Rassegna settimanale 12-18 Febbraio: Giappone e Corea del Sud

Rassegna settimanale 12-18 Febbraio: Giappone e Corea del Sud

12 Febbraio, Giappone – Da quando il Ministero della Giustizia ha rafforzato le proprie posizioni, sempre più overstayers, tra cui i richiedenti asilo, vengono ri-detenuti.

Kilic Metin, di origine curda, arrivò in Giappone nel 1997, a 48 anni, in fuga dalla Turchia, dove rischiava la vita perché sospettato di avere legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, classificato come organizzazione terroristica dal Governo del Paese. Ma le autorità giapponesi hanno rifiutato la sua richiesta di asilo cinque volte.

Come mostrano i dati ufficiali pubblicati, il Giappone si sta preparando in vista dei Giochi Olimpici del 2020 e molte persone, che si trovano illegalmente su suolo giapponese, sono state rinchiuse in centri di detenzione dopo essere state precedentemente rilasciate con la condizionale.

Negli ultimi cinque anni, il numero degli overstayers, ossia coloro che si trattengono fuori termine, si è quadruplicato, in parte dovuto a quegli individui rilasciati che hanno violato il divieto di lavoro. Ma i loro sostenitori protestano contro questi trattamenti, giudicati inumani, dal momento che molte di queste persone sono richiedenti asilo e hanno bisogno di un lavoro per vivere.

“Come posso vivere senza un lavoro?” ha chiesto Metin, rilasciato dalla detenzione a dicembre.

La posizione del Governo potrebbe essere letta come un tentativo di rafforzare il controllo sui richiedenti asilo. Il Giappone riceve continue critiche dalla Comunità Internazionale per il proprio atteggiamento chiuso nei confronti dei rifugiati. Nel 2016, ha riconosciuto il diritto di asilo solamente a 28 persone, circa lo 0,3% del totale delle domande.

In linea di principio, coloro che non hanno il permesso di residenza o sono soggetti ad espulsione, vengono temporaneamente rinchiusi. Queste persone non vengono subito rimpatriate se sono richiedenti asilo o se il proprio Paese d’origine si rifiuta di riammetterle.

Alcuni vengono rilasciati provvisoriamente dai centri, a seconda del periodo di detenzione, delle condizioni fisiche e altri fattori. Il rilascio, però, è permesso a condizione che questi non lavorino. Se le domande d’asilo vengono respinte o nel caso in cui vi sia la violazione del divieto di lavoro, queste persone vengono rinchiuse nuovamente nei centri.

Tuttavia, le autorità, che riconoscono la necessità dei richiedenti asilo di lavorare, non avevano ancora applicato rigidamente la legge fino ad ora. I dati mostrano una crescita del numero dei rifugiati ‘ri-detenuti’, da 121 nel 2012 a 474 nel 2016. A partire dallo scorso settembre, i grafici mostrano 434 casi: 3.555 detenuti erano stati rilasciati a titolo provvisorio alla fine del 2016, di cui circa la metà erano richiedenti asilo.

Il Governo ha gradualmente intensificato la supervisione del sistema di rilascio provvisorio e ha predisposto una sezione apposita, composta da 50 membri, all’interno dell’Agenzia dell’Immigrazione di Tokyo.

“Se i crimini commessi dagli stranieri dovessero aumentare, sarebbe negativo per le Olimpiadi del 2020,” ha dichiarato un rappresentante del governo, nonostante abbia ammesso non ci siano dati specifici che dimostrino questo aumento di criminalità legato alla componente straniera.

A dicembre, l’Associazione degli Avvocati per i rifugiati ha chiesto al Ministero della Giustizia di fermare queste indagini invasive sulle condizioni di vita degli overstayers rilasciati, accusando di provocare in questo modo disagio ai rifugiati.

Lo scorso agosto, Metin è stato rinchiuso nuovamente, non essendo riuscito ad estendere il termine del proprio rilascio provvisorio. Egli ha ammesso di essere stato scoperto a violare la condizionale, lavorava infatti per una ditta di costruzioni.

Adesso vive in un appartamento nella prefettura di Saitama. Dice di non poter lavorare, per paura di essere rinchiuso di nuovo e non può, quindi, mandare soldi alla propria famiglia in Turchia. Ha anche detto di aver perso 6 kg durante la detenzione. Molti immigrati illegali, che vengono rilasciati su condizionale, fanno fatica ad andare avanti, ci sono stati anche casi di suicidio, secondo i sostenitori.

“Proibire a queste persone di lavorare è una violazione dei diritti umani e le priva del diritto alla vita,” ha dichiarato uno dei sostenitori.

Fonte: Japan Times https://www.japantimes.co.jp/news/2018/02/12/national/social-issues/illegal-overstayers-re-detained-detention-centers-released/#.WosX5kxFzIU

13 Febbraio, Corea del Sud – Moon e il dilemma delle esercitazioni congiunte

Ora che la Corea del Nord apre finalmente uno spiraglio di speranza per un futuro miglioramento dei rapporti tra le due Coree, il Presidente Moon Jae-in si trova di fronte all’increscente dilemma riguardo alle esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti.

Lunedì, il leader nordcoreano Kim Jong-un, in un incontro con la propria delegazione rientrata a Pyongyang dopo la visita di tre giorni alle Olimpiadi Invernali, ha ordinato al regime di incrementare le relazioni bilaterali di pace con la Corea del Sud.

Questo inconsueto segnale di riconciliazione sta facendo alzare le probabilità di un possibile summit tra i due Paesi. In linea con la politica tenuta da Moon, che sottolinea la necessità di intraprendere una via di dialogo per fermare le minacce militari del governo di Pyongyang.

Tuttavia, la Repubblica di Corea deve affrontare una strada tortuosa, dal momento che Seoul e Washington hanno in piano di riprendere le consuete esercitazioni militari congiunte ad aprile. Hanno posticipato la data, che normalmente ricade sulla fine di febbraio e l’inizio di marzo, a causa delle Olimpiadi.

Queste esercitazioni congiunte, da anni, non fanno che innescare reazioni negative da parte del regime nordcoreano. Il Pentagono, nelle ultime settimane, ha riconfermato la propria decisione nel voler riprendere le esercitazioni appena finiti i Giochi Paraolimpici a metà marzo. Lla Corea del Sud, a riguardo, ha mantenuto un basso profilo sulla questione, senza scendere nei dettagli del piano di esercitazioni.

“Le date precise delle esercitazioni sono ancora da definire da entrambi i Paesi,” ha dichiarato il portavoce del Ministro degli Esteri. “Renderemo pubblici i dettagli a tempo debito”.

Il vicepresidente statunitense, Mike Pence, comunque, ha lasciato presagire un allentamento della linea dura contro la Corea del Nord. Dopo la propria visita di tre giorni a Seoul e PyeongChang, sembra abbia accennato a porre “massima pressione e impegno allo stesso tempo”.

Il segretario dello Stato, Rex Tillerson, ha anche fatto notare che il Paese è pronto per intraprendere rapporti diplomatici con la Corea del Nord. “Dipende tutto dai nordcoreani, decidere se sono pronti ad impegnarsi in trattative sincere con noi,” ha dichiarato lunedì in conferenza stampa.

Kim Kyung-hyup, del Partito Democratico di Corea, ha commentato che, in un’ottima di riconciliazione tra le due Coree, il Nord dovrebbe mettere fine alle minacce missilistiche e nucleari.

“Se il Nord pretende che noi smettiamo di fare esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti, il regime deve prima mostrarsi propenso a fermare la nuclearizzazione,” ha detto in una recente intervista alla radio. Solo in quel caso Seoul potrebbe ridiscutere i dettagli con Washington per una eventuale riduzione delle esercitazioni.

“In qualche modo, abbiamo bisogno di deviare lo scopo delle esercitazioni da offensivo a difensivo, dal momento che la Corea del Nord si è mostrata estremamente suscettibile riguardo a eventuali minacce al proprio Regime,” ha spiegato.

Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/nation/2018/02/356_244166.html

14 Febbraio, Giappone – La città di Fukuoka riconoscerà le coppie LGBT  a partire dal mese di aprile

FUKUOKA, Giappone – La città di Fukuoka, nel sud ovest del Giappone, ha dichiarato che inizierà a riconoscere le relazioni di gay, lesbiche, bisessuali e transgender come coppie di fatto a partire da aprile, diventando la settima amministrazione municipale ad ampliare il proprio sistema normativo, a dispetto di un sistema nazionale che non prevede alcun diritto per queste persone.

Con questa novità, la città fornirà alle coppie documenti autentici. Tuttavia, a differenza dei matrimoni “ufficiali”, il riconoscimento non prevede alcun diritto né obbligo legale, ma potrà essere utilizzato dalle coppie per prendere in affitto un’abitazione o disporre di trattamenti medici come se fossero familiari o parenti del soggetto in cura.

In Giappone, i distretti di Shibuya a Tokyo e Setagaya furono i primi a riconoscere le coppie dello stesso sesso nel 2015, seguiti dalle città di Iga, Takarazuka e Naha. Sapporo, famosa cittadina nel nord del Paese, ha iniziato lo scorso giugno.

A Sapporo e Fukuoka, le coppie la cui identità di genere non coincide con il proprio sesso vengono riconosciute come coppie di fatto nei registri di famiglia, nello stesso modo in cui vengono registrate quelle di sesso opposto. Queste ultime possono optare per un matrimonio legale, tuttavia, alcune scelgono di fare anch’esse unioni di tipo LGBT.

A novembre 2015, Koyuki Higashi, ex membro dell’associazione ‘all-woman Shibuya’, ha ricevuto il primo riconoscimento per coppie dello stesso sesso in Giappone sotto questo nuovo sistema, anche se poco dopo si è separato.

La città di Fukuoka sta anche considerando la possibilità di offrire servizi di consulenza per queste persone e organizzare eventi per la socializzazione. Il preventivo del budget verrà presentato alla prossima assemblea locale, prevista per lunedì.

Fonte: Japan Today, https://japantoday.com/category/national/fukuoka-city-to-recognize-lgbt-couples-from-april

15 Febbraio, Giappone – Abe e Trump d’accordo nel continuare a fare pressione alla Corea del Nord

Il Primo Ministro Shinzo Abe e il Presidente Donald Trump sono d’accordo nel continuare con la linea di pressione alla Corea del Nord, finché il governo di Pyongyang non abbandonerà il proprio programma missilistico e nucleare, ha dichiarato il Ministro degli Esteri giapponese giovedì.

I due leader hanno confermato, mercoledì notte, che non ci sarà alcun dialogo senza senso se la Corea del Nord non accetta prima di procedere con una “completa, verificabile e irreversibile denuclearizzazione”, ha continuato il Ministro. “Il dialogo fine a sé stesso non ha senso,” ha spiegato Abe ai giornalisti.

La scorsa settimana, il Presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, ha ricevuto un invito dal leader nordcoreano Kim Jong-un tramite la sorella, in visita ai Giochi Olimpici Invernali a PyeongChang. Il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, anch’egli in Corea del Sud per l’apertura delle Olimpiadi, ha dichiarato la propria disponibilità ad un eventuale dialogo con Pyongyang, al solo scopo di esortare il regime a fermare la proliferazione di armi nucleari.

Nel frattempo, il Giappone avrebbe intercettato un’imbarcazione segnata sulla lista nera dell’ONU coinvolta in quello che sembrerebbe l’ennesimo sospetto trasferimento navale illegale.

Il Ministro degli Esteri giapponese ha così riportato all’attenzione delle Nazioni Unite la petroliera nordcoreana, Rye Song Gang 1, coinvolta in un trasferimento di merci con la cisterna del Belize, Wan Heng 11, violando così le sanzioni imposte dall’ONU. Lo scambio ha avuto luogo martedì nel Mar Cinese Orientale, a circa 250 km a est di Shangai.

“Il Giappone ha il compito di cooperare con la Comunità Internazionale per aumentare la pressione sulla Corea del Nord,” ha detto il Ministro. La cisterna Rye Song Gang 1 era stata intercettata anche il mese scorso, ancora nel Mar Cinese Orientale, mentre intratteneva un trasferimento sospetto di merci con l’imbarcazione Yuk Tung, con bandiera dominicana, fatto già segnalato alle Nazioni Unite.

Fonte: The Asahi Shimbun, http://www.asahi.com/ajw/articles/AJ201802150015.html

16 Febbraio, Corea del Sud – Il Comitato Olimpico Internazionale annuncia la visita in Corea del Nord dopo i Giochi di PyeongChang

Secondo le ultime notizie, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (IOC), Thomas Bach, starebbe progettando una visita in Corea del Nord a fine Olimpiadi Invernali. Avrebbe rivelato questa sua intenzione durante un’intervista per Reuters, la scorsa settimana. L’invito da parte della Corea del Nord sarebbe stato parte dell’accordo tra il Comitato e le due Coree. La data esatta non è stata ancora fissata, ma la fine dei Giochi è prevista per il 25 febbraio.

“Tutte le parti in causa sono ben accette ad accogliere questo invito in Corea del Nord…,” ha riferito Bach al giornale. “Stiamo parlando della convenienza di questo incontro, per poter continuare il dialogo sportivo intrapreso. Vedremo cosa succederà.”

Non ha specificato il programma, ma ha lasciato intendere che questo incontro potrebbe aiutare ulteriormente la distensione militare tra le due Coree.

“Per quanto riguarda noi, noi dello sport, il dialogo proseguirà…,” ha detto, aggiungendo che il Comitato Internazionale è in costante contatto con il Comitato Olimpico nordcoreano.

Il 20 gennaio a Losanna, il Comitato Olimpico Internazionale e le due Coree avevano firmato un accordo per sistemare i dettagli della partecipazione della Corea del Nord ai Giochi Invernali 2018, tra cui il numero degli atleti, le discipline sportive a cui avrebbero preso parte e la marcia d’apertura sotto la stessa bandiera.

L’accordo è stato visto come un enorme passo avanti rispetto alle precedenti Olimpiadi, alle quali le due Coree non hanno mai marciato insieme per almeno più di 12 anni. In un’intervista per l’Agenzia giapponese Kyodo, Bach ha riaffermato il supporto del Comitato alla partecipazione della Corea del Nord anche alle Olimpiadi di Tokyo del 2020.

“Speriamo di poter continuare ad assistere gli atleti nordcoreani anche nella preparazione alle qualifiche per le Olimpiadi di Tokyo,” ha concluso Bach.

Fonte: Korea Times, http://www.koreatimes.co.kr/www/sports/2018/02/702_244315.html

17 Febbraio, Corea del Sud – Il Comitato Olimpico Internazionale tenta di facilitare la partecipazione della Corea del Nord a Tokyo 2020.

PYEONGCHANG, Corea del Sud – Il Comitato Olimpico Internazionale cercherà di favorire la partecipazione degli atleti nordcoreani alle Olimpiadi di Tokyo 2020, così come ha fatto per gli attuali Giochi Invernali, ha dichiarato il presidente del Comitato, Thomas Bach.

“Ci comporteremo nello stesso modo in cui ci siamo comportati per queste Olimpiadi, ci siamo sempre sforzati di rimanere imparziali e di restare fuori dalle questioni politiche, così faremo anche per Tokyo 2020,” ha dichiarato Bach in un’intervista alla Kyodo News, venerdì a PyeongChang.

Bach ha anche accennato alla prospettiva di recarsi in visita in Corea del Nord e il fatto che possa costituire un incontro conveniente.

“Dal momento che l’invito è stato accolto in modo positivo da tutte le delegazioni, crediamo possa essere un evento favorevole. Vedremo quindi se riusciamo a trovare una data,” ha annunciato, assicurando che non avverrà sicuramente durante il periodo dei Giochi Invernali.

La Corea del Nord ha accettato di partecipare alle Olimpiadi, nonostante la situazione internazionale tesa. Le due Coree, ancora formalmente in stato di guerra, hanno marciato insieme, sotto la stessa bandiera e hanno formato una squadra di hockey congiunta: la prima volta che una squadra unita dei due Paesi compete alle Olimpiadi.

Bach è consapevole delle sanzioni dell’ONU, ma sostiene anche l’importanza del messaggio lanciato dagli atleti dei due Paesi, emblema dei valori dei Giochi stessi. “Penso che chiunque possa vedere questo gesto, possa comprendere l’importanza dello stare insieme nel rispetto degli altri e in pace.”

Alla domanda se questa marcia congiunta potesse avere luogo anche alle Olimpiadi del 2020, il presidente Bach ha obiettato, dicendo che è troppo presto per pensare a Tokyo. “Lasciamo finire questi Giochi di PyeongChang 2018 e vedere come procede il dialogo.”

Riguardo alla potenziale scelta di Sapporo per i Giochi Invernali del 2026, Bach ha confermato che la città dell’Hokkaido ha ottime possibilità. Tuttavia, alcuni opinionisti sembrano pessimisti riguardo alle chances della città giapponese, dato che sarebbe la terza olimpiade invernale che si tiene in Asia, dopo PyeongChang 2018 e Beijing 2022.

Sapporo, che ha ospitato i Giochi Invernali nel 1972, si gioca la candidatura insieme a Stoccolma, Calgary (Canada) e Sion (Svizzera). Inoltre, altre città potrebbero farsi avanti prima della fine di marzo.

“Se dovessimo rilevare ostacoli per cui sia difficile candidare una di queste città, ovviamente glielo diremmo. Sapporo è ben accetta, è una località tradizionale di sport invernali, ha tutti i servizi e, inoltre, è in un’ottima posizione per essere candidata,” ha detto Bach.

In vista di Tokyo 2020, il Comitato e gli organizzatori sono sotto pressione per tagliare i costi. “Tuttavia, nonostante i costi elevati del Giappone, siamo fiduciosi nel proporre budget equilibrato, tutto sommato. Le entrate sono molto più alte del previsto, soprattutto dalle sponsorizzazioni,” ha spiegato, aggiungendo che anche i ricavi dei biglietti e della pubblicità superano di molto la somma preventivata.

Fonte: Japan Times, https://www.japantimes.co.jp/news/2018/02/18/national/ioc-facilitate-north-koreas-participation-tokyo-2020-games/#.WoxVxExFzIU

18 Febbraio, Giappone – Il volto dell’immigrazione in Giappone sta cambiando rapidamente

Durante gli ultimi dieci anni, la demografia dei residenti stranieri in Giappone ha subito cambiamenti rilevanti. Il numero 18 di Playboy uscito a dicembre era intitolato “Research into Vietnamese.” Ma perché proprio questo titolo? E perché adesso?

“Il numero dei vietnamiti in Giappone è cresciuto enormemente,” ha riportato la rivista. Quasi il quadruplo rispetto a cinque anni fa, circa il 36% in più solo tra il 2015 e il 2016. La componente vietnamita (232.562 dalla fine di giugno) ha quasi superato quella brasiliana, al quarto posto come comunità straniera più ampia, e potrebbero presto superare anche la presenza filippina (251.934).

Ad esempio, la città di Matsudo, a 21 minuti di treno dalla stazione di Ueno a Tokyo, ha attualmente toccato i 15.058 residenti stranieri, tra cui una sempre più ampia comunità vietnamita.

“A Matsudo ci sono moltissime scuole di giapponese,” ha spiegato il gestore di un ristorante vietnamita locale. “Il numero di stranieri è aumentato tramite passa parola tra i vietnamiti. Tuttavia, ancora non si nota, perché solo pochi hanno intrapreso dei business nella zona.”

Il reporter di Playboy si è recato a Hiroshima, che l’anno passato è stata classificata come quarta prefettura in termini di tirocinanti provenienti dal Vietnam. “Abbastanza,” dice, per fare di Hiroshima una “provincia del Vietnam”.

Duan, casalinga di 32 anni originaria di Hanoi, ha raccontato: “I giapponesi con cui lavoro sono subdoli. Mi spaventano, ma io non mi curo molto di loro.” Duan è arrivata in Giappone quattro anni fa, come studentessa, ma finì per sposare un giapponese più grande di lei di 18 anni. La scuola di lingue dove Duan studiava forniva la possibilità di trovare un lavoro part-time.

“Un giorno però ho fatto cadere un grosso pacco sul piede,” racconta in tono amaro. “Riuscivo a malapena a camminare e avevo bisogno di cure mediche. Persino il giorno in cui sono andata all’ospedale, la compagnia mi ha costretto a lavorare.”

A peggiorare le cose, dice, la scuola ha fatto scrivere alla compagnia di segnare l’incidente come accaduto non sul posto di lavoro, ma nel tragitto per andare al lavoro, in modo che non le fosse riconosciuto alcun risarcimento.

Le condizioni nel suo secondo posto di lavoro non migliorarono, tuttavia dice di essere molto affezionata al marito, che descrive come premuroso e gentile.

La rivista non scende nei dettagli degli aspetti negativi dell’immigrazione, non fa riferimento al fatto che la minoranza vietnamita è già al primo posto di una statistica non invidiabile: durante il 2015, le violazioni criminali da parte di vietnamiti hanno superato i 2390 casi. Studenti e apprendisti non riescono a sostenere le spese d’istruzione e abbandonano gli studi, molti si danno allora alla delinquenza.

Secondo i grafici ufficiali, il numero degli stranieri legali presenti in Giappone ha raggiunto i 2.47 milioni, l’1.95% della popolazione totale. In proporzione non sono poi tanti, se paragonati agli stranieri presenti in Svizzera (il 29% del totale) o in Australia (il 28%).

Il settimanale Toyo Keizai ha pubblicato 34 pagine intitolate “Giappone, lo Stato con il maggior numero di immigrati nascosti”, offrendo una visione della questione sotto altri, macro e micro, punti di vista.

“A seconda della prospettiva, il Giappone è già una delle nazioni con il maggior numero di immigrati,” ha dichiarato l’economista Koichi Fujishiro. Sembra che, mentre lo Stato mantiene salde la propria posizione di chiusura nei confronti dell’immigrazione, secondo alcune organizzazioni, che sostengono invece che un immigrato sarebbe semplicemente “una persona che ha risieduto in un Paese straniero per un anno o più,” i dati cambierebbero. Il Giappone nel 2015 avrebbe quindi raggiunto un totale di 400.000 immigrati.

Inoltre, mentre Playboy si concentra sulla comunità vietnamita, la rivista Toyo Keizai parla anche della Chinatown sorta nelle vicinanze della stazione di Nishi Kawaguchi, situata lungo la linea JR Keihin-Tohoku nella prefettura di Saitama. All’interno di questa comunità cinese, persone originarie di diverse provincie si suddividono diversi tipi di business.

Che fine hanno fatto le lamentele contro gli stranieri che portano via il lavoro ai giapponesi? Di fronte a problemi seri che concernono la sfera del lavoro, politici e burocrati sono molto meno inclini a cavillare sugli svantaggi dell’immigrazione. Questo ne fa l’immagine dimetricamente opposta dell’amministrazione statunitense del Presidente Trump. Il che fa sorgere un’ulteriore domanda: alcuni deportati dagli Stati Uniti potranno finire in Giappone?

Fonte: Japan Times, https://www.japantimes.co.jp/news/2018/02/17/national/media-national/face-immigration-rapidly-changing-japan/#.WoxV4kxFzIU

Featured Image Source: https://www.japantimes.co.jp/news/2018/02/18/national/ioc-facilitate-north-koreas-participation-tokyo-2020-games/#.WoxVxExFzIU