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Rassegna mensile Maggio 2023: Sud Est Asiatico

2 maggio, ASEAN – L’ASEAN discuterà i modi per rafforzare la cooperazione e la posizione internazionale in un vertice a Labuan Bajo

In occasione del vertice dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), l’Indonesia, che presiede l’Associazione, delineerà una dichiarazione di visione per il 2045 per rafforzare la capacità del gruppo di lavorare insieme e la sua rilevanza sul piano internazionale.
Nel 2015, i leader del gruppo hanno concordato una road map per il blocco, “ASEAN 2025: Forging Ahead Together”, per lavorare collettivamente al miglioramento del profilo della regione e garantire la prosperità di ogni Stato membro. Una task force di alto livello del gruppo sta discutendo l’estensione di questo piano, che definirà come l’ASEAN possa continuare il suo lavoro dopo il 2025 e raggiungere i suoi obiettivi per i prossimi 20 anni.
Il 42° vertice ASEAN si terrà a Labuan Bajo, una città sulla punta occidentale dell’isola di Flores in Indonesia, dal 9 all’11 maggio. Tra le questioni che si prevede di discutere al vertice di alto livello vi sono la crisi in Myanmar, la stesura di una road map per la piena adesione di Timor Est all’ ASEAN e i negoziati sul Codice di condotta nel Mar Cinese Meridionale.
L’Indonesia ha inoltre dichiarato che il traffico di esseri umani sarà uno dei temi principali discussi durante gli incontri, in un contesto di crescente preoccupazione nei Paesi ASEAN a causa dell’aumento dei casi nella regione. “La capacità di applicazione della legge degli Stati membri dell’ASEAN deve essere rafforzata nella conduzione delle indagini, nella raccolta delle prove, nell’identificazione delle vittime e nell’azione penale. È inoltre necessario rafforzare
la cooperazione per la prevenzione, la riabilitazione e il reinserimento delle vittime”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Affari Esteri indonesiano,
Teuku Faizasyah.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/asean-to-discuss-ways-to-strengthen-cooperation-and-international-position-at-summit

9 maggio, Myanmar – Singapore e Indonesia condannano l’attacco al convoglio ASEAN in Myanmar

Indonesia e Singapore hanno condannato un attacco armato contro un convoglio umanitario organizzato dall’ASEAN nella parte orientale del Myanmar e hanno nuovamente chiesto la fine del conflitto nel Paese.
I notiziari locali hanno riferito che il convoglio di aiuti è stato colpito su una strada tra la capitale dello Stato Shan, Taunggyi, e la città di Hsihseng, a sud. Il convoglio si stava recando a un incontro con l’Esercito di Liberazione Nazionale Pa-O (PNLA), un’organizzazione armata etnica con sede nella zona, per fornire assistenza ai civili sfollati. Il gruppo comprendeva funzionari delle ambasciate di Singapore e Indonesia, oltre a funzionari della giunta e rappresentanti del Centro di coordinamento ASEAN per l’assistenza umanitaria sulla gestione dei disastri, o Centro AHA.
L’esercito del Myanmar ha incolpato le forze anti-giunta – che ha definito “terroristi” – anche se il governo di unità nazionale dell’opposizione afferma di non avere “assolutamente nulla a che fare” con l’attacco.
In una dichiarazione, un portavoce del Ministero degli Esteri di Singapore ha condannato l’attacco e ha affermato che è “fondamentale salvaguardare la sicurezza del personale umanitario e diplomatico, per garantire che possano continuare le loro operazioni e fornire gli aiuti necessari a chi ne ha bisogno”. Ha anche detto che due membri del personale dell’ambasciata di Singapore erano nel convoglio e sono tornati sani e salvi a Yangon.
Anche il presidente indonesiano JokoWidodo ha affrontato il tema dell’attacco in una conferenza stampa tenutasi a Labuan Bajo, invitando a smettere di usare la forza e affermando che che l’attacco non scoraggerà gli sforzi dell’Indonesia – e dell’ASEAN – per porre fine alla violenza. Pochi giorni prima il ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi ha infatti rivelato che, in qualità di presidente dell’ASEAN, il suo governo stava compiendo silenziosi progressi nell’attuazione del piano di pace in cinque punti. I diplomatici indonesiani hanno tenuto più di 60 “incontri” con l’amministrazione militare birmana, il governo di unità nazionale (NUG) di opposizione e varie organizzazioni armate etniche, nel tentativo di mediare un dialogo politico inclusivo. “L’Indonesia sta usando una diplomazia senza megafono, con l’obiettivo di costruire un rapporto di fiducia con tutte le parti interessate, in modo che vogliano parlare con noi”, ha dichiarato in una conferenza stampa.

Tra gli altri cinque punti di consenso, l’immediata cessazione delle violenze e il coordinamento degli aiuti umanitari attraverso il Centro AHA. Quest’ultimo punto è stato particolarmente controverso, dato che l’ASEAN continua a considerare l’amministrazione militare come il governo de facto del Myanmar e ha indirizzato le spedizioni di aiuti attraverso i suoi canali.

Fonte: The Diplomat
Link: https://thediplomat.com/2023/05/singapore-indonesia-condemn-attack-on-asean-convoy-in-myanmar/

 

10 maggio, Timor Est – Timor Est partecipa al primo vertice ASEAN in qualità di osservatore e promette di essere un partner affidabile

Il primo ministro di Timor Est Taur Matan Ruak ha fatto la sua prima apparizione al vertice dell’ASEAN, impegnandosi a compiere i passi di una road map verso la piena adesione del suo Paese all’Associazione. “È un grande onore e privilegio partecipare, per la prima volta, a questo grande vertice dei leader dell’Asean”, ha detto ai leader del Sud-Est asiatico all’hotel Meruorah Komodo Labuan Bajo, nella città di pescatori di Labuan Bajo, nella provincia indonesiana di Nusa Tenggara orientale. Ma, nonostante la ricchezza di risorse petrolifere e di gas offshore, Timor Est deve affrontare sfide importanti per la ricostruzione delle infrastrutture, il rafforzamento dell’amministrazione civile e la creazione di posti di lavoro per i giovani che sono entrati nella forza lavoro dopo l’indipendenza. Taur ha promesso che Timor Est sta compiendo “i passi necessari, concentrandosi sulle infrastrutture essenziali, sulla connettività… (e sulle) condizioni necessarie e richieste dalla road map”.
Gli investimenti che Timor Est ha intrapreso finora includono l’espansione dell’aeroporto principale nella capitale Dili e lo sviluppo di strutture come ristoranti e alberghi per attirare personalità, turisti e investitori. Timor Est svilupperà anche punti di forza in altri settori, dall’istruzione ai servizi sanitari, dalle infrastrutture verdi all’agricoltura e alla pesca. Sidharto Suryodipuro, direttore per la cooperazione ASEAN presso il Ministero degli Affari Esteri indonesiano, ha dichiarato che la road map contiene elementi importanti come strumenti legali, schemi di contributi finanziari e il rafforzamento della capacità dell’apparato civile statale di Timor Est per preparare il Paese a diventare un membro dell’ASEAN a tutti gli effetti. “Per l’adesione a pieno titolo, ci sono varie fasi che devono essere approvate dall’ASEAN come entità. Ci sono vari accordi che devono essere rispettati in questa road map, come gli aspetti politici, di sicurezza, economici e socio-culturali”, ha detto. L’aspetto più
complicato è quello economico, poiché coinvolge vari negoziati commerciali che Timor Est deve portare a termine con gli altri membri dell’ASEAN. Questa road map aiuterà Timor Est a comprendere (i suoi obblighi) e ci aiuterà a sapere cosa fornire in termini di cooperazione allo sviluppo”.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/timor-leste-attends-first-asean-summit-as-observer-vows-to-be-unwavering-partner

13 maggio, ASEAN – L’India e l’ASEAN tengono le prime esercitazioni marittime

India e ASEAN hanno rafforzato la loro cooperazione marittima con l’esercitazione inaugurale ASEAN-India Maritime Exercise (AIME) tenutasi dal 2 all’8 maggio. L’India ha da tempo utilizzato la sua marina per costruire legami con le nazioni marittime dell’Indo-Pacifico, ma questa esercitazione ha intensificato la collaborazione con l’ASEAN come gruppo. L’ASEAN è un importante partner strategico e da decenni l’India cerca di stringere legami più stretti con la regione del Sud-Est asiatico. Oltre alla Marina indiana, hanno partecipato all’esercitazione le marine militari di Brunei, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam.
Questa prima esercitazione marittima ASEAN-India è stata organizzata congiuntamente dalla Marina indiana e da quella di Singapore. Secondo un comunicato stampa della Marina di Singapore, l’AIME 2023 ha coinvolto nove navi, sei aerei e più di 1.800 persone provenienti da tutti i Paesi membri dell’ASEAN. La fase portuale dell’esercitazione si è svolta presso la base navale di Changi dal 2 al 4 maggio, seguita da una fase marittima nel Mar Cinese Meridionale dal 7 all’8 maggio.

Fonte: The Diplomat
Link: https://thediplomat.com/2023/05/india-asean-hold-first-maritime-exercises/

17 maggio, Vietnam – Il Vietnam si impegna a non costruire nuovi impianti a carbone dopo il 2030

Il Vietnam non svilupperà nuove centrali elettriche a carbone dopo il 2030, secondo un piano energetico nazionale reso pubblico questo mese e a lungo rimandato, che si è tuttavia attirato le critiche per l’eccessiva lentezza della transizione verso le energie rinnovabili.
Il Paese del sud-est asiatico si è impegnato a raggiungere emissioni nette di carbonio pari a zero entro il 2050 in occasione del vertice sul clima COP26 del 2021. Secondo il nuovo piano, noto come Power Development Plan 8, “entro il 2030, solo i progetti di energia a carbone già approvati e quelli in costruzione potranno procedere”. Il carbone rappresenterà il 20% del mix energetico del Vietnam entro la fine del decennio, rispetto all’attuale 50%.
Nel dicembre 2022 i Paesi ricchi hanno approvato un accordo, noto come Just Energy Transition Partnership, per fornire al Vietnam 15,5 miliardi di dollari per aiutarlo ad abbandonare più rapidamente il carbone. Il piano di sviluppo energetico prevede anche l’obiettivo di utilizzare l’energia solare autoprodotta per il 50% degli uffici e degli edifici residenziali entro il 2030.
Nel 2021 il Vietnam si è classificato tra i primi 10 paesi al mondo per capacità di produzione di energia solare, ma da allora il suo successo ha incontrato un ostacolo. I limiti infrastrutturali fanno sì che le linee di trasmissione non siano in grado di gestire i picchi di fornitura, limitando la quantità di energia che gli operatori possono immettere nella rete.
Il Vietnam mira a far sì che il solare arrivi a rappresentare l’8,5% del suo mix energetico entro il 2030. Attualmente il Paese comunista si affida principalmente al carbone e all’energia idroelettrica.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/vietnam-pledges-no-new-coal-plants-after-2030

19 maggio, Myanmar – Secondo un esperto delle Nazioni Unite, il Myanmar ha importato 1 miliardo di dollari in armi dal colpo di stato, in gran parte da Russia e Cina

Secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite, la giunta militare al potere in Myanmar ha importato almeno 1 miliardo di dollari in armi e attrezzature militari, provenienti da privati e aziende di Russia, Cina e Singapore. Tom Andrews, il relatore speciale delle Nazioni Unite sul Myanmar, ha pubblicato un nuovo rapporto che descrive dettagliatamente i trasferimenti di armi e materie prime e identifica “254 fornitori unici” all’esercito del Myanmar dopo il colpo di stato. “Dal colpo di Stato, l’esercito del Myanmar ha importato almeno

1 miliardo di dollari di armi e beni a duplice uso per sostenere la produzione di armi nazionali”, ha scritto Andrews e nel 94% delle transazioni l’esercito del Myanmar è stato esplicitamente indicato come destinatario finale.
Il rapporto, che utilizza dati commerciali e si estende per oltre 50 pagine, elenca 406 milioni di dollari di vendite da entità russe e 267 milioni di dollari dalla Cina, comprese alcune società statali.
Il rapporto ha inoltre rilevato 254 milioni di dollari di importazioni provenienti da Singapore. Andrews ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna informazione che indicasse che il governo di Singapore avesse approvato vendite militari o trasferito armi all’esercito del Myanmar, a differenza di quanto avvenuto con Russia e Cina.
Singapore aveva già affrontato il tema della vendita di armi al Myanmar dopo il colpo di Stato. Parlando durante una sessione parlamentare a febbraio, il Ministro degli Affari Esteri Vivian Balakrishnan aveva affrontato le accuse degli esperti del Consiglio Consultivo Speciale per il Myanmar (SAC-M), i quali avevano affermato che Singapore stava “funzionando come un punto di transito strategico per volumi potenzialmente significativi di beni” che contribuiscono alla produzione militare dell’esercito del Myanmar.”Singapore rispetta rigorosamente i propri obblighi internazionali in materia di vendita e trasferimento di armi, nonché le sanzioni e gli embarghi delle Nazioni Unite contro qualsiasi Paese”, aveva dichiarato Balakrishnan. “Il governo di Singapore ha deciso di proibire il trasferimento di armi al Myanmar e ha anche deciso di non autorizzare il trasferimento di prodotti a duplice uso che si ritiene abbiano una potenziale applicazione militare al Myanmar”.

Fonte: CNN
Link: https://edition.cnn.com/2023/05/18/world/un-myanmar-report-military-junta-deadly-arms-sales-russia-china-intl-hnk/index.html

18 maggio, Vietnam – Il Vietnam critica Cina e Filippine per aver “violato i suoi diritti sovrani” con la loro condotta nel Mar Cinese Meridionale

Il Vietnam ha criticato la recente condotta nel Mar Cinese Meridionale di una nave di ricerca cinese e della guardia costiera delle Filippine, accusando i suoi vicini di azioni che violano i suoi diritti sovrani.
La tensione è attualmente alta nelle zone contese del Mar Cinese Meridionale, una delle rotte commerciali più importanti del mondo e un canale per oltre 3.000 miliardi di dollari di commercio annuale via nave. Recentemente, navi cinesi e vietnamite si sono affrontate in più occasioni, mentre una nave da ricerca cinese si muoveva all’interno della zona economica esclusiva (ZEE) di Hanoi, secondo gli esperti probabilmente per un’indagine. Un’indagine di questo tipo sarebbe di solito considerata ostile se condotta senza notifica.
Alla richiesta di un commento, il portavoce del ministero degli Esteri vietnamita, Pham Thu Hang, ha dichiarato in una conferenza stampa che quelle navi stavano “violando i diritti sovrani e le giurisdizioni del Vietnam”, che stava prendendo “misure appropriate” per difendere i propri diritti.
La Cina ha dichiarato che la ricerca scientifica è un’attività normale nelle aree sotto la giurisdizione cinese, dato che rivendica la sovranità su quasi tutto il Mar Cinese Meridionale, comprese aree appartenenti alle zone economiche esclusive di Vietnam, Filippine, Malesia, Brunei e Indonesia.
Le Filippine sono state invece rimproverate per aver posizionato boe di navigazione in cinque aree della propria ZEE per affermare la sovranità sulle isole Spratly, oggetto di una disputa molto accesa, delle quali anche il Vietnam rivendica alcune parti. Oltre a posizionare dei marcatori in acqua, il capo militare di Manila ha anche visitato delle isole remote vicino all’arcipelago delle Spratly, dicendo alle truppe filippine che la loro missione è quella di “garantire la pace”.

Fonte: South China Morning Post
Link: https://www.scmp.com/news/asia/southeast-asia/article/3221028/south-china-sea-vietnam-criticises-china-philippines-violating-its-sovereign-rights-over-their

23 maggio, Thailandia – La coalizione dell’opposizione presenta un programma politico in 23 punti

Fresco della vittoria alle elezioni generali del 14 maggio, il partito progressista Move Forward Party (MFP) ha firmato un accordo con altri sette partiti per un programma comune, che include una serie di politiche ambiziose ma non menziona la controversa legge sulla lesa maestà del Paese.
Il MFP, guidato dall’uomo d’affari 42enne Pita Limjaroenrat, ha ottenuto un’impressionante vittoria alle elezioni, assicurandosi i previsti 152 seggi nella Camera dei Rappresentanti. L’accordo in 23 punti è un tentativo di ottenere il sostegno dei sette partiti che hanno aderito alla coalizione del MFP, con l’obiettivo di ottenere l’elezione di Pita a primo ministro quando il Parlamento si riunirà per una sessione congiunta a luglio.
Il patto sancisce alcune delle politiche più radicali del MFP. Tra queste, il progetto di redigere una nuova costituzione autenticamente democratica, di invertire l’estrema centralizzazione del potere amministrativo del Paese e di abolire la coscrizione militare in tempo di pace. La coalizione ha anche deciso di legalizzare il matrimonio omosessuale, di riformare la polizia, l’esercito, il sistema giudiziario e la funzione pubblica e di “cancellare i monopoli e sostenere la concorrenza leale nel commercio in tutti i settori”.
Forse non sorprende che il patto non includa la parte più controversa della programma del MFP: la promessa di modificare l’articolo 112 del codice penale thailandese. Conosciuta anche come legge sulla lesa maestà, la disposizione vieta di fatto le critiche alla monarchia e prevede pene fino a 15 anni di carcere.
Nella pratica, è stata usata per reprimere qualsiasi discussione critica sul ruolo della monarchia nella politica thailandese e sugli agglomerati di ricchezza e potere che essa contribuisce a sostenere.
L’assenza della politica sulla lese-majeste dal patto di coalizione potrebbe frustrare i sostenitori del MFP, ma è probabilmente una concessione necessaria. La coalizione di otto partiti del MFP, che comprende il Pheu Thai Party, il Prachachat Party, il Thai Sang Thai Party e quattro partiti minori, detiene 313 seggi alla Camera. Si tratta di una maggioranza solida, ma che non arriva a garantire i 376 voti parlamentari necessari per eleggere Pita primo ministro a luglio. Di conseguenza, il partito dovrà convincere i parlamentari conservatori o i membri del Senato di nomina militare – conservatori reazionari per definizione – a
sostenere il suo candidato a primo ministro.
Questo sarà abbastanza difficile anche senza la promessa di riforma della “lese-majeste”, dato il resto del programma politico del MFP, e quasi impossibile se sarà inclusa nel programma politico. Sebbene la discussione aperta sulla monarchia e sul suo ruolo nella politica thailandese sia diventata più comune negli ultimi anni, rimane un tabù in gran parte della scena politica del Paese. I conservatori thailandesi si oppongono fermamente a qualsiasi modifica dell’articolo 112 e la frangia più estrema del movimento realista sta già cercando di usarlo come mezzo per squalificare Pita e il MFP dalla formazione del prossimo governo, sostenendo che la posizione del MFP sulla lese-majeste equivale a un tentativo di rovesciare la monarchia costituzionale thailandese, e chiedendo di sciogliere il partito. Con queste sfide legali in corso, anche i partiti all’interno della coalizione del MFP si sono tirati indietro nel sostenere qualsiasi azione possa essere interpretata come un attacco al palazzo reale e l’accordo è stato di conseguenza rivisto per includere una frase che afferma che “le missioni del governo guidato dal MFP non devono influenzare il sistema democratico con il re come capo di Stato e lo status venerato del re, che non può essere violato”.

Fonte: The Diplomat
Link: https://thediplomat.com/2023/05/thai-opposition-coalition-unveils-23-point-policy-platform/

24 maggio, Timor Est – Il partito di opposizione conquista il maggior numero di seggi alle elezioni parlamentari

Il partito di opposizione di Timor Est ha vinto le elezioni parlamentari, il che significa che il combattente per l’indipendenza Xanana Gusmao probabilmente tornerà come primo ministro nella più giovane democrazia dell’Asia.
Il conteggio finale dei voti pubblicato dalla Commissione elettorale nazionale ha mostrato che il Congresso nazionale per la ricostruzione di Timor Est di Gusmao, noto come CNRT, ha ottenuto il 41% dei voti e ha conquistato 31 seggi su 65 nel Parlamento nazionale. Dovrà però ora unirsi ad almeno un altro partito in una coalizione per formare un governo.
Gusmao, 76 anni, icona della lotta per l’indipendenza del Paese dall’occupazione indonesiana, è diventato il primo presidente della nazione tra il 2002 e il 2007 ed è stato primo ministro tra il 2007 e il 2015. La vittoria del CNRT ha fatto seguito al successo della campagna presidenziale del 2022, in cui il suo candidato, il premio Nobel per la pace Jose Ramos-Horta, è tornato alla carica.
Il Fronte rivoluzionario per un Timor Est indipendente, o Fretilin, ha ottenuto il 25% dei voti e 19 seggi. Ha promesso di accettare il risultato delle elezioni.
Il Partito Democratico ha ottenuto sei seggi, il Partito Khunto, che ha sede nelle zone rurali, cinque e il Partito Popolare di Liberazione quattro.
Alle elezioni si sono presentati in totale 17 partiti. I partiti dovevano avere una donna almeno ogni tre posizioni nella loro lista di partito e i seggi sono stati assegnati a quelli con una soglia elettorale del 4%.

Fonte: The Diplomat
Link: https://thediplomat.com/2023/05/timor-lestes-opposition-party-wins-most-seats-in-parliamentary-election/

26 maggio, Cambogia – Il principale partito di opposizione è ufficialmente escluso dalle elezioni di luglio, lasciando incontrastato il partito di Hun Sen

Al principale partito di opposizione cambogiano è stato impedito di partecipare alle elezioni previste per luglio, dopo che il Consiglio costituzionale si è rifiutato di annullare la decisione di non registrare il partito per una questione burocratica.
Il 16 maggio, il Comitato elettorale nazionale aveva rifiutato di registrare il Candlelight Party, unico sfidante credibile del Partito Popolare Cambogiano al governo, affermando che non aveva fornito i documenti necessari. Pochi giorni dopo, il partito ha presentato ufficialmente un ricorso al Consiglio costituzionale, chiedendo di annullare la decisione della commissione elettorale ma ha perso l’appello perché il suo reclamo è stato considerato illegale, come ha dichiarato il Consiglio in una breve dichiarazione. La decisione è definitiva e non può essere impugnata.
Circa 9,7 milioni di cambogiani sono registrati per votare alle elezioni del 23 luglio per i 125 membri dell’Assemblea nazionale. Diciotto partiti politici sono registrati e riconosciuti dalla commissione elettorale, ma l’assenza del Candlelight Party lascia solo il partito di Hun Sen, i suoi alleati e piccoli partiti che non hanno una presenza nazionale a contendersi i voti.
Il Partito Popolare Cambogiano ha mantenuto un ferreo controllo sul potere per decenni e controlla quasi tutti i livelli di governo. Hun Sen, 70 anni, governante autoritario di uno Stato nominalmente democratico, è in carica da 38 anni. Lui e il suo partito godono di tutti i vantaggi della loro carica prima delle elezioni, con il dominio dell’organizzazione politica, del personale, delle finanze e dell’influenza dei media. Il figlio maggiore di Hun Sen, il capo dell’esercito Hun Manet, dovrebbe sostituire il padre come primo ministro dopo le elezioni.
Il Candlelight Party è il successore non ufficiale del Cambodia National Rescue Party, che aveva rappresentato una seria sfida al partito di Hun Sen prima delle elezioni del 2018. È stato sciolto pochi mesi prima delle elezioni da una controversa sentenza del tribunale che sosteneva che avesse complottato per rovesciare illegalmente il governo. Il suo scioglimento ha permesso al partito di governo di conquistare tutti i seggi dell’Assemblea nazionale. Le nazioni occidentali hanno dichiarato che le elezioni non sono state né libere né regolari e hanno imposto lievi sanzioni economiche in risposta. La maggior parte dei membri di spicco dell’opposizione si trova ora in esilio autoimposto per evitare di essere incarcerata con accuse, a loro dire, inventate e ingiuste.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/cambodia-opposition-party-election-hun-sen-63659ff8f2de992d84d2be748afbab8b

 

(Featured Image Source: Wikimedia)