Rassegna settimanale 26 febbraio - 4 marzo: Giappone e Corea del Sud

Rassegna settimanale 26 febbraio – 4 marzo: Giappone e Corea del Sud

26 febbraio, Giappone – Il Giappone chiede l’aiuto di USA e Corea del Sud nel monitoraggio delle violazioni di Pyongyang nel Mar Cinese Orientale

Il Giappone chiede agli USA e alla Corea del Sud sostegno nell’attività di controllo dei trasferimenti navali di petrolio e altre merci nel Mar Cinese Orientale, attività che violano le sanzioni dell’ONU imposte alla Corea del Nord.

Il Giappone è l’unico Paese che si occupa di sorvegliare queste attività, che coinvolgono in grossa parte imbarcazioni nordcoreane. La Forza di Autodifesa Marittima (Kaijō Jieitai) e la Guardia Costiera giapponesi, impegnate in questa missione, chiedono anche agli altri Stati di partecipare.

“Se il Giappone, gli Stati Uniti e la Corea del Sud dovessero unire le proprie forze per stanare i trasferimenti via mare, sarebbe più facile cercare cooperazione da parte dell’intera Comunità Internazionale,” ha riferito a Tokyo un ufficiale del Ministero degli Esteri.

Il governo coreano sembra, però, riluttante a lavorare con le Forze di Autodifesa giapponesi, la cui esistenza rimane una questione controversa, a luce del passato militare giapponese e l’occupazione della Corea dal 1910 al 1945.

La Corea del Sud tiene monitorate le attività illecite marittime, ma si limita a quelle che avvengono nelle vicinanze delle proprie coste, mentre gli Stati Uniti contano eccessivamente sul Giappone come proprio alleato quando si tratta di sorvegliare i trasferimenti nel Mar Cinese Orientale.

“È difficile da dire se riusciremo a ottenere supporto, dal momento che il Presidente coreano Moon sta promuovendo la ricerca di un dialogo con la Corea del Nord,” ha dichiarato un alto ufficiale del governo giapponese.

Dalla fine di gennaio, il governo giapponese ha portato all’attenzione tre trasferimenti marittimi sospetti tra la Corea del Nord e altre imbarcazioni. Dallo scorso settembre, tali attività sono state vietate da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con il fine di condannare i test nucleari e balistici del regime nordcoreano.

Tokyo sta considerando di dividere il Mar Cinese Orientale in tre parti tra i tre Paesi, in modo da condividere il peso del monitoraggio. È previsto anche un piano alternativo basato sul periodo di durata della missione per ciascuno Stato, invece che sull’assegnazione di sezioni di mare da sorvegliare

Fonte: The Japan Times

https://www.japantimes.co.jp/news/2018/02/26/national/japan-wants-u-s-south-korea-share-monitoring-north-korea-sanctions-evaders/#.WpV3Z7pFzIU

27 febbraio, Giappone – Cinquant’anni dopo, Tokyo ha qualcosa di nuovo da dimostrare al mondo

Tokyo colse l’occasione delle sue famose Olimpiadi del 1964 per mostrare al mondo il miracolo economico dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale. Il Giappone, dopo soli 19 anni, era ritornato sulla scena mondiale con i suoi treni ad alta velocità, i suoi gadget tecnologici e la sua stupefacente efficienza.

Le Olimpiadi tornano finalmente a Tokyo nel 2020 e questa volta il Giappone avrà qualcosa di nuovo da dimostrare. La capitale giapponese vuole ricordare al resto del mondo che la Cina e la Corea del Sud non hanno superato la prima potenza economica dell’Estremo Oriente. Useranno i Giochi per mostrare una città pulita, sicura e innovativa: un connubio di vita notturna, shopping e sofisticate metropolitane che danno l’idea del “Cool Japan”, il “mitico” Giappone, e che fanno di Tokyo un punto di riferimento culturale.

“Sarà di certo un’opportunità per mettere in mostra la nostra cultura, la nostra tecnologia, i prodotti e l’ottimo livello dei servizi giapponesi, per ridare forza all’economia,” ha dichiarato Maki Kobayashi-Terada del Ministero degli Esteri.

“Si tratta di soft power, per dare impulso all’economia,” ha aggiunto, utilizzando un termine che indica un coinvolgimento della cultura in strategie di tipo economico e politico.

Tokyo si è autodefinita una scommessa sicura per le Olimpiadi, il che è tutto l’opposto di quanto si possa dire di Rio de Janeiro. I Giochi del 2016 si sono lasciati alle spalle scandali, debiti di milioni e un inutile “elefante bianco”.

Tokyo segna anche uno spartiacque per il malconcio Comitato Olimpico Internazionale. Dopo lo scandalo di corruzione ai Giochi di Rio, il caso di doping alle Olimpiadi Invernali di Sochi del 2014, Tokyo dovrebbe essere la città metropolitana che riporta i Giochi Olimpici alla normalità. Infatti, il Giappone ha ospitato con successo già due Olimpiadi Invernali, a Nagano e a Sapporo.

“Non credo che il Comitato Olimpico Internazionale prenderà ancora in considerazione città in via di sviluppo,” ha riferito David Wallechinsky, storico e commentatore delle Olimpiadi. “Non vogliono più avere a che fare con problemi del genere. Vogliono città che siano pronte per i Giochi.”

Le Olimpiadi di PyeongChang sono state il 18esimo caso studiato da Wallechinsky e i suoi studi comprendono anche i precedenti Giochi di Tokyo. Quell’anno iniziarono con la fiamma accesa da Yoshinori Sakai, nato a Hiroshima il giorno in cui la città venne colpita dalla bomba atomica nel 1945.

Ma cosa c’è in serbo per il Tokyo 2020?

Kobayashi-Terada ha riferito che queste Olimpiadi miglioreranno l’accessibilità ad anziani e disabili, rimoderneranno le infrastrutture e attrarranno turismo. La funzionaria ha spiegato che il turismo sta crescendo enormemente, in particolare dall’Asia: il Giappone ha avuto 29 milioni di visitatori lo scorso anno e spera di ospitarne 40 milioni nel 2020.

Le Olimpiadi saranno anche un’occasione per convincere il mondo che Fukushima è un luogo sicuro, dopo la crisi nucleare conseguente allo tsunami e al terremoto del 2011. La prefettura è stata, infatti, scelta per ospitare le competizioni di baseball e softball.

“Ci sono solo pochi paesi in cui non è permesso l’accesso,” ha precisato Kobayashi-Terada. “Ma ci sono molti altri posti che hanno già intrapreso percorsi di recupero. Vogliamo mostrarlo al mondo intero e ringraziarlo.”

Tuttavia, ci sono anche ombre che si proiettano su queste Olimpiadi, per ora solo ipotizzate.

Un’indagine francese ha investigato sui 2 milioni di dollari pagati dal Comitato Olimpico di Tokyo e offerti agli ufficiali sportivi connessi all’acquisto di voti per le elezioni del Comitato Olimpico Internazionale. L’indagine condotta in Giappone ha però concluso che i pagamenti non erano illegali.

“Il nostro Comitato è diverso,” ha dichiarato Kobayashi-Terada. “Crediamo profondamente di aver ottenuto Tokyo 2020 perché la nostra candidatura era, di fatto, la migliore.”

Ci sono però pareri scettici anche in madrepatria.

Il Giappone è un Paese con tasse molto alte, che non ha bisogno delle Olimpiadi per costruire nuovi ponti, treni o superstrade. I cittadini contribuenti sono stati molto critici riguardo alle eccessive spese che il Paese sta sostenendo per progetti discutibili.

“A Tokyo manca un vero e proprio motivo per ospitare i Giochi, al di là dello sviluppo della città, ed è per questo che la gente oggi è ancora perplessa,” ha spiegato Yuji Ishizaka, esperta di Olimpiadi dell’Università femminile di Nara. Ishizaka ha aggiunto che le persone sono infastidite dai ritardi e dagli scandali che coinvolgono i piani di riqualificazione del famoso mercato del pesce di Tsukiji e dell’area della Baia di Tokyo, dove si terranno molti eventi olimpici. Teme anche che le Olimpiadi possano essere usate per “dichiarare conclusa la ricostruzione della regione del Tohoku, per far passare l’idea che tutto sia tornato alla normalità.”

“Le Olimpiadi dovrebbero essere un’enorme festa, ma non possiamo aspettarci troppo; molte persone, persino coloro che risiedono a Tokyo, non si accorgeranno nemmeno dei cambiamenti della propria città.”

Il Comitato Olimpico Internazionale e gli organizzatori locali cercano di rassicurare gli animi, comunicando tagli ai costi. John Coates, membro del Comitato e supervisore dei progetti per Tokyo 2020, ha recentemente riferito che la città ha ridotto i costi di 1.4 miliardi di dollari. Alcune destinazioni sono state cambiate e si useranno edifici preesistenti invece di costruirne di nuovi.

Coates ha anche lodato la trasparenza di Tokyo e menzionato il caso brasiliano: “A Rio non sapevamo né chi pagasse, né cosa, e nemmeno se stesse effettivamente pagando.”

Gli organizzatori di Tokyo dicono che i Giochi avranno un costo complessivo di 12.5 miliardi. Tuttavia, lo scorso mese, il governatore della capitale ha dichiarato che ci saranno ulteriori 7.5 miliardi di dollari per “progetti direttamente e indirettamente connessi ai Giochi”.

Il Comitato Olimpico Internazionale e gli organizzatori sostengono che queste spese oltrepassano il budget previsto. Questo porta ad un dibattito che sorge ad ogni Olimpiade: esattamente quali sono le spese olimpiche?

La risposta è stata che queste spese includono la costruzione di servizi privi di barriere architettoniche per gli atleti paraolimpici, programmi di addestramento per volontari, pubblicità e piani per il turismo.

Questo porta a un costo totale di circa 20 miliardi; i dati includono il budget per il comitato organizzatore locale. Circa 2.91 miliardi di questi provengono dalla campagna promozionale nazionale che ha portato finora a 47 sponsor. “E ce ne saranno molti altri,” ha affermato Cautes.

Fonte: The Japan Times, https://www.japantimes.co.jp/news/2018/02/27/national/tokyo-returns-olympic-host-something-new-prove/#.WpVxCUxFzIU

28 Febbraio, Corea – La Corea protesta per le intrusioni di velivoli militari cinesi

Il Ministro degli Affari Esteri ha convocato l’ambasciatore cinese in Corea, a seguito dell’intrusione di velivoli militari cinesi nella zona aerea di difesa (KADIZ).

“Il vice ministro degli esteri Lim Sung-nam ha convocato l’ambasciatore (Qiu Guohong) martedì notte, per lamentarsi e sollecitare ad assicurarsi che questo non avvenga mai più,” ha riferito un ufficiale.

“Stiamo lavorando insieme al Ministero della Difesa per dare informazioni riguardo l’incidente.”

Questo è successo dopo che un jet cinese ha volato sopra le acque territoriale della Corea del Sud per più di un’ora, dal confine più a sud fino all’isola di Ulleung nel Mare Orientale, prima di lasciare la zona chiamata KADIZ.

Il fatto non ha precedenti, mai prima d’ora un aereo militare cinese aveva volato nello spazio aereo coreano senza autorizzazione. Pechino ha già spiegato che si trattava di una “esercitazione di routine.”

Gli esperti, tuttavia, sostengono si sia trattato di un tentativo cinese per testare la capacità di rilevamento dei radar coreani.

Fonte: The Korea Times

http://m.koreatimes.co.kr/phone/news/view.jsp?req_newsidx=244894

1 Marzo, Corea del Sud – Moon sollecita il Giappone a riflettere sul proprio passato bellico

Durante la cerimonia per l’anniversario del movimento d’indipendenza del 1° marzo 1919, il Presidente Moon Jae-in ha sollecitato il Giappone a riflettere sinceramente sul proprio passato coloniale, che ha visto, tra le altre cose, l’occupazione della penisola coreana.

Ha riferito che le questioni riguardo alla schiavitù sessuale giapponese sulle donne coreane non sono finite, accusando Tokyo di rifiutarsi di chiedere scusa, anche dopo il controverso accordo sui passati crimini sessuali, raggiunto a dicembre 2015 tra i due Stati. Moon avrebbe anche criticato il Giappone per le continue pretese territoriali sulle isole Dorko, negando così la sovranità della Corea su questi territori, atteggiamento simile all’ostinazione nel rifiutare una autoriflessione sul passato coloniale.

Il governo giapponese ha protestato contro il discorso di Moon. Il portavoce del capo segretario del Gabinetto, Yoshihide Suga, sostiene che la visione di Moon sulla schiavitù sessuale sia in contraddizione con l’accordo del 2015 e per questo il Giappone non potrà mai accettare queste accuse. Ha anche precisato che l’accordo era “finale e irreversibile” e che continueranno a chiedere alla Corea di attenersi a quanto stabilito.

La cerimonia si è tenuta nell’ingresso della prigione storica di Seodaemun, la vecchia prigione di periodo coloniale di Seoul.

Questa è la prima volta che il governo celebra l’anniversario del movimento del 1° marzo 1919, movimento indipendentista di protesta contro il dominio coloniale giapponese del 1910-1945.

“Per risolvere la questione e per dare conforto alle donne, il governo giapponese non può dire che è tutto risolto,” ha detto Moon. “I crimini contro l’umanità commessi in tempo di guerra non possono essere dimenticati con una parola. Un proposito vero che si può prendere per una storia infelice come questa è quello di ricordarla e farne una lezione da cui poter imparare.”

Il Presidente coreano ha sottolineato che il Giappone prese il controllo di Dorko per la prima volta durante l’occupazione della penisola. “È parte del nostro territorio. Il rifiuto giapponese nell’ammetterlo non è diverso dal rifiutarsi di fare una autoriflessione seria sull’occupazione coloniale,” ha detto.

Il discorso di Moon si colloca nel bel mezzo delle dispute sulla posizione giapponese riguardo al passato bellico e al famoso accordo del 2015, preso per mettere fine alla questione della schiavitù sessuale.

Lo scorso anno, il Primo Ministro Shinzo Abe aveva dichiarato che il Paese non si sarebbe spostato nemmeno di un millimetro riguardo all’accordo. Tuttavia, il governo di Moon si rifiuta di accettarlo, sostenendo che fu una scelta avventata fatta sotto l’amministrazione dell’ex presidente Park Geun-hye.

Il Giappone ha recentemente gettato benzina sul fuoco aprendo a Tokyo un centro congressi, sponsorizzato dal governo, per la promozione delle rivendicazioni sulle isole Dorko come Takeshima. Moon ha chiesto al Giappone di “affrontare onestamente la realtà storica e la giustizia della coscienza universale.”

Il Presidente ha riferito di sperare ancora, che Tokyo si riconcilierà con i Paesi vicini sui quali in passato ha inflitto sofferenza e che sceglierà un cammino di pacifica coesistenza e prosperità comune.”

“Non chiedo nessun trattamento speciale da parte del Giappone. Spero soltanto che riusciremo ad andare avanti verso un futuro comune basato sulla sincera autoriflessione e sulla riconciliazione, dal momento che è il Paese geograficamente più vicino alla Corea,” ha aggiunto.

Con la cerimonia dell’anniversario spiega che i coreani sono riusciti a rivivere in modo pacifico la propria storia di lotta per la sovranità popolare iniziata il 1° marzo 1919, accendendo 17 milioni di candele. Queste luci hanno ribadito ancora una volta che ciascun individuo è sovrano della Repubblica di Corea.”

“Una nuova storia di sovranità popolare è iniziata ancora,” spiegando che il prossimo anno sarà l’anniversario dei 100 anni dalla fondazione del governo coreano. Il principale partito d’opposizione, il Liberty Korea Party, ha accusato Moon di aver aperto un dibattito sulla data di fondazione del governo: molti conservatori ritengono sia stato fondato nel 1948 con l’amministrazione di Syngnam Rhee e non nel 1919, quando venne organizzato il governo provvisorio.

Fonte: The Korea Time, http://m.koreatimes.co.kr/phone/news/view.jsp?req_newsidx=244980

2 Marzo, Giappone- Il Giappone pensa alla prefettura di Aichi per il G-20 dei ministri degli esteri

La prefettura di Aichi è stata presa in considerazione per ospitare l’incontro dei Ministri degli esteri delle 20 economie avanzate ed emergenti che si terrà il prossimo anno. Il Giappone assumerà la presidenza del G-20 per la prima volta e ha già annunciato che il summit dei capi di governo si terrà ad Osaka, mentre l’incontro dei ministri delle finanze e delle banche centrali sarà invece a Fukuoka.

Il paese di Kutchan, nell’Hokkaido, è stato selezionato per i ministri del turismo, mentre Aichi aveva espresso il proprio interesse per ospitare i leader, prima che la scelta ricadesse su Osaka. Yoshihide Suga, capo segretario del Gabinetto, ha dichiarato che sarà organizzata una conferenza informativa con le prefetture ospitanti.

Oltre al Giappone, il G-20 coinvolgerà i seguenti Paesi: Argentina, Australia, Brasile, Inghilterra, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia, USA e Unione Europea.

Fonte: The Japan Times,

Japan eyeing Aichi Prefecture for G-20 foreign ministers’ meeting, source says

3 Marzo, Giappone – Danno inevitabile alle acciaierie coreane dopo le tariffe imposte dagli Stati Uniti

Tra le preoccupazioni legate al piano americano di alzare le tariffe al 25% sull’acciaio d’importazione c’è purtroppo il danno effettivo che colpirà i produttori d’acciaio coreani e il governo ha annunciato che continuerà a comunicare con Washington per minimizzare qualsiasi eventuale effetto negativo.

Il ministro dell’Industria e del Commercio ha tenuto un incontro venerdì per discutere le contromisure da prendere contro le tariffe americane sull’acciaio. Il Presidente Trump ha annunciato che imporrà una tariffa del 25% sull’acciaio estero e del 10% sull’alluminio, nonostante l’opposizione delle aziende manifatturiere americane che utilizzano queste materie prime e questi prodotti. La risoluzione sarà resa ufficiale i primi giorni della prossima settimana.

“Sarete protetti per la prima volta dopo moltissimo tempo, e potrete far crescere di nuovo le vostre industrie,” ha dichiarato Trump. L’annuncio segue un rapporto del Dipartimento del Commercio americano dello scorso mese, basato sul famoso decreto del 1962 sull’Espansione del Commercio, che raccomandava la diminuzione delle importazioni di acciaio e alluminio, in quanto rischiose per la sicurezza nazionale statunitense.

Il Dipartimento del Commercio ha suggerito tre opzioni: l’imposizione di quote sulle importazioni; dazi al 24% sulle importazioni da tutti i Paesi; oppure una tariffa del 53% sulle importazioni da 12 Stati, inclusa la Corea. Trump ha scelto la seconda opzione, alzando la tariffa di 1%.

Baek Jae-seung, analista della Samsung, ha evidenziato che la Corea ha evitato lo scenario peggiore, ossia la possibilità di una tariffa del 53% e, inoltre, i suoi principali concorrenti, ossia Giappone, Taiwan e Unione Europea, non erano inclusi in quella lista.

Tuttavia, il danno sembra inevitabile, dal momento che gli USA hanno già implementato provvedimenti anti-dumping sull’88% dell’acciaio importato dalla Corea. Il 25% si sommerà a queste misure. Le conseguenze negative colpiranno soprattutto le piccole e medie aziende manifatturiere che esportano negli USA, mentre acciaierie di maggiore portata hanno diversificato le proprie esportazioni nei mercati del Sud Est Asiatico.

La decisione di Trump sta causando polemiche all’interno degli Stati Uniti stessi, anche perché esistono dubbi concreti sulla capacità delle acciaierie americane nel riuscire a rispondere alla domanda. Le critiche puntualizzano che l’aumento dei prezzi che seguirà queste tariffe porterà all’erosione delle aziende manifatturiere americane che utilizzano questo materiale, con la conseguente riduzione del lavoro nel settore.

Fonte: The Korea Times

http://www.koreatimes.co.kr/www/biz/2018/03/367_245020.html

4 Marzo, Giappone – Anche il Giappone espone le proprie preoccupazioni sul piano di tariffe annunciato dal Presidente Trump per le importazioni di metalli

In una conversazione telefonica, il Ministro del Commercio Hiroshige Seko riferisce al Segretario del Commercio americano Wilbur Ross le forti preoccupazioni riguardo alle tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio.

I prodotti giapponesi sono caratterizzati da alta qualità e di centrale importanza per le industrie giapponesi negli Stati Uniti e per le industrie americane, ha spiegato Seko. Le restrizioni sulle importazioni potrebbero influenzare il mondo del lavoro e l’economia degli Stati Uniti stessi.

Il Presidente Trump ha annunciato il piano di tariffe sull’importazione di acciaio e alluminio per la sicurezza nazionale. Venerdì, Ross avrebbe precisato che le suddette tariffe verranno applicate a tutti i Paesi, inclusi gli alleati americani. Questo annuncio ha scatenato proteste e rabbia da parte delle aziende e dei partner commerciali sia asiatici, sia europei, così come polemiche da parte dei Repubblicani. La risoluzione dovrebbe essere resa ufficiale la prossima settimana e Ross ha chiarito che la tariffa del 25% sarà applicata su tutte le importazioni di acciaio da tutti i Paesi, mettendo fine alle speranze di nazioni come l’Australia, che speravano di costituire un’eccezione.

Secondo il gruppo Goldman Sachs, “Le azioni di Trump potrebbero innescare un circolo vizioso in cui anche altri partner commerciali decidono di prendere simili misure, minando le convenzioni internazionali del commercio, come ad esempio le leggi dell’OMC.”

L’Unione Europea si sta preparando per ribattere alle misure americane, aumentando la pressione politica sui leader americani. Per ripicca, Trump starebbe prendendo di mira anche l’industria automobilistica europea. Ha twittato sabato: “Se l’Unione Europea vuole aumentare ulteriormente le proprie tariffe e barriere alle compagnie americane, noi applicheremo una tassa sulle loro auto.”

Il CEO della compagnia tedesca Siemens è stato l’ultimo ad inveire contro il piano tariffario americano. “Dopo un’importante riforma delle tasse per creare posti di lavoro, un approccio così pidocchioso sul libero commercio non farà bene né ai consumatori, né al mondo del lavoro. Non è una buona cosa per un mondo libero in generale,” ha scritto Joe Kaeser sabato su Twitter.

La Cina, principale produttore mondiale di acciaio e maggiore target di queste tariffe, ha risposto in modo pacato. Il portavoce del Ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha dichiarato che la Cina sollecita gli Stati Uniti a seguire le leggi commerciali. Mentre i membri delle industrie sono stati meno contenuti: “Le misure americane rovesciano l’ordine commerciale internazionale,” ha detto Wen Xianjun, vicepresidente dell’Associazione cinese Nonferrous Metals Industry. “Gli altri Paesi, tra cui la Cina, prenderanno misure per controbattere.”

Gli alleati americani, vedendo le proprie industrie minacciate, rispondono con perplessità e sgomento. “Le importazioni di acciaio e alluminio dal Giappone, storico alleato, non hanno effetti sulla sicurezza nazionale americana, in nessun modo,” ha spiegato Seko. “Vorrei poterne parlare con gli Stati Uniti appena possibile.”

Riguardo all’impatto di questo provvedimento, che potrebbe avere conseguenze su molte nazioni, Alex Wolf, economista dei mercati emergenti alla Aberdeen Standard Investments ad Hong Kong, spiega: “Finchè non vediamo lo scopo finale di queste tariffe e la risposta dei partner commerciali globali, è difficile dire se sia l’inizio di un circolo vizioso di guerra tra i mercati.”

Fonte: The Japan Tim, https://www.japantimes.co.jp/news/2018/03/04/business/phone-call-u-s-seko-conveys-japans-concerns-metal-imports-tariffs-plan/#.WpxF0kxFzIU

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