Rassegna settimanale 10 - 16 dicembre 2018: Africa Subsahariana

Rassegna settimanale 10 – 16 dicembre 2018: Africa Subsahariana

12 dicembre, Repubblica centrafricana – Arrestato leader accusato di crimini di guerra

Le autorità francesi hanno arrestato il leader della milizia Anti-Balaka – Patrice-Edouard Ngaissona – sospettato di aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità nella Repubblica centroafricana e lo consegneranno alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja. Il leader avrebbe portato avanti sistematicamente attacchi contro la popolazione musulmana nel 2013-2014. Ngaissona, che nega qualsiasi accusa, era anche stato eletto nella Commissione esecutiva della Confederazione africana di calcio, nonostante le obiezioni di Human Rights Watch.

Fonte: Reuters

Link:https://af.reuters.com/article/centralAfricanRepublicNews/idAFL8N1YH4JB

13 dicembre, Repubblica centrafricana – Russia e Cina: astensione per il rinnovo della missione di peacekeeping

La Russia e la Cina si sono astenute durante la votazione alle Nazioni Unite per estendere la missione di peacekeeping nella Repubblica Centroafricana poiché la Francia non avrebbe fatto riferimento nel testo della risoluzione agli sforzi fatti dalla Russia per aiutare la nazione.  I rimanenti 13 membri dei Consiglio di Sicurezza hanno votato a favore del rinnovo annuale della missione, dispiegata per la prima volta nel 2014 e che ha portato sul suolo africano più di 12000 ufficiali, tra esercito e polizia.

L’Ambasciatore americano Jonathan Cohen ha dichiarato in seguito alla votazione “Assistere il governo della Repubblica centroafricana non è una competizione. Nell’aiuto ad una delle nazioni più povere al mondo nel raggiungimento della pace e dello sviluppo, non c’è alcun posto per la gelosia”.

Fonte: The Reuters

Link:https://af.reuters.com/article/centralAfricanRepublicNews/idAFL1N1YJ01H

Africa – Svelata la nuova strategia americana nel continente africano

L’amministrazione Trump ha rivelato la nuova strategia rivolta al continente africano, la quale mira a combattere le prassi “predatorie” di Cina e Russia e a metter fine a quelle che vengono definite “ assistenza indiscriminata” e “missioni umanitarie non produttive, fallimentari e incomprensibili.. vogliamo qualcosa in più da mostrare agli americani che hanno guadagnato con fatica e che pagano assiduamente le tasse”. A dichiararlo è stato il consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, il quale ha espresso l’intenzione di voler mettere al primo posto gli interessi americani e di voler puntare sul commercio e sulla contenzione della minaccia terroristica.

Questo avrà un rapido impatto sulle missioni di pace delle Nazioni Unite. Un cambiamento c’è già stato nelle missioni di pace nell’Africa subsahariana ad esempio, o sul rifiuto di estendere la missione in Repubblica centroafricana, o sulla minaccia di tagliare i fondi per la missione nella Repubblica Democratica del Congo da rinnovare entro fine anno.

Fonte: The Guardian

Link: https://www.theguardian.com/us-news/2018/dec/13/us-john-bolton-africa-policy-russia-china

14 dicembre, Repubblica Democratica del Congo – Le Nazioni Unite preoccupate per l’esplosione di violenza alla vigilia delle elezioni

Il Presidente dei diritti umani delle Nazioni Unite – Michelle Bachelet – ha richiamato i leader e le autorità congolesi, chiedendo loro formalmente di fermare l’uso della violenza e dei discorsi che incitano all’odio, in vista delle elezioni presidenziali del 23 dicembre. La campagna elettorale era stata abbastanza pacifica fino a questa settimana, quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui magazzini e le sedi delle opposizioni, distruggendo migliaia di macchine per il voto e scatole elettorali.

Il voto rappresenta il primo tentativo per trasferire il potere politico verso una vera democrazia, ma la violenza emersa e le preparazioni caotiche hanno fatto riemergere le paure e i timori delle elezioni del 2006 e del 2011. Nell’ultima conferenza, il portavoce del governo Lambert Mende ha dichiarato di aver rinforzato i controlli, affermando che i veri responsabili delle violenze fossero gli oppositori. Martin Fayulu e Felix Tshisekedi, i principali oppositori del partito presidenziale hanno negato qualsiasi forma di coinvolgimento nelle violenze, incolpando a loro volta il governo dell’accaduto.

Fonte: Reuters

Link:https://af.reuters.com/article/centralAfricanRepublicNews/idAFL8N1YJ2PE

 

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