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Rassegna settimanale 11-17 giugno 2018: Sudest asiatico

11 giugno, Malesia – Terremoto tra le forze dell’ordine

Il nuovo governo malese dovrebbe operare una massiccia riorganizzazione delle forze di polizia del paese per “ripulire” ciò che è stato descritto come l’istituzione più corrotta del paese. Secondo alcune fonti, l’Ispettore General della Polizia, Mohamad Fuzi Harun, dovrebbe essere rimosso dal proprio incarico. Harun era stato promosso solo nove mesi fa.

“Ci sarà un terremoto di 8.5 sulla scala di Richter (tra le forze di polizia) nel mese luglio” ha dichiarato una fonte all’interno delle forze dell’ordine. Inoltre, dovrebbero essere rimossi tre dipartimenti militarti delle forze dell’ordine, creati per combattere il crimine violento ed organizzato. Questa purga sarebbe stata richiesta direttamente dal premier neoeletto Mahathir Mohammad.

Un’altra fonte ha giustificato l’azione spiegando “questa è una delle ragioni per rimuovere (questi dipartimenti). Molte persone incaricate di combattere il crimine sono anche quelle che li proteggono”. “Alcune di queste persone possiedono troppi beni… Non possiamo spiegarci come possano avere così tante auto di lusso, vivendo in un bungalow”.

Fonte: Asian Correspondent
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/06/heads-will-role-in-malaysias-police-force-amid-graft-sweep/#pLrWwPPJyxSrvO59.97

12 giugno, Vietnam – Approvata una nuova legge per combattere le proteste su internet

Il parlamento nazionale vietnamita ha approvato un nuovo dispositivo legislativo che richiede a Google e Facebook di conservare i dati degli utilizzatori vietnamiti. Il voto ha causato un raro dissenso tra i legislatori nazionali e tra gli esperti di tecnologia. “Questa nuova cyber legge è un grosso passo indietro per il Vietnam” ha dichiarato Le Dang Doanh, un economista vietnamita, già consigliere del governo.

La nuova legge entrerà in vigore il 1° gennaio e lascerà al governo un ampio margine di manovra per definire ciò che considera come “illegale”. L’ambasciata statunitense ha rilasciato una dichiarazione “(la legge) potrebbe rappresentare un serio ostacolo per l’innovazione tecnologica e digitale del paese, e potrebbe non essere consistente con gli impegni commerciali del Vietnam. Gli USA e Canada esortano il governo vietnamita […] ad allinearsi sulle norme internazionali”.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/vietnam-parliament-passes-cyber-law-denounced-in-street-protests

13 giugno, Filippine – Duterte pronto ad armare i deputati locali

Il ministro degli interni filippino ha dichiarato di voler armare i Baraguay Captain, gli ufficiali locali di rango più basso del paese, per continuare a lottare contro il narcotraffico. La decisione proverrebbe direttamente dal presidente Duterte, dopo aver consultato gli ufficiali di polizia e dei servizi segreti. Il presidente sarebbe pronto ad estendere l’immunità di cui godono già i militari e soldati, qualsiasi azione di polizia condotta nel quadro della guerra alla droga è considerata legittima.

Secondo i dati del ministero dell’interno ci sarebbero oltre 42.000 Barangays, ai quali verrebbero forniti delle pistole gratuitamente, o aiuti per comprarle. L’unica condizione posta dal presidente è che gli ufficiali non siano loro stessi coinvolti nel traffico di droga. Secondo i critici del presidente questa mossa rischia soltanto di aumentare la spirale di violenza all’interno del paese, diverse migliaia di persone sono morte dall’inizio di questa guerra alla droga.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-aims-to-arm-community-leaders-to-help-fight-crime-drugs

14 giugno, Singapore – Il summit Trump-Kim un colpo pubblicitario per la città stato

Il summit tra il presidente americano Donald Trump ed il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha momentaneamente messo la città-stato di Singapore al centro del mondo. Il microstato è diventato nel giro di poche ore la prima ricerca sul motore di ricerca americano Google. Il governo ha dichiarato aver speso di tasca propria l’organizzazione del summit, circa 20 milioni di dollari di Singapore (quasi 15 milioni di dollari americani).

Se questa spesa sembra aver infastidito alcuni cittadini, ha permesso “di posizionare Singapore sul mappamondo” per il resto della popolazione mondiale ha spiegato Oliver Chong, responsabile del Singapore Tourism Board. Secondo numerosi analisti, con il summit il paese è riuscito a crearsi un palcoscenico senza precedenti.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/where-is-singapore-trump-kim-summit-a-public-relations-coup-for-tiny-city-state

15 giugno, Malesia – Najib potrebbe essere indagato

L’ex primo ministro malese Najib Razak potrebbe essere accusato di riciclaggio di denaro e appropriazione indebita di fondi pubblici secondo una fonte all’interno dell’amministrazione malese. Dalla sua sconfitta elettorale, l’inchiesta riguardante l’immenso scandalo finanziario e di corruzione attorno alla 1Malaysia Development Berhad (1MDB), ha subito una brusca accelerata.

Mohamad Mahathir, il veterano della politica malese, appena rieletto premier del paese, aveva fatto della lotta alla corruzione uno dei pilatri della sua campagna elettorale. L’ex premier potrebbe quindi essere condannato ad un massimo di quindici anni di galera e ad una multa calcolata in base alla quantità di denaro riciclato.

Najib, che ha fondato la 1MDB nel 2009, ha sempre rifiutato le accuse di aver commesso qualsiasi atto illegale. Il politico ritiene che le accuse portate contro di lui sarebbero politicamente motivate. Ciononostante, importanti quantità di denaro in contanti e beni di lusso sono stati ritrovati in una serie di appartamenti legati all’ex premier. Inoltre sarebbero spariti 4.5 miliardi di dollari dal fondo sovrano 1MDB, di cui 700 milioni sarebbero stati riversati sul conto personale di Najib.

Fonte: The Straits Times
Link: https://asiancorrespondent.com/2018/06/1mdb-najib-may-face-charges-of-money-laundering-misappropriation-of-property/#k5BIsCrtGzK76XMM.97

16 giugno, Indonesia – Arrestati 110 sospettati terroristi

Le investigazioni dopo l’ondata di attentati suicidi dello scorso mese hanno portato le forze dell’ordine indonesiane ad arrestare 110 sospettati terroristi. “Tutti i 110 sospettati hanno legami tra di loro” ha dichiarato il capo della polizia indonesiana Tito Karnavian dopo un incontro con il presidente Joko Widodo. Se il generale non ha voluto rivelare quale fosse il legame tra di loro, ha dichiarato che i sospettati sono stati trovati in possesso di vari libri sulla Jihad, armi e munizioni.

Gli attacchi dello scorso mese hanno ucciso 27 persone, tredici di questi erano gli attentatori, tutti appartenenti a celle dormienti del Jemaah Ansharut Daulah, un gruppo terroristico locale, fedele allo Stato Islamico. Il livello di coordinazione, così come l’elevata qualità degli esplosivi, dimostrano il livello di sofisticatezza dei terroristi indonesiani. Per la prima volta, però, i militanti hanno usato le proprie mogli ed i propri figli per portare a termine la loro missione, uccidendo anche loro.

La maggior parte degli arresti sono avvenuti nella provincia della Giava Orientale. Anche la presenza di militanti islamisti non è una novità, le autorità si sono mostrate preoccupate per la crescita dell’estremismo nell’area. La polizia del paese rimarrà estremamente vigilante per via della festività Eid al-Fitri e per via delle elezioni lovali. Inoltre, a breve si terrà il processo del leader di un gruppo islamico Aman Adburrahman, accusato di aver pianificato numerosi attacchi nel 2016 che hanno ucciso 4 persone.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/110-suspects-arrested-in-connection-with-surabaya-bombings

17 giugno, Thailandia – Il re tailandese eredità della fortuna di suo padre

L’immensa fortuna della corono tailandese verrà trasferita all’attuale sovrano, re Maha Vajiralongkorn, succeduto al padre dopo la sua morte nel 2016. In un comunicato ufficiale non datato, il sito dell’Ufficio dei Beni della Corona ha dichiarato che i fondi del monarca scomparso, re Bhumibol Adulyadej, sono verranno trasferiti e messi nella stessa categoria dei fondi privato del sovrano.

La fortuna è stata stimata dalla rivista Forbes a circa 30 miliardi di dollari americani, nella quale sono incluse varie holding e azioni. Il padre di Vajiralongkorn, sul trono per 70 anni faceva ricorso a dei professionisti per gestire la propria fortuna, non è ancora chiaro se suo figlio seguirà il suo esempio.

Fonte: The Guardian
Link: https://www.theguardian.com/world/2018/jun/17/thai-king-signs-royal-familys-30bn-fortune-over-to-himself

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