Rassegna settimanale 15 – 21 ottobre 2018: Sudest asiatico

Rassegna settimanale 15 – 21 ottobre 2018: Sudest asiatico

15 ottobre, Filippine – Filippine vincono tre anni di mandato al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite

Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite sorveglierà attentamente l’impegno per i diritti umani delle Filippine, essendo accusato il presidente Rodrigo Duterte, di aver supervisionato una “carneficina” con la sua guerra alla droga.

Nonostante le critiche degli attivisti, il paese ha vinto i tre anni di mandato al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite con un totale di 165 voti su 193.

“Le uccisioni continuano giornalmente e si sono sparse nelle città e nelle province al di fuori della capitale Manila”, ha dichiarato Louis Charbonneau, direttore dell’Human Rights Watch, “L’amministrazione Duterte ha cercato di sedare dissenso e critiche della guerra alla droga attraverso incarcerazioni, minacce e perseguitando i critici”.

Dal 2016, inizio del governo Duterte, la polizia nazionale filippine ha ucciso oltre 4,800 persone, senza contare tutte le esecuzioni extragiudiziali.

Le Nazioni Unite hanno ricevuto numerose critiche per le scelte fatte in merito al Consiglio dei Diritti Umani. Tra gli altri paesi al centro della controversia ci sono il regno di Bahrain, il Camerun, la Somalia, il Bangladesh e l’Eritrea, tutti etichettati dall’Human Rights Watch come “seri violatori di diritti”.

Fonte: Asian Correspondent

Link: https://asiancorrespondent.com/2018/10/dutertes-bloody-war-on-drugs-vindicated-by-un-human-rights-win/

16 ottobre, Indonesia – Indonesia preoccupata per il cambio australiano della politica su Israele

L’Indonesia ha espresso la preoccupazione in merito alle considerazioni dell’Australia, sulla possibilità di spostare l’ambasciata da Israele a Gerusalemme, quindi riconoscendo quest’ultima come capitale di Israele.

“l’Indonesia vorrebbe reiterare la sua posizione che una soluzione a due-stati deve essere mantenuta come principio basilare per la pace, in modo che si verifichi in modo sostenibile tra Palestina e Israele”, ha dichiarato il ministro degli esteri indonesiano Retno Marsudi, “l’Indonesia ha chiesto all’Australia ed a altri paesi di continuare a supportare il processo di pace tra Palestina ed Israele in accordo ai principi che abbiamo stabilito, e non prendendo iniziative che possono minacciare il processo di pace e la stabilità mondiale”.

L’Indonesia ha lanciato nel fine settimana a Jakarta, la Settimana della Solidarietà per la Palestina, per sottolineare l’impegno nei confronti della causa.

“L’Australia così facendo rischia il suo accordo e le sue relazioni d’affari con il resto del mondo, specialmente con il mondo arabo e musulmano e spero che l’Australia riconsidererà la sua posizione prima di prendere tali azioni per motivi elettorali”.

Nonostante questo, l’accordo commerciale di riferimento tra Indonesia e Australia, che verrà firmato alla fine dell’anno, non dovrebbe deragliare.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/indonesia-may-suspend-australia-trade-deal-over-morrisons-position-on-shifting-israel

17 ottobre, Malesia – Economia Malese più competitiva della Cina

Secondo un nuovo report del World Economic Forum (WEF), la Malesia si è classificata seconda nel Sud-Est Asiatico, battendo il colosso economico cinese  nel tema della competitività.

Il paese è venticinquesimo nella graduatoria mondiale, ed è una delle tre economie “non a reddito alto” che sono comparse nelle prime quaranta posizioni.

Il report segna dodici pilastri di competitività che includono: istituzioni, infrastrutture, informazione e adozione di tecnologie di comunicazione, stabilità macroeconomica, salute, educazione e capacità, mercato dei prodotti, mercato del lavoro, sistema finanziario, dimensioni del mercato, dinamismo degli affari e capacità di innovazione.

I paesi con più alto punteggio in tutti i punti, sono i più prossimi a ciò che il WEF definisce la “frontiera” della futura prosperità.

Fonte: Asian Correspondent

Link: https://asiancorrespondent.com/2018/10/malaysias-economy-more-competitive-than-china/

18 ottobre, Birmania – Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite pronto ad essere aggiornato sul report in Birmania

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite verrà aggiornato questo mese sull’inchiesta che vede i militari birmani colpevoli di genocidio, dopo che Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e altri sei membri hanno sollecitato un incontro.

Sono molte le pressioni a livello mondiale sulla situazione in Birmania, responsabile della repressione militare nello stato di Rakhine a cui è seguita la cacciata di circa 700,000 Rohingya verso il confine del Bangladesh. I fatti seguono attacchi da parte dei militanti Rohingya a posti di guardia.

La Birmania ha negato le atrocità della quale è accusata, dichiarando che le azioni militari sono giustificabili.

Il report chiama il Consiglio di Sicurezza ad imporre un embargo sugli armamenti, sanzioni mirate e alla creazione di un tribunale specifico. Nonostante le proposte, i diplomatici sostengono che un veto del Consiglio non impedirà alla Russia e alla Cina di proteggere la Birmania dalle misure di pressione internazionale.

L’Unione Europea ha già imposto diversi divieti di viaggio a membri della giunta militare e sta considerando sanzioni commerciali contro la Birmania.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/un-security-council-set-to-be-briefed-on-myanmar-inquiry-report

19 ottobre, Birmania – Sei morti in un campo Rohingya in Birmania

Sei sono i Rohingya uccisi venerdì da un incendio che ha distrutto un sovraffollato campo della minoranza perseguitata nello stato di Rakhine.

L’attenzione mondiale è da tempo concentrata sulla Birmania, accusata di genocidio, dove 720,000 Rohingya mussulmani sono stati costretti ad emigrare in Bangladesh.

Minor attenzione hanno avuto le sorti dei 129,000 Rohingya confinati in squallidi campi più a sud, vicino la capitale Sittwe. Dopo centinaia di morti nel 2012 in tumulti tra essi ed i buddisti dello stato di Rakhine, i sopravvissuti sono stati costretti a vivere in campi lontani da quest’ultimi.

Dopo l’incendio di venerdì, sono 822 le persone senza rifugio, senza accesso all’assistenza sanitaria, educazione e lavoro, contando solo sulle agenzie umanitarie per le donazioni di cibo.

La Birmania prevede di chiudere venti campi intorno Sittwe con l’arrivo del prossimo mese.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/6-dead-in-fire-at-rohingya-camp-in-myanmar

20 ottobre, Malesia – Vice Primo Ministro Malese deve affrontare 45 accuse legate a corruzione e riciclaggio di denaro

Centinaia di sostenitori dell’United Malays National Organisation (UMNO) si sono riuniti davanti alla corte di Kuala Lumpur, dove il presidente del partito Ahmad Zahid Hamidi è stato accusato di 45 capi d’accusa tra cui abuso di fiducia, corruzione e riciclaggio di denaro.

L’uomo si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse.

Zahid è solo l’ultimo dei membri dell’UMNO ad essere accusato di corruzione da quando la coalizione del Pakatan Harapan è salita al governo in maggio, scrivendo così la parola fine alla lunga stagione di comando dell’UMNO e del Barisan Nasional, durata ben sei decenni.

Il precedente Primo Ministro e presidente del partito Najib Razak è accusato di 32 capi d’accusa molti dei quali legati allo scandalo 1MDB. L’uomo e diversi membri dell’UMNO si sono presentati in corte per mostrare il loro supporto a Zahid.

Fonte: The Straits Times

Link: https://www.straitstimes.com/asia/se-asia/malaysias-ex-dpm-faces-45-charges

21 ottobre, Vietnam – Rilasciata la blogger ambientalista Mother Mushroom

Con una mossa a sorpresa, il governo vietnamita rilascia la blogger ambientalista Nguyen Ngoc Nhu Quynh, meglio conosciuta come Mother Mushroom, la donna si trova ora su suolo statunitense assieme alla famiglia.

La trentanovenne era stata condannata a dieci anni di prigione per “conduzione di propaganda contro lo stato”.

Le motivazioni del rilascio rimangono senza commenti o spiegazioni da parte del Dipartimento di Stato.

Quynh, appena arrivata in Texas, ha dichiarato: “continuerò ad alzare la mia voce finché i diritti umani non verranno rispettati in Vietnam, i veri diritti umani”.

La donna ha attratto l’attenzione internazionale a seguito del disastro del 2016, dove la Formosa Ha Tinh Steel Corporation ha scaricato un grosso quantitativo di sostanze chimiche, che ha provocato una decimazione di pesci in quattro province, mettendo a rischio anche la vita dei pescatori e delle loro famiglie.

Fonte: Asian Correspondent

Link: https://asiancorrespondent.com/2018/10/vietnam-mother-mushroom-freed/

 

 

 

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