Rassegna settimanale 11 – 17 giugno 2018: Africa subsaharina

17 giugno, Nigeria – Una esplosione ha ucciso 31 persone nel nord della Nigeria

I residenti hanno detto che le esplosioni sono avvenute nell’area del governo locale di Damboa sabato alle 8.30 della sera.

Borno è uno stato duramente colpito da numerose insurrezioni, volte a creare un califfato islamico nel nord della Nigeria. Il conflitto ha ucciso più di 30.000 persone e costretto oltre 2 milioni di persone a lasciare le loro case nel nord già dal 2009.

Le esplosioni sono avvenute nei distretti di Shuwari e di Abachari che distano circa 90 km dalla capitale Maiduguri.

“Sono state distrutte le nostre case. Sono morte 31 persone innocenti inclusi bambini e anziani ” ha affermato Modu Usman, residente nella zona. Nessuno ha rivendicato la responsabilità degli attacchi.

 

Fonte: http://www.africanews.com/2018/06/17/blast-kills-31-people-in-northeast-nigerian-state-of-borno-re

 

16 giugno, Uganda – Musuveni inaugura una superstrada di 51 km costruita dalla Cina

Il Presidente dell’Uganda Yoweri Museveni e un funzionario cinese hanno inaugurato venerdì un nuovo tratto della superstrada che collega Kampala con l’aeroporto internazionale del Paese.

I 51 km di strada consentiranno di raggiungere Entebbe da Kampala in 30 minuti, invece che in ore.

“La superstrada Entebbe-Kampala  è il risultato di un sostegno forte dalla Cina”, ha detto il Presidente Museveni.

Wang Yang, terzo Deputy Prime Minister della Repubblica Popolare cinese, e astro nascente del Partito comunista cinese, ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione.

Yang ha affermato “noi rispettiamo tutti i Paesi. Sono membri egalitari della comunità internazionale nella cooperazione economica, noi crediamo nella cooperazione win win. E abbiamo sempre messo la giustizia e l’amicizia al primo posto, continueremo a dare sostegno alla Uganda …”

La Chinese Exim Bank ha prestato 350 milioni di dollari su una spesa totale di 476 milioni di dollari.

Fonte: All Africa News, http://www.africanews.com/2018/06/16/uganda-museveni-inaugurates-51-km-four-lane-freeway-built-by-china/

15 giugno, Il Presidente dell’Angola ha detto di essere in contatto con il leader del Congo Kabila per monitorare la situazione politica 

 

Il Presidente dell’Angola, Joao Lourenco, ha affermato che il suo governo è in costante contatto con il Presidente congolose Jospeph Kabila per monitorare la transizione politica.

Lourenco ha affermato che i colloqui con Kabila sono soltanto consultivi e che sta al Presidente del Congo seguire i consigli o meno.

‘‘Tutto ciò che vogliamo è che l’accordo sia rispettato, perché in caso di fallimento ci potranno essere disordini politici e sociali” ha dichiarato Lourenco.

Il mandato di Kabila è terminato nel 2016, ma è rimasto in carica per una norma costituzionale che prevede che possa rimanere al potere fino a quando non venga eletto il suo successore. Il governo ha posticipato le elezioni vari volte, citando problemi logistici. L’ultima data che è stata stabilita è il 23 dicembre 2018.

L’opposizione, che collabora insieme alla potente Chiesa cattolica nel Paese, ha organizzato manifestazioni chiedendo a Kabila di dichiarare che non si ricandiderà, ma molte proteste sono state represse dalla polizia .

Due settimane fa, Lourenzo ha incontrato il Presidente del Rwanda Paul Kagme e il Presidente francese Emannuel Macron per discutere della situazione in Congo. Le autorità di Kinshasa hanno protestato per l’incontro affermando che nessuna ingerenza esterna sarà accettata senza un coinvolgimento diretto del Congo.

L’opposizione ha espresso preoccupazione per le numerose azioni intraprese dal partito di governo come i poster e i manifesti di Kabila sparsi in tutto il Paese e un video promozionale rilasciato una settimana fa che illustra gli obiettivi raggiunti da Kabila.

Alla domanda se l’Angola e i suoi partner interverranno nel caso in cui Kabila violerà l’accordo, Lourenco ha detto che “ogni intervento sarà fatto nell’interesse di mantenere la stabilità nella regione”.

Fonte:  All Africa News  http://www.africanews.com/2018/06/15/angola-s-president-says-in-talks-with-dr-congo-s-kabila-about-political/

 

14 giugno, Zimbabwe, Mnangagwa e Chamisa si sono candidati per le prime elezioni post Mugabe

Il Presidente Emmerson Mnangagwa si è candidato per le prime elezioni presidenziali post Mugabe, mentre il suo rivale Nelson Chamisa spera di raccogliere i voti dei più giovani.

I governi occidentali e gli investitori guardano con interesse alle lezioni presidenziali del 30 luglio.

Mnangagwa e Chamis stanno facendo campagna elettorale con la promessa di rivitalizzare l’economia paralizzata dall’eredità di continue ribellioni nelle campagne.

Il partito di governo ZANU_PF ha affermato che lo Zimbabwe è ad un punto critico di trasformazione che richiede l’esperienza politica di Mnangagwa.

Chamisa, il leader di 40 anni del Movement for Democratic Change (MDC), ha dichiarato invece che il Presidente mercoledì è responsabile dei problemi economici del Paese, visto che è stato nel governo di Mugabe dal 1980.

Il Paese non ha un sistema di sondaggi ufficiale, ma un sondaggio non ufficiale ha rilevato la scorsa settimana che il 42% della popolazione è a favore di Mnangagwa, il 31% per Chamisa e il 25% non ha risposto.

Mnangagwa ha il sostegno dell’esercito.

Chamisa invece deve affrontare una opposizione divisa.

Joice Mujuru, deputata di Mugabe per 10 anni prima di essere cacciata dal partito nel 2014, e Thokozani Khupe, che guida una fazione separatista del partito di MDC, si sono candidati alle elezioni presidenziali. Altri quattro candidati minori si sono registrati per le elezioni.

I tentativi di Chamisa di allearsi con Mujuri e Khupe sono falliti

Se nessun candidato presidenziale avrà la maggioranza assoluta ci sarà ballottaggio a settembre.

Fonte:  All Africa News http://www.africanews.com/2018/06/14/mnangagwa-chamisa-register-for-first-post-mugabe-election/

 

13 giugno, Sud Sudan, Il leader dei ribelli avrà colloqui con il Presidente a Addis Ababa

 

Il leader dei ribelli del Sud Sudan Riek Machar ha accettato l’invito del Primo Ministro etiope per discutere con il Presidente del Sud Sudan Salva Kiir a Addis Abada la prossima settimana, ha affermato mercoledì un portavoce del Presidente Machar.

Machar, che è agli arresti domiciliari in Sud Africa, è stato invitato dal Primo ministro etiope Abiy Ahmed per partecipare ai colloqui il 20 giugno.

Non c’è stato alcun commento immediato da parte governo del Sud Sudan.

L’incontro sarà il  primo fra Kiir e Machar, ex vice presidente del Sud Sudan, da quando un accordo di pace fra il governo e il gruppo dei ribelli di Machar è saltato nell’agosto 2016.

Centinaia di persone sono morte nella guerra civile  che è scoppiata nel Sud Sudan nel 2013 quando le truppe fedeli a Machar hanno lanciato un attacco al governo. Entrambe le parti sono accusate dalle Nazioni Unite di atrocità contro i civili.

Fonte: All Africa News

https://af.reuters.com/article/topNews/idAFKBN1J91P5-OZATP

 

12 giugno,  Sudan  – Le Nazioni Unite riducono le forze di peacekeeping in Darfur

 

Il Segretario ONU per le operazioni di pace, Jean-Pierre Lacroix, ha affermato lunedì che diminuirà la forza di pace in Darfur.

Il piano prevede di ridurre le truppe da 8735 a 4050 entro giugno 2019, e la polizia sarà ridotta dal 2500 a 1870.

Lacroix ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza che la situazione in Darfur è cambiato sensibilmente nella giusta direzione

Le forze di pace si focalizzeranno nella regione montuosa di Jebel Marra, dove i combattimenti continuano fra le forze di governo sudanesi e i gruppi ribelli.

Il Consiglio di Sicurezza voterà il piano il 28 giugno quando sarà rinnovato il mandato della missione di pace.

Il livello di violenza è significativamente diminuito negli ultimi anni e Kartoum crede che il conflitto sia ormai concluso.

Nell’ultimo anno, iI Consiglio di Sicurezza dell’ONU si è dichiarato d’accordo nel ridurre la missione organizzata insieme all’Unione Africana, che è stata una delle più costose nella storia delle missioni di pace. La riduzione ha portato in due fasi il personale da 11.400 a 8735 nel giugno 2018.

Il conflitto è scoppiato nel 2003 fra forze sudanesi e le forze ribelli delle minoranze etniche marginalizzate dal governo centrale.

Secondo le Nazioni Unite il conflitto in Darfur ha causato circa 300.000 morti e più di 2 milioni e mezzo di persone hanno dovuto abbandonare le loro case.

Fonte: Reuters, http://www.africanews.com/2018/06/12/un-to-halve-its-joint-au-peacekeeping-force-in-darfur/

 

11 giugno, Tanzania – La Tanzania ordina di chiudere tutti I siti dei blogger non registrati

La Tanzania ha ordinato a tutti i blogger non registrati e ai forum online di sospendere immediatamente i lori siti  o dovranno affrontare una azione penale.

Molti siti, inclusi siti popolari come Jamiiforums, hanno dichiarato lunedì che temporaneamente  chiuderanno  dopo che la Communications Regulatory Authority (TCRA) gli ha avvisati di intraprendere azioni legali contro i siti senza licenza.

I regolamenti approvati in marzo hanno reso obbligatorio per i blogger e i proprietari di forum online come Youtube di registrarsi presso il governo e di pagare una licenza di 900 dollari all’anno. IL reddito pro capite in Tanzania è leggermente sotto i 900 dollari all’anno.

Gli attivisti digitali hanno affermato che la legge è parte di un inasprimento del dissenso e della libertà di espressione da parte del governo guidato da John Magufuli, eletto nel 2015. I funzionari del governo hanno invece affermato che le nuove regole mirano a contrastare l’incitamento all’odio e altri crimini online, come il cyberbullismo e la pornografia.

Azioni legali possono essere intraprese contro i siti non registrati che postano nuovi contenuti.

Chiunque non rispetti la nuova legge può pagare sanzioni fino a 5 milioni di scellini tanzaniani e/o rischiare 12 mesi di prigione.

Jamiiforums ha dichiarato che chiuderà la piattaforma di discussione online.

Secondo Il gruppo francese Reporters Without Borders la nuova legge ucciderà la blogsphera tanzaniana.

In questo ultimo anno anche Uganda e Kenya hanno regolato i siti internet con nuove leggi, sebbene meno restrittive di quelle della Tanzania.

Fonte: All Africa News https://af.reuters.com/article/africaTech/idAFKBN1JI1SU-OZATP

 Featured Image Source: flick.org