condotta degli ultimi vent’anni; ultimo caso di una serie di #MeToo che stanno aumentando sempre più nel Paese. Lee è un’altra di quelle figure di alto profilo, appartenenti all’ambiente artistico e letterario, che hanno ammesso pubblicamente la propria condotta scorretta, subito dopo il caso di Ko Un, 84 anni, aspirante al premio Nobel per la letteratura in Corea, accusato di simili atteggiamenti durante gli ultimi 30 anni.

Lee ha espresso profondo pentimento per quanto successo, promettendo di prendersi le proprie responsabilità, sia legali che di altro tipo. “Provo vergogna e sono devastato,” ha dichiarato durante una conferenza stampa a Seoul. “Porgo le mie più sincere scuse alle vittime. Ammetto di non essere riuscito a mantenere le promesse fatte ai miei collaboratori e allo staff, nonostante le proteste a seguito delle mie indiscrezioni. Ho commesso un grave peccato continuando a tirarmi indietro di fronte alle promesse di non cedere in nessuna circostanza.”

La “pratica abituale”, che andava avanti ormai da 18 anni, ha aggiunto Lee, era estremamente sbagliata e sostiene di non voler vedere la reputazione del settore teatrale rovinata da questo scandalo ed esorta a “non fare di tutta l’erba un fascio.”

“Qualche volta potrei essermi comportato inconsapevolmente in modo sbagliato e ammetto di essermi sentito in colpa, ma il desiderio malato finiva sempre per prevalere sui miei buoni propositi. Mi scuso con i miei colleghi artisti; tuttavia, non ho mai commesso stupro e non tutto quello che viene riportato sui social media è vero,” ha spiegato.

Le scuse sono arrivate in seguito alle accuse per sospette molestie sessuali avanzate da Kim Soo-hee, leader di un gruppo teatrale con sede a Seoul. Quest’ultima avrebbe affermato che molte donne sono state costrette per anni a pratiche che non verranno riportate in questa sede. Queste accuse sono state poi supportate da altri sospetti abusi sessuali ai danni di un membro dello staff, che ha dichiarato di essere stata aggredita in Busan nel 2001 e in Miryang nel 2002. “Ho deciso di denunciare pubblicamente gli atti commessi da Lee, che ha continuato ancora per una decina di anni, anche dopo quello che aveva fatto a me,” ha scritto sul proprio account.

Queste accuse scandalose hanno innescato una petizione online, dove oltre 20.000 persone hanno firmato per chiedere maggiori indagini e conseguenti punizioni. “La petizione mira ad estirpare pratiche sbagliate e sconsiderate da parte di organizzazioni gerarchiche autoritarie e violente prevalenti nel mondo dell’arte, che continuano ad esistere in nome dell’arte stessa. Noi, pertanto, chiediamo un cambiamento per una più profonda autoriflessione.”

L’Associazione dei Drammaturghi Coreani dopo aver espulso il regista, ha anche ritirato la sua raccomandazione a membro del comitato di revisione del Consiglio Coreano delle Arti, supervisionato dal ministro della Cultura.

Nel frattempo, Ko Un ha annunciato che lascerà la propria residenza a Suwon, nella provincia di Gyeonggi, sollecitato dall’amministrazione della città, insieme ad una sovvenzione statale, che annulla virtualmente il progetto a lungo termine che pensava di trasformare il luogo in una “eredità” culturale e letteraria.

L’annuncio improvviso è arrivato nel bel mezzo della critica riguardo ai sospetti per molestie sessuali ai danni della poetessa Choi Young-mi e confermate da Ryu Keun, un collega. In una poesia, Choi avrebbe descritto come le venne detto di non sedersi accanto ad un uomo di nome “En”, su avviso di qualche altro poeta: “En alza sempre le mani quando vede una giovane donna.”

Dopo le molte speculazioni che hanno portato a pensare che “En” fosse Ko Un, il poeta Ryu Keun avrebbe confermato che si trattava proprio di lui, dicendo di essere più sorpreso dalla tardiva attenzione mediatica e dalla tardiva denuncia della poetessa.

In risposta, Ko ha spiegato che il fatto in questione faceva riferimento a 30 anni prima: ha ammesso di aver alzato un po’ le mani ai tempi, ma ha anche specificato di non aver mai voluto molestare nessuno e che se il suo comportamento di allora viene definito come “molestia” dai criteri di oggi, egli si scusa, pur sollevando critiche riguardo alla sua mentalità indifferente e obsoleta nel non mostrare alcun rimorso.

Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/02/356_244420.html

20 Febbraio, Corea del Sud – I fan la chiamano “amicizia senza confini”: l’abbraccio olimpico che sconfigge le ostilità tra Corea del Sud e Giappone

Sono state soprannominate le “Olimpiadi della Pace”, con l’attenzione focalizzata sulle due Coree, riunite per la prima volta nella storia dei Giochi. Ma la natura diplomatica di questo evento, in grado di trascendere le questioni politiche, non sembra limitarsi alle due Coree, starebbe funzionando anche per le relazioni tra Giappone e Corea del Sud.

Una serie di fotografie hanno immortalato l’atleta giapponese abbracciare la propria rivale sudcoreana proprio qualche minuto dopo aver vinto la medaglia d’oro, immagine che è diventata subito virale nei due Paesi, nonostante le tensioni che ancora perdurano legate ai 35 anni in cui la Corea è stata colonia giapponese.

Il cordiale gesto della giapponese Nao Kodaira, medaglia d’oro nei 500 metri di pattinaggio di velocità, nei confronti della coreana Lee Sang-hwa ha dato il via a un’ampia reazione da parte di giornali e social media in entrambi i Paesi.

Tra coloro che si sono mostrati commossi troviamo il Primo Ministro giapponese, Shinzo Abe, che si è sentito in dovere di menzionare il fatto di fronte alla campionessa Kodaira, insieme alle congratulazioni per la medaglia d’oro. “Vedere voi due abbracciarvi dopo la gara e congratularvi l’un l’altra è stato davvero meraviglioso,” avrebbe poi detto alla ragazza.

La vittoria di Kodaira risale a domenica sera, subito dopo la competizione dei 500 metri di pattinaggio di velocità. Le immagini sono state particolarmente commoventi, dal momento che le due nazioni hanno da sempre rapporti bilaterali tesi, dovuti al passato dominio coloniale giapponese (1910-1945).

I giornali coreani si sono subito ricollegati a questo fatto, dando rilevanza alle fotografie dell’abbraccio delle due atlete, sotto titoli come “un’amicizia senza confini”, mentre molti hanno elogiato il gesto sui social media.

Un coreano ha così scritto su Naver, il portale più diffuso in Corea del Sud: “Ho pianto mentre guardavo Kodaira e Lee attraversare la pista insieme dopo la gara. Questa scena ha davvero colto il valore fondante delle Olimpiadi.”

Anche in Giappone gli spettatori sembrano commossi: “La scena delle due ragazze è qualcosa che tutta l’umanità aspettava.”

Nelle dichiarazioni successive all’evento, le due pattinatrici hanno parlato di come hanno sconfitto la geografia, la politica e la rivalità sportiva in nome della loro amicizia, nata e cresciuta durante gli anni in cui hanno gareggiato l’una contro l’altra. Kodaira ha anche raccontato che dopo la sua vittoria alla Coppa del Mondo di pattinaggio di velocità qualche anno fa, Lee si era mostrata gentile nei suoi confronti, pagandole il taxi di ritorno all’aeroporto.

“E’ un’amica che rispetto sia come persona, sia come atleta,” ha detto. “Si prende sempre cura di me ogni qualvolta mi trovo in Giappone. Mi fa sempre regali e mi spedisce cibo giapponese,” ha aggiunto Lee.

Fonte: Telegraph
Link: http://www.telegraph.co.uk/news/2018/02/20/olympic-hugdefies-animosity-south-korea-japan-fans-hail-borderless/

21 febbraio, Giappone- Abe chiede una riforma del lavoro straniero per attrarre esperti da oltreoceano

Martedì, il Primo Ministro Shinzo Abe ha annunciato al Consiglio per le Politiche Economiche e Fiscali che, allo scopo di sopperire alla grave mancanza di manodopera nazionale, il governo punta alla stesura di un piano entro l’estate per riformare il sistema di immigrazione in modo da permettere un maggiore afflusso di professionisti e lavoratori stranieri esperti.

“Il presupposto è che ci sarà un limite alla durata della permanenza e i familiari non potranno, in genere, accompagnare i lavoratori. Con queste condizioni, ci piacerebbe condurre degli studi su come delineare la nuova politica entro l’estate,” ha riferito Abe al comitato di 11 membri, che include i ministri del Gabinetto e il vertice del Keidanrei, la business lobby più influente del Paese.

Il Ministro delle politiche economiche e fiscali, Toshimitsu Motegi, ha poi spiegato i dettagli durante una conferenza stampa, facendo riferimento a diversi settori industriali che verranno analizzati e fatti oggetto di un’eventuale inclusione nell’iniziativa. Questi includono il settore dei servizi infermieristici, così come quello delle costruzioni, dei trasporti, del commercio al dettaglio e dell’agricoltura, che stanno affrontando ora una grave mancanza di manodopera.

Attualmente il Giappone ha 11 categorie di visto per lavoratori specializzati, tra cui professori, business manager, professionisti per i servizi legali e di contabilità, servizi sanitari, ricercatori, insegnanti, ingegneri e lavoratori qualificati come cuochi di alto livello.

Al momento, secondo il Ministero della Giustizia, questi lavoratori con visto hanno il permesso di risiedere in Giappone insieme alla propria moglie e figli soltanto e la durata del soggiorno può essere prorogata se le autorità non riscontrano problemi.

Su istruzioni di Abe, tuttavia, il Ministero della Giustizia dovrà prendere in considerazione una revisione delle condizioni e l’ampliamento delle categorie di visto. Le nuove tipologie non daranno il permesso di portare con sé la famiglia e la durata del permesso di soggiorno dovrà essere decisa in anticipo, senza possibilità di proroga. Altri dettagli riguardo alla riforma sono ancora da definire, ha spiegato un ufficiale del Ministero della Giustizia.

Durante la conferenza, Motegi ha anche detto che il Gabinetto avrà il compito di esaminare come le industrie utilizzano i mezzi d’informazione e l’intelligenza artificiale per cercare di far fronte alla mancanza di lavoratori. Ha aggiunto che il governo incoraggerà innanzitutto il ricorso ad una maggiore occupazione femminile e di persone di età avanzata. Solo in seguito prenderà in considerazione l’opportunità di introdurre ulteriore forza lavoro dall’estero nei settori che hanno bisogno di maggiori risorse.

Martedì, Abe ha dato istruzioni al capo segretario del Gabinetto, Yoshide Suga, e al ministro della Giustizia, Yoko Kamikawa, di elaborare i dettagli della nuova politica per il lavoro.

La quota di disoccupati a dicembre era ferma al 2,8%, mentre le candidature hanno toccato l’1,59%, la percentuale più alta in più di 43 anni, il che significa che ci sono 159 annunci di lavoro per 100 disoccupati alla ricerca di un impiego. Secondo i dati consegnati al Consiglio per la Politica Economia e Fiscale, la popolazione in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) si è ridotta da 86.99 milioni nel 1997 a 76.65 milioni nel 2016.

Questa riduzione dei lavoratori continuerà sicuramente, dal momento che la popolazione giapponese sta rapidamente invecchiando, portando a un sempre minore numero di giovani con il passare del tempo. Intanto, i lavoratori stranieri registrati ammontano a 1.28 milioni nel 2017, rispetto ai 486.398 mila del 2008.

Le piccole aziende e i produttori agricoli nelle zone rurali sono stati particolarmente colpiti da questa mancanza di manodopera. Il governo di Abe, tuttavia, non ha ancora intenzione di affidarsi agli immigrati per fare fronte a questo bisogno, dal momento che molti giapponesi temono possa disturbare l’ordine sociale esistente.

Fonte: The Japan Times
Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2018/02/21/national/abe-calls-foreign-employment-review-increase-skilled-workers/#.Wo26IkxFzIW

22 Febbraio, Corea del Sud- La visita di Ivanka Trump rinnova le speranze per un dialogo tra Stati Uniti e Corea del Nord: Pyongyang manderà una delegazione in Corea del Sud per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali

I mutamenti di dialogo tra Washington e Pyongyang riguardo al programma nucleare nordcoreano sembrano aumentare, con la notizia della visita degli alti ufficiali dei due Paesi in Corea del Sud per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di PyeongChang 2018.

L’attenzione su qualsiasi minimo segnale di contatto è alta, specialmente dopo aver saputo che le due Parti avevano già programmato un incontro tra il vicepresidente Mike Pence e la sorella del leader nordcoreano Kim Jong-un, durante il soggiorno per la cerimonia di apertura.

Kim Yong-chol, capo del dipartimento del Fronte Unito del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord, si recerà in visita nel Sud da domenica a martedì, insieme ad altri sette delegati, tra cui Ri Son-gwon, presidente del Comitato per la Riunificazione Pacifica della penisola coreana, per prendere parte alla cerimonia di chiusura dei Giochi che si terrà proprio domenica.

Chong Wa Dae (la Casa Blu, residenza del Presidente della Corea del Sud e ufficio esecutivo) ha dichiarato che il resto dell’itinerario non è stato ancora definito, anche se è previsto un incontro privato con il Presidente Moon Jae-in alla Casa Blu.

La visita della delegazione nordcoreana è stata annunciata qualche ora dopo la conferma dalla Casa Bianca che Ivanka Trump, figlia e consigliera del Presidente Trump, si recerà in visita in Corea del Sud da venerdì a lunedì. È prevista una cena con il Presidente Moon il primo giorno, la partecipazione ad un evento con la first lady Kim Jung-sook e, ovviamente, la presenza alla cerimonia di chiusura dei Giochi.

Siccome il periodo di soggiorno delle due delegazioni si sovrappone, ci sono crescenti aspettative per un possibile incontro.

La partecipazione della Corea del Nord alle Olimpiadi ha creato, come abbiamo visto, un clima di conciliazione generale. Dopo l’invito di Kim Jong-un al Presidente della Corea del Sud, l’amministrazione di Moon spera che questa eventualità si possa allargare anche al dialogo tra Washington e Pyongyang riguardo alla denuclearizzazione.

È stato rivelato tardivamente mercoledì che la Corea del Nord e gli Stati Uniti avevano accordato un incontro tra Pence e Kim Yo-jong alla Casa Blu il 10 febbraio, quando entrambi si trovavano in visita per l’aperura dei Giochi. Ma il regime nordcoreano avrebbe annullato il meeting due ore prima, a causa dei continui riferimenti di Pence alla campagna di massima pressione contro Pyongyang.

Per il momento, gli ufficiali coreani spiegano che le possibilità di un dialogo tra le delegazioni di Stati Uniti e Corea del Nord sono basse e ammettono di aver tentato di pianificare un incontro tra Pence e Kim Yo-jong.

Si pensa che Ivanka Trump possa essere più aperta nei confronti del regime nordcoreano, rispetto a Pence. Tuttavia, la Casa Bianca comunica che Ivanka si focalizzerà soprattutto sui festeggiamenti agli atleti americani e nega le notizie riportate dai giornali riguardo all’incontro con le donne disertrici della Corea del Nord. Mentre Pence ha incontrato qualche disertore ed è stato accompagnato dal padre di Otto Warmbier, lo studente americano rinchiuso in Corea del Nord per 17 mesi e morto sei giorni dopo il rimpatrio.

Nel frattempo, ci si aspetta che la visita di Kim Yong-chol possa causare fermento, dal momento che egli è sulla lista nera delle sanzioni di Seoul e Washington ed è, inoltre, sospettato di aver orchestrato i due attacchi nordcoreani alla Corea del Sud nel 2010 (l’attacco da siluri alla fregata della marina Cheonan, che provocò la morte di 46 soldati, e il bombardamento dell’isola di Yeonpyeong che uccise quattro persone, tra cui due civili).

Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/02/103_244605.html

23 febbraio, Giappone- L’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) supporta le lamentele del Giappone contro la messa al bando delle importazioni da Fukushima da parte della Corea del Sud

Nella giornata di venerdì, Tokyo ha accolto favorevolmente la decisione dell’OMC che il bando continuo da parte della Corea del Sud all’importazione di pesce proveniente dalla prefettura di Fukushima (luogo del disastro nucleare del 2011) e da altre parti del Giappone sia una misura discriminatoria presa in modo arbitrario e ingiustificabile.

La disposizione finale della contesa da parte della giuria dell’OMC ha pubblicato il resoconto dettagliato della sentenza in favore del ricordo del Giappone contro il bando totale imposto dalla Corea de Sud su tutti i prodotti provenienti dal mercato ittico delle prefetture di Fukushima, Miyagi, Iwate, Aomori, Ibaraki, Tochigi, Gunma e Chiba.

Mentre l’OMC aveva, in un primo momento, riconosciuto le misure prese dalla Corea del Sud come giustificabili, adesso spiega che la continuazione del bando risulta essere più una misura “ristrettiva del commercio” che una misura “necessaria,” e ha raccomandato di abolire la messa al bando fatta su 28 tipi di pesce, come richiesto dal Giappone.

La Repubblica di Corea non si è attenuta all’accordo dell’OMC che sancisce che le misure sanitarie imposte dai Paesi membri non devono discriminare arbitrariamente e senza giusta causa. La giuria ha anche specificato che la pretesa coreana che gli esportatori giapponesi di tutti i tipi di prodotti ittici producano certificati d’ispezione se anche solo una piccola percentuale dei loro prodotti risulta avere cesio o iodio radioattivo, costituisce una barriera al libero mercato.

A Tokyo, il capo segretario del Gabinetto, Yoshihide Suga, ha accolto molto positivamente la sentenza. “Crediamo che il nostro ricorso sia stato giustamente preso in carico e siamo molto contenti del parere della giuria,” ha dichiarato, specificando che il Giappone esorterà repentinamente la Corea del Sud a togliere il bando sui prodotti ittici giapponesi.

Suga ha anche riferito che Tokyo si impegnerà per far togliere le misure prese contro i prodotti alimentari giapponesi anche da altri Paesi, a causa dei timori legati alle conseguenze del disastro nucleare. Tra questi troviamo USA, Cina e Singapore, che hanno bandi parziali sui prodotti alimentari provenienti dal Giappone.

Tuttavia, la sentenza della giuria non è definitiva. La Corea del Sud ha annunciato venerdì che farà ricorso in appello a una giuria superiore, suggerendo che il Giappone non l’avrà vinta facilmente.

“Il governo coreano farà appello alla salvaguardia della salute pubblica e alla sicurezza,” ha dichiarato il Ministro del Commercio, dell’Industria e dell’Energia all’agenzia Yonhap. “Nonostante la sentenza, il bando vigente continuerà a essere applicato finché la procedura di contesa dell’OMC non sarà conclusa.” La decisione finale è prevista non prima dell’inizio dell’estate.

Suga ha espresso la propria delusione rispetto alla risposta di Seoul. “Troviamo il ricorso d’appello estremamente spiacevole. Prenderemo anche noi i provvedimenti necessari per assicurarci che le nostre ragioni vengano prese in carico da una commissione di livello superiore,” ha dichiarato. “Non c’è bisogno di dire che anche noi speriamo che la Corea del Sud sospenda rapidamente le misure riconosciute dalla giuria come una violazione dell’accordo dell’OMC.”

L’OMC ha sottolineato che dallo scoppio della centrale nucleare n.1 di Fukushima, la Corea del Sud ha implementato uno dei bandi più restrittivi contro i prodotti alimentari giapponesi in generale. Inoltre, al Giappone vengono richiesti test pre-esportazione che non vengono imposti ai prodotti provenienti da qualsiasi altro Paese. In queste indagini pre-esportazione, il riscontro di una minima quantità di cesio costringe ad ulteriori test su 17 altri atomi radioattivi, tra cui il plutonio.

“Ciò che porta la Corea del Sud a distinguersi dagli altri Paesi, è il fatto che ha esteso questa regolamentazione contro le esportazioni giapponesi e al giorno d’oggi continua a mantenere barriere rigide anche se la tendenza globale sta progressivamente allentando le misure contro i prodotti alimentari giapponesi,” ha spiegato un ufficiale del Ministero dell’Agricoltura al Japan Times.

Fonte: The Japan Times
Link: https://www.japantimes.co.jp/news/2018/02/23/national/wto-backs-japan-complaint-south-koreas-fukushima-import-ban/#.WpBeJUxFzIU

 

24 Febbraio, Corea del Sud –  Perché Trump colpisce la Corea del Sud così duramente?

Il Presidente Trump si sta vendicando contro il Presidente coreano Moon Jae-in per le politiche pro-Cina e Corea del Nord? O è semplicemente una parte del suo progetto “America First” per proteggere il settore manifatturiero americano, tra cui le proprie acciaierie?

A seguito di una serie di attacchi commerciali del governo statunitense alle compagnie coreane, i politici, così come il pubblico coreano, si stanno chiedendo il motivo di questo atteggiamento duro nei confronti della Corea del Sud, storica alleata.

Gli analisti del mercato hanno dichiarato che ciò che sta succedendo è il risultato dello sovrapporsi di tre fattori: innanzitutto, la politica di Trump annunciata come “America First”, la posizione vulnerabile della Corea nel commercio e infine il comportamento ambivalente di Moon nei confronti degli Stati Uniti.

“Questo atteggiamento del Presidente coreano potrebbe essere una delle ragioni, ma penso maggiormente che Trump voglia mostrare di essere intransigente con i propri partner commerciali per portare surplus negli Stati Uniti,” ha spiegato Mauro Gullien, direttore dell’Istituto Lauder alla Wharton School dell’Università della Pennsylvania.

In quest’ottica, il motivo per cui Trump starebbe colpendo proprio le aziende coreane sarebbe da ricercare nel fatto che la Corea del Sud è un bersaglio facile, a differenza di Cina, Germania o Giappone. “Trump non desidera peggiorare ulteriormente le cose con la Cina, la Germania è un Paese centrale in Europa, e va molto d’accordo con il Primo Ministro giapponese.”

Gullien sostiene che Trump stia cercando di soddisfare i propri elettori e sostenitori: “Tenete presente che ci sono due destinatari a cui sono volte queste azioni. Una è la Corea e l’Asia, l’altra è la base del sostegno domestico negli Stati Uniti.”

L’economista indipendente Andy Xie, residente a Shangai, fa eco a questa visione. “Trump non ha strategie. Vuole solo impressionare i suoi elettori.” “La Corea del Sud è vulnerabile perché non ha molto spazio per opporre resistenza. È un target facile da colpire,” ha aggiunto.

In un rapporto rilasciato la scorsa settimana, il Dipartimento del Commercio statunitense ha delineato una bozza di raccomandazioni che Trump potrebbe prendere per proteggere le acciaierie americane, che prevede una tariffa del 53% sui prodotti d’acciaio provenienti da 12 Paesi, tra cui la Corea del Sud, l’unico alleato storico ad essere incluso nella lista. Il Canada, che è il maggiore esportatore di acciaio verso gli USA, così come il Giappone e la Germania sono stati invece lasciati fuori.

Antonio Fetas, professore di economia al Campus INSEAD di Singapore ha detto che Trump ha iniziato a dare forma alle proprie idee protezioniste, concentrandosi su poche merci provenienti da pochi Paesi. “Se sta facendo questo alla Corea per via delle posizioni nei confronti del regime nordcoreano? Ne dubito, ma ammetto di non poterlo escludere.”

Alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang, le preoccupazioni che Moon possa essere troppo incline a migliorare i rapporti tra le due Coree si legano al rischio di minare le relazioni con gli USA. Fetas prosegue dicendo che “questa è la realtà dell’amministrazione Trump, politiche caotiche che non hanno chiari obiettivi strategici, ma che sono solamente il risultato di un processo malamente ideato.

Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/02/120_244687.html

25 febbraio, Corea de Sud- I disertori si esprimono riguardo all’incontro cancellato tra Ivanka Trump e i fuggitivi nordcoreani

Casey Lartique Jr., co-fondatrice del Centro Educativo Mondiale dei Rifugiati Nordcoreani, ha sottoposto un’intervista ad alcuni rifugiati. Le domande sono state principalmente due: cosa pensano dell’incontro tra il vicepresidente Mike Pence e i rifugiati nordcoreani; cosa pensano della scelta di Ivanka Trump di cancellare l’incontro.

Ji Young, donna, arrivata in Corea del Sud a novembre 2017 – Sono grata del fatto che Trump e Pence abbiano trovato il tempo per incontrare i rifugiati; è stato molto incoraggiante da vedere. Al contrario, il governo coreano sta facendo qualsiasi cosa per avvicinarsi al regime nordcoreano, trattandolo con tutti gli onori, mentre non organizza incontri pubblici con i disertori.

Sono arrivata qui da poco. Se dovesse esserci una riunificazione potrei essere in pericolo, perché la Corea del Sud potrebbe voler sottostare alle condizioni del regime di Pyongyang pur di riuscire a ottenere questa unione. Vedendo come ha servito e riverito la Corea del Nord, è importante che gli USA tengano sotto massima pressione il regime.

Ho appena saputo che Ivanka Trump verrà in visita. Lei non ha alcun potere reale, quindi spero che il suo compito sia quello di migliorare le relazioni con il governo coreano, che potrebbe essere rimasto deluso del fatto che gli USA hanno messo in risalto i rifugiati nordcoreani mentre anche la delegazione del regime si trovava qui.

Han, donna, arrivata in Corea del Sud nel 2015 – È fantastico. Sono rimasta molto contrariata dalla copertura mediatica così positiva nei confronti della visita della delegazione nordcoreana. La cosa più sconvolgente è stato sentire i media coreani presentare la sorella di Kim Jong-un come umile, solo perché vestiva abiti semplici. Non è la verità, è una ladra, persino i vestiti che indossa sono pagati dalla sua famiglia con lo sfruttamento della popolazione nordcoreana. La Corea del Sud sta facendo propaganda al Nord, giudicando solamente la superficie e le apparenze. Lei appartiene ad una famiglia di assassini, non possiamo dimenticarlo.

Questo è il motivo per cui la visita di Pence è stata importante, persino di conforto. Ha assicurato a me e ad altri rifugiati che gli Stati Uniti si ricorderanno di noi quando tratteranno con la Corea del Nord. È stata un’occasione per ricordare alla Corea del Sud che la Corea del Nord è un regime di assassini che usa violenza contro la propria popolazione. Nemmeno il governo coreano può negare questo dato di fatto.

Va bene che Ivanka Trump non incontri i rifugiati, lei ha il proprio ruolo e gli USA hanno anche fatto presenti quali sono le loro priorità, perché sia Trump, sia Pence hanno già visitato i disertori.

Fosse stata lei l’unica persona a venire in visita e a dover avere a che fare con il governo coreano, allora avremmo dovuto giudicarla separatamente. Ma Trump e Pence hanno già dimostrato le priorità degli Stati Uniti. La strategia americana non dipenderà di certo da questo terzo incontro. Personalmente, spero di poterla incontrare. È una modella diventata donna di politica, mi piacerebbe incontrarla e poterci parlare.

Sookhee, donna, arrivara in Corea del Sud nel 2010 – Sono preoccupata su tutti i fronti. Sono preoccupata che Trump e Pence siano così provocatori, non capisco che intenzioni abbiano. Sembra stiano versando “acqua fredda” sulle negoziazioni tra le due Coree.

Sono preoccupata dalla determinazione del governo coreano nel voler includere la Corea del Nord nei Giochi Olimpici. Si sarebbe dovuto concentrare piuttosto sul lancio dei missili nordcoreani, ma la Corea del Nord lo fa liberamente tutto il tempo.

L’invito della Corea del Nord ha probabilmente portato all’inasprimento del confine. Il regime di Pyongyang non vuole che gli USA si prendano il merito di alcun fuggitivo adesso, sarebbe davvero imbarazzante.

Penso che Ivanka non sia realmente interessata alla questione nordcoreana. Non mi dispiacerebbe incontrarla, solo per curiosità, perché è una donna così bella e le persone vogliono saperne di più su di lei. Penso però che non avremmo una conversazione lunga sulla Corea del Nord, perché probabilmente, in fin dei conti, non le interessa.

Sam, uomo, arrivato in Corea del Sud nel 2006 – E’ stato molto bello vedere i rifugiati incontrare Trump e Pence, è uno sviluppo positivo. L’interesse di Pence non è una questione personale, è legato agli interessi degli Stati Uniti.

Pence e Trump potrebbero essere più aperti all’immigrazione dalla Corea del Nord dopo questa visita, potrebbero permettere ai rifugiati di volare direttamente dalla Cina agli Stati Uniti. Con questo incontro, i diritti umani dei nordcoreani hanno avuto maggiore visibilità internazionale.

Ivanka può anche non incontrare i rifugiati pubblicamente, magari però potrebbe acconsentire ad una visita privata. Va bene, non possiamo pretendere che i leader americani incontrino i rifugiati ogni qual volta vengano in Corea. Pence e Trump hanno già mostrato interesse per i diritti dei nordcoreani, in più Pence ha ignorato la sorella di Kim Jong-un, mentre ha incontrato i disertori. Dimostra che gli USA considerano i rifugiati una priorità nella propria strategia, che sembra costituire una nuova linea politica. Il ruolo di Ivanka potrebbe essere quello di allentare le tensioni in qualche modo.

Ho sentito alcune persone criticare i rifugiati che hanno incontrato Trump e Pence, dicendo che così si sono fatti usare. Dall’altro lato, dicono che non importa se Ivanka non incontrerà i rifugiati.

Fonte: The Korea Times
Link: http://www.koreatimes.co.kr/www/opinion/2018/02/728_244716.html

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