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Rassegna settimanale 20-26 giugno 2022: Sud-est asiatico

20 giugno, Singapore – Singapore propone regole di “sicurezza online” per rimuovere o bloccare i contenuti dannosi dei social media

Singapore propone leggi che concedono alle autorità il potere di ordinare ai servizi di social media di rimuovere o bloccare i contenuti online ritenuti dannosi, in particolare per i più giovani.

Le regole previste richiedono anche che le piattaforme social implementino standard e processi di moderazione dei contenuti per proteggere gli utenti, ha affermato lunedì il ministro delle comunicazioni Josephine Teo in un post su Facebook.

Singapore ha difeso a lungo la necessità di leggi per controllare i contenuti su Internet, affermando che la nazione insulare è particolarmente vulnerabile alle notizie false e alle campagne di disinformazione dato che è un centro finanziario con una popolazione multietnica che gode di un ampio accesso a Internet.

Ma i critici temono che le leggi emanate di recente, come quelle che vietano l’interferenza straniera nella politica locale e che regolano le falsità online, possano essere utilizzate per arginare il dissenso o male applicate perché definite in modo troppo vago.

Facebook di Meta Platforms Inc. è tra coloro che hanno espresso preoccupazione per la legge sulle fake news di Singapore. I giganti di Internet statunitensi come Meta e Alphabet Inc. sono sottoposti a crescenti pressioni in tutto il mondo per frenare la diffusione della disinformazione sulle loro piattaforme globali, più recentemente in merito alla pandemia di coronavirus. I governi sono preoccupati per la loro influenza in un’era in cui sempre più persone ottengono le loro notizie online e attraverso i social media.

Secondo le leggi proposte, esempi di contenuti che potrebbero essere bloccati includono video in live streaming di sparatorie di massa e sfide virali sui social media che incoraggiano i giovani a eseguire acrobazie pericolose.

Fonte: South China Morning Post
Link: https://www.scmp.com/news/asia/southeast-asia/article/3182462/singapore-seeks-online-safety-rules-remove-or-block

21 giugno, Thailandia – La polizia ha accusato un ex deputato di aver insultato la monarchia in un tweet

La polizia thailandese ha accusato un ex deputato dell’opposizione del reato di lesa maestà per le richieste di riformare la potente monarchia del paese, mentre le autorità intensificano la repressione delle critiche e del dissenso.

Piyabutr Saengkanokkul è il secondo ex dirigente dell’ormai sciolto Future Forward Party, che è arrivato terzo alle elezioni generali del 2019, ad essere accusato ai sensi della legge sulla diffamazione della monarchia. Thanathorn Juangroongruangkit, leader del partito e critico di alto profilo del governo, è stato accusato dello stesso reato l’anno scorso per aver criticato la strategia nazionale di vaccinazione contro il Covid-19, che secondo lui faceva troppo affidamento su una società di proprietà del re Maha Vajiralongkorn.

“Come può la società thailandese andare avanti quando le discussioni accademiche possono essere perseguite?” ha detto Piyabutr, che ha negato l’accusa. “Dovremmo essere in grado di discutere la questione delle riforme della monarchia in uno spazio sicuro, e riuscire a crearlo è stata la mia missione”.

La monarchia thailandese ha visto un maggiore controllo del suo operato negli ultimi anni, con un movimento di protesta senza precedenti nel 2020 che ha chiesto maggiore trasparenza e responsabilità da parte dell’istituzione.

Il governo guidato dal leader Prayut Chan-O-cha ha difeso l’uso della legge sulla lesa maestà, affermando che proteggere la monarchia è una questione di salvaguardia della sicurezza nazionale.
Più di 40 casi sono stati aperti ai sensi di tale legge solo quest’anno dopo che la Corte costituzionale thailandese aveva stabilito l’anno scorso che le richieste dei manifestanti di riformare la monarchia violavano una disposizione nella Carta redatta dai militari che vieta qualsiasi mossa per “rovesciare” l’istituzione reale.

La scorsa settimana, tre influencer sui social media sono stati anche accusati di diffamazione della monarchia per una pubblicità video per la piattaforma di e-commerce Lazada che i realisti avevano affermato deridere i membri della famiglia reale.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/thai-police-charge-ex-lawmaker-with-insulting-monarchy-in-tweet

22 giugno, ASEAN – I ministri della Difesa dell’ASEAN concordano di rafforzare la cooperazione regionale

La 16a edizione dell’Asean Defence Ministers’ Meeting (ADMM) si è tenuta in presenza nella capitale cambogiana Phnom Penh, dopo due anni di incontri virtuali dovuti alla pandemia di coronavirus.

I ministri della Difesa hanno adottato una dichiarazione congiunta sulla cooperazione in materia di difesa per rafforzare la solidarietà per una sicurezza armonizzata. Mercoledì il ministero della difesa ha affermato che “la dichiarazione firmata ha riaffermato l’impegno dei paesi a rafforzare il dialogo strategico e la cooperazione pratica attraverso l’ADMM e l’ADMM-Plus come architetture di sicurezza chiave nella regione e ha evidenziato l’importanza della centralità dell’ASEAN e la necessità di sostenere un ordine basato sulle regole del diritto internazionale.”

L’ADMM-Plus è un dialogo che coinvolge Asean e Australia, Cina, India, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Russia e Stati Uniti.

Il ministro della Difesa, Ng Eng Hen, ha affermato che le discussioni all’ADMM sono state produttive e hanno coperto una serie di questioni di sicurezza attuali, comprese le minacce informatiche. L’incontro ha infatti portato all’adozione del mandato dell’ADMM Cybersecurity and Information Center of Excellence (ACICE), che esplicita l’ambito delle sue attività. Situato a Singapore, l’ACICE è stato istituito lo scorso anno per condividere informazioni e sviluppare capacità e competenze per contrastare le minacce nei domini informatici e cybernetici.

Il dott. Ng ha aggiunto che l’ADMM ha emesso una dichiarazione congiunta, che sollecitava la rapida implementazione di un codice di condotta nel Mar Cinese Meridionale.Ha anche sottolineato gli sforzi dell’ASEAN per realizzare una transizione pacifica alla normalità in Myanmar attraverso l’attuazione del accordo in cinque punti proposto dai leader dell’ASEAN nell’aprile 2021.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/singapore/politics/asean-defence-ministers-meet-in-person-after-two-years-of-virtual-meetings

23 giugno, Myanmar – Aung San Suu Kyi trasferita in carcere in isolamento

La deposta leader del Myanmar Aung San Suu Kyi è stata trasferita dagli arresti domiciliari all’isolamento in un complesso carcerario nella capitale Naypyitaw, ha detto una fonte a conoscenza del caso.

Dal colpo di stato dell’anno scorso, Suu Kyi è stata agli arresti domiciliari in un luogo imprecisato a Naypyitaw, accompagnata da diversi domestici e dal suo cane. Il premio Nobel, 77 anni, ha lasciato quei locali solo per assistere alle udienze per il suo processo in tribunale.

Le future udienze che la riguardano si svolgeranno all’interno di un’aula di tribunale presente all’interno del complesso carcerario stesso.

Un portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che i funzionari dell’organismo internazionale erano “molto preoccupati” per la signora Suu Kyi. La mossa della giunta “va contro tutto ciò che chiedevamo, ovvero il suo rilascio e il rilascio di tutti gli altri prigionieri politici”, ha detto ai giornalisti Stephane Dujarric dal quartier generale delle Nazioni Unite.

Da quando ha preso il potere, il governo militare del Myanmar ha arrestato migliaia di manifestanti pro-democrazia, molti dei quali hanno dovuto affrontare processi segreti che i gruppi per i diritti umani hanno denunciato come politicamente motivati.

Agli avvocati della signora Suu Kyi è stato vietato di parlare con i media, con i giornalisti esclusi dal suo processo e la giunta ha respinto le richieste dei diplomatici stranieri di incontrarla.

“Quello che stiamo vedendo è che la giunta birmana si sta muovendo verso una fase molto più punitiva, nei confronti di Aung San Suu Kyi”, ha affermato Phil Robertson, vicedirettore per l’Asia di Human Rights Watch, aggiungendo che si sta “ovviamente cercando di intimidire lei e i suoi sostenitori”.

Già sotto il precedente regime militare, Suu Kyi aveva trascorso lunghi periodi agli arresti domiciliari nella sua villa di famiglia a Yangon, la città più grande del Myanmar. Nel 2009, ha trascorso circa tre mesi nella prigione Insein a Yangon durante i quali è stata processata con l’accusa di ospitare un americano che aveva attraversato un lago a nuoto per farle visita mentre si trovava agli arresti domiciliari.

Ad oggi è già stata condannata ad 11 anni di carcere per corruzione, istigazione contro i militari, violazione delle restrizioni legate al Covid-19 e violazione di una legge sulle telecomunicazioni.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/myanmars-suu-kyi-moved-to-solitary-confinement-in-prison

24 giugno, Filippine – Un procuratore della Corte Penale Internazionale cerca di riaprire le indagini sulla guerra alla droga

Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale (CPI) ha dichiarato venerdì di aver chiesto ai giudici l’autorizzazione a riprendere “il più rapidamente possibile” le sue indagini sulla cosiddetta guerra alla droga nelle Filippine.

I giudici lo scorso settembre avevano autorizzato il procuratore Karim Khan a indagare su presunti crimini contro l’umanità commessi tra il 1 novembre 2011 e il 16 marzo 2019. Tuttavia, l’indagine era stata sospesa lo scorso novembre dopo che il governo filippino aveva dichiarato in una lettera al procuratore Khan che stava già investigando sui crimini in questione e che quindi la corte internazionale non aveva giurisdizione. “Il tribunale può esercitare la giurisdizione solo laddove i sistemi legali nazionali non lo facciano, il che non è certamente il caso delle Filippine”, si legge infatti nella lettera.

Khan sta ora cercando di riprendere la sua indagine, affermando che la dilazione richiesta dalle Filippine non è giustificata e che bisogna riprendere il prima possibile ad investigare.

Secondo le dichiarazioni del governo, più di 6.000 sospetti trafficanti di droga sono stati uccisi, ma i gruppi per i diritti umani affermano che il bilancio delle vittime è considerevolmente più alto e dovrebbe includere anche i molti omicidi irrisolti compiuti da parte di uomini armati a bordo di motociclette, che potrebbero essere stati dispiegati dalla polizia stessa.

L’ex presidente filippino Rodrigo Duterte ha difeso la repressione come “legittimamente diretta contro i signori della droga e gli spacciatori che per molti anni hanno rovinato la società, in particolare le generazioni più giovani”.

Duterte ha negato di aver condonato le uccisioni extragiudiziali di sospettati di droga, sebbene li abbia apertamente minacciati di morte e abbia ordinato alla polizia di sparare a coloro che oppongono resistenza all’arresto.

Fonte: AP News
Link: https://apnews.com/article/crime-international-criminal-court-government-and-politics-cf54ebba76ad800acf57195e1a64fe5c

25 giugno, Filippine – Le Filippine abbandonano i colloqui congiunti per l’ esplorazione energetica con la Cina

Il ministro degli Esteri filippino ha dichiarato che i colloqui sull’esplorazione energetica congiunta tra il suo paese e la Cina nel Mar Cinese Meridionale sono stati interrotti, citando come ragione vincoli costituzionali e questioni di sovranità.

I due paesi hanno combattuto per decenni per la sovranità marittima e dal 2018 si erano impegnati in attività congiunte di esplorazione alla ricerca di petrolio e gas nella zona economica esclusiva (ZEE) delle Filippine, nonostante anche la Cina la rivendicasse.

Le Filippine, che dipendono in modo schiacciante dalle importazioni di carburante, hanno lottato per trovare partner stranieri che le aiutassero a sfruttare le loro riserve energetiche offshore a causa delle rivendicazioni avanzate dai cinesi.

I due paesi avevano invece promesso di lavorare insieme, facilitati dalla volontà del presidente filippino uscente Rodrigo Duterte di instaurare legami più forti con la Cina.

Ma molti esperti dubitavano che fosse possibile rispettare tale impegno a causa di sensibilità politiche e avvertivano che qualsiasi accordo per condividere le risorse energetiche avrebbe potuto essere visto come una legittimazione delle pretese dell’altra parte, o come una cessione di territorio sovrano.

Una sentenza arbitrale internazionale del 2016 ha chiarito che le Filippine avevano il diritto sovrano di sfruttare le riserve energetiche all’interno dei 320 Km della loro ZEE, ma la Cina, che rivendica circa il 90% del Mar Cinese Meridionale come suo territorio, ha rifiutato di riconoscere tale decisione.

I due paesi hanno istituito un comitato speciale per capire come esplorare congiuntamente quelle aree, senza dover affrontare la delicata questione della sovranità. Ma Locsin ha affermato che ciò non può essere effettuato senza violare la costituzione filippina o senza che il governo cinese rinunci alle sue affermazioni e che il presidente Duterte ha chiesto di conseguenza la cancellazione dei colloqui.

Fonte: The Straits Times
Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/philippines-abandons-joint-energy-exploration-talks-with-china

26 giugno, Indonesia – Il presidente Widodo visiterà l’Ucraina e la Russia in una missione di peace-building

Il presidente indonesiano Joko Widodo ha dichiarato domenica che esorterà i suoi omologhi russi e ucraini a dare spazio al dialogo durante una missione di peace-building nei paesi in conflitto e chiederà al russo Vladimir Putin di ordinare il cessate il fuoco immediato.

“La guerra deve essere fermata e le catene di approvvigionamento alimentare globali devono essere riattivate”, ha detto Jokowi, come è popolarmente noto il presidente, prima di partire per la Germania per partecipare al vertice del G7 della prossima settimana.

Separatamente, il ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi ha affermato che i prodotti alimentari e fertilizzanti provenienti da Russia e Ucraina devono essere “reintegrati nel mercato globale, nonostante la guerra”. “È necessario garantire un corridoio del grano dall’Ucraina e aprire le esportazioni di cibo e fertilizzanti dalla Russia. Tutti i paesi devono astenersi da azioni che esacerbano ulteriormente questa crisi alimentare”, ha affermato domenica Marsudi in una dichiarazione.

L’Indonesia ha condannato la guerra e ha espresso solidarietà agli ucraini. Tuttavia, Jokowi ad aprile ha dichiarato di aver rifiutato di soddisfare la richiesta di armi da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy.

Fonte: Reuters
Link: https://www.reuters.com/world/asia-pacific/indonesia-president-visit-ukraine-russia-peace-building-mission-2022-06-26/

 

(Featured image source: Flickr United Nations photos)