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Rassegna settimanale 21-27 febbraio 2022: Africa Subsahariana

21 febbraio, Kenya – Proteste contro l’aumento dei prezzi dei generi alimentari 

Gli utenti dei social media in Kenya stanno protestando contro l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e di altri prodotti di base nel paese.

Con l’hashtag #lowerfoodprices la protesta ha guidato le tendenze su Twitter negli ultimi due giorni e ha anche dominato i media locali. La questione potrebbe aumentare molto le pressioni nei confronti del governo, soprattutto perché le elezioni del paese sono previste per agosto e proprio l’aumento delle tasse e l’aumento dei costi di produzione, compreso quello degli input agricoli, sono stati accusati di aver spinto al rialzo i prezzi.

Gli ultimi dati dell’ufficio statistico del Kenya mostrano che l’inflazione alimentare su base annua è aumentata dell’8,89% a gennaio.

Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2022/02/22/kenyans-protest-surge-in-food-prices/

22 febbraio, Uganda – Lo scrittore ugandese “torturato” Rukirabashaija arriva in Germania 

Kakwenza Rukirabashaija, autore pluripremiato, è in Germania per sottoporsi a specifiche cure mediche due settimane dopo essere fuggito dall’Uganda, come afferma il suo avvocato. I motivi della fuga sono da ricondurre alle accuse di insulti contro il presidente Yoweri Museveni, avanzate nei confronti dello scrittore. Proprio per queste ragioni, Rukirabashaija ha trascorso gli ultimi mesi in carcere, dove avrebbe subito violenti torture. Le accuse contro Rukirabashaija riguardano commenti poco lusinghieri postati su Twitter su Museveni, che governa l’Uganda dal 1986, e il suo potente figlio Muhoozi Kainerugaba. Il romanziere ha affermato che ha intenzione di tornare in patria dopo aver ricevuto le cure mediche necessarie.

Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2022/2/23/tortured-ugandan-author-rukirabashaija-arrives-in-germany

23 febbraio, Niger – Continua il conflitto tra governo e ribelli 

Almeno 18 civili sono stati uccisi in un territorio del Niger occidentale spesso preso di mira dai combattenti ribelli, ha affermato il governo. In una dichiarazione, il ministro dell’Interno Alkassoum Indatou ha attribuito l’attacco a “banditi armati, a bordo di            motociclette, che non sono stati ancora identificati”. Nel 2021, gruppi armati hanno effettuato numerosi attacchi ai civili nella regione e per anni, il Niger occidentale ha subito attacchi da parte dei ribelli, nonostante gli sforzi delle forze internazionali dispiegate nella più ampia regione del Sahel, per combatterli. La situazione di conflitto, naturalmente, non fa altro che peggiorare le condizioni di vita della popolazione che, secondo l’Indice di Sviluppo Umano, vive in quello che è il secondo paese più povero al mondo.

Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/news/2022/2/23/at-least-18-civilians-killed-in-west-niger-attack

24 febbraio, Sudan – L’ONU esorta il Paese a porre fine alla repressione

Un esperto delle Nazioni Unite ha esortato le forze sudanesi a smettere di sparare e gettare gas lacrimogeni contro i manifestanti anti-golpe in una repressione che ha già ucciso più di 80 persone. Le manifestazioni sono continuate nel Paese nord-orientale dell’Africa da quando il capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhan ha condotto un’acquisizione militare il 25 ottobre, provocando la condanna internazionale e la sospensione degli aiuti. “Sparare proiettili veri sulle persone è un’enorme violazione dei diritti umani”, ha affermato l’esperto delle Nazioni Unite, Adama Dieng. Sia l’ONU che gli Stati Uniti hanno già lanciato appelli simili, con Washington che minaccia ulteriori “conseguenze” qualora le violenze dovessero continuare.

Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2022/02/24/un-urges-end-to-sudan-crackdown/

25 febbraio, Nigeria – La leadership non si mobilita per tutelare gli studenti nigeriani bloccati in Ucraina

Negli ultimi due decenni, l’Ucraina è emersa come una destinazione privilegiata per gli studenti africani, soprattutto grazie al minore costo della vita rispetto a Unione Europea e Stati Uniti. Prima dell’invasione russa, più di una dozzina di paesi europei e asiatici stavano esortando i propri cittadini a lasciare l’Ucraina. Al contrario, nessun paese africano aveva stabilito dei piani di evacuazione. I sindacati studenteschi nigeriani in Ucraina hanno affermato di aver effettuato diverse chiamate all’ambasciata nigeriana a Kiev senza ottenere risposta.

“Non c’è stata alcuna risposta dell’ambasciata”, ha detto Anjola Ero-Phillips, presidente dell’Unione degli studenti nigeriani a Leopoli. Solamente a invasione concretizzata, Geoffrey Onyeama, il ministro degli affari esteri del paese, ha detto all’Autorità televisiva nigeriana statale che gli studenti disposti a tornare sarebbero stati evacuati non appena gli aeroporti avrebbero aperto. “Il consiglio che stavamo ricevendo era di non farci prendere dal panico, l’ambasciata era in contatto con gli studenti dicendo loro di prendere ragionevoli precauzioni”, ha detto.

Fonte: Al Jazeera
Link: https://www.aljazeera.com/features/2022/2/25/nigerian-students-stranded-in-ukraine

26 febbraio, Mali – L’ECOWAS lascia il Paese a seguito di colloqui inconcludenti 

La missione ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) ha lasciato Bamako dopo colloqui inconcludenti con la giunta militare sul ripristino del governo civile. Nel corso della missione, il mediatore Goodluck Jonathan non è riuscito a raggiungere un accordo con la giunta al potere sulla durata della nuova transizione. La visita è avvenuta tra le pressioni nei confronti dell’esercito al potere, che ha preso il potere nel 2020, per fissare una data per le elezioni in Mali. Il mese scorso, l’ECOWAS ha imposto sanzioni al paese, compreso un embargo commerciale, proprio per il ritardo delle elezioni.

La giunta del Mali ha finora resistito alle pressioni internazionali per ripristinare rapidamente il governo civile, ritirandosi dal precedente impegno di tenere un voto entro la fine di febbraio 2022.

Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2022/02/26/ecowas-envoy-left-mali-after-inconclusive-talks/

27 febbraio, Burkina Faso – Il paese tornerà a un governo costituzionale solo quando sarà “forte” 

La giunta al governo del Burkina Faso, il Movimento patriottico per la salvaguardia e il restauro, ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha rifiutato l’ipotesi di un periodo di transizione di 30 mesi per tornare a un governo costituzionale. L’MPSR ha affermato che questo periodo non può essere “deciso a priori” e che la transizione potrà aver luogo solo quando la nazione dell’Africa occidentale avrà “raggiunto un certo livello di forza”. Il Burkina Faso è stato scosso dalla cacciata il 24 gennaio del suo presidente eletto, Roch Marc Christian Kabore. L’esercito, che aveva fortemente criticato la gestione presidenziale della sanguinosa insurrezione jihadista, ha preso il controllo attraverso un golpe. Damiba, 41 anni, ha poi prestato giuramento il 16 febbraio come presidente, capo di stato e comandante supremo delle forze armate per un periodo ad interim, ma ancora non delineato, motivo che rendere questa questione chiave indefinita. Nel frattempo, il paese è stato sospeso dalle attività dell’ECOWAS, ma al momento non gli è stata applicata nessun’altra sanzione, a differenza di Mali e Guinea.

Fonte: Africa News
Link: https://www.africanews.com/2022/02/27/burkina-junta-says-country-will-return-to-constitutional-rule-only-when-strong/

 

(Featured image source: Flickr Jean Rebiffé)