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Rassegna settimanale 27 giugno-3 luglio 2022: Sud-est asiatico

27 giugno, ASEAN – L’inviato dell’ASEAN lancia un appello alla giunta birmana affinché risparmi il carcere ad Aung San Suu Kyi

L’ inviato speciale per il Myanmar lunedì ha esortato i suoi governanti militari a non tenere in prigione la deposta leader Aung San Suu Kyi, chiedendo clemenza prima della sua visita nel paese programmata per la fine di questa settimana.

Il ministro degli Esteri cambogiano Prak Sokhonn sarà per la seconda volta in Myanmar da mercoledì, ha detto un portavoce del suo ministero, come parte dell’impegno di pace della giunta con l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN).

Suu Kyi, che è stata accusata di almeno 20 crimini dopo il colpo di stato contro il suo governo eletto, la scorsa settimana è stata trasferita in una prigione nella capitale Naypyitaw e tenuta in isolamento.

Il ministro Prak Sokhonn in una lettera alla giunta ha esortato alla compassione, affermando che “Aung San Suu Kyi è considerata a livello internazionale e da molti in Myanmar come avente un ruolo fondamentale nel ritorno del Paese alla normalità e alla riconciliazione nazionale attraverso una soluzione politica pacifica”.

Gli attivisti hanno denunciato l’ultima visita di Prak Sokhonn a marzo come un fallimento che ha favorito la giunta e ha trascurato i suoi oppositori, critiche che il ministro ha detto di aver compreso.

Nella sua lettera, ha infatti affermato che il successo del processo di pace sarebbe impossibile se una delle parti coinvolte venisse esclusa.”Una soluzione politica pacifica a un conflitto, non importa quanto sia complesso, deve comportare la condivisione dello spazio politico da parte di tutti i soggetti coinvolti”, ha aggiunto.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/asean-envoy-appeals-to-myanmar-junta-to-spare-suu-kyi-jail

28 giugno, Filippine – La Corte Suprema respinge l’ultimo tentativo di contrastare l’ascesa del presidente entrante Marcos

La Corte Suprema delle Filippine ha respinto l’ultima richiesta di squalificare il presidente eletto Ferdinand Marcos dalle elezioni del mese scorso, spianando la strada in vista della cerimonia nella quale presterà giuramento alla fine di questa settimana e che segnerà il ritorno al governo della dinastia più famosa del paese.

Il tribunale ha affermato in una nota che “ha ritenuto che l’esercizio del suo potere di decidere la controversia non l’ha portata ad altra conclusione se non quella che il convenuto Marcos Jr è qualificato per candidarsi ed essere eletto a una carica pubblica”.

Gli attivisti si erano appellati alla corte in seguito al rigetto da parte della commissione elettorale delle petizioni con le quali avevano chiesto la squalifica di Marcos prima del ballottaggio. Secondo loro, le accuse di decennale evasione fiscale lo rendevano infatti non idoneo a candidarsi alle elezioni.

Lo staff elettorale di Marcos non ha risposto immediatamente alle richieste di commento, ma ha precedentemente respinto le petizioni come tentativo di ostacolare la sua campagna.

Gli oppositori della famiglia Marcos si sono mostrati indignati da quello che vedono come il suo uso sistematico dei social media per cercare di alterare le narrazioni storiche di saccheggio, opulenza e brutalità sponsorizzata dallo stato durante l’ultima era del governo di Marcos. La famiglia e coloro ad essa vicini hanno accumulato circa 10 miliardi di dollari di ricchezza illecita negli anni ’70 e ’80, stando a quanto ha rilevato una commissione governativa. La famiglia Marcos ha negato illeciti e afferma che molti resoconti storici di quel periodo sarebbero falsi.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/philippines-supreme-court-rejects-petitions-against-marcos-media-2022-06-28/

29 giugno, Filippine – Il premio Nobel Maria Ressa promette di opporsi all’ordine di chiudere il suo sito di notizie

La vincitrice del Premio Nobel per la pace Maria Ressa ha dichiarato che lotterà per opporsi all’ordine di chiudere il suo sito di notizie online Rappler, noto per i suoi resoconti critici sulle politiche del presidente Rodrigo Duterte.

“Continueremo a fare il nostro lavoro. I nostri giornalisti continueranno a resistere, continueranno a riportare le notizie”, ha detto Ressa in un briefing ai media, in cui ha descritto la decisione della SEC come “intimidazione “.

La sentenza contro Rappler, emessa martedì dalla Securities and Exchange Commission (SEC), arriva in un momento in cui attivisti e giornalisti temono che le sfide per la libertà di stampa non diminuiranno sotto la presidenza di Ferdinand Marcos.

Marcos aveva evitato dibattiti e interviste durante la campagna presidenziale, con i critici che si lamentavano del fatto che fosse inaccessibile ai media e alcuni giornalisti stranieri che riferivano che era stato loro negato l’accreditamento per gli eventi.

Ressa ha condiviso il Premio per la Pace 2021 con il giornalista investigativo russo Dmitry Muratov, una mossa ampiamente vista  come un’approvazione dei diritti della libertà di parola, ed è attualmente in libertà vigilata dopo essere stata condannata nel 2020 per diffamazione informatica in uno dei numerosi casi contro il suo sito web presentati da agenzie governative.

“Questo è uno sforzo per far tacere la premio Nobel Maria Ressa e chiudere Rappler, con le buone o con le cattive”, ha detto Phil Robertson, vicedirettore per l’Asia di Human Rights Watch, riferendosi all’ordine della SEC.

Le Filippine si sono classificate al 147 ° posto su 180 paesi nel World Press Freedom Index 2022 e il Committee to Protect Journalists le classifica al settimo posto nel suo indice di impunità 2021, che tiene traccia delle morti di giornalisti e operatori i cui assassini sono liberi.

Il governo afferma di credere nella libertà di parola e nega la persecuzione dei media, affermando che tutti i problemi che le organizzazioni devono affrontare sono legali e  non politici.

Fonte : Reuters
Link : https://www.reuters.com/world/asia-pacific/nobel-laureate-ressa-vows-fight-order-shut-philippine-news-site-2022-06-29/

30 giugno, Thailandia  –  La Thailandia fa decollare aerei da combattimento dopo la violazione del suo spazio aereo da parte di un jet birmano

Giovedì la Thailandia ha fatto decollare aerei da combattimento vicino al confine con il Myanmar e ha ordinato al suo addetto alla difesa di lanciare un avvertimento alla giunta militare in merito a quella che ha definito una violazione dello spazio aereo durante un’operazione di combattimento.

Due caccia F-16 sono stati dispiegati quando un radar ha rilevato un velivolo nello spazio aereo thailandese vicino al confine con il Myanmar nella tarda mattinata di giovedì, ha detto il portavoce dell’aeronautica militare Prapat Sonjaidee. “Un aereo di prrovenienza sconosciutaha violato il confine del distretto di Phop Phra nella provincia di Tak mentre attaccava un gruppo etnico armato lungo la frontiera”, ha affermato il vice maresciallo Prapat in una nota.

L’esercito del Myanmar ha intensificato le operazioni contro gli eserciti delle minoranze etniche dopo il colpo di stato dell’anno scorso e sta incontrando resistenza su più fronti, da vecchi nemici a gruppi di milizie di nuova formazione alleati con il governo deposto.

Attivisti e gruppi di aiuto hanno condannato l’uso dell’artiglieria da parte della giunta e gli attacchi aerei nelle aree civili.

Un testimone in Thailandia ha dichiarato che un jet da combattimento è stato visto sorvolare due villaggi a circa 5 km dal confine, scatenando il panico tra i residenti, con una scuola che ha evacuato i suoi studenti in un rifugio antiaereo.

L’aviazione thailandese ha affermato che uno dei suoi addetti a Yangon è stato incaricato di avvertire le agenzie competenti in Myanmar di evitare future violazioni.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/thailand-scrambles-fighters-after-myanmar-jet-airspace-breach

1 luglio, Indonesia – Indonesia e Russia stipulano accordi per costruire una raffineria da 22 miliardi di dollari a Giava Orientale

L’Indonesia e la Russia lavoreranno insieme su diversi progetti, anche se l’Occidente sta isolando la Russia in risposta alla sua invasione dell’Ucraina.

La compagnia petrolifera statale indonesiana Pertamina e la russa Rosneft Oil Company stanno portando avanti il progetto per costruire una raffineria nella provincia indonesiana di Giava Orientale per produrre carburante e materie prime per l’industria petrolchimica, ha detto a The Straits Times un alto funzionario del governo indonesiano che supervisiona il progetto stesso.

Le due società statali hanno precedentemente formato una joint venture con sede a Giacarta, PT Pertamina Rosneft Pengolahan dan Petrokimia, che gestirà la New Grass Refinery Root (NGRR) di Giava Orientale a Tuban e produrrà 229.000 barili al giorno di benzina, diesel e carburante per aerei.

È stata completata una fase di pianificazione preliminare del progetto, per 16 miliardi di dollari USA (22 miliardi di S$), che sarà per il 45% di proprietà di Rosneft e per il 55% di Pertamina.
Una volta completato, l’impianto aiuterà notevolmente l’Indonesia a ridurre la sua dipendenza dal carburante importato, il cui prezzo è in aumento. L’amministrazione di Widodo ha fatto ricorso all’aggiunta di ulteriori sussidi energetici per mantenere accessibili i prezzi del carburante nelle stazioni di pompaggio, una mossa populista che gli osservatori ritengono necessaria per mantenere la stabilità sociale e politica poiché molti dei 270 milioni di abitanti dell’Indonesia risentono ancora dell’impatto della pandemia di Covid-19. Per rendere i prezzi del carburante accessibili, l’amministrazione quest’anno ha aumentato i sussidi energetici fino a raggiungere l’incredibile cifra di 502,4 trilioni di rupie (46,8 miliardi di S$), rispetto ai 152,2 trilioni originariamente preventivati.

L’ambasciata russa a Giacarta ha anche affermato che il presidente Vladimir Putin si è offerto di far investire le ferrovie russe nella nuova capitale dell’Indonesia nel Kalimantan, il cui inizio dei lavori è previsto per agosto. Il governo indonesiano ha precedentemente invitato investitori tra cui Abu Dhabi e il Foxconn Technology Group di Taiwan a contribuire alla sua costruzione.

Durante la visita di Widodo a Mosca, Putin ha affermato che anche le compagnie energetiche russe sono desiderose di venire e investire in Indonesia, in particolare nello sviluppo dell’energia nucleare per fornire elettricità. La Russia ha rivolto la sua attenzione all’Asia e all’Africa dopo aver subito sanzioni occidentali senza precedenti per l’invasione dell’Ucraina.

Prima di dirigersi a Mosca, Widodo ha visitato Kiev. “Sebbene la situazione sia ancora difficile, è comunque importante muoversi verso una soluzione e un dialogo aperto”, ha affermato Widodo in Russia, consegnado un messaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Putin, del quale non ha tuttavia rivelato il contenuto. L’Indonesia vorrebbe che “la guerra finisse presto”, ha detto Widodo, invitando “tutti i leader mondiali a ravvivare lo spirito di cooperazione”, e ha
affermato di sperare in progressi nel ripristino delle catene di approvvigionamento globale di cibo e fertilizzanti interrottesi a causa del conflitto e si è offerto di agire come ponte diplomatico tra le due nazioni.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/putin-offers-russian-railways-investment-in-new-indonesia-capital

2 luglio, Laos – Il Laos si ritrova a dover affrontare debiti sempre più alti dopo aver preso in prestito miliardi dalla Cina

Il Laos, profondamente indebitato con la Cina per progetti infrastrutturali su larga scala, è ad alto rischio di inadempienza, secondo gli esperti, e la situazione sarebbe esacerbata anche dallo stress economico sentito in tutto il mondo a causa del coronavirus e della guerra in Ucraina.

Secondo un rapporto della Banca Mondiale pubblicato ad aprile, le stime preliminari indicavano che il debito pubblico e garantito pubblicamente dal Laos ha raggiunto l’88% del prodotto interno lordo nel 2021. Il debito ha un valore di 14,5 miliardi di dollari, di cui circa la metà è dovuto alla Cina  per i prestiti per finanziare progetti tra cui la ferrovia Cina-Laos.

Greg Raymond, esperto del sud-est asiatico e docente presso l’Australian National University, ha detto a VoA che la crisi che deve affrontare Vientiane ha origini stratificate.”Le ragioni a breve termine sono l’aumento dei prezzi del petrolio a causa della guerra in Ucraina e l’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti che sta causando un calo del valore della valuta del Laos”, ha affermato.”Ma ragioni di livello più profondo includerebbero le decisioni del paese di indebitarsi profondamente per finanziare progetti infrastrutturali su larga scala”.

La Cina ha continuato ad essere il più grande investitore straniero in Laos lo scorso anno, intraprendendo 813 progetti per un valore di oltre 16 miliardi di dollari. La cosiddetta “trappola del debito” incorsa nell’accettare finanziamenti infrastrutturali da Pechino ha avuto impatto anche sullo Sri Lanka e in altri paesi.

Dal 2013 Pechino ha investito oltre 800 miliardi di dollari nella sua “Belt and Road initiative” per la costruzione di infrastrutture. L’iniziativa è uno strumento essenziale nella ricerca della Cina di aumentare le vendite di beni e ottenere contratti per le sue società di costruzioni, oltre a sfidare quella a cui si riferisce come “egemonia americana”. Ma la Cina è stata accusata dagli Stati Uniti e da altri di perseguire la “diplomazia della trappola del debito” intesa a rendere dipendenti i paesi economicamente deboli.

Giovedì, le nazioni del G7 si sono impegnate a raccogliere un fondo di 600 miliardi di dollari da fonti pubbliche e private per finanziare progetti infrastrutturali nei paesi in via di sviluppo, con l’obiettivo di contrastare i paralleli sforzi della Cina.

Rivolgendosi ai membri dell’Assemblea nazionale il 20 giugno, il ministro delle finanze laotiano Bounchom Ubonpaseuth ha affermato che il pagamento annuale del servizio del debito è aumentato da 1,2 miliardi di dollari nel 2018 a 1,4 miliardi di dollari quest’anno. Il ministro ha detto ai legislatori che il governo non lascerà che il paese cada in default, affermando che il Laos avrebbe riformato il suo sistema fiscale per aumentare le entrate e che esiste il potenziale per generare entrate da risorse naturali come l’estrazione mineraria. Ha poi aggiunto che i prestiti “sono stati necessari per lo sviluppo del Paese negli anni passati”.

La ferrovia Cina-Laos, ad esempio, che collega Kunming, nel sud-ovest della Cina, a Vientiane, la capitale del Laos, è stata aperta nel dicembre 2021 ed è costata 5,9 miliardi di dollari.
Il Laos spera che la ferrovia riduca i costi di trasporto e aumenti esportazioni e turismo.

La Laos-China Railway Company è posseduta per il 70% da tre società statali cinesi e per il 30% dal governo laotiano, il quale ha contratto un debito di 1,9 miliardi di dollari per il progetto, un obbligo aggiuntivo che potrebbe spingere Vientiane a chiedere una dilazione a Pechino per la restituzione.

Fonte:  VoA News
Link: https://www.voanews.com/a/laos-faces-debt-crisis-after-borrowing-billions-from-china-/6641633.html

3 luglio, Myanmar   – La visita di un diplomatico cinese scatena le proteste dell’opposizione

Sabato un importante diplomatico cinese è giunto in Myanmar per la sua prima visita da quando i militari hanno preso il potere per partecipare a un incontro regionale che il governo della giunta ha affermato essere un riconoscimento della sua legittimità, scatenando le proteste degli oppositori che vi hanno visto una negazione dei loro sforzi per ottenere la pace.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si unirà alle controparti di Myanmar, Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam in un incontro del gruppo di cooperazione Lancang-Mekong organizzato nella città di Bagan, patrimonio mondiale dell’UNESCO.

La creazione di questo gruppo è un’iniziativa a guida cinese che include i paesi del delta del Mekong, potenziale causa di tensioni regionali visto il numero crescente di progetti idroelettrici che stanno alterando il flusso del fiume e sollevando preoccupazioni per i danni ecologici. La Cina ha infatti costruito 10 dighe lungo il tratto superiore del Mekong, la parte che chiama Langcang.

Il portavoce del governo militare birmano, il Magg. Gen. Zaw Min Tun, ha dichiarato venerdì in una conferenza stampa nella capitale Naypyitaw che la partecipazione dei ministri degli Esteri all’incontro rappresenta il riconoscimento della sovranità del Myanmar e del governo della giunta.

La Cina è il più grande partner commerciale del Myanmar ed un vecchio alleato. Pechino ha investito miliardi di dollari in miniere, oleodotti e gasdotti e altre infrastrutture ed è il suo principale fornitore di armi, insieme alla Russia. Molti in Myanmar sospettano che la Cina sostenga l’acquisizione militare e Pechino si è rifiutata di condannare la presa di potere da parte dell’esercito, affermando di seguire una politica di non interferenza negli affari di altri paesi.

Il ministro degli Esteri del governo ombra del Myanmar, che si oppone alla giunta militare al potere, ha protestato contro l’incontro di Bagan, sostenendo che qualsiasi attività in collaborazione con l’esercito birmano violi la volontà del popolo e che l’organizzazione del vertice dei ministri degli Esteri in Myanamr si pone in diretto contrasto con il piano di pace dell’ASEAN.

Da quando l’esercito ha preso il potere, l’inviato speciale cinese Sun Guoxiang ha visitato il Myanmar due volte e Wang ha incontrato la sua controparte birmana, Wunna Maung Lwin, due volte in Cina.

Fonte:  AP News
Link: https://apnews.com/article/china-diplomacy-myanmar-global-trade-956e2f75b692e31c9f9174ee9b44fb8d

 

 

(Featured image source: Wikimedia commons Russian Presidential Executive Office)