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Rassegna settimanale 3-9 maggio 2021: Sudest asiatico

3 Maggio, Indonesia – Uniti contro gli incendi dolosi

In India, Brasile, Indonesia o Spagna, ogni anno migliaia di ettari vengono intenzionalmente bruciati per motivi, tradizioni o circostanze differenti. Il suo enorme impatto sull’inquinamento richiede misure drastiche.
In Indonesia, per esempio, l’incendio dei campi è una delle principali cause di inquinamento atmosferico, data la vasta area di terreno agricolo.
Tuttavia, le decisioni prese dai governi locali per interrompere queste pratiche, sono insufficienti, inesistenti o inadeguate.
”Gli inquinanti tossici o le emissioni generate dalla combustione delle stoppie sono intrappolate nell’atmosfera”, hanno affermato gli esperti.
Se a questo si aggiunge una combinazione di altri fattori che contribuiscono all’inquinamento atmosferico tossico in città, come le emissioni dei veicoli o industriali, la situazione diventa davvero mortale e soffocante, soprattutto per le persone che hanno già problemi respiratori.
In questo paese gli incendi nei campi sono diventati motivo di particolare preoccupazione. Una ricerca congiunta pubblicata tra questi stati, sviluppatasi nel 2008, 2014 e 2020 ha dimostrato che l’inquinamento ci rende più vulnerabili alle malattie respiratorie.
Il governo indonesiano però si è mostrato disposto ad adottare misure più efficaci per contrastare questo fenomeno.

Fonte: El Pais
Link: https://elpais.com/planeta-futuro/2021-05-03/la-quema-de-campos-un-grave-problema-de-nuestro-tiempo.html

4 Maggio, Filippine – Le rivendicazioni cinesi sul Mar Meridionale Cinese

Lunedì il ministro degli Esteri filippino,Teodoro Locsin, ha pubblicato un post su Twitter, chiedendo che le navi cinesi escano dalle acque contese nel Mar Cinese Meridionale.
I commenti del ministro, noto per aver fatto a volte interventi bruschi, seguono le proteste di Manila per quella che definisce la presenza “illegale” di centinaia di imbarcazioni cinesi all’interno della Zona Economica Esclusiva (ZEE) delle Filippine di 200 miglia.
I funzionari cinesi hanno precedentemente affermato che le navi della contesa Whitsun Reef erano barche da pesca che si rifugiano dal mare agitato.
Gli Stati Uniti si sono affrettati a dichiarare che “come abbiamo affermato in precedenza, un attacco armato contro le forze filippine, navi pubbliche o aerei nel Pacifico, incluso nel Mar Cinese Meridionale, farà scattare i nostri obblighi ai sensi del Trattato di mutua difesa USA-Filippine”.
La Cina rivendica quasi tutto il Mar Cinese Meridionale, attraverso il quale ogni anno passano circa 3 trilioni di dollari di traffico marittimo. Nel 2016, un tribunale arbitrale dell’Aia ha stabilito che la rivendicazione cinese non era coerente con il diritto internazionale.
In una dichiarazione di lunedì, il ministero degli Esteri filippino ha accusato la guardia costiera cinese di “pedinare e bloccare le navi della guardia costiera filippina”.
Domenica scorsa, le Filippine hanno promesso di continuare le esercitazioni marittime nella ZEE del Mar Cinese Meridionale in risposta alla richiesta cinese di interrompere le azioni che secondo loro potrebbero aumentare le controversie.
Al 26 aprile, le Filippine avevano presentato 78 proteste diplomatiche alla Cina:
“Le nostre dichiarazioni sono anche più forti a causa della natura più sfacciata delle attività, del numero, della frequenza e della vicinanza delle intrusioni”, ha detto Marie Yvette Banzon-Abalos, direttore esecutivo per le comunicazioni strategiche al ministero degli esteri.
Duterte, il presidente filippino, che ha sempre cercato di instaurare legami più forti con la Cina, ha affermato che nonostante le controversie i rapporti economici devono proseguire, e ha chiesto al partner commerciale di cessare ogni ostilità ed ogni intimidazione nei confronti dei pescatori filippini.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/philippines-foreign-minister-issues-expletive-laced-tweet-over-china-sea-dispute-2021-05-03/

5 Aprile, Myanmar – Le Organizzazioni Internazionali chiedono l’embargo per il Myanmar

Più di 200 gruppi della società civile, tra cui Human Rights Watch e Amnesty International, mercoledì hanno chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di imporre un embargo sulle armi al Myanmar per aiutare a proteggere i civili che protestano pacificamente contro un colpo di stato militare.
“L’imposizione di un embargo globale sulle armi al Myanmar è il passo minimo necessario che il Consiglio di sicurezza dovrebbe compiere in risposta all’escalation di violenza dei militari”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta i gruppi della società civile di tutto il mondo.
Tuttavia, i diplomatici affermano che una tale mossa da parte del Consiglio di sicurezza è improbabile perché Cina e Russia, che sono stati con il diritto di veto, hanno tradizionalmente protetto il Myanmar da qualsiasi forte azione del consiglio.
“Non siamo favorevoli all’imposizione di sanzioni e la prendiamo come ultima risorsa per affrontare i conflitti”, ha detto lunedì l’ambasciatore cinese delle Nazioni Unite, Zhang Jun, quando gli è stato chiesto se Pechino sosterrebbe un’azione più forte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul Myanmar.
Dopo il colpo di stato il Consiglio di sicurezza ha tenuto diversi briefing a porte chiuse sulla situazione e ha rilasciato dichiarazioni in cui esprimevano preoccupazione e condannava la violenza contro i manifestanti.
“Il tempo per le dichiarazioni è passato. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe portare il suo consenso sul Myanmar a un nuovo livello e concordare un’azione immediata e sostanziale”, hanno detto i gruppi della società civile.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/some-200-rights-groups-push-un-arms-embargo-myanmar-2021-05-05/

6 Aprile, Thailandia – Proteste contro la monarchia thailandese

Oggi è stata concessa la libertà su cauzione al leader della protesta studentesca Panusaya “Rung” Sithijirawattanakul, che ha trascorso otto settimane in detenzione con l’accusa di aver insultato il re del Paese.
La sentenza del giudice stabilisce che il giovane ragazzo rimanga in Thailandia, partecipi alle sessioni del tribunale e si astenga dall’offendere la monarchia, ha detto uno dei suoi avvocati.
Panusaya, insieme ad altri cinque leader della protesta contro la monarchia, sono stati detenuti per diverse settimane con l’accusa di aver insultato il re Maha Vajiralongkorn, un crimine che in Thailandia prevede una pena fino a 15 anni di detenzione
Decine di migliaia di studenti sono scesi in piazza l’anno scorso chiedendo una riforma del sistema monarchico thailandese e le dimissioni del Primo Ministro Prayuth Chan-ocha, ex capo dell’esercito salito al potere con un colpo di stato militare del 2014.
Secondo i leader della rivoluzione, Prayuth e la sua cerchia di militari hanno utilizzato la loro alleanza con la monarchia per mantenere il potere politico.
D’altro canto il partito del Primo Ministro sostiene di aver vinto elezioni libere ed eque nel 2019 e ribadisce che qualsiasi critica alla monarchia per fini politici è contro la legge.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/thai-activist-lawyer-contracts-covid-19-while-jailed-charge-insulting-king-2021-05-06/

7 Aprile, Myanmar – Bloccato l’ingresso all’inviato dell’ASEAN

Le proteste nel Paese continuano anche di notte e la situazione è diventata più tesa a causa della decisione presa dalla giunta di rifiutare l’inviato dell’ASEAN.
Il vertice, tenutosi a Jakarta appena qualche settimana fa, prevedeva un accordo articolato su cinque punti. Tra questi l’apertura del paese ad aiuti umanitari e al dialogo erano considerati elementi fondamentali per il raggiungimento di un’ intesa comune, eppure oggi è stato negato l’ingresso in Myanmar all’inviato speciale dell’Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico.
Il portavoce del consiglio militare birmano ha rilasciato una dichiarazione affermando che: “Ora stiamo dando priorità alla sicurezza e alla stabilità del paese, solo dopo aver sistemato la situazione interna saremo disposti a collaborare ed accettare aiuti umanitari.”
La situazione spaventa i leader politici di tutto il mondo, soprattutto a causa delle continue violazioni dei diritti umani commessi dalla giunta.

Fonte: Euronews
Link: https://it.euronews.com/2021/05/08/il-myanmar-chiude-le-porte-all-inviato-asean

8 Aprile, Myanmar – La giunta accusa di terrorismo i manifestanti

La giunta militare del Myanmar ha accusato il nascente governo di unità nazionale, NUG, di attentati, incendi dolosi e uccisioni.
Ogni giorno vengono segnalate rappresaglie e disordini locali per contrastare l’esercito, le proteste anti-giunta non si sono fermate in tutto il Paese e gli scioperi stanno paralizzando l’economia.
Il governo di unità nazionale, che opera sotto copertura, ha annunciato questa settimana che istituirà una forza di difesa popolare: “I loro atti hanno causato così tanto terrorismo in molti luoghi, ci sono state bombe, incendi, omicidi e minacce per distruggere il meccanismo amministrativo del governo”, ha detto la televisione di stato MRTV.
Sabato i manifestanti hanno marciato contro la giunta in dozzine di luoghi, anche nelle periferie eserciti etnici hanno combattuti accanto ai manifestanti.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/myanmars-junta-brands-rival-government-terrorist-group-2021-05-08/

9 Aprile, Maldive – Arrestato il sospettato del tentato omicidio all’ex Presidente

La polizia delle Maldive afferma di aver arrestato il presunto “sospettato” del tentato omicidio dell’ex presidente del Paese.
Adhuham Ahmed Rasheed, 25 anni, è stato arrestato domenica, tre giorni dopo che Mohamed Nasheed, l’ex presidente di 53 anni, è stato gravemente ferito in un’esplosione fuori dalla sua casa nella capitale Male.
L’account Twitter ufficiale della polizia delle Maldive ha annunciato l’arresto domenica, affermando che si ritiene che l’uomo sia il principale sospettato dell’attacco.
La polizia afferma che l’attacco è stato effettuato da “estremisti religiosi” e sono state arrestati anche altri due uomini, di 21 e 32 anni.
Le Maldive sono note per località di lusso, ma hanno anche dovuto affrontare disordini politici e violenza militante islamista.
L’agenzia di stampa AFP afferma che gli esplosivi sono stati imballati con cuscinetti a sfera per causare il massimo danno e sono stati nascosti su una moto per non destare sospetti.
Il signor Nasheed, noto anche per il suo lavoro sulla lotta al cambiamento climatico, ha subito 16 ore di intervento chirurgico per rimuovere le schegge dal suo corpo.

Fonte: BBC
Link: https://www.bbc.com/news/world-asia-57049128

 

(Featured image source: Flickr Christopher Michel)