Rassegna settimanale 19-25 novembre 2018: Giappone e Corea del Sud

Rassegna settimanale 19-25 novembre 2018: Giappone e Corea del Sud

25 Novembre, Giappone – Nel referendum di Taiwan vince il mantenimento del divieto di importazione di alimenti da cinque prefetture giapponesi

Gli elettori di Taiwan hanno deciso di approvare il referendum che chiede di mantenere il divieto di importazioni di cibo da cinque prefetture del Giappone, divieto imposto dopo la crisi nucleare a Fukushima nel 2011; il voto può rappresentare una battuta d’arresto per la Presidente Tsai Ing-wen e un possibile peggioramento delle relazioni con il Giappone.

Il risultato ha visto 7,9 milioni di persone approvare l’iniziativa contro i 2,3 milioni che l’hanno respinta. Il referendum è legalmente vincolante e il governo dovrà adottare le misure necessarie.

Il risultato rappresenta un colpo significativo per il governo guidato dal Partito Democratico Progressista che ha proposto di alleggerire il divieto dopo esser arrivato al poter nel maggio 2016, ma ha trovato l’opposizione del Partito nazionalista.

Il governo domenica non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, affermando solo che se ne occuperà la Presidente.

Tsai ha annunciato sabato le sue dimissioni da leader del partito di maggioranza  dopo il disastroso risultato nelle elezioni comunali.

C’è la preoccupazione che il risultato del referendum possa avere un impatto negativo sulle relazioni con il Giappone. Il rappresentante di Taiwan in Giappone, Frank Hsieh, ha affermato che l’iniziativa è stata una mossa del Partito nazionalista per indebolire le relazioni fra i due Paesi in un momento in cui si sta cercando di rinsaldare i legami. La Cina è l’unico Paese che impone restrizioni sulle importazioni dalla prefettura di Fukushima e da quelle vicine di Ibaraki, Gunma, Tochigi e Chiba.

Contadini e pescatori di Fukushima hanno dichiarato che si impegneranno ulteriormente per convincere l’opinione pubblico che il loro cibo è sano.

Il governo della prefettura di Fukushima ha condotto e sta conducendo controlli sulle radiazioni nella produzione di riso.

Tetsu Nozaki, capo di una associazione che rappresenta le cooperative di pescatori  della prefettura, ha affermato che “siamo dispiaciuti, ma dobbiamo continuare a comunicare al meglio la sicurezza dei nostri prodotti”.

Fonte: Japan Times, https://www.japantimes.co.jp/news/2018/11/25/national/referendum-taiwanese-vote-retain-ban-food-products-five-japan-prefectures/#.W_5xaiM83LY

24 Novembre, Giappone – Kono accoglie con favore l’impegno dell’Iran di continuare a implementare l’accordo sul nucleare 

Il Ministro degli Esteri del Giappone, Taro Kono, venerdì ha accolto con favore l’impegno dell’Iran di continuare nell’implementazione dell’accordo sul nucleare del 2015 con le potenze mondiali sebbene gli Stati Uniti abbiano reimposto le sanzioni contro Tehran.

Kono ha trasmesso il messaggio alla sua controparte iraniana Mohammad Javad Zarif in un meeting nella capitale italiana, ribadendo la posizione di Tokyo di sostenere l’accordo. L’amministrazione del Presidente Donald Trump ha reintrodotto le sanzioni all’inizio del mese sull’energia, sulle banche, sulla cantieristica e sulle spedizioni nel tentativo di fermare il programma nucleare di Tehran e il suo sostegno ai gruppi militari del Medio Oriente.

Con l’accordo del 2015 firmato dall’Iran e da sei grandi potenze – Gran Bretagna, Cina, Francia, Germania, Russia e Stati Uniti guidati dall’ex Presidente Barack Obama Barack Obama – Tehran ha deciso di limitare le sue attività nucleari in cambio di un alleggerimento delle sanzioni economiche.

Kono in visita a Roma ha partecipato al meeting internazionale sul dialogo Mediterraneo (MED -Mediterranean Dialogues), che riunisce funzionari governativi ed esperti di politica estera e della difesa.

Fonte: Japan Today, https://japantoday.com/category/politics/japan’s-kono-hails-iran’s-continued-implementation-of-nuclear-deal

23 Novembre, Giappone – Piano del governo per innalzare il limite dell’età lavorativa a 70 anni

Il governo vuole aumentare il limite dell’età lavorativa a 70 anni contro i 65 attuali come parte di un piano per promuovere la crescita economica in un  Paese sempre più longevo.

Il piano sarà discusso all’incontro del Council on Economic and Fiscal Policy lunedì prossimo.

Rappresenta il primo passo del governo guidato del premier Shinzo Abe volto a  rinnovare il sistema di sicurezza sociale nei prossimi tre anni per meglio coprire tutte le generazioni, sebbene sia necessario che venga discusso e migliorato con il mondo del business prima che entri in vigore.

Il governo discuterà inoltre della promozione di differenti modelli lavorativi,  come gli  orari più brevi o il telelavoro, o facilitare l’assunzione di anziani attraverso i sussidi.

Il governo pensa di mantenere il principio di poter andare in pensione a 65 anni, ma di dare la possibilità di riceverla dopo i 70 anni.

Fonte: Japan Today, //japantoday.com/category/politics/japan-to-pave-way-for-raising-working-age-limit-to-70

 

22 Novembre, Corea del Sud – La Corea discuterà con il Giappone del fondo per le comfort women

La Corea del Sud ridiscuterà con il Giappone come gestire i fondi ricevuti per la fondazione, ora dismessa, per le vittime della schiavitù sessuale durante la guerra, ha affermato il Ministero degli Esteri Kang Kyung-wha .
Il  Ministero degli Esteri ha affermato che ci sono contatti in corso con il governo giapponese sul fondo versato. I difensori delle vittime hanno chiesto al governo di restituirlo al Giappone come una chiara mossa diplomatica. Secondo l’accordo raggiunto nel dicembre 2015, il Giappone forniva alla Corea del Sud 1 miliardo di yen per le vittime delle schiavitù sessuale da parte dei soldati giapponesi prima e durante la Seconda guerra mondiale.
Secondo il Ministero della Parità di Genere e della Famiglia che gestiva la fondazione, circa 3,9 milioni di dollari sono stati dati ai sopravvissuti e altri sono stati spesi per la gestione della fondazione. Sebbene la fondazione verrà chiusa, il governo sudcoreano non intende rivedere l’accordo del 2015. Pertanto sembra improbabile che possa restituire i soldi ricevuti.
“Il governo raccoglierà le opinioni delle associazioni civili che rappresentano le vittime per stabilire le misure necessarie per affrontare la questione e ne discuterà con il Giappone”, ha affermato il portavoce del Ministro degli Esteri Noh Kyu-duk.  Il Giappone ha ribadito che l’accordo non è soggetto a revisione.

Un’altra questione che ha messo in difficoltà le relazioni fra i due Paesi è la recente decisione della Corte Suprema che ha ordinato a una azienda produttrice di acciaio di compensare le vittime coreane per i lavori forzati nel periodo coloniale 1910-1945.
Tokyo ha denunciato la decisione, affermando che la questione delle compensazioni è stata risolta con l’avvio delle relazioni diplomatiche fra i due Paesi nel 1965.
Il governo sudcoreano sulla questione ha mantenuto un basso profilo temendo le implicazioni diplomatiche.
Le ripetute rivendicazioni giapponesi delle isole Dokdo continuano inoltre a rendere tese le relazioni fra i due Paesi.

Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/11/356_259155.html

21 Novembre, Corea del Sud – Il governo smantella la fondazione per le comfort women

Il governo ha annunciato la chiusura della fondazione sponsorizzata dal Giappone nata per sostenere le vittime coreane della schiavitù sessuale giapponese durante la Seconda Guerra mondiale.
La decisione probabilmente aggraverà le già difficili relazioni con il Giappone, il cui governo ha affermato che la fondazione è stata il risultato di un accordo raggiunto fra le due nazioni su tale questione.

Il Ministro della Parità di genere e della Famiglia, che coordina la Fondazione per la Riconciliazione, ha dichiarato che eseguirà la procedura legale per la chiusura della fondazione. La decisione arriva due anni e quattro mesi dopo che la fondazione fu istituita a seguito dell’accordo firmato nel 2015 fra la ex presidente Park e il governo giapponese guidato da Shinzo Abe. All’epoca fu deciso che le due parti avevano risolto la questione in modo permanente e irreversibile con il pagamento da parte del Giappone di 1 miliardo di yen per sostenere le vittime.

Ci sono stati crescenti appelli per la rottamazione dell’accordo, che secondo le sopravvissute e i gruppi civili non riflette tutte le opinioni delle vittime e non include delle scuse ufficiali da parte del Giappone.
La fondazione non ha mai funzionato da quando i membri del board si sono dimessi. Ma il governo si aspetta di seguire tutta la procedura per il suo scioglimento che durerà dai tre ai dodici mesi.

“Abbiamo deciso di chiudere la fondazione dopo aver raccolto vari opinioni ponendo sempre al centro la posizione delle vittime” ha affermato Jin Sun-mee, Ministro per le parità di genere e la Famiglia. Il suo Ministero si impegnerà con quello degli Esteri per la gestione dei soldi ricevuti dal Giappone.

Il governo con la chiusura della fondazione non vuole cancellare o rinegoziare l’accordo del 2015. Tuttavia, la chiusura significa  virtualmente la violazione dell’accordo.
“L’accordo raggiunto fra Giappone e Corea del Sud tre anni fa era irreversibile. Le relazioni fra i due Paesi falliscono quando le promesse internazionale non sono mantenute” ha affermato Abe ai giornalisti. Ha aggiunto inoltre  che il Giappone ha rispettato gli impegni e le promesse come parte della comunità internazionale e auspica ora che la Corea faccia lo stesso. Il Ministro degli Esteri del Giappone Kono Taro ha affermato che non può accettare la decisione del governo sudcoreano.

Fonte: Korea Times. http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/11/356_259094.html

20 Novembre, Corea del Sud – Il partito di maggioranza visita le isole al confine

Il Presidente del partito di maggioranza, il Partito Democratico, Lee Hae-chan e altri membri senior del partito hanno visitato l’isola di Yeonpyeong nel mare dell’ovest come mossa simbolica per promuovere le relazioni fra le due Coree.
La piccola isola, collocata a solo 3,2 km dal confine con il Nord, è stata nel recente passato un punto di tensioni militari.
Lee ha incontrato i residenti dell’isola e ed è stato aggiornato sulla situazione della sicurezza locale.
Nel Novembre 2010, la Corea del Nord arrivò quasi a scatenare una ampio conflitto militare dopo aver bombardato l’isola. L’attacco, che uccise quattro persone fra cui due civili, spinse il governo sudcoreano a ordinare un attacco aereo su Pyongyang ― una decisione che il Combined Forces Command giudato dagli Usa all’ultimo momento bloccò.
“Non ci saranno più minacce militari sull’isola. Ora che i colloqui sono in corso fra le due Coree,  sarà definita anche una zona marittima di pace, e i pescatori potranno pescare senza timori di provocazioni militari”, ha affermato Lee.

Fonte: http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/11/356_258992.html

19 Novembre, Giappone – La stanza di controllo del reattore n.1 di Fukushima è stato aperta per i giornalisti

Nella principale stanza di controllo dei due reattori danneggiati n.3 e 4 nell’impianto nucleare n.1 di Fukushima , il tempo sembra essersi fermato. Questa è l’impressione che hanno riportato i primi giornalisti che sono entrati nell’edificio per la prima volta dal marzo del 2011.

La stanza di controllo è rimasta inalterata dal disastro.  La crisi nucleare fu scatenata dalla magnitudo 9.0 del terremoto e dal conseguente tsunami che il 11 marzo 2011 allagò l’edificio, collocato sulla costa pacifica.

Nel febbraio 2014, la Tepco consentì ai media di vedere la stanza di controllo dei reattori n. 1 e n.2 ma non fece entrare nella stanza di controllo dei reattori n.3 e n.4 per le alte radiazioni.

I livelli delle radiazioni nella stanza di controllo dei reattori 3 e 4, i cui pavimenti ora sono coperti da teli di plastica, erano di 6 microsievert all’ora.

Fonte: Japan Times. https://www.japantimes.co.jp/news/2018/11/19/national/fukushima-no-1-control-room-opened-untouched-journalists-seven-years/#.W_5xFyM83LY

 

Featured Image Source: Flick.org