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Rassegna settimanale 23-29 marzo 2020: Cina e Corea del Nord

23 marzo 2020, Cina – La Cina sta cercando di riscrivere il presente

Il revisionismo attuato dal PCC è sempre avvenuto nell’ottica di persuadere l’audience nazionale. Con lo scoppio del COVID-19 e le devastanti conseguenze, invece, sembra che la Cina stia puntando a un pubblico più vasto, globale. La dilagante epidemia ha portato la Cina a cercare di oscurare il più possibile la fonte del coronavirus, soprattutto a mezzo di campagne di disinformazione sui media tradizionali e sui social media e tramite l’espulsione di giornalisti stranieri attivi in Cina. Già dal 2009, l’espansione dei media statali cinesi all’estero è avvenuta con l’organizzazione di spedizioni di ricerca e apprendimento, spesso gratuiti, per migliaia di giornalisti non cinesi in Cina e stipulando accordi di condivisione di contenuti con fornitori di notizie stranieri. La Cina ha lentamente acquisito nuovi strumenti con i quali dare nuova forma al panorama globale delle informazioni e riscrivere una solida narrativa a suo favore. Alla fine di gennaio una nuova teoria circolava su Wechat, sostenendo che l’origine del virus potesse non essere la Cina. Successivamente, l’epidemiologo Zhong Nanshan ha in qualche modo appoggiato suddetta teoria, affermando che il virus fosse una malattia umana, non di un Paese specifico. A marzo, il portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian, dava adito a una teoria di cospirazione secondo la quale i militari americani sarebbero stati i portatori del virus in Cina. La notizia fu poi fatta circolare su Twitter, social media bannato in Cina, da dozzine di ambasciate cinesi nel mondo. Al di là dell’indiscussa dimostrazione di solidarietà dei professionisti cinesi accorsi in aiuto delle nazioni in difficoltà, quanto più l’Occidente troverà difficoltà nel gestire l’emergenza epidemiologica, tanto più il supporto del governo di Pechino all’Occidente acquisirà valore politico.

Fonte: Foreign Policy

Link: https://foreignpolicy.com/2020/03/23/china-is-trying-to-rewrite-the-present/

24 marzo 2020, Cina – La Cina verso il sollevamento del blocco per il virus a Wuhan l’8 aprile

In seguito alla dichiarazione del governo provinciale, la gente di Wuhan potrà lasciare la città e la provincia dello Hubei a partire dall’8 aprile. La decisione di allentare le restrizioni sulla libera circolazione segue un netto azzeramento dei contagi registrato in data 19 marzo. Il Presidente Xi Jinping è ormai certo che la Cina abbia contenuto l’epidemia e superato la crisi. Nonostante la quarantena nello Hubei abbia scongiurato centinaia di migliaia di contagi, la necessità di cure prioritarie destinate ai pazienti COVID-19 ha messo in secondo piano tutti i pazienti con patologie diverse, ma altrettanto gravi e questo ha comportato che lo Hubei rimanesse la provincia con il più elevato tasso di mortalità.
La Cina è sulla via della guarigione, ma esiste il rischio di un riaffioramento dei contagi.

Fonte: Bloomberg

Link: https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-03-24/china-to-lift-lockdown-over-virus-epicenter-wuhan-on-april-8

25 marzo, Cina – Taiwan raddoppia il criticismo sul virus mentre la Cina denuncia un comportamento “disgustoso”

Taipei critica pesantemente la gestione dell’epidemia da parte della Cina, mentre Pechino accusa Taiwan di calunnia. L’epidemia ha ulteriormente inasprito i rapporti tra Pechino e Taipei. Taiwan ribadisce che Pechino ha ostacolato i suoi tentativi di ottenere informazioni sul virus direttamente dall’OMS e la Cina ha bloccato la membership di Taiwan all’OMS ritenendo l’isola solo una delle sue province. Il Premier taiwanese Su Tseng-chang ha accusato la Cina di aver oscurato l’emergere della crisi e di non aver dato ammonimenti in sufficiente anticipo al resto del mondo. Taiwan nel frattempo ha chiuso i confini, ma ha registrato un aumento di contagi causati dalle persone infette provenienti dall’estero.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/article/us-health-coronavirus-taiwan-china/taiwan-doubles-down-on-virus-criticism-as-china-denounces-disgusting-behavior-idUSKBN21C16U

26 marzo, Corea del Nord – Un gruppo di spie d’elite ha utilizzato vulnerabilità 5 zero-day per hackerare i nordcoreani

I ricercatori di cybersecurity del Google Thread Analysis Group (TAG) hanno rivelato che un gruppo di hacker ha utilizzato 5 vulnerabilità zero-day, ossia delle vulnerabilità di sicurezza informatiche non riscontrate e sconosciute agli stessi sviluppatori dei software che li distribuiscono sul mercato, al fine di individuare nordcoreani o professionisti il cui lavoro abbia avuto un focus preciso sulla Corea del Nord nel 2019. Le operazioni di hackeraggio hanno sfruttato delle falle di Internet Explorer, Chrome e Windows per disseminare malware attraverso email phishing. Google si è astenuta dal commentare a riguardo, ma secondo Kaspersky, impresa di cybersecurity russa, è probabile che gli hacker in questione facciano parte di un gruppo chiamato DarkHotel, dietro il quale ci sono forti possibilità che si celi la Corea del Sud. Si pensa che il gruppo sia in attività dal 2007, ma Kaspersky gli ha dato un nome per la prima volta nel 2014, quando si scoprì che DarkHotel stava compromettendo le reti wifi di un hotel. Costin Raiu, Direttore del Global Research & Analysis Team, afferma che è altamente possibile che il gruppo operi da casa e che si tratti di persone con capacità elevatissime. Non stupisce tanto che la Corea del Sud stia spiando il nemico del nord che di frequente minaccia il lancio di missili, ma è sorprendente come in un solo anno siano stati individuati e sfruttati ben cinque punti vulnerabili di sistemi di sicurezza, a riprova che il gruppo di hacker possiede capacità e tecniche molto sofisticate.

Fonte: Wired

Link: https://www.wired.com/story/north-korea-hacking-zero-days-google/

27 marzo, Cina – Coronavirus: con l’aumento dei contagi d’importazione, la Cina vieta l’ingresso ai visitatori stranieri

La Cina ha annunciato un temporaneo divieto di ingresso ai visitatori stranieri nel Paese, anche a coloro in possesso del visto o del permesso di soggiorno, fatta eccezione per i diplomatici e per chi è in possesso di un visto C, solitamente si tratta di membri dell’equipaggio aereo. Sono inoltre previste eccezioni soltanto per le persone con bisogni umanitari di emergenza. La Cina registra 81.340 contagi e 3.292 morti e l’8 aprile verrà allentato il blocco a Wuhan.

Fonte: BBC

Link: https://www.bbc.com/news/world-asia-china-52059085

28 marzo, Cina – Il Ministro degli Esteri di Taiwan invita i reporter USA espulsi dalla Cina

Il Ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, ha invitato i giornalisti di tre importanti giornali americani a trasferirsi a Taiwan in seguito alla loro espulsione dalla Cina decisa da Pechino.
Il 18 marzo, infatti, la Cina ha revocato gli accrediti per i giornalisti statunitensi del The New York Times, Wall Street Journal e Washington Post basati in Cina, che avevano scadenza alla fine del 2020. Il governo cinese ha inoltre precisato che i giornalisti banditi dalla Cina non avrebbero potuto continuare a svolgere la propria professione nemmeno da Hong Kong, mentre prima questo era sempre stato possibile. Finora Taiwan ha ospitato un numero pressoché ridotto di giornalisti stranieri e nessuno dei tre giornali menzionati sopra si è mai stabilito in modo permanente sull’isola. La Cina ha incolpato i tre giornali per la situazione creatasi: il mese scorso, Washington ha richiesto che i giornalisti cinesi presenti negli USA si registrassero come membri di missioni diplomatiche in risposta alla crescente repressione del giornalismo indipendente in Cina. All’inizio della settimana, i tre giornali hanno poi chiesto in una lettera aperta alla Cina di rivedere la propria posizione su quanto accaduto per evitare una situazione spiacevole nel pieno di una circostanza così delicata come la crisi sanitaria mondiale.

Fonte: Reuters

Link: https://www.reuters.com/article/us-usa-china-media-taiwan/taiwan-foreign-minister-invites-u-s-reporters-expelled-by-china-idUSKBN21F09G

29 marzo, Cine – Il governo Johnson s’infuria con la Cina, convinto che i casi cinesi siano 40 volte quelli dichiarati

Il Primo Ministro del Regno Unito, Boris Johnson è furioso con la Cina per la sua gestione della crisi sanitaria. Il governo inglese ha accusato Pechino di diffondere disinformazione sulla gravità dello scoppio del coronavirus nei suoi confini e di mentire sul numero dei decessi: la Cina ha dichiarato in tutto 3.304 morti, ma solo a Wuhan si conterebbero 42.000 morti, secondo Radio Free Asia. Inoltre, gli inglesi accusano la Cina di voler accrescere il proprio potere economico e politico attraverso gli aiuti che Pechino si sta impegnando a fornire ai Paesi in difficoltà per il coronavirus. Questa presa di posizione nei confronti della Cina potrebbe inoltre portare Johnson ad abbandonare l’idea di affidare a Huawei lo sviluppo delle infrastrutture 5G nel Regno Unito.

Fonte: Business Insider

Link: https://www.businessinsider.com/coronavirus-boris-johnsons-government-reportedly-furious-with-china-2020-3?IR=T

(Featured image source: Visuals on Unsplash)